Regionali: si vota il 12 e 13 febbraio
Il Viminale ha proposto, e il cdm ha concordato, che le elezioni regionali si svolgano domenica 12 e lunedì 13, due giorni invece di uno. Lo rendono noto fonti di governo.
Il Viminale ha proposto, e il cdm ha concordato, che le elezioni regionali si svolgano domenica 12 e lunedì 13, due giorni invece di uno. Lo rendono noto fonti di governo.
Una iniziativa comune Italia-Santa Sede per una via diplomatica alla soluzione del conflitto in Ucraina, un incontro per parlare e promuovere la pace alla luce dello “spirito di Helsinki”, alla presenza del segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Temi che saranno trattati in un convegno, in programma martedì 13 dicembre a Palazzo Borromeo, presso la sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede.
“La guerra scoppiata nel cuore dell’Europa con l’aggressione della Russia all’Ucraina – è detto in un comunicato reso noto dalla sala stampa della Santa Sede – continua senza sosta con pesantissime conseguenze per la popolazione del Paese aggredito che affronta l’inverno sotto i bombardamenti non potendo più contare su tante infrastrutture distrutte. Se da una parte si fatica a vedere possibili vie d’uscita, dall’altra ci si domanda se e come riprendere la via del negoziato per avviare un processo che porti a una pace giusta. Nei mesi scorsi sia il Presidente della Repubblica italiana che Papa Francesco hanno citato la Conferenza internazionale di Helsinki e i suoi principi che contribuirono alla distensione in Europa codificando dei punti fermi sul dovere di rispettare i confini degli Stati e di risolvere le controversie con la diplomazia”. E’ quanto affema un comunicato dell’ambasciata di Italia presso la Santa Sede annunciando una iniziativa comune Italia-Santa Sede per una via diplomatica alla soluzione del conflitto. “I molti cambiamenti avvenuti da allora rendono difficile il replicare iniziative simili, ma Helsinki rimane un riferimento e un valore, proprio a partire dallo spirito che animò la Conferenza – spiega la nota – , al quale non a caso oggi si riferisce chi cerca soluzioni di pace. Per discutere di questo e interrogarsi su quali siano le vie concrete e percorribili per ridare spazio al dialogo, tenendo anche presente l’importanza di costruire un nuovo e più giusto sistema di relazioni internazionali, l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con la Rivista di geopolitica Limes e i Media vaticani (L’Osservatore Romano e Radio Vaticana – Vatican News), organizza l’incontro “L’Europa e la guerra. Dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace”, che si svolgerà martedì 13 dicembre a Palazzo Borromeo, presso la sede dell’Ambasciata”.
E’ prevista la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo i saluti introduttivi di Francesco Di Nitto, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, e di Andrea Tornielli, direttore editoriale dei Media vaticani, prenderà la parola Matteo Luigi Napolitano, dell’università el Molise, per un breve inquadramento storico sulla Conferenza di Helsinki. Interverrà quindi il cardinal Parolin. La seconda parte dell’incontro prevede una tavola rotonda, coordinata dal direttore di Limes Lucio Caracciolo, alla quale prenderà parte, tra gli altri, Andrea Riccardi, storico e Fondatore della Comunità Sant’Egidio.
Il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd Matteo Ricci si sfila dalla corsa pr le primarie per il segretario del partito e annuncia il suo sostegno a Stefano Bonaccini. “Lui ha la sua piattaforma – ha detto durante una conferenza stampa a Pesaro – noi mettiamo a disposizione le nostre idee, il nostro programma in 10 punti, per spostare la barra più a sinistra”. Ma chiede anche di “far andare davvero avanti i sindaci”.
Ricci ha ricostruito il suo percorso verso le primarie, fatto di incontri sui territori in tutta Italia, andando a cena dalle famiglie, andando a parlarecon i delusi”, l’elaborazione dei dieci punti. “”Noi al momento siamo terzi – ha spiegato – e il meccanismo delle primarie non lascia spazi. A Bonaccini ho detto che le primarie a due sono pericolose, perché rischiano di divaricare. Gli ho spiegato i nostri 10 punti, mi ha garantito che allargherà a sinistra con una visione più attinente alle nostre proposte. Lui mi ha cercato e ha voluto discutere con me. Abbiamo bisogno di una guida solida” ha sottolineato, definendo comunque Elly Schlein, l’altra candidata, “una risorsa”. Quanto ad un suo coinvolgimento nel futuro assetto del Pd, “non ho chiesto niente, per me si tratta di linea politica e di unità”.
Il coordinatore dei sindaci Pd ha parlato anche con il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella: “a lui ho detto che bisogna mandare veramente avanti i sindaci”. Il primo appuntamento è per venerdì prossimo con una convention a Roma.
“Ho appena parlato con la prima ministra italiana Giorgia Meloni, che non potrà essere oggi con noi al vertice Med9 ad Alicante. Il rapporto storico che unisce Italia e Spagna è fondamentale per riaffermare l’importanza dei Paesi del sud in Europa”: lo scrive su Twitter il premier spagnolo, Pedro Sánchez. “Ci vediamo presto”, aggiunge il post.
A causa di uno stato influenzale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non potrà essere presente al vertice Eu Med 9 di Alicante. Lo comunica Palazzo Chigi. La delegazione italiana sarà guidata dal vicepresidente e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il summit ospitato dalla Spagna con Italia, Francia, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Croazia e Slovenia, si aprirà alle 13.30 con una colazione ufficiale. Alle 15.30 è prevista la foto di Famiglia e a seguire le due sessioni di lavoro (dalle 16 alle 18 e dalle 18.30 alle 20). Alle 20.15 sono previste dichiarazioni alla stampa.
Brittney Griner, la giocatrice di basket americana detenuta da mesi in Russia, è stata liberata nell’ambito di uno scambio di prigionieri con il trafficante di armi Viktor Bout. Lo scambio è avvenuto all’aeroporto di Abu Dhabi.
“Ho parlato con Brittney Griner. E’ al sicuro, è in aereo, sta tornando a casa” ha twittato il presidente Usa Joe Biden, promettendo di fare il possibile anche per portare a casa l’ex marine Paul Whelan, anche lui detenuto in Russia. “Non è stata una scelta su quale americano portare a casa”, ha detto Biden parlando dalla Casa Bianca e spiegando che ciò dipende dal fatto che “per motivi totalmente illegittimi” la Russia sta trattando Paul Whelan in modo diverso. Il presidente ha rassicurato la famiglia di Whelan che non demordera’ nei tentativi di riportarlo a casa.
“E’ una giornata bellissima per me e la mia famiglia. Sono grata al presidente e all’amministrazione Biden” per la liberazione di Brittney, ha detto la moglie della giocatrice di basket, Cherelle Griner, prendendo la parola alla Casa Bianca dopo l’intervento di Joe Biden. Sorridente ed emozionata, Charelle Griner assicura che insieme a Brittney resterà “impegnata per la liberazione di tutti gli americani detenuti, incluso Paul Whelan”.
Il fratello di Paul Whelan, David Whelan, si dice contento del fatto che Brittney Griner stia tornando a casa ma non nasconde la frustrazione. “Da famiglia che ha un ostaggio in Russia posso solo immaginare la gioia”, ha detto descrivendo la famiglia comunque come devastata dal fatto che Paul Whelan non sia stato incluso nello scambio di prigionieri. Whelan è recluso in Russia dal 2018 con l’accusa di spionaggio.
“Condivisibile, speriamo porti a fatti concreti” e nel caso anche “dall’opposizione noi la sosterremo con convinzione”. Il Terzo Polo rompe gli indugi e per bocca del presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, si dice pronto a sostenere la riforma della giustizia illustrata nei giorni scorsi dal ministro Nordio e in particolare il segmento che riguarda le intercettazioni. Le parole di Rosato arrivano dopo quelle del leader Iv, Matteo Renzi, che commentando a caldo le linee programmatiche del numero uno di via Arenula, si era augurato che “dalle parole” il Governo passi “ai fatti”. Le dichiarazioni di Rosato sembrano, quindi, tracciare la linea: un pezzo di opposizione è pronta a sostenere l’impianto di riforma delineato dall’Esecutivo in tema di giustizia. Tra le fila dell’opposizione, con distinguo e paletti, anche altri si pongono in posizione di non totale chiusura. “Nelle parole di Nordio su intercettazioni, separazione delle carriere e ruolo dei Pm mi ci ritrovo – afferma il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova – perché da garantista ritrovo una prospettiva di riforma liberale della giustizia” aggiungendo che se “la forma e anche la sostanza fosse garantista voterei a favore. Ma c’è un fatto che a me allarma: la firma di Nordio su una legge manettara, securitaria, sbagliata e ideologica che è la legge anti rave”. Nettamente contrari restano gli M5s: Federico Cafiero De Raho, deputato pentastellato ed ex procuratore nazionale Antimafia, va all’attacco affermando che le “intercettazioni sono uno strumento fondamentale per indagare sulla mafia, camorra, ‘ndrangheta. Non esiste indagine complessa sulla criminalità organizzata o sulla corruzione che non le abbia utilizzate”. Sulla stessa linea l’associazione Libera secondo la quale l’esperienza giudiziaria “insegna l’importanza e l’efficacia delle intercettazioni nel contrasto alla criminalità organizzata. Ridurre o limitare l’impiego di questi strumenti – secondo l’associazione – rischia di impedire di sapere da dove trae origine e dove si annida l’illegalità criminale in tutte le sue forme”. Intanto i consiglieri di Area hanno presentato una istanza per chiedere al Csm di convocare un plenum con il ministro per un “confronto istituzionale” sulle ricadute delle riforme proposte che, a loro dire, “avrebbero un rilevante impatto sul funzionamento del sistema giudiziario, e in particolare sulla indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e sulla efficacia delle attività di indagine”. Per il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, le parole di Nordio hanno “toccato un nervo scoperto: il ministro ha avuto il coraggio di dire quello che è scritto nella Costituzione. Nessuno mette in discussione l’utilità di questo strumento nei casi previsti dalla legge: ciò che non è accettabile è l’abuso, ossia l’abitudine a farne qualcosa che va al di là della funzione processuale ad esso attribuita dal codice”. Posizione, quest’ultima, condivisa anche dai penalisti per i quali il sistema intercettazioni è “al collasso”. “Assistiamo ogni giorno ad un eccesso nell’uso di questo strumento investigativo – afferma il presidente della Camera Penale di Roma, Gaetano Scalise – e contestualmente verifichiamo negli atti processuali che a fronte di innumerevoli intercettazioni inutili ed intrusive ve ne sono solo alcune di interesse processuale. Il sistema attuale è oramai al collasso e sempre di più cogliamo l’intrusione anche nel rapporto cliente/avvocato, che invece per previsione normativa è vietato”.
“Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino…”.La voce del Papa si spezza per l’emozione, si interrompe, quasi non riesce più ad andare avanti. La folla dei fedeli in Piazza di Spagna applaude, sembra voler incoraggiare il Pontefice, condividendo la sua stessa commozione. Sono attimi interminabili, di un’intensità lacerante, con Francesco che sembra portare su di sé tutto il dolore e l’impotenza davanti alla guerra che non finisce, alla sofferenza della popolazione.
Poi riprende, ancora commosso: “… per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto”. “Ma in realtà – prosegue il Pontefice – noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio. Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!”.
E’ il momento conclusivo della preghiera pronunciata da Francesco nell’Atto di venerazione alla Statua dell’Immacolata in Piazza di Spagna, tornato oggi pomeriggio col pubblico dei fedeli dopo due anni di fermo per il Covid. Il Papa, accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri in fascia tricolore, vi arriva dopo una visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all’immagine della ‘Salus Populi Romani’. Fa anche deporre alla base del Monumento un cesto di rose bianche. E prima di ripartire per il Vaticano, salutando alcuni giornalisti, spiega i motivi della sua commozione: “Sì, è un grande dolore. Grande… Una sconfitta per l’umanità. Preghiamo eh?”.
Che al centro dell’invocazione del Papa vi sarebbe stata la fine della guerra in Ucraina lo si era capito oggi anche dall’Angelus in Piazza San Pietro, in cui Francesco ha chiesto ai fedeli di unirsi spiritualmente a lui nell’omaggio pomeridiano di “devozione filiale alla nostra Madre, alla cui intercessione affidiamo il desiderio universale di pace, in particolare per la martoriata Ucraina che soffre tanto”. “Penso alle parole dell’Angelo alla Vergine: ‘nulla è impossibile a Dio’ – ha detto ancora -. Con l’aiuto di Dio la pace è possibile; il disarmo è possibile. Ma Dio vuole la nostra buona volontà. Ci aiuti la Madonna a convertirci ai disegni di Dio”.
Ma non c’è solo l’Ucraina nella preghiera del Papa in Piazza di Spagna. Ci sono anche le preoccupazioni per le tante emergenze sociali. “Dopo due anni nei quali sono venuto a renderti omaggio da solo sul far del giorno, oggi ritorno a te insieme alla gente di questa Chiesa e di questa Città. E ti porto i ringraziamenti e le suppliche di tutti i tuoi figli, vicini e lontani”, dice Francesco. “Ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti. In particolare ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio”.
“Ti porto i sogni e le ansie dei giovani – prosegue -, aperti al futuro ma frenati da una cultura ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell’educare, suadente nell’illudere e spietata nel deludere”. “Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia – aggiunge il Papa -, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto”..
Sono uscite oggi sulla piattaforma Netflix le prime tre puntate dell’attesissima docuserie di Harry e Meghan, con dichiarazioni e rivelazioni dei Sussex in grande rilievo sui media britannici, tutti concentrati nell’attesa di un’eventuale reazione da Buckingham Palace.
Ma, come sottolinea la Bbc, per ora la famiglia reale ha scelto il profilo basso per evitare polemiche. Nei primi tre episodi il duca di Sussex afferma di “aver sacrificato tutto” per la moglie Meghan, riferendosi allo strappo coi Windsor e al trasferimento negli Usa, e lo stesso, sottolinea, ha fatto sua moglie per lui. Harry e Meghan parlano senza filtri del loro rapporto conflittuale coi reali, della guerra coi media e di razzismo. Proprio rispetto a questo tema delicatissimo nelle relazioni tra i Sussex e i Windsor così si esprime Harry: “C’è un enorme livello di pregiudizio inconscio”, nella famiglia reale. E poi aggiunge: “In realtà non è colpa di nessuno. Ma una volta che è stato sottolineato o identificato dentro di te, devi rimediare”.
Meghan parla invece della sua esperienza coi reali, in particolare della formalità che “resta comunque” anche quando non si è in pubblico. Non ci sono solo critiche e accuse ma anche alcuni mea culpa, come quello fatto da Harry per aver indossato in gioventù un costume da nazista: “uno dei più grandi errori della mia vita”, ha detto il principe.