More stories

  • in

    Letta: 'Pd non si scioglie. M5s? Opposizione sia unita'

    A metà mese la direzione del Pd dovrebbe riunirsi nuovamente per entrare nel vivo del percorso che condurrà alle primarie. E che, nelle intenzione del segretario Enrico Letta, porterà “entro la fine dell’inverno” alla nascita del “nuovo Partito democratico”. La direzione di Articolo 1 apre ad una “costituente vera della sinistra democratica” ma avverte: “L’ esito non può essere scritto dall’inizio. Bisogna garantire agli iscritti e ai non iscritti di poter contribuire”. Letta assicura che “nulla è deciso” e invita “tutti coloro che vogliono costruire l’alternativa” alle destre a partecipare. La discussione coinvolgerà anche il nome del partito, ma lo scioglimento è escluso: “Abbiamo 5 milioni di italiani che ci hanno votato e chiesto di fare opposizione”, afferma il leader dem. Secondo cui “l’opposizione rigenererà il partito e il centrosinistra”, con una “nuova generazione che deve prendere il comando”
    Le tensioni accumulate dopo le urne animano un confronto-scontro a distanza tra le varie anime dei democratici. Che ora, però, sono chiamati all’opposizione, senza perdere tempo. Nei prossimi giorni sarà presentata l’agenda dei dem in Parlamento: una proposta che spazierà dal disallineamento, anche solo a livello nazionale, del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica, al salario minimo, fino allo ius scholae. “Dobbiamo essere pronti a fare la prima opposizione a questo governo, sia in Parlamento sia nel Paese, in piazza quando necessario”, esorta Letta. Il quale già inizia ad attaccare frontalmente la premier in pectore Giorgia Meloni: “Il suo primo gesto di politica estera è stato partecipare oggi all’evento della destra spagnola, con i post franchisti di Vox….Mi sarei aspettato qualcosa di più europeista e unitario”. Il M5s? A suo avviso “ha svolto un ruolo importante”, ha sicuramente “preso voti da sinistra”. “Noi governiamo con loro” in alcune regioni come il Lazio, dove si tornerà al voto. “Io spero che faremo un’opposizione il più unitaria possibile, altrimenti faremo il regalo più grande a Meloni”, afferma il segretario rivolgendo un appello in tal senso anche alle altre forze di opposizione. Il clima nel Pd, però, resta teso.
    Le fibrillazioni sulla leadership contagiano anche le donne dem. A testimoniarlo è un comunicato non firmato, diffuso al termine della loro conferenza di ieri, in cui si chiedeva un passo indietro a “tutti i vertici del partito” compresa la portavoce, Cecilia D’Elia. “Un falso”, ha denunciato a stretto giro la senatrice Monica Cirinnà che, pur ammettendo le critiche emerse anche sull’operato della portavoce, ha puntato il dito contro “siparietti e imboscate” nel corso della riunione. Alla fine è dovuto intervenire il partito a precisare che “l’unico comunicato ufficiale” era la dichiarazione di D’Elia. Letta, intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, si dichiara “neutrale” sulle candidature alla segreteria, pur avendo le sue “idee”. Bonacchini e Schlein? “Grandi risorse e ricchezze per il futuro del centrosinistra, così come altri. Molti hanno ironizzato sul fatto delle troppe candidature, io penso sia un bene”. Poi fa sapere che non tornerà in Francia, come vorrebbe la destra, ma resterà in Aula a fare opposizione: “E quando ci sarà una crisi saremo lì a chiedere le elezioni anticipate” Le acque sono agitate anche dentro Articolo 1. Il segretario siciliano ha scritto una lettera ai vertici chiedendo le loro dimissioni, allegando una durissima critica verso la strategia elettorale. Alla fine la direzione ha approvato a larga maggioranza la relazione del segretario Roberto Speranza. La richiesta è “costruire rapidamente un agire comune dell’opposizione” con “al centro la questione sociale”. Sulla guerra in Ucraina, il partito ha le idee chiare: “Parteciperemo e promuoveremo in tutte le sedi iniziative per la pace: occorre che la diplomazia riprenda forza, con l’obiettivo di fermare l’aggressione di Putin”. Il campo comune, insomma, tra paletti, distinguo e qualche diffidenza, è ancora tutto da costruire. E le ‘insidie’ dei diretti competitor, i Cinque stelle, non mancano: il 22 ottobre Giuseppe Conte interverrà ad un’assemblea organizzata per rafforzare “la direttrice progressista del Movimento”. Tra i promotori dell’iniziativa, che punta alla nascita di un “rigenerato e credibile polo progressista”, ci sono volti noti della sinistra e degli ecologisti italiani: da Loredana De Petris a Stefano Fassina, da Paolo Cento ad Alfonso Pecoraro Scanio.

  • in

    Letta: 'Opposizione anche in piazza se necessario'

     “Dobbiamo essere pronti a fare quello che gli italiani ci hanno chiesto: fare la prima opposizione a questo governo in modo intransigente e costruttivo. Fare un’opposizione sia in Parlamento sia nel Paese, di piazza quando necessario”. Lo dice a ‘Che tempo che fa’ su Rai 3 il segretario del Pd, Enrico Letta.
    “Il M5s ha svolto un ruolo importante, noi governiamo con loro” in alcune regioni come il Lazio, dove si tornerà al voto. “Io spero che faremo un’opposizione il più unitaria possibile, altrimenti faremo il regalo più grande a Giorgia Meloni e al suo governo che ne avrebbero un vantaggio”. Lo dice il segretario del Pd, Enrico Letta rivolgendo un appello in tal senso anche alle altre forze di opposizioni parlamentare. Sarà “una legislatura di battaglia”, ha aggiunto, sottolineando che ‘Il primo gesto di politica estera di Meloni è stato partecipare oggi all’evento della destra spagnola, con i post franchisti di Vox. Mi sarei aspettato qualcosa di più europeista e unitario’.
    “Tutti coloro che vogliono costruire alternativa” partecipino al processo costituente del nuovo Pd”. “E’ un campo in cui non è deciso nulla e sarà appassionante. Vengano e partecipino e entro l’inverno”, ovvero fine febbraio o inizio marzo, “avremo un nuovo Pd”.

  • in

    Scampò all'attentato di Bruxelles, sceglie l'eutanasia a 23 anni

     Morire di eutanasia a soli 23 anni. E’ la drammatica scelta fatta da Shanti De Corte, una ragazza fiamminga di Anversa che sei anni fa scampò miracolosamente all’attentato avvenuto all’aeroporto di Bruxelles-Zaventem e rivendicato dall’Isis.    La giovane, secondo quanto ricostruito dai media locali, aveva avuto già prima problemi psicologici ma soprattutto non ha mai superato il trauma subito in seguito all’esplosione della bomba nell’area dei check-in dello scalo aereo della capitale belga.    Il 22 marzo 2016 Shanti, insieme a una novantina di compagni della sua scuola – il collegio di Santa Rita di Kontich, in provincia di Anversa – stava per imbarcarsi per Roma per celebrare la fine del ciclo di studi medi superiori.    L’appuntamento con il destino era fissato per le 7.58 di quella mattina, quando la prima delle due bombe portate nell’aerostazione da attentatori kamikaze esplose a pochi metri dalla ragazza. Lasciandola però miracolosamente illesa in un panorama pieno di morte e distruzioni (le vittime dell’attacco all’aeroporto furono 16 più i due attentatori e tantissimi feriti). Da allora quello di Shanti è stato un vero e proprio calvario, fuori e dentro l’ospedale psichiatrico, vittima di abusi sessuali, imbottita di antidepressivi e psicofarmaci.    Fino alla scelta più difficile, quella di chiedere l’eutanasia, giunta a compimento il 7 maggio scorso quando, con i suoi genitori al capezzale, la morte l’ha liberata dagli incubi che la tormentavano ormai da anni.    “Ho riso e pianto fino all’ultimo giorno”, ha lasciato scritto sul suo profilo Facebook. “Ora me ne vado in pace.Sappiate che già mi mancate”.    Il caso è stato portato alla ribalta delle cronache per le critiche mosse alla concessione dell’eutanasia da un rinomato neurologo belga. Ma la commissione federale responsabile del controllo sull’eutanasia ha per ora chiuso il caso affermando che la legge è stata pienamente rispettata e che la ragazza “era in un tale stato di sofferenza mentale che la sua domanda è stata logicamente accettata”.   

  • in

    Governo, Urso: 'Ci saranno tecnici d'area ma sarà un esecutivo politico'

    “Nel Governo ci saranno tecnici d’area, personalità che per la loro storia hanno scelto un campo ed hanno condiviso il nostro programma, ma questo sarà un Governo politico, con una maggioranza politica e si profila essere l’Esecutivo che nella storia della Repubblica avrà la più ampia maggioranza parlamentare tra tutti i Governi espressi dagli elettori, il primo Governo politico dopo 11 anni”. Lo ha detto il senatore di FdI Adolfo Urso, presidente del Copasir nella passata legislatura, al programma ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. ”
    La nostra coalizione ha un programma comune, non siamo una coalizione improvvisata, agiamo così dal 1994. Non potete però chiedere a Giorgia Meloni di fare nomi dei ministri quando non ha avuto ancora l’incarico, sarebbe una sgrammaticatura istituzionale. La volta scorsa ci hanno messo tre mesi a fare il Governo. In questo caso noi abbiamo avuto la forza di presentarci bene con un programma sottoscritto dai leader e per noi sarà più facile fare la lista dei ministri”. Lo ha detto il senatore di FdI Adolfo Urso, presidente del Copasir nella passata legislatura, al programma ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. 
    “Il 13 – ha ricordato Urso – si insedieranno le Camere, poi si formeranno i gruppi parlamentari, saranno eletti gli uffici di presidenza, credo il 18. Da quel momento inizia la possibilità per il capo dello Stato di attivare le consultazioni, che dureranno probabilmente due-tre giorni e poi lui darà l’incarico”. Quanto ad una eventuale sua presenza tra i ministri, il senatore glissa. “Non ho alcuna conoscenza – spiega – della lista dei ministri e non ho mai chiesto a Giorgia Meloni quale sia; il mio ruolo è un altro, sono il presidente del Copasir, che è ancora attivo, ci siamo riuniti la scorsa settimana ed abbiamo approvato all’unanimità quattro provvedimenti”.
    “Ci sarà una continuità con il Governo Draghi in alcuni aspetti: ad esempio sull’energia abbiamo condiviso alcune scelte, come anche in politica estera e sulla Difesa. Giorgia Meloni ha indicato, quando c’è stata l’invasione russa, come avremmo dovuto comportarci sull’Ucraina. Su questo ci sarà continuità, ma Meloni non ha bisogno di lord protettori, l’Italia è un Paese sovrano e democratico che fa le sue scelte, che devono essere rispettate”. Lo ha detto il senatore di FdI Adolfo Urso, presidente del Copasir nella passata legislatura, al programma ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3.

  • in

    A Lecco vietato nutrire gli animali randagi, scoppia la polemica

    (ANSA) – MILANO, 09 OTT – Niente cibo a gatti e cani randagi,
    tantomeno a piccioni, cigni, gabbiani: il Comune di Lecco ha
    emesso una ordinanza che ha fatto infuriare gli animalisti con
    Aidaa che ha presentato una querela e l’onorevole Maria Vittoria
    Brambilla, lecchese e presidente della Leidaa, la Lega italiana
    per la difesa degli animali e dell’ambiente, che è pronta a
    rivolgersi al Tar se il sindaco Mauro Gattinoni non la ritirerà.   
    Lo riportano Il Corriere della Sera e Il Giorno.   
    Il sindaco ha annunciato nella sua newsletter la decisione di
    imporre il divieto di nutrire la fauna selvatica. “Vista la
    cospicua biodiversità che caratterizza il territorio lecchese, e
    data la presenza in molte zone del territorio comunale di Lecco
    di colonie delle più svariate specie animali (gabbiani, cigni,
    piccioni, nutrie, anatre, gatti, cani randagi, ecc.), il Comune
    di Lecco – è la spiegazione – ha emesso un’ordinanza che vieta
    di somministrare qualunque tipo di alimento costituito da
    mangime, granaglie, scarti e avanzi alimentari di ogni tipo, a
    tutte le specie di animali selvatici e randagi sull’intero
    territorio comunale di Lecco, fatte salve specifiche
    autorizzazioni con fini sanitari o scientifici”.   
    Il testo del provvedimento è ancora più specifico:
    “L’alimentazione incontrollata degli animali selvatici aumenta e
    richiama un gran numero di roditori ed altri animali infestanti
    anche da zone limitrofe e la forte concentrazione di animali in
    determinate zone comporta una evidente compromissione del decoro
    urbano e delle condizioni igienico-sanitarie con conseguenti
    rischi per la salute pubblica”
    E’ “una vergogna nazionale” secondo Brambilla che parla di
    ordinanza “affama randagi”.   
    “Eventuali problemi di igiene o di sicurezza – ha aggiunto –
    non si risolvono limitando la libertà dei cittadini o mettendo a
    rischio la sopravvivenza degli animali – dice – e per questo il
    sindaco Gattinoni deve revocare subito quest’ ordinanza
    ‘affama-randagi’ o faremo ricorso al Tar”. (ANSA).   

  • in

    Vertice ad Arcore tra Meloni, Salvini e Berlusconi: 'Importanti passi avanti'

    Si è conclusa la riunione tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. I leader si sono confrontati sulle prossime scadenze istituzionali e sulla necessità di avere un governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese, a partire dall’emergenza dovuta ai costi dell’energia.
    Sono stai fatti importanti passi avanti in questa direzione ed è volontà comune del centrodestra procedere più speditamente possibile lungo la strada per la formazione dell’esecutivo. Lo rende noto il centrodestra al termine del vertice dei leader ad Arcore. Fonti della Lega dopo il vertice precisano che “la Lega ha chiara la propria squadra di governo ed è pronta, ai massimi livelli. Le priorità del partito di Matteo Salvini sono la difesa degli stipendi, delle pensioni e del lavoro degli italiani, partendo da un Decreto ferma-bollette che, visti i ritardi europei, non può più essere rinviato”. 

    Agenzia ANSA

    Il 44,9% degli italiani ha fiducia in Meloni. Il Terzo polo supera FI (ANSA)

    In un post su Fb, Meloni attacca la sinistra che ‘scende in piazza contro “le politiche del governo Meloni” non ancora formato’. “Stiamo vivendo un paradosso in cui la sinistra – attualmente al Governo – scende in piazza contro “le politiche del Governo Meloni” non ancora formato. Comprendo la voglia di protestare dopo anni di Esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell’attuale disastrosa situazione, ma il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all’Italia. A breve volteremo finalmente pagina”. Il post è stato interpretato contro la manifestazione della Cgil in piazza a Roma. Più tardi la precisazione di Fratelli d’Italia.

    Il post di Giorgia Meloni

    “Si precisa che non c’è alcuna relazione tra il post pubblicato questa mattina su Facebook da Giorgia Meloni e la manifestazione della Cgil di oggi a Roma, che a quanto risulta non è stata organizzata per protestare contro Meloni. ll post del presidente di FdI si riferisce, infatti, alle manifestazioni organizzate nei giorni scorsi in varie città italiane, in cui tra le altre cose sono state bruciate in piazza delle immagini di Meloni”.

    Agenzia ANSA

    Bruciano foto della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e del premier Mario Draghi gli studenti in piazza Duomo a Milano per protestare contro il nuovo esecutivo e contro l’alternanza scuola-lavoro. (ANSA)

  • in

    Sondaggi: Termometro Politico, Fdi cresce ancora. M5s tallona Pd

     “Rimane sotto il 50% l’indice di fiducia degli italiani nei confronti della probabile prossima premier Giorgia Meloni. Secondo il sondaggio settimanale realizzato da Termometro Politico tra il 4 e il 6 ottobre, il 51,9% afferma di non avere fiducia nella leader di Fdi contro un 44,9% che invece dice di aver fiducia in lei.
    Meloni si può consolare con i consensi in crescita del suo partito. Fratelli d’Italia infatti è data prima al 26,6%. Staccato di quasi otto punti il Pd in calo al 18,7%. I dem si devono guardare le spalle dal Movimento 5 Stelle ora al 16%. Nelle retrovie si segnala il sorpasso di Azione/Italia Viva (8%) ai danni di Forza Italia (7,9%). Davanti a loro la Lega sondata all’8,6%. Seguono poi Sinistra Italiana/Verdi al 3,8%, +Europa al 2,6%, Italexit al 2,1%, Unione Popolare all’1,4%, Italia Sovrana all’1,3%, Noi Moderati allo 0,7%, Vita allo 0,7% e Impegno Civico allo 0,3%”.    “In merito alla composizione del prossimo governo, quattro italiani su dieci ritengono che debbano essere scelte le persone più adatte in ogni ministero a prescindere dal fatto che siano politici o tecnici- si spiega -. Un terzo degli italiani (36,1%) dà la colpa del possibile aumento delle bollette alla speculazione internazionale sui prezzi del gas, il 17,3% all’Ue che ‘non starebbe facendo nulla per frenare questi rincari’, l’11,1% alle aziende energetiche che ‘approfitterebbero della situazione per aumentare i profitti”, il 14,8% alla Nato “che prolunga la guerra per i propri interessi’, il 12,7% alla Russia e a Putin e infine il 6,2% al governo italiano che “non avrebbe fatto abbastanza per aiutare le famiglie”.    Spazio anche alla guerra in Ucraina: “Il 52,2% non crede possibile che la Russia utilizzi l’atomica. Di diverso avviso il 42,8%: tra questi c’è chi considera Putin un “uomo senza scrupoli” (16,2%) e chi addita la Nato responsabile di un’eventualità del genere (26,6%)”. Il sondaggio è realizzato con metodo CAWI: 3700 interviste raccolte tra il 4 e il 6 ottobre 2022. (ANSA).