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Berlusconi, una quota proporzionale è indispensabile

“Noi come orientamento non siamo estremamente favorevoli a trasformare la legge elettorale tutta in maggioritario perché il partito principale di ciascuna coalizione avrebbe in mano le sorti di tutta la coalizione, quindi io credo che una quota di proporzionale sia assolutamente indispensabile”. Così Silvio Berlusconi rispondendo ai giornalisti sull’ipotesi di referendum lanciata da Matteo Salvini per l’abrogazione della quota proporzionale nella legge elettorale.

“Quella del referendum è un’idea recente: a noi è stato consegnato un testo solo lunedì scorso, quindi dobbiamo riunire i nostri organi che conosceranno gli approfondimenti fatti dai nostri esperti e poi Forza Italia prenderà una decisione”, conclude Berlusconi a margine della consegna del millesimo elicottero Aw139 di Leonardo negli stabilimenti di Vergiate (Varese).

Quindi, parlando di Renzi e della sua nuova forza politica “Italia Viva”, aggiunge: “Io gli ho augurato successo, speriamo che funzioni: non è un estremista non ha un rapporto esasperato con la storia del passato quindi potrebbe anche essere un’evoluzione favorevole e positiva per l’Italia da parte della sinistra intera”. E a chi gli domanda se Renzi ha ‘rubato’ il nome a Forza Italia o si tratti di un’Opa ostile, il Cavaliere risponde: “No, non credo. Poi c’è una conoscenza che abbiamo degli elettori: una parte degli elettori di Renzi guarda con antipatia a Forza Italia e viceversa. Quindi l’unione dei due partiti farebbe allontanare una parte percentuale non minima dell’uno e dell’altro e la somma dei due partiti sarebbe molto inferiore ai due partiti divisi”.

“Non avevamo problemi, adesso c’è stata questa ulteriore offerta, ci è sembrato di rafforzare l’immagine dell’operazione e quindi è stata accettata. Però avevamo già la possibilità di essere noi capaci di sostenere l’eventuale richiesta da parte dei soci di ridare le azioni”, afferma ancora Berlusconi a proposito dell’accordo di Mediaset con il fondo Peninsula che potrebbe investire oltre un miliardo per ‘coprire’ l’eventuale recesso da parte di Vivendi nell’operazione MediaforEurope (Mfe)

   


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