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    Palazzo Chigi ai ministeri, Meloni è 'il signor presidente'. 'Chiamatemi pure Giorgia…'

     “Per opportuna informazione si comunica che l’appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: “Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni”. È quanto si legge in una comunicazione, indirizzata “a tutti i ministeri” dal nuovo segretario generale di Palazzo Chigi, Carlo Deodato.
    L’immagine della missiva, su carta intestata della Presidenza del Consiglio, Ufficio del cerimoniale di Stato e per le onorificenze, è rimbalzata sui social. La comunicazione è stata poi confermata da fonti di più ministeri.

    L’immagine della comunicazione ai ministeri

    In serata interviene Giorgia Meloni a sgombrare il campo. “Leggo che il principale tema di discussione di oggi sarebbe su circolari burocratiche interne, più o meno sbagliate, attorno al grande tema di come definire la prima donna Presidente del Consiglio. Fate pure. Io mi sto occupando di bollette, tasse, lavoro, certezza della pena, manovra di bilancio. Per come la vedo io, potete chiamarmi come credete, anche Giorgia”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Instagram interviene sulle polemiche relative alal definizione del suo ruolo.

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    Meloni sente Zelensky: 'Pieno sostegno a Kiev'. Premier pronta per i vertici internazionali

    Giorgia Meloni si prepara ad affrontare la sua sfida forse più dura a livello internazionale: l’esordio a Bruxelles da premier.
    Giovedì prossimo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la riceverà a palazzo Berlaymont. Un incontro che per la nuova inquilina di Palazzo Chigi darà il via ai grandi vertici in giro per il mondo: dalla COP27 a Sharm El-Sheikh al G20 di Bali. Intanto, dopo il faccia a faccia a Roma con Emmanuel Macron, Meloni sente sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz – a cui sottolinea l’urgenza di arrivare, quanto prima, a misure concrete contro il caro energia – sia il presidente Volodymir Zelensky che la invita a visitare l’Ucraina. 

    Ucraina: Meloni a Scholz,impegno Italia in sostegno a Kiev

    Da parte di Roma – la promessa – resta il pieno sostegno a Kiev a livello politico, economico, militare e umanitario. Nel colloquio con Scholz, la premessa è il riconoscimento degli “importanti passi avanti compiuti a livello europeo” ma, il messaggio del governo italiano è che per arginare il caro bollette e carburanti serve agire in fretta. La svolta decisiva sul price cap, infatti, non è ancora arrivata e a pesare sono state proprio le resistenze di Germania e Paesi Bassi. L’energia non è l’unico dossier sul tavolo: Meloni e Scholz parlano della forte partnership tra Roma e Berlino, dei flussi migratori, di crescita economica e Ucraina. Il conflitto con la Russia è al centro anche di una successiva telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui Meloni rinnova il pieno sostegno del governo a Kiev nel quadro delle alleanze internazionali e per la futura ricostruzione. Nella conversazione viene, poi, affrontato il tema dell’integrazione dell’Ucraina nell’Ue e nella Nato e confermato l’impegno italiano per ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione dell’aggressione di Mosca. L’auspicio finale è il rinnovo dell’intesa sull’esportazione del grano dai porti ucraini, fondamentale per scongiurare una possibile crisi alimentare.
    La commissione europea è pronta a collaborare con il nuovo governo e “si aspetta una buona cooperazione” anche da parte dell’Italia “in vista delle molte sfide” all’orizzonte, in particolare sull’energia. “E’ molto simbolico che Meloni venga qui come prima uscita” rimarcano fonti europee ribadendo che da parte della commissione “non c’è alcun tipo di interferenza nei fatti interni agli stati membri” e che si guarda “non alle ideologie, ma alle azioni”. Meloni – che è anche presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei – non ha mai risparmiato critiche all’Ue, nemmeno di recente, quando è tornata sulla necessità di modificare alcune norme, a partire dal patto di stabilità. Ma è in particolare la questione degli aggiustamenti sul Pnrr, sottolineata dalla stessa premier, ad essere guardata con attenzione dalle parti di Palazzo Berlaymont. Perché il Pnrr – è il mantra della commissione – può essere cambiato ma in “casi eccezionali” e solo dopo una “valutazione rigorosa” dell’esecutivo. L’attesa dell’Ue sulle prime mosse della premier non riguarda solo il Recovery fund: anche il dossier migranti potrebbe essere foriero di tensioni. Giovedì a Bruxelles il primo incontro della premier sarà, alle 16, con la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Un faccia a faccia, sottolineano fonti dell’Eurocamera, a cui viene attribuita una particolare valenza politica poiché il Pe è l’unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini. A seguire Meloni vedrà von der Leyen e, alle 18.30, il presidente del consiglio europeo Charles Michel. Nella stessa giornata non può essere escluso un incontro anche con Jens Stoltenberg, compatibilmente con l’agenda del segretario generale della Nato (verso cui, comunque, i segnali di rassicurazioni da parte della leader di FdI sono stati continui, sin dalla campagna elettorale).

    Agenzia ANSA

    Giovedì 3 novembre Ursula von der Leyen, riceverà la premier Giorgia Meloni alla sua prima visita a Bruxelles. Il portavoce della commissione: “Dall’Italia ci aspettiamo una buona cooperazione in vista di molte sfide”. Meloni vedrà anche il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel (ANSA)

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    Mattarella: “Il covid non è ancora sconfitto ma il peggio è passato”

    “Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid-19. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione. La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla Celebrazione de “I Giorni della Ricerca”.
    Nella lotta al Covid “la scienza è stata decisiva. Come lo è stata la dedizione del personale sanitario, in ogni ruolo. Come lo è stata la solidarietà, nelle sue più diverse espressioni, a tutti i livelli: dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie, nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall’Unione europea”, ha sottolineato il capo dello Stato.
    “Senza l’ammirevole impegno della scienza per individuare i vaccini, scoperti e prodotti in tempi record, anche grazie alle scoperte realizzate nella lotta contro il cancro oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più. Se oggi possiamo, nella gran parte dei casi, affrontare il covid, come se si trattasse di un’influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione; dalla grande adesione alla vaccinazione, dovuta all’ammirevole senso di responsabilità della quasi totalità dei nostri concittadini, sollecitati a farvi ricorso dalla consapevolezza di salvaguardare, in tal modo, la salute propria e quella degli altri”, conclude Mattarella.
    Il presidente della Repubblica sottolinea poi che “la pandemia ci ha fatto capire quanto è importante il Servizio sanitario nazionale e quanto è prezioso il suo carattere universalista, cioè la vocazione a proteggere tutti i cittadini senza esclusioni. Al tempo stesso, abbiamo toccato con mano anche i limiti delle nostre strutture e della nostra organizzazione sanitaria, così come si è evoluta nei decenni. Anche nel campo della sanità, così essenziale a un pieno diritto di cittadinanza, siamo chiamati a usare al meglio le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per accrescerne l’efficienza”.

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    Alla Sapienza,'rivendichiamo un'università antifascista'

     L’occupazione è finita ma la mobilitazione non si arresta. Ripartirà il 4 novembre. Dopo le tensioni all’Università La Sapienza di Roma, per gli scontri tra appartenenti ai collettivi studenteschi e la polizia a margine di un convegno indetto da Azione Universitaria, sigla legata a Fratelli d’Italia, l’occupazione a Scienze Politiche si è conclusa alle 11 con un’assemblea all’aperto davanti alla facoltà. Se le modalità su come proseguire non sono ancora state stabilite, assemblee o un corteo, le rivendicazioni degli studenti sono chiare: una università “antifascista”, “anticapitalista”, “ecologista”, “transfemminista” e “antirazzista”.    Dopo aver appeso gli striscioni all’esterno della facoltà – “Mai più violenza sugli studenti, riprendiamoci i nostri spazi”, hanno scritto i ragazzi; “Un’altra università per questo, per altro per tutto”. E ancora: “Vostro il Governo, nostra la rabbia” – e poco prima dell’avvio del dibattito una studentessa dei collettivi ha spiegato le richieste degli universitari. E il perché della protesta dell’altro giorno. “Nel centenario della marcia su Roma rivendichiamo un’università antifascista. Al processo di normalizzazione dell’estrema destra che oggi è al Governo nemmeno la nostra università è immune, anzi ne è partecipe legittimando la presenza di personaggi reazionari e vicini ai movimenti neofascisti”. Gli interventi sono partiti da due principali richieste: dimissioni della Rettrice Polimenti “perché é mancata da parte sua ‘una assunzione di responsabilità'” e “fuori le forze dell’ordine dall’Ateneo”, ritmata anche in coro insieme a “siamo tutti antifascisti”.    Quanto agli scontri con le forze di polizia, i collettivi hanno parlato di ‘repressione’ o “abuso di potere”. La discussione ha poi ha affrontato i temi legati alla realtà che tutti i giorni gli studenti vivono. Tanti gli interventi, tra i quali quelli di esponenti di ‘Cambiare rotta’, l’Organizzazione Giovanile Comunista del collettivo di Scienze Politiche, del Fronte della Gioventù Comunista, del Collettivo di fabbrica della Gkn, degli studenti provenienti da Bologna.    ‘Vogliamo uscire – ha sintetizzato Zeudi del Collettivo di Scienze Politiche – dalla narrazione che noi siamo gli studenti manganellati perché noi siamo molto altro” . Ed in effetti chiedono una università dove al centro siano i “bisogni e gli interessi” degli studenti e “non quelli delle aziende che finanziano la didattica e orientano la ricerca”. Aziende che ritengono “responsabili della crisi climatica e complici dei conflitti globali in atto’. Respingono “la logica del merito e dalla produttività” perché ci fa “essere in perenne competizione tra noi a discapito del nostro benessere fisico e psicologico.    Il merito non é altro che uno strumento con cui si acuiscono le differenze di classe tra gli studenti. Vogliamo una università a cui sia garantito l’accesso allo studio per tutti, a prescindere dalla condizione sociale di partenza”. Perché vogliono diventare “non solo utenti ma protagonisti”‘ . Un protagonismo che potrebbe avere riflessi anche sulle piazze e che potrebbe essere strumentalizzato da chi punta a far salire la tensione. Lo ha fatto capire il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, lo ha ribadito il capo della Polizia Lamberto Giannini e oggi lo ha fatto capire anche il comandante dei Carabinieri Teo Luzi quando ha sottolineato che, con la crisi e la guerra, “sarà un 2023 difficile”. Ma, ha assicurato, “il nostro compito è quello di dare sicurezza e di stare vicino alla gente”.   

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    Pd: Letta, 'un manifesto valori e poi le primarie il 12 marzo'

    L’obiettivo è “a gennaio avere l’opportunità di elaborare un manifesto di valori e dei principi e far sì che poi immediatamente dopo ci si confronti fra gli aderenti per votare i candidati e le candidate. Due di loro, andranno alle primarie, che si potranno svolgere in una data che io ho immaginato sia il 12 marzo”. Lo ha detto il segretario Pd, Enrico Letta, nella sua relazione alla direzione del partito, in corso al Nazareno.
    “Il 7 novembre cominceremo con l’appello, poi a metà novembre l’assemblea per votare gli aggiustamenti allo Statuto necessari a quello che ho detto adesso e poi il regolamento congressuale”.
    “Saremo sempre disponibili a coordinarci con le altre opposizioni, ma non a farci prendere in giro o a inseguire chi ha altre agende, quella parte di opposizione che ha già spostato le tende accanto alla maggioranza. Chi fa un discorso di opposizione e passa tre quarti del tempo a parlare male dell’opposizione credo che sia una stampella della maggioranza”, ha detto.
    Il segretario dem ha spiegato in direzione che il primo passo del congresso è un appello alla partecipazione, che non sarà un appello a fare gli spettatori ma a decidere: “Per rendere la partecipazione la più larga – ha detto – propongo che si possa aderire fino all’ultimo momento utile. Se dicessimo: partecipa solo chi è iscritto domattina, restringeremo molto la platea. Ovviamente, alla parte finale delle primarie per definizione possono partecipare tutti coloro che voglio farlo”. 
    Le candidature alla segreteria nazionale dovranno essere presentate entro il 28 gennaio 2023.
    In precedenza, in occasione del centenario della Marcia su Roma, Letta era stato a deporre una corona di fiori al monumento che ricorda l’uccisione di Giacomo Matteotti: “Oggi l’impegno di tutti in politica è ricordare il momento più buio e rafforzare la democrazia”.
    L’omicidio Matteotti “un ricordo drammatico. Quel giorno la democrazia fini per mano del fascismo. Il ricordo delle vittime del fascismo e di Matteotti è il monito che 100 anni fa la democrazia fini e iniziò il periodo più buio. Noi vogliamo celebrare la democrazia oggi, domani, sempre”. 

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    Governo: Meloni a Bruxelles da Von der Leyen giovedì 3 novembre

    Giovedì 3 novembre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riceverà a palazzo Berlaymont la premier Giorgia Meloni alla sua prima visita a Bruxelles. Lo ha annunciato il portavoce di von der Leyen, Eric Mamer.
    Nella stessa data, Giorgia Meloni si incontrerà a Bruxelles anche con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
    La premier Giorgia Meloni, fa sapere il suo ufficio stampa, sarà a Bruxelles per un incontro con i vertici delle Istituzioni europee. Tra i prossimi impegni internazionali ci sono anche: lunedì 7 e martedì 8 novembre il vertice dei Capi di Stato e di Governo COP27 a Sharm El-Sheikh, poi martedì 15 e mercoledì 16 novembre il vertice G20 a Bali.
    Rispondendo ad una domanda sull’incontro tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni il prossimo giovedì, il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer ha spiegato che “cosa si aspetta la presidente è una buona cooperazione da parte delle autorità in vista delle molte sfide che ci attendono, in particolare riguardo all’energia”.   

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    Ucraina: 4 civili uccisi in Donetsk da bombardamenti russi

    (ANSA) – ROMA, 28 OTT – Quattro civili sono stati uccisi e
    nove feriti nei bombardamenti russi delle ultime 24 ore nella
    regione ucraina di Donetsk, lo rende noto il capo
    dell’amministrazione militare regionale Pavlo Kyrylenko, come
    riferisce Ukrinform.   
    “Quattro civili sono stati uccisi dai russi: tre a Bakhmut e
    uno a Sviatohirsk”, ha scritto Kyrylenko. Inoltre, le forze
    dell’ordine hanno scoperto cinque corpi di civili uccisi nel
    villaggio di Shandryholove durante l’occupazione russa. (ANSA).   

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    Ucraina: media, nuovo pacchetto armi Usa da 275 milioni dlr

    (ANSA) – ROMA, 28 OTT – L’amministrazione statunitense ha
    approvato un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del
    valore di 275 milioni di dollari, lo riferiscono media Usa
    citati dall’agenzia russa Tass.   
    Secondo fonti ufficiali, l’annuncio formale è previsto entro
    24 ore. La nuova consegna includerà principalmente munizioni
    dalle casse del Pentagono, compresi i razzi Himars. Non
    includerà tipologie di armi che non sono mai state fornite
    ancora all’Ucraina. (ANSA).