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    Marcia su Roma, presidi antifascisti nella Capitale e a Milano

    Sabato presidi antifascisti a Roma e Milano nei giorni dell’anniversario della marcia su Roma per rivendicare “un secolo di lotte antifasciste”, ma anche “per contestare” il Governo appena insediato “per quelle che saranno le sue politiche” .
        “Anche se è un po’ presto per mettere il governo sul banco degli imputati – ammette uno degli organizzatori del Presidio Antifascista 29 ottobre 2022 della Capitale Alberto Fazolo – vista la biografia personale di alcuni componenti della maggioranza di Governo, non si può non sospettare che vogliano mettere mano ai libri di scuola, in genere alla memoria e ai diritti conquistati in questi decenni di lotte”. Gli organizzatori denunciano anche che “il revisionismo storico è una costante dell’azione politica della maggioranza parlamentare: alcuni esponenti della coalizione di Governo già si sono espressi in merito all’equiparazione tra nazismo e comunismo aprendo la strada alla limitazione dell’agibilità politica dei comunisti”.
        A Roma il presidio statico antifascista è previsto per sabato alle 15 in piazza Madonna di Loreto, all’angolo di piazza Venezia, mentre a Milano alle 15.30 un corteo partirà da piazza Loreto, percorrerà via Padova e si concluderà fino al parco della Martesana. La speranza degli organizzatori romani è che ci sia talmente tanta gente da poter organizzare anche a Roma un corteo.    Gli esponenti del presidio romano hanno inoltre espresso “perplessità e dissenso sull’autorizzazione” concessa per il 29-30 ottobre a Piazza Venezia del raduno-parata nazionale degli “ufficiali in congedo/Unuci proprio sotto il ‘balcone del duce.
        Un strana coincidenza e se vogliono fugare dubbi cambiassero o il luogo o la data della parata”.    “Ci sono molte altre iniziative che ufficialmente non hanno nulla a che fare con l’anniversario della marcia di Roma – hanno sottolineato – ma anche qui stranamente a Tivoli, vicino Roma, per alcuni giorno ci sarà un congresso della Fiamma Tricolore in un agriturismo. C’è un strana manifestazione indetta per le 15 del 29 dall’ex di Forza Nuova Castellino in piazza del Popolo, luogo simbolo della marcia su Roma. Manifestazione poi spostata in piazza Cavour poiché c’era già la Cgil sulla Sanità.    Ufficialmente è contro la guerra e le sanzioni”. Infine a Predappio si svolgerà anche una tre giorni di Veneziani a Villa Mussolini.

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    Marcia su Roma, libri e film su anno zero fascismo

    di Alessandra Magliaro
    Il centenario della Marcia su Roma è in questi giorni al centro di tante pubblicazioni e racconti cinematografici, con un interesse che oltre la ricorrenza storica trova nel primo governo di centrodestra appena varato motivo di ulteriore appeal. Entrando in libreria gli scaffali sono pieni di libri sul centenario, titoli firmati da storici ma anche da divulgatori, mentre in sala e in tv sono molti i documentari ma anche film irriverenti come RAPINIAMO IL DUCE di Renato De Maria con Pietro Castellitto capobanda.
    Tra i libri, se ne contano a decine, spiccano tra i più venduti GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA (Bompiani), terzo atto della trilogia mussoliniana di ANTONIO SCURATI, cominciata con il best seller M. che sta diventando una serie Sky con la regia di Joe Wright e Luca Marinelli nei panni di Mussolini (riprese a Cinecittà nelle prossime settimane). E MUSSOLINI IL CAPOBANDA (Mondadori) di ALDO CAZZULLO che vuole smontare con il suo saggio la convinzione, sostiene il vicedirettore del Corriere della Sera, “di tanti italiani che non hanno un’idea negativa del fascismo e del Duce. Abbiamo un’idea distorta, sbagliata, consolatoria, auto assolutoria di Mussolini e del Ventennio”. IL GIORNO CHE DURO’ VENT’ANNI (Edizioni Clichy) scritto da ANTONIO DI PIERRO racconta quei giorni intensi che segnarono la perdita della democrazia con le voce dei protagonisti ora per ora. E’ una testimonianza preziosa da rileggere il libro di EMILIO LUSSU MARCIA SU ROMA E DINTORNI che lo scrittore e politico fondatore del partito Sardo d’azione e del Movimento Giustizia e Libertà scrisse nel 1931 (pubblicato a Parigi dove era riparato) e rilanciato da Einaudi. GIUSEPPINA MELLACE per Newton Compton fa in LA MARCIA SU ROMA non solo la ricostruzione di quei giorni ma soprattutto del contesto che portò a quel fatti e alle sue nefaste conseguenze. MAURO CANALI e CLEMENTE VOLPINI spostano il focus da Mussolini a GLI UOMINI DELLA MARCIA SU ROMA (Mondadori) ossia i quadrumviri, gli uomini totalmente diversi da lui scelti per organizzare e attuare il colpo di Stato, ossia Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi, Italo Balbo ed Emilio De Bono. EZIO MAURO per Feltrinelli in L’ANNO DEL FASCISMO fa la vera e propria cronaca della Marcia raccontando l’anno decisivo della frattura tra due epoche. Lo storico MARCO MONDINI si sofferma sul consenso ottenuto dal fascismo nel saggio ROMA 1922. IL FASCISMO E LA GUERRA MAI FINITA (il Mulino), in cui spiega perché per capire questo fenomeno bisogna necessariamente considerare le sue origini in un’Italia e un’Europa che non riesce a emanciparsi dagli strascichi della Grande Guerra.Da Feltrinelli a cura di Davide Bidussi è uscito anche BENITO MUSSOLINI – SCRITTI E DISCORSI, un’antologia con dentro tutti i codici del fascismo.
    In sala è appena arrivato il documentario di Mark Cousins ‘MARCIA SU ROMA’ che tenta tra l’altro di smontare come una moderna fake news la portata numerica della Marcia, che nella memoria collettiva fu gigantesca, mentre alla Festa del cinema di Roma, dall’Archivio dell’istituto Luce, è arrivato il restauro del documento storico sulla Marcia, ‘A NOI’, il film ‘ufficiale’ delle storiche giornate realizzato da Umberto Paradisi.
    MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE? Propaganda di ieri e fake news di oggi è’ il provocatorio titolo del documentario di Pietro Suber in onda giovedì 27 ottobre alle ore 21.15 in esclusiva su Sky Documentaries, in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Da segnalare anche uno dei vari podcast in circolazione ma con un taglio interessante “1922 Italia anno zero. La Marcia su Roma nei giornali di cento anni fa” di Andrea Fabozzi (Tracce.Studio). A teatro è in tourneè Ottobre 22 di Renato Sarti. 

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    'Il tetto al contante salirà'. L'opposizione attacca

    Non c’è nessun nesso tra i limiti all’utilizzo del contante e l’evasione fiscale, per questo il Governo innalzerà il tetto attuale dei 3.000 euro che oltretutto penalizza i più poveri. E’ la premier Giorgia Meloni ad annunciare la svolta, dopo che la Lega in mattinata aveva depositato una proposta di legge che porta la soglia a 10mila euro. Meloni conferma le intenzioni della sua maggioranza nella replica in Senato, citando le parole di un ex ministro dell’Economia del Pd: “Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan ministro dei governi Renzi e Gentiloni”. L’opposizione insorge: da Giuseppe Conte, per il M5S, che grida al ritorno delle valigette di contanti, al Pd che lo considera un aiuto agli evasori, al terzo polo di Carlo Calenda secondo cui “è una stupidaggine”. E tutti ricordano che è stato uno studio di Bankitalia a collegare l’uso del contante all’economia sommersa.
    Ottimiste invece le associazioni dei commercianti, che vedono un’opportunità: usare di più il cash potrebbe addirittura incentivare i consumi e quindi stimolare l’economia. L’Italia è uno dei 17 Paesi europei ad aver stabilito un limite ai pagamenti in contanti, fissando una soglia a 2.000, che dall’anno prossimo scenderebbe a 1.000 se non si intervenisse. Cosa che invece il Governo farà, già con la prossima manovra di bilancio, ha detto il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari. Gli altri 10 Paesi Ue non hanno alcun limite, e tra questi ci sono Germania e Austria. Una situazione che, spiega Meloni, “rischia di non favorire la nostra competitività”. Del resto Bruxelles, sebbene a favore di tetti bassi, aveva proposto di uniformare i limiti partendo da una soglia di 10mila euro, per convincere anche quei Paesi che attualmente hanno tetti molto alti o nessun limite.
    “Alzare il tetto di spesa in denaro contante dagli attuali 2mila a 10mila euro è una proposta di buonsenso della Lega, in linea col programma del centrodestra e con altri Paesi europei: Meno burocrazia, più libertà”, ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
    L’opposizione però non è d’accordo: “È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa, ha detto Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. Secondo Conte invece alzare il tetto del contante significa “premiare chi va in giro a fare pagamenti con 10mila euro di banconote in una valigetta”, e non sono persone povere, perché quelle “di solito non vanno in giro con 10mila euro in contanti in tasca”. Il tema su cui insistono le opposizioni esiste. La correlazione fra utilizzo del contante ed economia sommersa è stata più volte richiama dalla Uif, l’unità di informazione finanziaria presso la Banca d’Italia che si occupa di riciclaggio e finanziamento al terrorismo.
    La Uif monitora anche l’uso del contante (nel primo semestre 2022 cresciuto a 116 miliardi di euro) e riceve le segnalazioni da banche e poste se un singolo soggetto supera la soglia di 10mila euro mensili di prelievi e versamenti. In uno studio di qualche mese fa, assieme alla Banca d’Italia, incrociando le banche dati pubbliche si dimostrava l’esistenza del “nesso di causalità fra movimentazione contante” e sommerso. In quella ricerca, denominata ‘Pecunia Olet’, si sottolineava come l’economia sommersa è “cresciuta anche a seguito dell’innalzamento della soglia di uso del contante da 1.000 a 3.000 euro, in vigore dal 2016 con l’obiettivo di sostenere la domanda”. E lo studio concludeva affermando che “le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale”.

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    Il Senato vota la fiducia al governo Meloni: 115 sì, 79 no e 5 astenuti

    Il Senato ha approvato la mozione di fiducia al governo Meloni con 115 sì, 79 no, 5 astenuti.
    Nel pomeriggio al termine del dibattito al via la replica del presidente del consiglio Giorgia Meloni. “Ringrazio tutti i senatori che sono intervenuti per un dibattito franco, rispettoso e soprattutto composto”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia in Senato.
    Dagli interventi oggi al Senato sono anche emerse diverse criticità e “sono emerse le scarse risorse che disporremo” per affrontare le emergenze. “Emerge una realtà, gli interventi ci aiutano a fare una grande operazione di verità sulle condizioni dell’Italia che ereditiamo anche da chi ci accusa”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato. 
    “Forse è un racconto piu sincero di quanto è stato fatto in altri tempi in cui si sbandierava e si brindava per l’abolizione della poverta: è bene che gli italiani sappiano le condizioni che ereditiamo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in sede di replica al Senato. “A maggior ragione con risorse limitate devi scegliere una strada, dove vuoi andare e poi ragioni sui provvedimenti concreti “. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica dopo la discussione sulla fiducia al Senato. Per questo “io e Fdi abbiamo scelto di non fare mai parte di maggioranza arcobaleno, distoniche”. Prima, a aggiunto, bisogna vedere “dove vogliamo andare, dare una visione e poi fare calare da quella visione i provvedimenti”.
    “Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo parlando della crisi energetica. “Servono misure che nel medio-termine liberino l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile. penso all’estrazione di gas naturale, Penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l’Europa. Poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato.”Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renederemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima” ha detto la presidente del Consiglio.
    “Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renederemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in sede di replica al Senato.
    “Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscale i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto. E stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. Impegno arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato. “Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perchè sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai Contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perchè in Italia i salari sono così bassi? Perchè la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio (di 5 punti, ndr) del cuneo fiscale”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia.
    “Vado random da un tema all’altro ma cerco dare risposte. Tetto al contante. In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell’evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan. ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd” dice Meloni. “Confermo che metteremo mano al tetto al contante” che tra l’altro, “penalizza i più poveri”, come emerge anche dai richiami “alla sinistra da parte della Bce”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica dopo la discussione sulla fiducia al Senato, sottolineando anche che da un lato “rischia di non favorire la nostra competitività” visto che paesi come Austria o Germania non ce l’hanno.
    “Il cronoprogramma delle spese del Pnrr prevedeva al 31 dicembre di quest’anno avremmo speso 42 mld. Nel Def di aprile scorso il dato è stato aggiornato a 33,7 mld. Nella nota di aggiornamento del Def, prevede per il 2022 21 miliardi, meno della metà. E’ andato tutto bene? Forse no. Per questo ci carichiamo la responsabilità di dare anche velocità all’attuazione del Pnrr”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia in Senato. “Se potete mostrarmi quando mai io abbia detto che volevo stravolgere il Pnrr vi sarò grata. Abbiamo detto una cosa chiara, non abbiamo mai detto che lo volevamo riscrivere ma che in base all’articolo 21 del Next generationEU sono consentiti aggiustamenti sulla base di scenari che dovessero cambiare”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo. E quando è stato scritto il Pnrr, ribadisce Meloni, “non c’era ancora la guerra, i prezzi delle materie prime non erano così alti. E’ lecito ragionare se tutte le rirose e su quali siano gli interventi più efficaci in questo tempo o no?”. Il rischio è che le “gare vadano deserte e così le risorse non siano messe a terra”, conclude.
    “L’unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilbiro. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all’Ucraina, consentendole di difendersi”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo. “Ho grande stima della nazione che vado a governare, però pensate che la posizione che l’Italia decide di tenere sulla situazione in Ucraina, se l’Italia si voltasse dall’altra parte – e io non lo farò mai – barattando la sua posizione per la propria tranquillità, cosa farebbe l’occidente? La stessa cosa! Non cambierebbe dunque l’esito per l’Ucraina, ma l’approccio che altri avranno su di noi, sulla nostra credibilità, affidabilità anche sul piano commerciale”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al Senato ricordando che “il nostro volume di esportazione con la Russia è più o meno dell’1% mentre con il resto dell’occidente più o meno dell’80%. Ciò che decidiamo sull’Ucraina – ha concluso – decidiamo del destino dell’Italia”.
    Appello all’opposizione: “Noi abbiamo fatto sempre un’opposizione molto franca, credo che il dibattito sia il sale della democrazia. Credo che diverse volte si è potuto contare sul sostegno di FdI. Ci chiesero, quando votammo sulla riduzione dei parlamentari, “cosa vi aspettate in cambio?”. Niente, perchè la condividiamo. E questo coraggio e questa lealtà che posso chiedere all’opposizione, che si possa parlare nel merito, che non si facciano dibattito ideologici. Mi auguro che vogliate valutare i provvedimenti nel merito e valutare se votarli o meno”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato.

    Agenzia ANSA

    Colloquio telefonico tra il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. In colloquio telefonico Ucraina, Russia, Cina ed energia (ANSA)

    L’intervento di Renzi.  “Se la maggioranza vorrà sfidarci sull’elezione diretta del presidente del consiglio, quello che noi abbiamo chiamato il sindaco di Italia, noi ci saremo. Il punto fondamentale è che se c’è un’apertura sulle riforme costituzionali un no a prescindere è sbagliato”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, nelle dichiarazioni di voto alla fiducia al governo, in corso al Senato.
    L’intervento di Mario Monti”Condivido molte delle linee programmatiche da lei esposte, anche se alcune sono assai diverse dalle mie. Mi rallegro ma ho bisogno di essere convinto dai fatti. Per qesto oggi mi asterrò e valuterò provvedimento per provvedimento”, ha detto il senatore. 
    L’intervento di Maria Stella Gelmini”La nostra non sarà un’opposizione ideologica, ma sul merito. Vogliamo fare un’opposizione repubblicana. C’è chi vuole fare una battaglia sui nomi, noi no, la vogliamo fare sui fatti”. Così Maria Stella Gelmini, senatrice del Terzo polo che ha fatto i complimenti alla Meloni per essere diventata la prima donna premier e le augura buon lavoro, ma annuncia anche un’opposizione “senza sconti”. 
    L’intervento di Stefano PatuanelliNelle dichiarazioni programmatiche della premier Meloni “ci sono troppe cose non dette, o dette senza dire e molte contraddizioni”. Lo ha detto Stefano Patuanelli (M5s). “Per esempio – ha proseguito l’ex ministro – come si fa a stare con Orban in Europa e allo stesso tempo chiedere la solidarietà europea sul price cap”.
    L’intervento di Francesco Boccia”Facciamola pure questa Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid per fare un’analisi di quanto accaduto in Italia durante la pandemia, ma allora si parli di tutto, anche delle responsabilità delle Regioni del Nord”, le parole di Francesco Boccia del partito Democratico.
    Licheri critica Crosetto e il centrodestra fischiaL’aula del Senato si è accesa per qualche istante allorché Ettore Licheri, di M5s, ha criticato la scelta di affidare il ministero della Difesa a Guido Crosetto. “Lei (rivolgedosi a Meloni) ha deciso di strafare nominando Crosetto ministro della Difesa”, parole che hanno spinto alcuni senotori del centrodestra a commentare rumorosamente. “Quello che ieri era il più grande lobbista dell’industria delle armi – ha insistito Licheri – oggi starà nel posto dove si fanno gli appalti per quelle industrie. Questo non è da governo del centrodestra, ma da Repubblica delle banane”. 
    L’intervento di Ilaria Cucchi”Non voterò la fiducia. Ma vi invito a tenere in considerazione le mie parole”. Lo ha detto in Aula in Senato Ilaria Cucchi (Avs). “Mi chiamo Ilaria Cucchi – ha esordito – e voi tutti sapete chi sono. Conoscete la mia storia. Mio fratello Stefano è stato ucciso a suon di botte morendo poi, dopo sei giorni, nelle mani dello stato passando attraverso la custodia indifferente e cinica di oltre 140 pubblici ufficiali”. Cucchi ha incentrato buona parte del suo intervento sul tema delle carceri, “dove lo Stato è fin troppo spesso assente, ed uso un eufemismo”. 
    Le parole di Licia Ronzulli”Ci hanno voluto rappresentare divise e invece noi combatteremo insieme le battaglie per il nostro paese”. Lo ha detto la Capogruppo di FI al Senato Licia Ronzulli intervenendo nell’Aula del Senato sul voto di fiducia al Governo rivolgendosi direttamente a Giorgia Meloni che ha smesso di scrivere per ascoltarla e l’ha guardata sorridendo.
    I punti del discorso programmatico di Giorgia Meloni

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    Siparietto Scarpinato -Bongiorno al Senato

    Nell’Aula del Senato prendono la parola prima l’ex Pm del processo a carico di Giulio Andreotti, Roberto Scarpinato, e subito dopo quella che fu l’avvocato dell’ex presidente del Consiglio indagato per mafia, Giulia Bongiorno. E mentre Scarpinato spiega che il fascismo in Italia si è trasformato in quel neofascismo che fu alla base della strategia della tensione e dello stragismo in Italia e che la mafia è ancora ben lungi dall’essere debellata in questo Paese anche per le protezioni politiche che continuerebbe a ricevere,
    Bongiorno scalpita. Scarpinato ha sforato il suo tempo e ora tocca a lei intervenire.
    Il presidente Ignazio La Russa concede 2 minuti in più ma nel centrodestra il nervosismo è evidente. I temi toccati da Scarpinato scatenano le critiche del centrodestra. Ma quando lui chiude il suo intervento i senatori del M5S scattano in piedi per applaudirlo e applausi arrivano anche dai banchi del Pd “Mai avrei immaginato 20 anni dopo di prendere la parola dopo il dottor Scarpinato “, ha detto Giulia Bongiorno cominciando il suo intervento e alludendo ai processi che li videro avversari in aula.  

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    Governo, Berlusconi: 'Qui dopo 9 anni: voteremo la fiducia e lavoreremo con lealtà'

    “Signor Presidente del Consiglio, sono felice di essere qui e sono felice anche perché 3 ore fa è nato il mio 17mo nipotino. Evviva! Comunque è per me un motivo di grande soddisfazione riprendere la parola in Senato, dopo nove anni, e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il Governo del Paese alla coalizione di centro-destra”. Lo afferma Silvio Berlusconi intervenendo in aula al Senato. 
    Berlusconi annuncia così in aula la nascita del secondogenito di suo figlio Luigi e della moglie Federica Fumagalli. La coppia, che si è sposata nell’ottobre di due anni fa, ha già un altro figlio, Emanuele Silvio nato l’anno scorso.
     “Anche la riforma della giustizia è una priorità irrinunciabile, per una questione non solo di durata ragionevole dei processi e ricordo che i processi per una sentenza di primo grado da noi 1020 giorni in Europa, a parte Olanda, 98 giorni al massimo un anno e per questo non si devono fissare udienze dopo 3-4 mesi ma la settimana dopo o al massimo dopo due settimane. Dobbiamo farlo per una questione di civiltà e di libertà. Una riforma davvero garantista, non contro la magistratura ma per il diritto, per l’equità, per la libertà”. Così il senatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi nella dichiarazione di voto in Aula per la fiducia.
    “Nelle nostre decisioni dobbiamo poi mettere al centro di tutto la persona, portatrice per sua natura di diritti che non sono concessi dallo Stato, ma che lo Stato ha il dovere di garantire e di tutelare. Siamo quindi per la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, siamo per il sostegno alla natalità, siamo per la difesa e la valorizzazione della famiglia e della sua funzione sociale irrinunciabile. Sono tutti temi sui quali il nostro governo, ne sono certo, saprà intervenire con coraggio, e con senso di responsabilità”. Così il senatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi nella dichiarazione di voto in Aula per la fiducia al governo.
    “Di fronte all’attuale situazione non possiamo che ribadire e consolidare le linee portanti della nostra politica estera, e cioè la solidarietà con l’Occidente, quella solidarietà che ha sempre caratterizzato i nostri governi e che deve essere patrimonio comune della nazione, soprattutto di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove. Io sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell’Europa, della Nato e degli Stati Uniti”. Così il senatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi nella dichiarazione di voto in Aula per la fiducia.
    Tutti i senatori del centrodestra e l’intero esecutivo in piedi hanno salutato con un lungo applauso la conclusione dell’intervento di Silvio Berlusconi in Aula al Senato, con cui ha annunciato il sì di Fi alla fiducia.