Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa nell’esecutivo gialloverde, vive ancora nell’alloggio “di servizio” che le era stato assegnato quando era al governo. Lo denuncia il “Corriere della Sera”, in prima pagina, scatenando una bufera politica. Tutti, anche il suo partito, i Cinque Stelle, le chiedono di lasciare l’appartamento. Ma lei tiene il punto, spiegando che la casa è stata riassegnata al marito, militare, avendone pieno diritto, in osservanza di ogni regola. Ovviamente sono i partiti dell’opposizione di centrodestra i più duri ad attaccarla. Maurizio Gasparri trae spunto da questa vicenda per definire i pentastellati “moralisti ‘un tanto al chilo’ bugiardi ed ipocriti”. Anche un’altra esponente azzurra, Licia Ronzulli , parla di “doppia morale grillina”.
Secondo Luigi Di “sicuramente il marito avrà diritto a quell’alloggio. Ma è opportuno che in questo momento la ministra, dopo aver avuto tre mesi di tempo per lasciarlo, lasci quell’alloggio. Poi il marito farà la richiesta per ottenere l’alloggio come tutti gli ufficiali dell’Esercito seguendo la normale graduatoria. É la cosa più corretta da fare”
“Urlano ‘onestà’ ma pensano solo a occupare le poltrone e, a quanto pare, gli appartamenti di servizio”. accusa la senatrice di Forza Italia. “I privilegi sono ‘di casa’ per i grillini”, è il commento sarcastico di Fratelli d’Italia. Irritato anche il Pd: il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci chiede all’ex ministra di chiarire “velocemente” e annuncia una interrogazione urgente. Infine la presa di distanza che fa più rumore, quella del suo partito che, per voce di Stefano Buffagni, le chiede esplicitamente di lasciare l’appartamento.
“Ho letto stamattina la notizia dell’ex Ministro Trenta sull’immobile di pregio assegnato al marito, in cui vive. Ho altresì letto – sottolinea il viceministro allo Sviluppo economico – la risposta dell’ex Ministro Trenta: formalmente pare anche ineccepibile, ma non è da 5 stelle! Noi siamo nati con un’altra missione, stare nei palazzi rischia sempre di contaminarci, di cambiarci ed è contro questa “droga” che dobbiamo tenere alta l’attenzione”. “Non sono mai stato un giustizialista – prosegue Buffagni – e capisco che durante il mandato possano nascere esigenze funzionali. Ma se fosse stato uno del Pd o uno della Lega ad assegnare al marito una casa di quel genere da tenere anche dopo il mandato cosa avremmo detto?”.
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