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    Meloni e l’ultima telefonata, Berlusconi fiero del mio lavoro

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – “Averlo, potersi confrontare con lui
    era un elemento che ti tranquillizzava in tante cose. Lui c’era
    passato prima e aveva fatto bene. Sono molto fiera anche del
    fatto che ultimamente, soprattutto, spesso mi chiamava e mi
    diceva ‘stai lavorando bene’. E non era facile insomma per un
    uomo con quella esperienza. E anche l’ultima telefonata che
    abbiamo avuto m’ha detto: ‘Guarda te lo voglio dire sono molto
    fiero del lavoro che stai facendo, di come lo stai facendo'”.   
    Così la premier Giorgia Meloni nell’estratto di un’intervista
    che andrà in onda nell’edizione delle 20 del Tg5 e poi nello
    speciale su Canale 5 dove, tra le altre cose, le viene chiesto
    se ora, senza di lui, il centrodestra riuscirà a non litigare:
    “Penso che glielo dobbiamo” perchè avere oggi un governo di
    centrodestra – “una delle sue tante grandi eredità” – porta con
    sè “una responsabilità in più”. (ANSA).   

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    L’impero di Silvio, da Fininvest a Mondadori

    Con un fatturato delle società controllate o fortemente partecipate superiore ai 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti totali, il gruppo che fa riferimento alla Fininvest fondata da Silvio Berlusconi è una delle maggiori realtà imprenditoriali italiane e si pone tra i protagonisti internazionali della comunicazione, dell’intrattenimento e della finanza.
    La galassia di Berlusconi, già prima dell’ingresso in politica del Cavaliere, aveva il suo cuore in Fininvest, controllata con un sistema di 7 holding di cui quattro sono riconducibili a Silvio Berlusconi con una quota complessiva del 61,21%. Nelle altre 3 holding ha fatto entrare con una quota ciascuno i cinque figli: Marina e Piersilvio con il 7,65% rispettivamente nelle holding IV e V; Barbara, Luigi ed Eleonora con una quota complessiva del 21,42% nella holding XIV. Nel suo portafoglio figurano le partecipazioni nelle tre quotate Mfe (47,9%), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30%), ed altri investimenti tra cui il Teatro Manzoni (100%). La storica quota del 2% in Mediobanca è invece stata ceduta nel maggio 2021, raccolta soprattutto da Delfin.
    La gran parte del patrimonio immobiliare, incluse le residenze più famose è invece custodito nella società Dolcedrago, di proprietà esclusiva del Cavaliere. Nel 1994 all’interno di Fininvest c’erano già il Milan, Mondadori e le televisioni. Nel 1995 nacque la società di distribuzione cinematografica Medusa, nel 1996 Mediaset, in cui confluirono le tv e Publitalia, venne quotata in borsa, seguita a ruota da Mediolanum, società di risparmio gestito di cui è comproprietaria la famiglia Doris.
    MEDIASET: il gruppo vede al vertice Pier Silvio Berlusconi come A.d. e Fedele Confalonieri come presidente: è quotato alla Borsa di Milano dal 1996. Nel novembre del 2021 l’assemblea ha approvato definitivamente la trasformazione in MediaforEurope, trasferendo la sede legale ma non fiscale in Olanda. I conti del 2022 non sono ancora stati approvati, ma nel 2021 Mediaset-Mfe ha registrato ricavi netti per 2,9 miliardi, in crescita dell’11% rispetto al 2020, con un utile netto di 374 milioni, in aumento del 169% rispetto all’anno precedente e circa il doppio del 2019 pre-Covid.
    Mediaset opera in Italia attraverso due concessionarie pubblicitarie televisive, entrambe controllate al 100%: Publitalia ’80 (tv free) e Digitalia ’08 (tv pay). In Spagna l’attività di raccolta pubblicitaria è affidata a Publiespana.Per le attività pubblicitarie all’estero c’è Publieurope, società con sede a Londra. Le attività online del Gruppo sono gestite da Mediamond, concessionaria costituita pariteticamente con Mondadori. Mfe, inoltre, possiede il 40% di 2i Towers, controllante di Ei Towers, ed è salita fino al 29,9% del gruppo media tedesco Prosieben.
    MONDADORI: al vertice del gruppo Marina Berlusconi (presidente) e Antonio Porro (amministratore delegato). Si tratta del maggiore editore di libri e magazine in Italia e possiede inoltre uno dei più estesi network di librerie sul territorio nazionale. Il gruppo ha registrato nel 2022 ricavi netti a 903 milioni, in crescita del’11,8% rispetto all’anno precedente, e un utile di 52 milioni, il miglior risultato netto degli ultimi 15 anni. L’anno scorso Mondadori era tornata a distribuire il dividendo dopo 10 anni di assenza della cedola per gli azionisti. Oltre 600 i punti vendita in gestione diretta e in franchising con le insegne. A questi canali si aggiunge il sito mondadoristore.it per l’attività di e-commerce, in un sistema multipiattaforma di presidio di tutti i canali di vendita.
    BANCA MEDIOLANUM: controllata da Fininvest e dal gruppo Doris, è leader del mercato finanziario italiano con oltre un milione di clienti. L’anno scorso ha registrato un utile netto di 521 milioni, ottenendo buoni risultati nonostante la forte correzione dei mercati. E anche questa volta non ha deluso gli azionisti, a partire appunto dalle famiglie Doris e Berlusconi, distribuendo nel complesso 369 milioni di dividendi. E le previsioni economiche del gruppo per il 2023 sono nettamente migliori dei risultati dell’anno scorso.
    TEATRO MANZONI: un’ampia proposta di spettacoli ha contrassegnato le stagioni del Teatro Manzoni fin da quando, nel marzo 1978, Silvio Berlusconi aveva preso l’impegno di preservare la storica sala dalla minacciata trasformazione in un supermarket, affidandone la direzione a un appassionato di teatro come Luigi Foscale.
    IL CALCIO: il gruppo Fininvest è ancora presente anche nel mondo del calcio. Nell’aprile del 2017, dopo 30 anni dall’acquisto del pacchetto di maggioranza, il gruppo ha ceduto il Milan ad una cordata cinese, che poi l’ha ceduta al fondo Elliott. Nel settembre 2018 Silvio Berlusconi intraprese una nuova avventura calcistica con l’acquisizione del 100% della Società Sportiva Monza 1912.   

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    Berlusconi: a Napoli manifesti funebri “Ciao Silvio”

    “Ciao Silvio…buon viaggio” e accanto una frase attribuita a Silvio Berlusconi che recita: “Spero che questa mia esistenza terrena possa terminare mentre io sono teso a raggiungere un altro traguardo oltre la siepe”.
    E’ il testo del manifesto funebre affisso in numerose copie nel centro storico di Napoli ad opera dell’agenzia di pompe funebri Salvatore Kaiser. Sul manifesto – sullo sfondo le date 1936-2023 – anche due foto dell’ex premier di cui una in bianco e nero e l’altra a colori.
    “Facemmo la stessa cosa – ricorda il titolare della ditta Salvatore Kaiser parlando con l’ANSA – quando è scomparsa la Regina Elisabetta. Berlusconi, al di la’ di come la si pensi in politica, è stato un grande uomo, un grande imprenditore che ha dato lavoro a tanti e ci sembrava giusto ricordarlo. Poi lui aveva un rapporto speciale con Napoli al punto da definirsi un napoletano nato a Milano ed era quella la frase che in un primo momento avremmo voluto scrivere per ricordarlo. Berlusconi a Napoli lascia tanti amici”.
    Diversi i passanti incuriositi che si fermano a fotografare il manifesto. Qualcuno, a distanza di poche ore dall’affissione, appare già deteriorato perché strappato.   

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    Berlusconi, in Calabria nel 1991 la laurea ‘honoris causa’

    (ANSA) – RENDE, 12 GIU – Dal novembre del 1991 Silvio
    Berlusconi poteva fregiarsi anche del titolo di ingegnere.   
    All’allora imprenditore, nel novembre del 1991, tre anni prima
    cioè della sua “discesa” in politica, venne conferita la laurea
    honoris causa in ingegneria gestionale dall’Università della
    Calabria. Una cerimonia, svoltasi nel campus dell’ateneo di
    Arcavacata di Rende, alle porte di Cosenza, caratterizzata dalle
    lodi del Senato accademico e dalla presenza di molti studenti,
    ma non senza qualche contestazione.   
    Un riconoscimento, venne motivato nella circostanza dalle
    autorità accademiche dell’ateneo calabrese, assegnato ‘per le
    numerose attivita’ imprenditoriali che spaziano dalla
    televisione alla pubblicita’, dall’edilizia alle assicurazioni,
    dal cinema alla grande distribuzione”. Ma anche la presa d’atto
    del contributo dato da Berlusconi alla “scienza
    economico-manageriale”, per la dimostrazione delle “grandi
    capacita’ organizzative in grado di anticipare le piu’ moderne
    concezioni organizzative e manageriali”. E, ancora, per il fatto
    di “avere intuito velocemente le complessità evolutive dei
    sistemi produttivi”.   
    Dopo gli interventi del rettore dell’epoca, Giuseppe Frega,
    del preside della facoltà di ingegneria, Jacques Guenot, e dei
    professori Francesco Del Monte e Antonio Borghesi, Berlusconi
    tenne una lezione magistrale incentrata sulla sua attività di
    imprenditore televisivo, non mancando di fare riferimenti alle
    potenzialità della Calabria e ai suoi giovani, ai quali rivolse
    l’invito a “rifuggire dal pessimismo”. (ANSA).   

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    Il dolore di Putin per Berlusconi, ‘una perdita irreparabile’

    Da Mosca a Budapest, da tel Aviv a Bruxelles, si rincorrono i messaggi di cordoglio dei leader mondiali per la morte di Silvio Berlusconi. Fra i primi a rendere omaggio alla figura dell’ex premier è il presidente russo Vladimir Putin, amico storico del leader di Forza Italia: la morte di Berlusconi è “una perdita irreparabile e un grande dolore”, afferma in un messaggio di condoglianze inviato al presidente Sergio Mattarella. “Ho sempre sinceramente ammirato – scrive ancora il presidente russo nel messaggio, postato sul sito del Cremlino – la sua saggezza, la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili. In ognuno dei nostri incontri mi trasmetteva la sua incredibili vitalità, il suo ottimismo e il suo senso dell’umorismo. Per me Silvo è stata una persona cara e un vero amico” e ha dato “un inestimabile contributo allo sviluppo della partnership russo-italiana reciprocamente vantaggiosa”.
    Anche l’ambasciata russa a Roma, postando una foto in bianco e nero del Cavaliere, scrive in un tweet: “Siamo sconvolti dalla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Un grande statista che ha lasciato un segno profondo nella storia dell’Italia, del mondo e dei rapporti italo-russi. Un visionario, un uomo dalle grandi capacità e dal grande cuore. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici, al popolo italiano”.

    Berlusconi, Putin: ‘Grande perdita per la politica mondiale’

    Sempre su twitter, il presidente ungherese Victor Orban afferma che “se ne è andato il grande combattente” e pubblica una foto che lo ritrae con Silvio Berlusconi con scritto, in italiano, “riposa in pace amico mio!”. 
    “Silvio era un grande amico di Israele e ci è stato vicino in ogni momento. Riposa in pace amico mio”, twitta a sua volta il premier israeliano Benyamin Netanyahu che aggiunge: “Sono profondamente rattristato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, l’ex primo ministro italiano. Le mie più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e al popolo italiano”.
    Da Berlino, il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz commenta: “Abbiamo appreso della morte dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ed esprimiamo al popolo italiano e al governo italiano la nostra partecipazione”. 
    Dalla Spagna, il leader del Partito Popolare spagnolo, Alberto Núñez Feijóo, ricorda l’ex premier italiano: “Silvio Berlusconi ha segnato diversi decenni della storia politica italiana. Condoglianze alla sua famiglia e al suo partito”.
    Dalla Francia il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella scrive. “Facendo irruzione nella vita politica italiana, con la sua schiettezza e il suo stile inedito, l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha segnato un’epoca del suo Paese. Tutte le mie condoglianze ai cari del nostro ex collega deputato europeo, il Cavaliere”. E Marine Le Pen omaggia “un personaggio atipico, con una vita fuori dal comune e dal percorso folgorante, Silvio Berlusconi ha innegabilmente segnato la vita politica italiana. All’Italia in lutto, rivolgo le mie condoglianze”.
    Cordoglio è espresso anche dalle istituzioni europee, a partire dalla Commissione Ue: “Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Silvio Berlusconi e al popolo italiano”, ha detto un portavoce, precisando che un comunicato più esteso sarà emesso “in seguito”, dato che la presidente Ursula von der Leyen è impegnata nella sua visita in America Latina.
    Per la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola Berlusconi è stato “il combattente che ha guidato il centro-destra e che è stato protagonista della “politica in Italia e in Europa per generazioni. Padre, imprenditore, eurodeputato, Presidente del Consiglio, senatore. Ha lasciato il segno e non sarà dimenticato. Grazie Silvio”. 
    “Oggi piangiamo la scomparsa di Silvio Berlusconi. È stato il fondatore e leader di Forza Italia, il più longevo Presidente del Consiglio italiano nel dopoguerra e una forza trainante nella nostra famiglia politica. Il nostro cordoglio e le nostre condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”, scrive invece il Partito popolare europeo (Ppe) su Twitter. E il leader Manfred Weber si dice “Addolorato per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Il mio pensiero va alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile. Non dimenticheremo l’energia e la dedizione con cui ha lavorato per la sua amata Italia, per la sua famiglia politica e per i suoi ideali europei. Riposa in pace”.

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    Tajani, abbiamo il dovere come FI di andare avanti

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – “Abbiamo il dovere, come Forza
    Italia, di andare avanti, seppur feriti. Lo faremo ancora sotto
    la sua guida morale e spirituale e continueremo a lavorare nel
    solco delle sue indicazioni”. Lo afferma Antonio Tajani,
    coordinatore nazionale del partito, parlando a Washington della
    scomparsa di Silvio Berlusconi. “Il destino vuole che io mi
    trovi oggi qui, negli Stati Uniti, al cimitero di Arlington, un
    luogo che riassume il percorso umano e politico di Silvio
    Berlusconi, un luogo dove si testimonia il valore della
    libertà”, aggiunge il ministro. (ANSA).   

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    Niente camera ardente per Silvio Berlusconi

    (ANSA) – MILANO, 12 GIU – Non ci sarà nessuna camera ardente
    per Silvio Berlusconi domani negli studi televisivi di Cologno
    monzese. Lo rende noto l’ufficio stampa Mediaset. Poco fa è
    terminato un sopralluogo dei carabinieri del comando provinciale
    di Milano. Questa decisione sarebbe legata a questioni di ordine
    pubblico. (ANSA).   

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    Putin e la politica del cucù, il Cavaliere diplomatico

     La sua politica estera è passata alle cronache come ‘La diplomazia del cucù’, complice quello scherzetto ad Angela Merkel a Trieste per un bilaterale nel 2008. Ma i quasi 30 anni di Silvio Berlusconi sulla scena internazionale sono stati molto di più. E anche se tanti, tra i suoi detrattori, lo ricordano per le corna nelle photo opportunity, le barzellette, i ‘Mr Obamaaaa…’ con la regina, i weekend con Putin e i sorrisi di sberleffo che gli riservarono Frau Angela e l’amico-nemico Sarkozy, il Cavaliere ha dettato una linea.
    Fatta soprattutto di rapporti d’amicizia non solo istituzionali ma anche personali con diversi leader mondiali, da George W. Bush a Gheddafi. E soprattutto con Vladimir Putin, quell’amico da sempre e di sempre che ha fatto fatica a criticare anche di fronte all’invasione ucraina: ha condannato la guerra ma è finito in una bufera quando, era l’ottobre scorso, in un discorso con i parlamentari di Forza Italia ha dato la sua versione. Giustificando, in qualche modo, l’amico Volodia che “non voleva la guerra” e tirando in ballo gli strappi, secondo lui, compiuti negli anni da Kiev. Non senza nascondere la delusione per quel telefono rimasto muto quando provò a chiamare lo zar poche ore dopo l’invasione. Una delusione archiviata con l’annuncio di aver riallacciato i rapporti, con tanto di scambio di “affettuose” letterine e casse di vodka e Lambrusco.    L’amicizia con Putin ha comunque contribuito alla sua politica estera e a quello ‘spirito di Pratica di Mare’ che lo vide protagonista della storica mediazione tra Washington e Mosca per l’avvicinamento della Russia alla Nato. Altri tempi e uno scenario lontano anni luce da quello odierno, che però gli fecero segnare punti importanti. Come la questione georgiana in cui anche la sua mediazione con W. Bush da un lato e Putin dall’altro, contribuì a scongiurare una pericolosissima escalation. Si è sempre mosso con un occhio attento a Mosca (e al suo potenziale energetico), uno strettissimo legame con l’America di Bush e il Nord Africa precedente alle primavere arabe.    Molto contestato fu il rapporto con la Libia del colonnello, così come le sue relazioni – sempre ‘personali’ – con rais del calibro dell’egiziano Mubarack o del tunisino Ben Alì. Con Gheddafi, Berlusconi firmò lo storico trattato di Amicizia chiudendo dopo 70 anni le ferite dell’occupazione coloniale italiana: un accordo che prevedeva il versamento di 5 miliardi di dollari di compensazione a fronte dell’impegno di Tripoli a fermare l’immigrazione e dare spazio alle imprese italiane. Una mossa antesignana di quegli accordi, invocati ancora oggi, di sostegno ai Paesi di origine per fermare i flussi. Berlusconi nelle lunghe attese nelle tende (anche quella che il colonnello piantò a Roma) si annoiava ma Gheddafi era sempre nella sua agenda. Lo volle al G8 dell’Aquila, dove contribuì alla prima storica stretta di mano tra un presidente Usa in carica, Barack Obama, ed il rais libico. E cercò di contrastare – senza riuscirvi anche per problemi di politica interna – la missione francese in Libia. Ben più complessi invece sono stati i rapporti con l’Unione europea. Ad esempio con Sarkozy, con il quale non è mai andato d’accordo. Lo chiamava, in privato, ‘il mio avvocato’ (Sarkò anni prima di arrivare all’Eliseo seguì, per lo studio Bernheim, un’acquisizione di Fininvest). E di certo l’epilogo del suo governo che lo vide in totale rotta di collisione con l’Europa gli bruciò molto. Proprio per quei sorrisini del duo Sarkozy-Merkel: era l’ottobre del 2011, lo spread dei titoli italiani era alle stelle e nel giorno in cui l’Ue raccomandò all’Italia di fare i compiti a casa obbligandolo a tornare con una ‘lettera’ di impegni sulle sue riforme, la Merkel e Sarkozy risposero con un sogghigno malevolo a chi gli chiedeva se si sentissero rassicurati da Berlusconi. Nei rapporti con la Germania poi pesò tantissimo una gaffe pesante – mai del tutto accertata trattandosi di una intercettazione rimasta nel chiuso della procura di Bari – nei confronti di Angela Merkel. E’ quella in cui il presidente del consiglio avrebbe fatto allusioni sessuali offensive sulla cancelliera. Un epiteto volgare – secondo le indiscrezioni – rivolto al capo della più grande potenza europea che spinse il settimanale Der Spiegel a definire il capo del nostro governo “zotico e volgare”.    Erano lontani i tempi d’oro quando a pochi mesi dalle Torri Gemelle l’uscita dalla Farnesina di Renato Ruggiero gli fece prendere l’interim della diplomazia. Lui scelse di schierarsi saldamente al fianco degli Usa, facendo volare le relazioni Italia-America (con tanto di intervento e applausi al Congresso) e appoggiando le operazioni in Afghanistan e poi in Iraq. In un complesso intreccio di relazioni personali e di affari che lo vide anche amico di Erdogan, paladino dell’ingresso della Turchia in Ue. Non senza risultati concreti. Si dice che quella che passò come una gaffe (fece aspettare la Merkel perché impegnato al telefono) fosse la telefonata con cui convinse il sultano a togliere il suo veto alla nomina di Rasmussen alla Nato dopo uno scandalo di vignette danesi anti-islam. Con un occhio a Medio Oriente e ottimi rapporti anche con Benyamin Nethanyahu e Simon Peres, Berlusconi non parlava una parola di inglese (se la cavava invece molto bene col francese). Ma tra una bandana in testa in Sardegna con l’amico Blair, una battuta di caccia machista nella dacia di Putin, due cammelli regalatigli da Gheddafi e qualche battuta, alcune di troppo che lo hanno fatto annoverare tra i leader più gaffeur, ha scritto un sua pagina anche nella politica estera italiana. (ANSA).