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    Pd, Bonaccini il più adatto per la ripartenza dopo l’alluvione

    (ANSA) – ROMA, 25 MAG – “Credo che la scelta del commissario
    per il maltempo in Emilia Romagna debba e possa essere dettata
    solo ed esclusivamente dalla conoscenza del territorio, dalla
    capacità di essere riconosciuto dallo stesso e, soprattutto,
    dalla possibilità di agire immediatamente. Non possiamo perdere
    tempo. Per questo mi auguro che il governo metta da parte chi,
    in queste ore, è mosso solo da calcoli elettorali o posizioni
    ideologiche che fanno male all’Emilia Romagna e al Paese, e
    proceda spedito nella nomina di Stefano Bonaccini, la persona
    più adatta in questo momento a svolgere il ruolo di
    commissario”. Lo dichiara in una nota la senatrice Vincenza
    Rando, responsabile legalità, trasparenza e contrasto alle mafie
    della segreteria nazionale del Partito Democratico. (ANSA).   

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    “Gli Italiani, un patrimonio di valori per la Repubblica”

    “Gli Italiani, un patrimonio di valori per la Repubblica”: è questo il tema scelto per la 77^ edizione della Festa della Repubblica, a sottolineare che l’Italia è l’insieme dei valori che i suoi cittadini esprimono.
    Gli italiani, in sintesi, sono l’Italia e rappresentano il valore più grande per la nostra Repubblica – afferma il ministero della Difesa -. Un messaggio contenuto anche nel manifesto rappresentativo della Festa che l’Italia celebrerà tra pochi giorni. 
    Oltre al Tricolore, emblema del nostro Paese, caratterizza il manifesto la frase: “L’Italia siamo noi”.
    Poche parole a simboleggiare che la Repubblica non esisterebbe senza la coesistenza di differenti sogni, provenienza, età, professioni, condizioni sociali che senza alcuna distinzione si identificano in una unità che affratella tutti i cittadini e le cittadine del nostro Paese.
    L’Anniversario della Repubblica sarà celebrato con una serie di iniziative che si terranno in tutta Italia per commemorare il 2 giugno 1946, giorno in cui si svolse il referendum sulla forma istituzionale dello Stato che, con il voto popolare, condusse alla nascita della Repubblica italiana e pose le basi della Costituzione repubblicana.
    A Roma, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, e dalle più alte cariche dello Stato, si recherà all’Altare della Patria per deporre una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto. A seguire, lo sfilamento lungo via dei Fori Imperiali.

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    Il Papa: ‘Poniamo fine all’insensata guerra al creato’

    Il Papa lancia un appello per la salvaguardia dell’ambiente e chiede di “porre fine a questa insensata guerra al creato”. “In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato”, afferma il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato, che si celebra il 1° settembre.  Il Papa chiede di trasformare “i nostri stili di vita” e aggiunge: “pentiamoci dei nostri ‘peccati ecologici’, come avverte il mio fratello, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati – sottolinea Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato (1° settembre) – danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli”. Papa Francesco prosegue: “Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili”.   

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    Il governo pone la fiducia al Senato sul decreto bollette

    (ANSA) – ROMA, 25 MAG – Il governo ha posto la questione di
    fiducia sul cosiddetto decreto bollette, all’esame del Senato
    “senza emendamenti né articoli aggiuntivi” e nel testo identico
    a quello approvato alla Camera. A chiederlo in Aula è stato il
    ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.   
    In base agli accordi presi ieri tra i gruppi parlamentari,
    il voto per la conversione in legge è previsto entro le 14.   
    L’aula del Senato è stata quindi sospesa per convocare la
    conferenza dei capigruppo, come da prassi. (ANSA).   

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    Emilia-Romagna, Meloni e von der Leyen sui luoghi dell’alluvione

    In Emilia Romagna il centrodestra si è espresso compatto contro la nomina di Stefano Bonaccini a commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione. Si è trattato solo di un voto contrario a una mozione del Pd in Consiglio regionale, ma manifesta il malumore montato anche a Roma nei giorni scorsi di fronte all’ipotesi che Palazzo Chigi volesse affidare l’incarico al governatore. Uno scenario sempre più difficile, ammettono fonti dell’esecutivo. È un braccio di ferro che tutti volevano evitare e che invece sta alzando la tensione sull’asse Roma-Bologna, mentre in Regione iniziano a fare una conta dei danni, “oltre i 7 miliardi”, e si preparano ad accogliere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che oggi sorvolerà le aree alluvionate con Giorgia Meloni e lo stesso Bonaccini.
    Decolleranno da Bologna nel primo pomeriggio e al ritorno è previsto un punto stampa. Poi, mentre Bonaccini e von der Leyen proseguiranno in elicottero verso Cesena e Forlì, la premier (che anche domenica era stata nelle zone alluvionate) tornerà nella Capitale per un Consiglio dei ministri convocato alle 18.
     Due giorni dopo quello che ha varato misure e aiuti per “oltre due miliardi di euro”. Quel testo è ancora in via di definizione, nelle ultime bozze diversi articoli sono in fase di verifica. Saranno assegnati fino a 900 euro per le famiglie sfollate, ha annunciato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. La nuova riunione “dovrà prendere ulteriori decisioni sulla gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal maltempo”, ha reso noto Palazzo Chigi. All’ordine del giorno al momento ci sono solo “varie ed eventuali”. Dovrebbe essere esteso lo stato di emergenza ai comuni di Marche e Toscana colpiti dall’ondata di maltempo, ma c’è chi non esclude nuove misure.
    Difficile, se non impossibile, che si proceda già con la nomina del commissario per la ricostruzione, anche se si diffonde nel centrodestra l’idea che alla fine si opterà per un tecnico di area. “Non è all’ordine del giorno, siamo ancora nella fase dell’emergenza – ha chiarito in Parlamento Musumeci -. Di solito la fase di emergenza dura un anno, almeno questo è il periodo che ho previsto nell’ordinanza”. Dal territorio, invece, è forte il pressing, una richiesta di fare in fretta, come dopo il sisma del 2012, quando il governo Monti impiegò dieci giorni per incaricare l’allora governatore Vasco Errani, all’indomani della seconda scossa distruttiva.
    La vicepresidente dell’Emilia Romagna Irene Priolo, che ha la delega alla protezione civile, in attesa di una stima precisa ha parlato di danni per “oltre 7 miliardi”. I 2 miliardi stanziati dal governo vanno soprattutto alle imprese, ma presto bisognerà pensare alle infrastrutture. Dopo aver ascoltato Meloni ieri a Palazzo Chigi, con al fianco sindaci e parti sociali della regione, esprimendo soddisfazione per le prime risposte fornite dal governo, Bonaccini oggi a Bologna in Consiglio regionale ha usato toni decisamente più perentori. “Servono risorse nell’immediato per ricostruire le strade, bloccare le frane, ripristinare gli argini. Bisogna fare queste cose prima dell’autunno, altrimenti – ha avvertito – non un evento straordinario ma uno ordinario ci metterà nei guai. Con questi tempi e questi livelli di dettaglio è possibile che queste opere possano essere progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?”. Poi il presidente del Pd ha sottolineato che “come commissario in genere viene nominato un presidente di Regione, come dicono colleghi del centrodestra come Zaia, Occhiuto, Toti”. E ha aggiunto: “Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine”.
    Dalla Lega assicurano che non c’è “nessun veto o antipatia nei confronti di alcuno” e si auspica “che la nomina avvenga al più presto”. Ma più fonti della maggioranza raccontano che è proprio il partito di Matteo Salvini quello più freddo verso Bonaccini, in linea con il fronte romagnolo di FdI. Di certo non la pensano così i governatori di centrodestra. Per quello della Liguria, Giovanni Toti, “i poteri commissariali devono andare a chi ha un mandato popolare per poterlo esercitare con piena legittimità”.  

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    Alluvione: tensione sul commissario, centrodestra contro Bonaccini

    In Emilia Romagna il centrodestra si è espresso compatto contro la nomina di Stefano Bonaccini a commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione. Si è trattato solo di un voto contrario a una mozione del Pd in Consiglio regionale, ma manifesta il malumore montato anche a Roma nei giorni scorsi di fronte all’ipotesi che Palazzo Chigi volesse affidare l’incarico al governatore. Uno scenario sempre più difficile, ammettono fonti dell’esecutivo. È un braccio di ferro che tutti volevano evitare e che invece sta alzando la tensione sull’asse Roma-Bologna, mentre in Regione iniziano a fare una conta dei danni, “oltre i 7 miliardi”, e si preparano ad accogliere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che giovedì sorvolerà le aree alluvionate con Giorgia Meloni e lo stesso Bonaccini.
    Decolleranno da Bologna nel primo pomeriggio e al ritorno è previsto un punto stampa. Poi, mentre Bonaccini e von der Leyen proseguiranno in elicottero verso Cesena e Forlì, la premier (che anche domenica era stata nelle zone alluvionate) tornerà nella Capitale per un Consiglio dei ministri convocato alle 18. Due giorni dopo quello che ha varato misure e aiuti per “oltre due miliardi di euro”. Quel testo è ancora in via di definizione, nelle ultime bozze diversi articoli sono in fase di verifica.
    Saranno assegnati fino a 900 euro per le famiglie sfollate, ha annunciato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. La nuova riunione “dovrà prendere ulteriori decisioni sulla gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal maltempo”, ha reso noto Palazzo Chigi. All’ordine del giorno al momento ci sono solo “varie ed eventuali”. Dovrebbe essere esteso lo stato di emergenza ai comuni di Marche e Toscana colpiti dall’ondata di maltempo, ma c’è chi non esclude nuove misure. Difficile, se non impossibile, che si proceda già con la nomina del commissario per la ricostruzione, anche se si diffonde nel centrodestra l’idea che alla fine si opterà per un tecnico di area. “Non è all’ordine del giorno, siamo ancora nella fase dell’emergenza – ha chiarito in Parlamento Musumeci -. Di solito la fase di emergenza dura un anno, almeno questo è il periodo che ho previsto nell’ordinanza”.
    Dal territorio, invece, è forte il pressing, una richiesta di fare in fretta, come dopo il sisma del 2012, quando il governo Monti impiegò dieci giorni per incaricare l’allora governatore Vasco Errani, all’indomani della seconda scossa distruttiva. La vicepresidente dell’Emilia Romagna Irene Priolo, che ha la delega alla protezione civile, in attesa di una stima precisa ha parlato di danni per “oltre 7 miliardi”. I 2 miliardi stanziati dal governo vanno soprattutto alle imprese, ma presto bisognerà pensare alle infrastrutture. Dopo aver ascoltato Meloni ieri a Palazzo Chigi, con al fianco sindaci e parti sociali della regione, esprimendo soddisfazione per le prime risposte fornite dal governo, Bonaccini a Bologna in Consiglio regionale ha usato toni decisamente più perentori. “Servono risorse nell’immediato per ricostruire le strade, bloccare le frane, ripristinare gli argini. Bisogna fare queste cose prima dell’autunno, altrimenti – ha avvertito – non un evento straordinario ma uno ordinario ci metterà nei guai. Con questi tempi e questi livelli di dettaglio è possibile che queste opere possano essere progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?”.
    Poi il presidente del Pd ha sottolineato che “come commissario in genere viene nominato un presidente di Regione, come dicono colleghi del centrodestra come Zaia, Occhiuto, Toti”. E ha aggiunto: “Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine”. Dalla Lega assicurano che non c’è “nessun veto o antipatia nei confronti di alcuno” e si auspica “che la nomina avvenga al più presto”. Ma più fonti della maggioranza raccontano che è proprio il partito di Matteo Salvini quello più freddo verso Bonaccini, in linea con il fronte romagnolo di FdI. Di certo non la pensano così i governatori di centrodestra. Per quello della Liguria, Giovanni Toti, “i poteri commissariali devono andare a chi ha un mandato popolare per poterlo esercitare con piena legittimità”.

    Agenzia ANSA

    Informativa del ministro Musumeci alla Camera. Sulla questione del Commissario la Lega precisa: ‘Nessun veto o antipatia per alcuno’ (ANSA)

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    E’ ufficiale, DeSantis lancia la sfida a Trump per il 2024

    Il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis ha presentato la documentazione alla commissione elettorale federale per la corsa alla Casa Bianca.Il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, che aspira a diventare il primo presidente italoamericano degli Usa strappando la nomination a Donald Trump, esce alla scoperto, dopo aver atteso a lungo come quell’alligatore nella palude pronto ad azzannare che compare nella pagina nera del sito RonDeSantis.com. E lo fa con una mossa controversa ma che gli garantisce un’ampia platea di potenziali elettori, scegliendo per l’annuncio della sua discesa in campo una conversazione su Twitter Spaces, piattaforma audio di Twitter, insieme al Ceo della società che cinguetta Elon Musk, suo ammiratore e sostenitore con oltre 140 milioni di follower (oltre ai 4,2 dello stesso DeSantis): un’audience ben più ampia di quella delle tv americane.
    “Penso che sia piuttosto rivoluzionario che un annuncio del genere avvenga sui social media”, ha sottolineato il patron di Twitter, che spera così anche di risollevare le sorti della piattaforma dopo averla terremotata, anche riabilitando account cospirativi di destra, compreso quello di Donald Trump, che però ha preferito rimanere su Truth.
    In effetti è la prima volta che un candidato presidenziale lancia la sua corsa su internet, anche se subito dopo il leader della Florida ha promesso un’intervista a Fox News, il network conservatore che ha voltato le spalle a Trump stendendo il tappeto rosso a quello che è considerato – anche nei sondaggi – il suo principale rivale. Non è ancora noto invece se DeSantis annuncerà personalmente la sua campagna ai donatori che ha riunito al Four Season di Miami il 24 e 25 maggio o la prossima settimana nella città dove è cresciuto, Dunedin, nella baia di Tampa, in Florida. La sua campagna comunque è pronta a decollare, con un super Pac (‘Never back down’) che ha in cassa 200 milioni di dollari e sta reclutando un esercito di persone per bussare porta a porta agli elettori degli Stati dove partiranno le primarie repubblicane.
    La scelta dell’annuncio su Twitter con Musk gli ha già attirato molte critiche. A partire dall’entourage del tycoon. “Questo è uno dei lanci di campagne più fuori dal comune nella storia moderna. L’unica cosa peggiore del lancio di una campagna di nicchia su Twitter è l’after party ultra-elite di DeSantis al lussuoso resort Four Seasons di Miami”, ha attaccato Karoline Leavitt, portavoce di Make America Great Again, il comitato elettorale che sostiene Trump. “L’annuncio su Twitter è perfetto per DeSantis, in questo modo non deve interagire con le persone e i media non possono fargli domande”, gli ha fatto eco un consigliere del tycoon. L’ex presidente ha sparato a raffica su Truth, accusando ‘Ron DeSanctus’ di essere “sleale”, di non poter vincere le elezioni generali e di non avere carisma: “Ha disperatamente bisogno di un trapianto di personalità e, da quanto ne so, non è ancora disponibile da un punto di vista medico”.
    La mossa del governatore della Florida ha i suoi vantaggi, a partire dall’ampia platea social fino al coinvolgimento dell’uomo più ricco del mondo (benché sia anche uno dei più controversi), pronto a dargli il suo endorsement dopo essersi convertito dal voto a Joe Biden (“me ne sono pentito”) al sostegno del partito repubblicano. Ma lo espone agli strali di chi gli rimprovera di tenersi lontano dal confronto pubblico, soprattutto con il quarto potere: nella sua ultima trionfale campagna per la rielezione non ha concesso una sola intervista ad alcun media mainstream.
    Avvocato con studi ad Harvard e Yale, ex ufficiale di Marina inviato anche (come legale) in Iraq e a Guantanamo (dove non mancano le ombre), tre figli e una ex reporter tv come moglie-consigliera con ambizioni da first lady, il 44enne DeSantis è considerato una versione giovane, colta e disciplinata di Trump ma più ideologica. Per The Atlantic è il governatore più autoritario degli Stati Uniti. Finora ha amministrato a colpi di crociate pro armi e contro le restrizioni della pandemia, gli immigrati (spediti in bus negli Stati dem), l’aborto, i diritti Lgbtq+, l’insegnamento agli studenti della teoria critica della razza (oggi una scuola ha bandito il poemetto ‘The hill we climb’, scritto dalla  poetessa afroamericana Amanda Gorman) e dell’orientamento sessuale, fino a scontrarsi in tribunale con Disney sulla legge ‘don’t say gay’. E con qualche scivolata in politica estera, come quando ha derubricato la guerra in Ucraina a “disputa territoriale”. La sua ricetta è proporre il modello che ha plasmato nel suo Stato, insomma ‘make America Florida’. Da vedere cosa ne pensa il resto del Paese. 

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    Ok del Senato al dl sul Ponte sullo Stretto, è legge. Salvini: ‘Decisione storica attesa da più di 50 anni’

    Via libera alla conversione in legge del decreto sul ponte sullo Stretto di Messina. L’aula del Senato l’ha approvato con 103 voti favorevoli, 49 contrari e tre astenuti. Presente il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Dai banchi del centrodestra e’ partito un applauso.    Il provvedimento, che era stato approvato alla Camera lo scorso 16 maggio, definisce, tra l’altro, l’assetto della società Stretto di Messina Spa e riavvia le attività di programmazione e progettazione. 
    “E’ una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in conferenza stampa dopo il voto finale sul Decreto Ponte in Senato ribadendo che sarà un’opera green, che darà 100.000 posti di lavoro. “Non è il ponte di Messina, è il ponte degli italiani”, ha sottolineato il ministro. “Nel Def la cifra” per il Ponte “è intorno ai 14 miliardi, ovviamente sono in corso gli studi aggiornati da parte di società”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in conferenza stampa dopo il voto finale sul Decreto Ponte in Senato

    “Approvato il decreto per il Ponte sullo Stretto di Messina. Giusto realizzarlo”. Lo scrive su Facebook Ettore Rosato, deputato di Azione-Italia Viva. “Sarà una straordinaria occasione di sviluppo per tutto il Sud, va accompagnato da tante infrastrutture da troppo tempo bloccate, e sarà anche una straordinaria opportunità di mostrare le capacità italiane nel mondo. Noi faremo la nostra parte, vigilando affinché le parole si concretizzino, si aprano i cantieri, i tempi vengano rispettati e i soldi pubblici non vadano sprecati”, conclude.
    “Il via libera definitivo da parte del Parlamento al decreto Ponte è una buona notizia. Mi congratulo con il ministro Salvini che tanto ha creduto in questo provvedimento. La nostra Regione avrà grande giovamento dalla realizzazione di questa grande opera e dall’ammodernamento delle infrastrutture connesse, che avranno una decisa accelerazione: dalla Strada Statale 106 all’Autostrada del Mediterraneo, fino all’Alta velocità e all’Alta capacità ferroviaria. Il Mediterraneo è il futuro – i traffici commerciali passeranno sempre più dal nostro mare – e avere un collegamento tra Calabria e Sicilia e tra quest’ultima e l’Europa sarà fondamentale per cogliere le opportunità che arriveranno nei prossimi anni”. Così Roberto Occhiuto, presidente della regione Calabria.