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    Il dolore di Putin per Berlusconi, ‘una perdita irreparabile’

    Da Mosca a Budapest, da tel Aviv a Bruxelles, si rincorrono i messaggi di cordoglio dei leader mondiali per la morte di Silvio Berlusconi. Fra i primi a rendere omaggio alla figura dell’ex premier è il presidente russo Vladimir Putin, amico storico del leader di Forza Italia: la morte di Berlusconi è “una perdita irreparabile e un grande dolore”, afferma in un messaggio di condoglianze inviato al presidente Sergio Mattarella. “Ho sempre sinceramente ammirato – scrive ancora il presidente russo nel messaggio, postato sul sito del Cremlino – la sua saggezza, la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili. In ognuno dei nostri incontri mi trasmetteva la sua incredibili vitalità, il suo ottimismo e il suo senso dell’umorismo. Per me Silvo è stata una persona cara e un vero amico” e ha dato “un inestimabile contributo allo sviluppo della partnership russo-italiana reciprocamente vantaggiosa”.
    Anche l’ambasciata russa a Roma, postando una foto in bianco e nero del Cavaliere, scrive in un tweet: “Siamo sconvolti dalla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Un grande statista che ha lasciato un segno profondo nella storia dell’Italia, del mondo e dei rapporti italo-russi. Un visionario, un uomo dalle grandi capacità e dal grande cuore. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici, al popolo italiano”.

    Berlusconi, Putin: ‘Grande perdita per la politica mondiale’

    Sempre su twitter, il presidente ungherese Victor Orban afferma che “se ne è andato il grande combattente” e pubblica una foto che lo ritrae con Silvio Berlusconi con scritto, in italiano, “riposa in pace amico mio!”. 
    “Silvio era un grande amico di Israele e ci è stato vicino in ogni momento. Riposa in pace amico mio”, twitta a sua volta il premier israeliano Benyamin Netanyahu che aggiunge: “Sono profondamente rattristato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, l’ex primo ministro italiano. Le mie più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e al popolo italiano”.
    Da Berlino, il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz commenta: “Abbiamo appreso della morte dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ed esprimiamo al popolo italiano e al governo italiano la nostra partecipazione”. 
    Dalla Spagna, il leader del Partito Popolare spagnolo, Alberto Núñez Feijóo, ricorda l’ex premier italiano: “Silvio Berlusconi ha segnato diversi decenni della storia politica italiana. Condoglianze alla sua famiglia e al suo partito”.
    Dalla Francia il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella scrive. “Facendo irruzione nella vita politica italiana, con la sua schiettezza e il suo stile inedito, l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha segnato un’epoca del suo Paese. Tutte le mie condoglianze ai cari del nostro ex collega deputato europeo, il Cavaliere”. E Marine Le Pen omaggia “un personaggio atipico, con una vita fuori dal comune e dal percorso folgorante, Silvio Berlusconi ha innegabilmente segnato la vita politica italiana. All’Italia in lutto, rivolgo le mie condoglianze”.
    Cordoglio è espresso anche dalle istituzioni europee, a partire dalla Commissione Ue: “Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Silvio Berlusconi e al popolo italiano”, ha detto un portavoce, precisando che un comunicato più esteso sarà emesso “in seguito”, dato che la presidente Ursula von der Leyen è impegnata nella sua visita in America Latina.
    Per la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola Berlusconi è stato “il combattente che ha guidato il centro-destra e che è stato protagonista della “politica in Italia e in Europa per generazioni. Padre, imprenditore, eurodeputato, Presidente del Consiglio, senatore. Ha lasciato il segno e non sarà dimenticato. Grazie Silvio”. 
    “Oggi piangiamo la scomparsa di Silvio Berlusconi. È stato il fondatore e leader di Forza Italia, il più longevo Presidente del Consiglio italiano nel dopoguerra e una forza trainante nella nostra famiglia politica. Il nostro cordoglio e le nostre condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”, scrive invece il Partito popolare europeo (Ppe) su Twitter. E il leader Manfred Weber si dice “Addolorato per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Il mio pensiero va alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile. Non dimenticheremo l’energia e la dedizione con cui ha lavorato per la sua amata Italia, per la sua famiglia politica e per i suoi ideali europei. Riposa in pace”.

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    Tajani, abbiamo il dovere come FI di andare avanti

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – “Abbiamo il dovere, come Forza
    Italia, di andare avanti, seppur feriti. Lo faremo ancora sotto
    la sua guida morale e spirituale e continueremo a lavorare nel
    solco delle sue indicazioni”. Lo afferma Antonio Tajani,
    coordinatore nazionale del partito, parlando a Washington della
    scomparsa di Silvio Berlusconi. “Il destino vuole che io mi
    trovi oggi qui, negli Stati Uniti, al cimitero di Arlington, un
    luogo che riassume il percorso umano e politico di Silvio
    Berlusconi, un luogo dove si testimonia il valore della
    libertà”, aggiunge il ministro. (ANSA).   

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    Niente camera ardente per Silvio Berlusconi

    (ANSA) – MILANO, 12 GIU – Non ci sarà nessuna camera ardente
    per Silvio Berlusconi domani negli studi televisivi di Cologno
    monzese. Lo rende noto l’ufficio stampa Mediaset. Poco fa è
    terminato un sopralluogo dei carabinieri del comando provinciale
    di Milano. Questa decisione sarebbe legata a questioni di ordine
    pubblico. (ANSA).   

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    Putin e la politica del cucù, il Cavaliere diplomatico

     La sua politica estera è passata alle cronache come ‘La diplomazia del cucù’, complice quello scherzetto ad Angela Merkel a Trieste per un bilaterale nel 2008. Ma i quasi 30 anni di Silvio Berlusconi sulla scena internazionale sono stati molto di più. E anche se tanti, tra i suoi detrattori, lo ricordano per le corna nelle photo opportunity, le barzellette, i ‘Mr Obamaaaa…’ con la regina, i weekend con Putin e i sorrisi di sberleffo che gli riservarono Frau Angela e l’amico-nemico Sarkozy, il Cavaliere ha dettato una linea.
    Fatta soprattutto di rapporti d’amicizia non solo istituzionali ma anche personali con diversi leader mondiali, da George W. Bush a Gheddafi. E soprattutto con Vladimir Putin, quell’amico da sempre e di sempre che ha fatto fatica a criticare anche di fronte all’invasione ucraina: ha condannato la guerra ma è finito in una bufera quando, era l’ottobre scorso, in un discorso con i parlamentari di Forza Italia ha dato la sua versione. Giustificando, in qualche modo, l’amico Volodia che “non voleva la guerra” e tirando in ballo gli strappi, secondo lui, compiuti negli anni da Kiev. Non senza nascondere la delusione per quel telefono rimasto muto quando provò a chiamare lo zar poche ore dopo l’invasione. Una delusione archiviata con l’annuncio di aver riallacciato i rapporti, con tanto di scambio di “affettuose” letterine e casse di vodka e Lambrusco.    L’amicizia con Putin ha comunque contribuito alla sua politica estera e a quello ‘spirito di Pratica di Mare’ che lo vide protagonista della storica mediazione tra Washington e Mosca per l’avvicinamento della Russia alla Nato. Altri tempi e uno scenario lontano anni luce da quello odierno, che però gli fecero segnare punti importanti. Come la questione georgiana in cui anche la sua mediazione con W. Bush da un lato e Putin dall’altro, contribuì a scongiurare una pericolosissima escalation. Si è sempre mosso con un occhio attento a Mosca (e al suo potenziale energetico), uno strettissimo legame con l’America di Bush e il Nord Africa precedente alle primavere arabe.    Molto contestato fu il rapporto con la Libia del colonnello, così come le sue relazioni – sempre ‘personali’ – con rais del calibro dell’egiziano Mubarack o del tunisino Ben Alì. Con Gheddafi, Berlusconi firmò lo storico trattato di Amicizia chiudendo dopo 70 anni le ferite dell’occupazione coloniale italiana: un accordo che prevedeva il versamento di 5 miliardi di dollari di compensazione a fronte dell’impegno di Tripoli a fermare l’immigrazione e dare spazio alle imprese italiane. Una mossa antesignana di quegli accordi, invocati ancora oggi, di sostegno ai Paesi di origine per fermare i flussi. Berlusconi nelle lunghe attese nelle tende (anche quella che il colonnello piantò a Roma) si annoiava ma Gheddafi era sempre nella sua agenda. Lo volle al G8 dell’Aquila, dove contribuì alla prima storica stretta di mano tra un presidente Usa in carica, Barack Obama, ed il rais libico. E cercò di contrastare – senza riuscirvi anche per problemi di politica interna – la missione francese in Libia. Ben più complessi invece sono stati i rapporti con l’Unione europea. Ad esempio con Sarkozy, con il quale non è mai andato d’accordo. Lo chiamava, in privato, ‘il mio avvocato’ (Sarkò anni prima di arrivare all’Eliseo seguì, per lo studio Bernheim, un’acquisizione di Fininvest). E di certo l’epilogo del suo governo che lo vide in totale rotta di collisione con l’Europa gli bruciò molto. Proprio per quei sorrisini del duo Sarkozy-Merkel: era l’ottobre del 2011, lo spread dei titoli italiani era alle stelle e nel giorno in cui l’Ue raccomandò all’Italia di fare i compiti a casa obbligandolo a tornare con una ‘lettera’ di impegni sulle sue riforme, la Merkel e Sarkozy risposero con un sogghigno malevolo a chi gli chiedeva se si sentissero rassicurati da Berlusconi. Nei rapporti con la Germania poi pesò tantissimo una gaffe pesante – mai del tutto accertata trattandosi di una intercettazione rimasta nel chiuso della procura di Bari – nei confronti di Angela Merkel. E’ quella in cui il presidente del consiglio avrebbe fatto allusioni sessuali offensive sulla cancelliera. Un epiteto volgare – secondo le indiscrezioni – rivolto al capo della più grande potenza europea che spinse il settimanale Der Spiegel a definire il capo del nostro governo “zotico e volgare”.    Erano lontani i tempi d’oro quando a pochi mesi dalle Torri Gemelle l’uscita dalla Farnesina di Renato Ruggiero gli fece prendere l’interim della diplomazia. Lui scelse di schierarsi saldamente al fianco degli Usa, facendo volare le relazioni Italia-America (con tanto di intervento e applausi al Congresso) e appoggiando le operazioni in Afghanistan e poi in Iraq. In un complesso intreccio di relazioni personali e di affari che lo vide anche amico di Erdogan, paladino dell’ingresso della Turchia in Ue. Non senza risultati concreti. Si dice che quella che passò come una gaffe (fece aspettare la Merkel perché impegnato al telefono) fosse la telefonata con cui convinse il sultano a togliere il suo veto alla nomina di Rasmussen alla Nato dopo uno scandalo di vignette danesi anti-islam. Con un occhio a Medio Oriente e ottimi rapporti anche con Benyamin Nethanyahu e Simon Peres, Berlusconi non parlava una parola di inglese (se la cavava invece molto bene col francese). Ma tra una bandana in testa in Sardegna con l’amico Blair, una battuta di caccia machista nella dacia di Putin, due cammelli regalatigli da Gheddafi e qualche battuta, alcune di troppo che lo hanno fatto annoverare tra i leader più gaffeur, ha scritto un sua pagina anche nella politica estera italiana. (ANSA).   

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    Salvini, senza Berlusconi più difficile, metteva d’accordo

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – Silvio Berlusconi “mancherà, però
    abbiamo ancora tanto da fare. Mi ha detto, ‘mi raccomando, tante
    opere che ho cominciato io finitele voi’. Sicuramente sarà più
    difficile, perché riusciva a mettere d’accordo tutti, a tenere
    in sintonia tutti, ad avere un pensiero per tutti. Cercheremo
    umilmente di portare avanti almeno una piccola parte del suo
    enorme lavoro”. Così il vicepremier Matteo Salvini, nel giorno
    della scomparsa di Silvio Berlusconi.   
    “È stato un grande politico e un grande uomo, anche gli
    avversari non possono non riconoscerne l’unicità, la
    rivoluzionarietà – ha detto ancora il ministro dei Trasporti -.   
    Il patrimonio che lascia non è economico ma di affetti. Quando
    arrivavo la prima e l’ultima cosa di cui parlava erano la sua
    famiglia, i suoi figli, i nipoti, Marta. L’ho sentito sabato
    sera dopo la partita dell’Inter, alle 11 di sera stava lavorando
    per le Europee, per l’Italia, per Forza Italia, per il governo.   
    mi piace pensare che abbia lavorato fino a 20 secondi prima,
    perché non si accontentava mai”.   
    Salvini ha spiegato di aver ricevuto la notizia della morte
    dell’ex premier mentre era “a Lesa, sul Lago Maggiore per
    lavoro, con la Guardia costiera, che era una delle sue
    affezionate mete. Al di là della grandezza politica,
    imprenditoriale, sportiva, televisiva – ha notato con la voce
    rotta dalla commozione – c’è l’aspetto umano, l’immensa
    generosità, l’affetto. Non aveva mai digerito che portassi la
    barba, poi alla fine se la faceva andare bene. Al mio compleanno
    mi ha regalato un set di camicie blu, perché ‘Matteo ti sta
    meglio il blu, togliti quel bianco’. E oggi cacchio ho la
    camicia bianca”. (ANSA).   

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    Berlusconi: La Russa, per me è stato un fratello maggiore

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – “Io sono stato un amico personale e
    per me è stato una sorta di fratello maggiore, anche se lui non
    piaceva, perché mi considerava un suo coetaneo, pur avendo 16
    anni di più”. L’ha detto il presidente del Senato, Ignazio La
    Russa, ricordando Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico
    con il Tg1.   
    Per decisione del Presidente del Senato La Russa, bandiere a
    mezz’asta a Palazzo Madama e negli altri edifici che ospitano
    gli uffici del Senato, in segno di lutto per la scomparsa di
    Berlusconi. (ANSA).