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    Governo: Salvini, fra Giorgia e Silvio tornerà armonia

    “Sono sicuro che anche fra Giorgia e Silvio tornerà quell’armonia che sarà fondamentale per governare, bene e insieme, per i prossimi cinque anni”. Lo dice il segretario della Lega Matteo Salvini, parlando della leader di FdI Giorgia Meloni e di quello di FI Silvio Berlusconi. 

    Agenzia ANSA

    Berlusconi fotografato ieri durante la seduta del Senato mentre maneggia un foglio con degli appunti, in cui si leggono alcune considerazioni sulla leader di Fdi. L’immagine è stata pubblicata da Repubblica.it. Sul foglio Meloni è definita “supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. Lei: “Negli appunti manca l’aggettivo ‘non ricattabile'”. La Russa: il Cav dica che quell’appunto è un fake’ (ANSA)

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    Gasparri: 'Il centrodestra andrà unito al Quirinale'

    Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervistato dal Messaggero, derubrica quanto successo a Palazzo Madama sull’elezione di La Russa e la polemica sugli appunti di Berlusconi. E aggiunge: “al Quirinale e al governo arriveremo insieme, compatti”. “Ci tengo a chiarire come è andata al Senato”, dice: “Negli ultimi giorni Berlusconi ha fatto aperture e passi di lato per l’unità del centrodestra. Si aspettava lo stesso dall’altra parte. Gli è dispiaciuto ricevere veti”, afferma: “nessun blitz, lui anzi ha partecipato al voto per dare un segnale. Alla seconda votazione eravamo pronti a votare La Russa”. “Appena iniziata la votazione, Licia” Ronzulli “ha chiesto a tutti di partecipare, mettendo davanti la coesione”. Ma Fi non ha votato.
    Quanto ai 17 voti dalle opposizioni, osserva: “Diciamo che quando c’è il voto segreto scattano sempre meccanismi di difesa. La Russa è in Parlamento da tanti anni, non stupisce che abbia raccolto un consenso più ampio”. Gli appunti di Berlusconi? “Tenderei a derubricare la polemica – afferma -. Tutti in privato possiamo usare espressioni colorite”, con Meloni “c’è un dialogo continuo, ovviamente non manca qualche differenza”. “Berlusconi – continua Gasparri – in alcune fasi attende, per la sua lunga esperienza e leadership politica, una considerazione non solo legata alle percentuali di voto”. E fa un esempio calcistico: “Dybala è un grande attaccante” e “giustamente ha i riflettori addosso”, “Totti quando gioca oggi segna meno, ma quando passa si ferma il traffico”.    

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    Scritta contro La Russa e stella a 5 punte su una sede di Fdi

    Una scritta contro il neopresidente del Senato, Ignazio La Russa e una stella a cinque punte è comparsa sulla serranda della sede che fu del Msi e ora di Fratelli d’Italia, nel quartiere Garbatella a Roma. Lo riferiscono fonti del partito. “La Russa Garbatella ti schifa”, si legge, seguita da una stella e la sigla ‘Antifa’. La sede è la sezione dell’ex Movimento sociale frequentata da Giorgia Meloni da giovane.  

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    Meloni: 'Italiani ci chiedono di non perdere tempo, avanti così'

    Dopo aver espresso soddisfazione per l’elezione in tempi rapidi dei presidenti di Senato e Camera – “Gli italiani ci chiedono risposte immediate e non perdere tempo. E la votazione di oggi, dopo quella di ieri in Senato, conferma che vogliamo lavorare in questa direzione il presidente di Fratelli d’Italia” – Giorgia Meloni ha lavorato ai dossier urgenti per l’Italia. Lo riferisce il partito in una nota.
    “Avevamo promesso agli italiani di procedere a passi spediti. Ci siamo riusciti: ora continuiamo a lavorare con la stessa velocità per le altre scadenze”, ha detto Meloni uscendo dall’aula. A parte un breve saluto nel cortile della Camera con il segretario leghista Matteo Salvini, Meloni ha ripreso le riunoni “per affrontare i dossier più urgenti come la legge di bilancio, il caro energia e l’approvvigionamento energetico. Su questo ha avuto contatti in giornata con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Infine, ai giornalisti che le hanno chiesto novità sulla composizione e la squadra di governo, la leader ha ribadito: “Per parlare del governo bisogna prima avere un incarico”.

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    Bufera sull'appunto di Berlusconi. Meloni al Cav: 'Non sono ricattabile'

    Scoppia un caso sulla foto rubata di un appunto di Berlusconi al Senato in cui Giorgia Meloni è definita “supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. La foto pubblicata in esclusiva da Repubblica.it alza la tensione tra Forza Italia e Fratelli d’Italia.
    In serata a rispondere è la stessa Meloni: “Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè ‘non ricattabile'”, ha detto uscendo dalla Camera.
    In precedenza era stato il neorpesidente del Senato Ignazio la Russa a intervenire: “Io credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che quella foto è fake, però deve dichiararlo lui non lo posso dire io”.
    Il foglietto di appunti di Silvio Berlusconi è stato messo sul banco dal cavaliere dopo che aveva incassato il no a Ronzulli ministra e aver mandato al diavolo La Russa, scrive Repubblica.it. Nell’appunto c’è anche scritto: “Giorgia non ha disponibilità ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d’accordo”.

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    Fontana eletto presidente della Camera: 'La grandezza dell'Italia è la sua diversità'

    Il deputato della Lega Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera. Lo ha proclamato il presidente provvisorio dell’Assemblea di Montecitorio Ettore Rosato dopo aver letto il risultato dello scrutinio della quarta votazione. Fontana ha ricevuto 222 voti. Tutto il centrodestra si è levato in piedi ad applaudire.I votanti sono stati 392, la maggioranza richiesta 197. Oltre a Fontana hanno ottenuto voti: Guerra 77, De Raho 52, Richetti 22. le schede disperse sono state 2, le bianche 6, le nulle 11.
    IL PODCAST  Ascolta “Fontana è il nuovo presidente della Camera, ma mancano dei voti (di Anna Laura Bussa)” su Spreaker.

    Agenzia ANSA

    “Onorevoli colleghi, è con forte gratuitudine e grande commozione che mi rivolgo per la fiducia, ringrazio chi mi ha votato e chi no. Sarà mio onore dirigere il parlamento”. Lo afferma il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo intervento dopo la proclamazione.”La Camera rappresenta le diverse volontà dei cittadini: la nostra è una nazione multiforme con diverse realtà storiche e territoriali che l’hanno formata e l’hanno fatta grande: la grandezza dell’Italia è la diversità. Interesse dell’Italia è sublimare le diversità”, prosegue Fontana.

    Agenzia ANSA

    Veronese doc, classe 1980, Lorenzo Fontana è vicesegretario responsabile esteri della Lega dal 2016, eurodeputato dal 2009 al ’18, quindi eletto deputato. (ANSA)

    “Anche qui alla Camera buona la prima. Stiamo procedendo in modo spedito, sono contenta e faccio le mie congratulazioni a Fontana”. Lo afferma la leader di Fdi Giorgia Meloni commentando in Transatlantico l’elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera.Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha applaudito nel Transatlantico di Montecitorio non appena in Aula si sono sentiti gli applausi per l’elezione del leghista Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera. Poi Salvini è entrato in Aula.

    Il timing fino all’incarico. Ieri l’elezione di La Russa al Senato avvenuta con il sostegno dell’opposizione, caos nel centrodestra.
    Appena iniziata la quarta votazione per eleggere il presidente della Camera, i deputati del Pd Rachele Scarpa, Sara Ferrari ed Alessandro Zan hanno esposto un grande striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”. Il riferimento è a Lorenzo Fontana della Lega, su cui dovrebbero convergere i voti della maggioranza di centrodestra. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ne ha chiesto la rimozione ai commessi. 
    Enrico Letta contrario alla nomina di Fontana: “L’Italia non merita questo sfregio”, scrive su Twitter.
    Nel Pd, come risposta all”elezione di Fontana, spunta l’ipotesi di schierare alla vicepresidenza un profilo diametralmente opposto e contrapposto a quello dell’ultraconservatore veneto: Alessandro Zan. Il nome di Zan, paladino dei diritti della comunità Lgbtq+ e padre del ddl contro l’omotransfobia (mai approvato ma sempre rivendicato dal Nazareno) è entrato tra quelli su cui si sta discutendo per la vicepresidenza della Camera.

    Agenzia ANSA

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    Musk si smarca da Kiev: “La rete Starlink costa troppo”

    Elon Musk si ritira dalla guerra in Ucraina. L’uomo più ricco del mondo ha annunciato di non essere più in grado di sostenere i costi della cruciale rete di comunicazione garantita dai 20mila terminali satellitari Starlink donati al governo di Kiev dall’inizio dell’invasione da parte della Russia e rivela di aver chiesto al Pentagono di farsene carico.
    Ennesimo coup de theatre del patron di Tesla, che una settimana fa aveva proposto su Twitter il suo piano per risolvere la guerra, o mossa dettata da vere esigenze economiche anche in vista dell’acquisto di Twitter, la decisione di Musk è destinata comunque a pesare in modo significativo sulla popolazione ucraina ma soprattutto sulle forze armate che usavano i satelliti per comunicare da una parte all’altra del Paese.
    Solo a luglio il comandante generale dell’esercito ucraino, il generale Valerii Zaluzhniy, aveva chiesto a Musk altri 8.000 terminali Starlink, diventati una fonte vitale di informazioni per le truppe di Kiev, perché gli consentono di combattere e restare collegate anche quando i network per i cellulari ed internet sono in blackout a causa degli attacchi di Mosca.
    Per l’imprenditore miliardario, però, non si può più andare avanti. Secondo quanto ha fatto sapere, la sua SpaceX ha speso 80 milioni di dollari finora, ma i costi potrebbero superare i 120 milioni entro fine anno e i 400 nei successivi 12 mesi. “Non siamo nella posizione di donare altri terminali all’Ucraina o di finanziare i terminali esistenti per un periodo di tempo indefinito”, ha comunicato il patron di Tesla nella sua lettera al Pentagono al quale ha chiesto di coprire i costi per il resto dell’anno sottolineando che alcuni Paesi alleati degli Stati Uniti hanno già contribuito a finanziare la rete satellitare. Un alto funzionario della Difesa Usa ha confermato al Washington Post la richiesta di Musk non nascondendo una certa irritazione del Pentagono per il comportamento dell’eccentrico miliardario.
    “Prima fa balenare davanti a milioni di persone una speranza e poi ci presenta il conto per un sistema che nessuno gli ha chiesto ma dal quale ormai dipendono in così tanti”, ha commentato il funzionario definendolo un atteggiamento “tipico” di Musk.
    Musk non è nuovo a questi colpi di testa e poche ore dopo aver rivelato la sua decisione era già su Twitter che rispondeva con sarcasmo a chi gli ricordava che solo qualche giorno fa l’ambasciatore ucraino in Germania lo aveva mandato letteralmente “a quel Paese”. “Stiamo seguendo la sua raccomandazione”, ha risposto il patron di Tesla. Il diplomatico aveva reagito con rabbia alla proposta di pace del miliardario che prevedeva, tra gli altri punti, la riproposizione dei referendum farsa con i quali la Russia ha annesso parte del territorio ucraino. Un piano controverso che, secondo una rivelazione del politologo Ian Bremmer poi smentita dallo stesso Musk, il miliardario avrebbe concordato con il presidente Vladimir Putin in una telefonata.