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    'Troppi giovani lasciano Italia' Il monito di Mattarella

     “Il nostro Paese, che ha una lunga storia di emigrazione, deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia”. Lo afferma Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Fondazione Migrantes, Mons. Gian Carlo Perego, in occasione della presentazione del “Rapporto Italiani nel mondo”.     

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    Letta: 'E' un'aberrazione' Polemiche su selezione immigrati

    “Dal porto di Catania passano le ragioni più profonde dell’identità della sinistra italiana. È per questo che il Pd è lì da giorni. Ed è per questo che continueremo ad esserci, anche se non porta consenso, anche se in passato sono stati commessi errori, di prospettiva o di inazione. Noi siamo quelli di Mare Nostrum, che si sono battuti per abolire i decreti Salvini, quelli che in Ue reclamano responsabilità condivise e solidarietà. Quelli che giudicano la selezione dei disperati una aberrazione e uno schiaffo alla civiltà e allo Stato di diritto”. Lo scrive su Fb , Enrico Letta. 

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    Cop27: lanciata l'Agenda di Sharm per l'adattamento

    (ANSA) – ROMA, 08 NOV – Il presidente della conferenza
    annuale dell’Onu sul clima, la Cop27, il ministro degli Esteri
    egiziano Sameh Shoukry, ha annunciato stamani l’Agenda di Sharm
    el-Sheikh per l’adattamento al cambiamento climatico, per
    migliorare, entro il 2030, la resilienza di 4 miliardi di
    persone che vivono nelle comunità più vulnerabili alla crisi
    climatica.   
    L’Agenda per l’adattamento è il primo piano globale per
    raccogliere attori statali e non statali intorno a un pacchetto
    condiviso di 30 risultati di adattamento al 2030, su cibo e
    agricoltura, acqua e natura, oceani e coste, insediamenti umani
    e sistemi di infrastrutture, pianificazione e finanza.   
    Stamani a Sharm è stato anche diffuso l’Annuario dell’azione
    globale sul clima 2022. L’Annuario riferisce ogni anno sui
    progressi fatti dai soggetti non statali verso i loro obiettivi
    climatici. A presentarlo sono stati i due Campioni di alto
    livello dell’Onu per le Cop26 e 27, Nigel Topping e Mahmoud
    Mohieldin.   
    L’Annuario mostra che, nonostante gli ostacoli che
    persistono, il mondo degli affari, gli investitori, le città,
    gli stati e le regioni stanno costruendo la resilienza e
    realizzando rapidi cambiamenti nell’economai reale.   
    L’azione dei soggetti non statali continua ad aumentare: 34
    partner da 139 paesi hanno intrapreso azioni per costruire la
    resilienza di 2,9 miliardi di persone, mentre altri 26 partner
    hanno mobilitato più di 11.000 attori non statali da 116 paesi
    perché adottassero misure per dimezzare le emissioni globali al
    2030 e arrivare a zero emissioni nette a metà secolo.   
    L’azione climatica sta diventando più uniforme fra le aree
    del globo: l’Annuario registra un aumento del 78% di attori
    dell’Asia-Pacifico e del 67% dell’Africa. (ANSA).   

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    >>>ANSA/Meloni un'ora con Sisi,apre sul gas ma resta caso Regeni

    (dell’inviata Silvia Gasparetto)
    (ANSA) – SHARM EL-SHEIKH, 07 NOV – Si trova per un’ora faccia
    a faccia con Abdel Fattah El-Sisi in un bilaterale ufficiale in
    Egitto. Oltre a lei solo Giuseppe Conte, negli ultimi anni, da
    quando Giulio Regeni è stato rapito, torturato e ucciso. Giorgia
    Meloni arriva a Sharm el Sheikh per portare la posizione
    dell’Italia sulla lotta al cambiamento climatico, ma la cornice
    della Cop27, il suo esordio sulla scena mondiale, è l’occasione
    per mettere sul tavolo tutti i temi dell’agenda internazionale,
    dalla risposta “all’aggressione russa” all’Ucraina alla
    cooperazione energetica da rafforzare con tutti i partner, a
    partire proprio dall’Egitto. Sul tavolo, accanto al gas, c’è il
    caso ancora irrisolto del ricercatore triestino, così come
    quello di Patrick Zachi. Due questioni su cui in Italia c’è “la
    massima attenzione” mette in chiaro la premier e su cui l’Egitto
    si dice pronto a “collaborare”, come ha fatto molte volte in
    passato senza arrivare, però, a quella “verità e giustizia” che,
    almeno formalmente, anche Il Cairo dice di volere.   
    Con il presidente egiziano si ferma più di un’ora. Le
    questioni sono molteplici, i rapporti tra i due paesi ai minimi
    proprio per il mancato rispetto, da parte del Cairo, dei diritti
    umani. Anche se le relazioni commerciali non sono mai venute
    meno, compresa la collaborazione in campo energetico. Le
    diplomazie lavorano a lungo per preparare l’incontro. Quella
    italiana con discrezione, quella egiziana pronta a raccontare
    passo passo ogni dettaglio. Già da due giorni fonti egiziane
    davano per scontato il faccia a faccia, confermato con una nota
    stringata, dopo il Cairo e solo a cose fatte, da Palazzo Chigi.   
    Il bilaterale si svolge nella cittadella della Conferenza sul
    clima, dopo una visita lampo della premier al Padiglione Italia.   
    Lì c’è anche Stefano Boeri, che presenta il suo progetto di
    bosco verticale per i paesi con clima arido (pensato intanto per
    Dubai). E poco dopo Cdp presenterà il Fondo italiano per il
    clima, lo gestisce insieme al ministero dell’Ambiente e della
    sicurezza energetica, 840 milioni l’anno fino al 2026, poi 40
    milioni l’anno, con cui l’Italia, rivendica Meloni nel suo
    intervento in plenaria, “triplica” gli sforzi per il clima. Ma
    il contrasto all’aumento delle temperature, soprattutto per i
    paesi in via di sviluppo – su cui comunque l’Italia conferma il
    suo impegno, anche alla decarbonizzazione, guardando però a una
    “transizione giusta” che non lasci “indietro nessuno” e che
    coniughi sostenibilità ambientale, economica e sociale – passa
    un po’ in secondo piano vista la fitta agenda della premier. La
    girandola di incontri si apre la mattina con il presidente
    israeliano Isaac Herzog, con cui pone l’accento sull’impegno
    comune contro l’antisemitismo. Prosegue con il primo ministro
    Etiope, Abiy Ahmed, con il quale sottolinea l’importanza della
    stabilità nel Corno d’Africa e spinge la collaborazione
    sull’energia. Prosegue con il primo ministro inglese Rishi
    Sunak. I due leader discutono sulla necessità di una “risposta
    unitaria” sull’Ucraina e sulla necessità di rafforzare il legame
    transatlantico.   
    Gli strumenti per frenare la crisi energetica occupano quasi
    tutti i colloqui, compreso quello con il cancelliere tedesco
    Olaf Scholz, insieme al quale affronta anche il delicato tema
    della gestione dei migranti, mentre è ancora in corso il braccio
    di ferro con le navi Ong che chiedono di sbarcare tutti i
    passeggeri in Sicilia (non solo i “fragili” e non si risolve la
    querelle sulle richieste di asilo). Nel pomeriggio la premier
    incontra anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres,
    e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, diventato il
    primo paese per forniture di gas all’Italia dallo scoppio della
    guerra in Ucraina.   
    Anche con l’Egitto, come ha ricordato il portavoce di Al
    Sisi, l’Italia ha intensificato “la cooperazione congiunta nel
    dossier della sicurezza energetica” grazie alla “partnership con
    l’Eni”, che giusto a metà aprile di quest’anno ha siglato un
    nuovo accordo per 3 miliardi di metri cubi di Gnl egiziano
    aggiuntivo, non senza sollevare polemica politica – che riparte
    anche oggi – proprio per le implicazioni del caso Regeni. Ma la
    realpolitik impone di correre per rendersi indipendenti dal gas
    russo. E non a caso l’approvvigionamento energetico è uno dei
    punti su cui pone l’accento Palazzo Chigi, insieme a clima e
    migranti. E al “rispetto dei diritti umani”. (ANSA).   

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    Midterm: gli americani alle urne, nella notte i primi risultati

    (ANSA) – WASHINGTON, 08 NOV – Urne aperte in Usa per le
    elezioni di Midterm, con cui ogni 4 anni si rinnova l’intera
    Camera dei Rappresentanti (435 deputati) e un terzo del Senato
    (35 senatori su 100). Oltre 41 milioni di americani hanno già
    usato il voto anticipato per corrispondenza, un record assoluto.   
    Questa modalità di votazione tradizionalmente favorisce i dem ed
    è motivo di contestazione da parte dei repubblicani. Altro
    primato di questa tornata alle urne i soldi spesi nella campagna
    elettorale: 17 miliardi di dollari.   
    Le elezioni di metà mandato di solito penalizzano il partito
    che occupa la Casa Bianca: dal 1934 solo due presidenti,
    Roosevelt e Bush figlio (nel 2002), hanno guadagnato seggi. I
    sondaggi prevedono che i repubblicani riconquistino la Camera,
    con una probabile onda rossa, il loro colore: attualmente i dem
    hanno 222 seggi (4 in più del quorum) contro i 212 del Grand Old
    Party. Il destino del Senato (ora 50 a 50 ma il voto della
    vicepresidente Kamala Harris spezza la parità a favore dei dem)
    è appeso ad alcune sfide testa a testa in Stati ‘battleground’:
    Pennsylvania, Georgia, Arizona e Nevada, ma appaiono duelli
    incerti anche quelli in Wisconsin, New Hampshire e North
    Carolina.   
    I primi risultati sono attesi dopo le 18 orario Est Coast
    (l’una di notte in Italia) ma per i risultati finali complessivi
    saranno necessari forse diversi giorni, soprattutto in alcuni
    Stati.   
    Joe Biden, ai minimi di popolarità (poco sopra il 40%), ha
    giocato la campagna lanciando il messaggio che sono in gioco la
    democrazia e i diritti (a partire da quello d’aborto) e vantando
    i successi della sua agenda sul fronte del welfare,
    dell’ambiente, dell’educazione. Se perde anche una camera
    rischia di diventare un’anatra zoppa per il resto del mandato. I
    repubblicani invece hanno cavalcato l’inflazione alle stelle, i
    timori di una recessione e l’allarme criminalità, con Donald
    Trump king maker di molti candidati negazionisti delle elezioni
    del 2020 e pronto a ricandidarsi alla Casa Bianca per la terza
    volta. (ANSA).   

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    Wall Street scommette rosso, Michael Moore scommette blu

       Wall Street scommette che i repubblicani conquisteranno nelle elezioni di Midterm almeno una delle due Camere, se non entrambe. Lo riferisce la Cnn che, sottolineando il rally di venerdì e il trend positivo della Borsa americana alla vigilia del voto, ricorda come la grande finanza preferisca il cosiddetto ‘governo diviso’, con la Casa Bianca ad un partito e il Congresso ad un altro. La speranza è quella di uno stallo a Washington, con l’incapacità del parlamento di introdurre leggi che possano danneggiare i profitti delle aziende.
       In controtendenza, però, il regista e attivista americano Michael Moore prevede uno tsunami blu dem, che consentirà al partito dell’Asinello di mantenere il controllo del Congresso americano. Il premio Oscar, che fu tra i pochi a prevedere nel 2016 la vittoria di Donald Trump, tiene da settimane un diario online intitolato ‘Mike’s Midterm tsunami truth’ per confutare la previsione che a vincere sarà il Grand Old Party. Secondo Moore, a spingere i democratici sarà un’affluenza massiccia di giovani e donne, quest’ultime sull’onda della cancellazione da parte della Corte suprema della storica sentenza Roe vs Wade che sanciva il diritto d’aborto. Una previsione che ha ribadito sino agli ultimi giorni. 
       Eppure un sondaggio del Wall Street Journal sembra indicare che il partito repubblicano sta guadagnando sostegno da un crescente numero di elettori tradizionalmente vicini ai dem, soprattutto afroamericani e latinos. Il 17% degli afroamericani afferma che sceglierebbe per il Congresso un candidato del Grand Old Party rispetto ad uno dem nelle rilevazioni di agosto e ottobre da parte del quotidiano: si tratta di una quota più ampia dell’8% che votò per Donald Trump nel 2020 e dell’8% che sostenne candidati Gop nelle elezioni di metà mandato del 2018. Tra gli ispanici invece i dem avevano un vantaggio solo del 5% sui repubblicani a ottobre, contro gli 11 punti di agosto. Nel 2020 i latinos preferirono Joe Biden su Trump con uno scarto del 28% e i dem con un margine del 31%.