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    Casal di Principe come Barbiana, un Sentiero della Costituzione

    (ANSA) – CASAL DI PRINCIPE, 27 MAG – Dopo essersi riscattata
    dai cupi decenni di predominio camorristico Casal di Principe
    (Caserta) presenta oggi, a 100 anni dalla nascita di don Milani,
    un ‘sentiero della Costituzione’ ispirato a quello esistente nel
    paese di Barbiana. I primi 54 articoli della Carta, quelli dove
    i padri costituenti cristallizzarono i diritti fondamentali,
    quelli di libertà e sociali e i rapporti con il potere statale,
    scritti su targhe di maiolica sono stati affissi nelle strade
    dell’intero territorio cittadino; un sentiero ideale e reale che
    tocca le quattro parrocchie e tante case private.   
    L’articolo 1 della Costituzione è affisso nei pressi della
    parrocchia Maria Santissima Preziosa, e dà il via al sentiero
    che percorre la città, fino all’articolo 54 che fissa diritti e
    doveri degli amministratori pubblici, e non a caso lo si trova
    vicino al Comune di Casal di Principe; a fianco ci sarà un’altra
    targa che ricorda Alba Castaldo, prima donna a Casale a
    rivestire un ruolo pubblico, assessore nel 1968. L’idea del
    sentiero della Costituzione è venuta ad una cittadina di Casale,
    Teresa Borrata, che lo aveva visto a Barbiana. Borrata ha
    raccolto attorno a sé alcuni volenterosi ragazzi di Casal di
    Principe, che ora si chiamano “i ragazzi della Costituzione”,
    andando nelle scuole e nelle parrocchie a spiegare gli articoli
    della Carta, organizzando eventi e attività sulle legge
    fondamentale dello Stato, il tutto per arrivare alla creazione
    del sentiero. L’iniziativa è stata presentata oggi, giorno in
    cui si celebra il centesimo anniversario della nascita di don
    Lorenzo Milani, nel corso di una conferenza stampa, e sarà
    inaugurata venerdì 2 giugno per la Festa della Repubblica.   
    (ANSA).   

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    Meloni, nessuno potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili

    (ANSA) – ROMA, 27 MAG – “Nessun fiorentino, nessun italiano,
    potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili. Così come
    nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quegli anni così
    difficili per la nostra nazione, segnati da altri sanguinosi
    attentati e stragi. Il governo rivolge il suo pensiero commosso
    a tutti i famigliari delle vittime e rinnova il suo
    ringraziamento ai servitori dello Stato che, spesso nell’ombra e
    tra mille difficoltà, hanno lottato e lottano contro la mafia. E
    che con il loro instancabile lavoro avvicinano sempre di più il
    definitivo tramonto della criminalità organizzata”. Lo dichiara
    la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. (ANSA).   

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    Mattarella, “I care” di don Milani contro l’indifferenza

    (ANSA) – ROMA, 27 MAG – Don Milani è stato “un grande
    italiano che, con la sua lezione, ha invitato all’esercizio di
    una responsabilità attiva. Il suo “I care” è divenuto un motto
    universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza.   
    A quella espressione se ne accompagnava un’altra. Diceva:
    “Finché c’è fatica, c’è speranza”. La società, senza la fatica
    dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia
    che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E lui ha
    percorso un vero cammino di costruzione”. Lo ha detto il
    presidente Sergio Mattarella chiudendo il suo intervento a
    Barbiana dove ha ricordato la figura di don Milani. (ANSA).   

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    Mattarella, la scuola è di tutti ed è per tutti

    (ANSA) – ROMA, 27 MAG – “La scuola è di tutti. La scuola deve
    essere per tutti.   
    Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che
    sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita
    scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai
    poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la
    conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di
    questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà”. Lo afferma
    il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione
    della cerimonia per il centenario della nascita di don Lorenzo
    Milani. (ANSA).   

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    Zuppi, la scuola non certifichi il demerito, difenda tutti

    (ANSA) – ROMA, 27 MAG – A cento anni dalla nascita di don
    Lorenzo Milani, “prete e cittadino italiano”, il cardinale
    presidente della Cei, Matteo Zuppi, chiede di guardare alla sua
    “lezione” che è “per tutti, credenti e non”: “per cambiare le
    cose non serve innamorarsi delle proprie idee, ma bisogna
    mettersi nelle scarpe dei ragazzi di allora e di oggi” e “non
    siano strappati da un destino già segnato”. Quindi serve “una
    scuola che li difende più di qualsiasi altra maestra, una scuola
    che non certifica il demerito ma che garantisce a tutti il loro
    merito, le stesse opportunità perché non taglia la torta in
    parte uguali, quando chi deve mangiare non è uguale”. (ANSA).   

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    Svolta a New York, vietato discriminare in base a altezza e peso

       Il sindaco di New York City, Eric Adams, ha firmato una legge che vieta la discriminazione basata sulle dimensioni del corpo aggiungendo peso e altezza all’elenco delle categorie protette come razza, sesso e religione. 
        “Meritiamo tutti lo stesso accesso al lavoro e ad una casa indipendentemente dal nostro aspetto”, ha detto il primo cittadino della metropoli. Il democratico, che ha raccontato in un libro la sua lotta per ridurre il diabete attraverso una dieta a base di verdure, ha affermato che l’ordinanza “aiuterà a creare condizioni di parità per tutti i newyorkesi, creerà luoghi di lavoro e ambienti più inclusivi e proteggerà dalla discriminazione”. La misura entrerà in vigore dal prossimo novembre.
        Alcuni dirigenti d’azienda si sono opposti alla legge sostenendo che comporterà costi altissimi. L’obesità negli Stati Uniti è una vera e propria piaga e colpisce 70 milioni di persone, 35 milioni donne e 35 milioni uomini. Altri 99 milioni sono sovrappeso. Altre città americane hanno vietato la discriminazione basata sul peso e sull’aspetto fisico, tra cui San Francisco, Washington e Madison, in Wisconsin.   

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    Un drone lancia un ordigno su un edificio amministrativo a Belgorod

       Un drone ha attaccato l’edificio del ministero dell’Interno russo nel villaggio di Maysky nell’oblast di Belgorod, secondo il notiziario online Baza su Telegram rilanciato dal Kiyv Independent. Il velivolo senza pilota avrebbe lanciato un ordigno esplosivo sull’edificio. Il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov ha affermato che un ordigno esplosivo sganciato da un drone ha danneggiato un edificio amministrativo della compagnia energetica statale russa Gazprom. 
       D’altra parte, l’agenzia di stampa stataIe russa Ria Novosti, citando fonti ufficiali, informa che  i droni marini con cui l’Ucraina ha attaccato la nave della Flotta russa Ivan Khurs tre giorni fa erano di fabbricazione occidentale e sono stati lanciati da un centro operativo navale aperto con la partecipazione degli Stati Uniti a Ochakov, in Ucraina meridionale, e controllato da Starlink.

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    Meloni a Catania, qualcuno in Rai non riesce a misurarsi con il merito

    Tutti i leader, a partire dalla premier Giorgia Meloni, insieme a Catania, per far tornare il centrodestra in Sicilia ai fasti dei tempi berlusconiani, quelli del celebre 61 a zero. Si fanno un selfie dal palco per ribadire il valore dell’unità di una coalizione che punta a fare l’en plein nell’Isola alle prossime amministrative in modo da confermare la luna di miele tra il governo e il Paese a otto mesi dalla vittoria delle politiche.
    Si vota in 128 comuni, di cui 4 capoluoghi, Catania, Ragusa, Trapani e Siracusa. Qui, la soglia da superare per essere eletti al primo turno è del 40% dei voti espressi. “Ho sempre bisogno di tornare in piazza e chiedere ai cittadini, non ai giornalisti schierati, ma a voi, agli italiani, cosa pensate di noi. Questa Regione è strategica”, esordisce la premier. “Stanno arrivando investimenti importanti, penso ai panelli dell’Enel, ai semiconduttori. La Sicilia, Catania – aggiunge Meloni – possono diventare luoghi convenienti dove portare lavoro e sviluppo”.
    Lancia un appello alla collaborazione: “Siamo in un’emergenza continua, ci salveremo solo tutti insieme. Noi come governo faremo la nostra parte, come in Emilia. Sappiamo che non abbiamo tanti amici, non tutti sono contenti che siamo al governo, ma alla fine – prosegue tra gli applausi – vinciamo grazie al consenso. E ora cresciamo più della media europea”. Quindi assicura di voler andare fino in fondo sul fronte dei migranti: “Vogliamo soluzioni strutturali e alla fine la spunteremo noi”.
    Replica alle accuse di occupazione della Rai: “Non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Voglio liberare la cultura italiana da un sistema in cui non lavoravi se non eri di una idea politica. Noi vogliamo meritocrazia e pluralismo. Se anche nella Rai qualcuno si deve misurare con il merito e decide che non ce la fa – attacca – non è un problema che possiamo porci noi”.
    Interviene anche sul tema fiscale. “Sulla riforma la sinistra dice che gettiamo la spugna sulla lotta all’evasione. Mai. Ma la lotta a evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione, le big company, le banche. Non il piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato”. 
    In precedenza, applaudito anche Antonio Tajani: “Vi porto il saluto di un vostro grande amico, Silvio Berlusconi”, esordisce il coordinatore azzurro. “Qui abbiamo tutto il centrodestra unito, come in tutta Italia, unità sintomo di buongoverno”.
    Le sue parole d’ordine, Sud, sicurezza, lavoro, sviluppo economico, in sintonia e con il “sostegno del governo regionale e nazionale”. Anche Matteo Salvini punta sull’unità: “Più cercano di inventare divisioni tra di noi, più rafforzano la nostra amicizia: si rassegnino Conte e Schlein, lavoreremo insieme per 5 anni. In Sicilia abbiamo aperto cantieri per 28 miliardi. Questa piazza è la migliore risposta a una sinistra che dice solo dei no, no tav, no ponte, no strade”.
    Una coalizione, appunto, che si presenta agli elettori siciliani forte del via libera al Ponte: “E’ un’emozione da ministro e da italiano, dopo tante chiacchiere – sottolinea sempre Salvini – avere finalmente approvato questo progetto. Non unisce solo Sicilia e Calabria, ma tutto il Paese. Porterà centomila posti di lavoro vero e libererà mare e aria, permetterà a milioni di italiani, che ammirano questa splendida terra, di venire in Sicilia spendendo di meno”. “Il Ponte sullo Stretto – osserva l’altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – è una grande vittoria di Silvio Berlusconi e di Forza Italia”.
    Ad aprire la manifestazione il presidente della Regione, Renato Schifani. Quindi il ministro Nello Musumeci, catanese doc chiamato a scaldare la platea, ricordando che “in questa città il cuore è al centro verso destra”. Anche il leader di Noi Moderati saluta il Cavaliere “Cambiamo l’Italia insieme, grazie a quella coalizione – sottolinea Maurizio Lupi – inventata trent’anni fa da chi ci ha messo insieme, Silvio Berlusconi”.