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    Papa: insegnate pregare a bimbi, servirà nei momenti brutti

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 08 GEN – Il battesimo “è come un
    compleanno, il battesimo ci fa rinascere alla vita cristiana.   
    Per questo io vi consiglio di insegnare ai vostri figli la data
    del battesimo”, “che tutti gli anni ringrazino per questa grazia
    di essere cristiani”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della
    messa nella Cappella Sistina rivolgendosi ai genitori dei
    tredici bambini che oggi vengono battezzati dallo stesso
    Pontefice.   
    “Questi bambini che voi portate adesso incominciano la strada
    ma è a voi e ai padrini aiutarli ad andare avanti in quella
    strada”, “da bambini che imparino la preghiera perché la
    preghiera è quello che gli darà forza per tutta la vita, nei
    momenti buoni per ringraziare Dio, nei momenti brutti per
    trovare la forza”, ha sottolineato il Papa che ha anche invitato
    a “pregare la Madonna perché è la nostra madre. La Madonna è la
    mamma e la mamma è sempre più vicina del papà”.   
    Poi ha detto ai genitori di non preoccuparsi se i bambini
    cominceranno a piangere: “Adesso sono tutti zitti ma forse
    qualcuno darà il ‘la’, incomincerà, i bambini sono sinfonici”,
    “lasciateli gridare, lasciateli piangere, forse qualcuno piange
    di fame allattateli con tutta libertà. L’importante è che oggi
    questa celebrazione sia la festa”. (ANSA).   

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    Ratzinger: aperte Grotte, fedeli in fila per omaggio a tomba

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 08 GEN – Le Grotte vaticane
    hanno aperto alle 9 per consentire ai fedeli l’omaggio alla
    tomba dove è stato sepolto Benedetto XVI. Ratzinger è tumulato
    nel luogo dove era sepolto Giovanni Paolo II prima della sua
    beatificazione. Sulla lapide l’epigrafe nera con la scritta:
    “Benedictus PP XVI”.   
    I fedeli hanno aspettato in basilica l’apertura, poi in molti
    si sono messi in fila per una preghiera davanti alla tomba. Tra
    i primi Bernard, arrivato da Varsavia: “E’ uno dei Papi più
    importanti della storia, è il mio Papa, era importante venire
    qui”, dice con la voce leggermente incrinata dalla commozione.   
    C’è poi Stefania da Portogruaro (Venezia): “Siamo qui – dice
    indicando anche le persone che sono arrivate con lei dal Veneto
    – perché avevamo bisogno di sentire la sua vicinanza. Benedetto
    ci dà speranza”. Tra i primi fedeli scesi nelle grotte anche tre
    giovani donne di Altamura (Bari): “Per noi è un Papa importante,
    abbiamo sentito il bisogno di essere oggi qui”. (ANSA).   

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    Sparatoria a Hollywood, un morto e due feriti

    Un uomo è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti in una sparatoria nella notte ad Hollywood, nei pressi della famosa Walk of Fame. Lo riferisce Abc news citando fonti di polizia. Il killer è fuggito a bordo di un’auto. Quando l’uomo ha aperto il fuoco i tanti ristoranti e locali della zona erano affollati di persone. “Hollywood è un quartiere molto frequentato, specialmente la sera”, ha spiegato il detective Sean Kinchla che non ha fornito per il momento un movente della sparatoria. 

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    Parte il pressing su Francesco per le dimissioni

    Il day after la morte di Benedetto XVI resta carico di tensioni l’interno del mondo vaticano. Se la presenza di Benedetto XVI smorzava le contrapposizioni, ora le due anime della Curia, quella dei conservatori e quella più liberale e bergogliana, destra e sinistra, anche se Papa Francesco più volte ha detto di rifiutare queste classificazioni per la Chiesa, emergono più forti. “Ci sono tensioni tra progressisti e conservatori”, ha detto a Repubblica il capo dei vescovi Usa Timothy Broglio, lui chiaramente schierato con l’ala più tradizionalista. E pensa che Francesco potrebbe dimettersi. “Ho visto la difficoltà, il fatto che non celebra, sono tutti elementi di un lavoro pastorale normale che mancano”.
    Ma Bergoglio sembra di tutt’altra idea. Informando che già da anni ha consegnato alla Segreteria di Stato una sua lettera di dimissioni da usare in caso di impedimento fisico, praticamente chiude la questione. Almeno rispetto a future domande da parte dei giornalisti. Ma anche nei fatti la risposta va in un’altra direzione. Oggi il Bollettino conteneva nuove nomine, come quello di ieri e dei giorni passati. E nelle ultime ore ha varato la riforma della diocesi di Roma dove il ruolo del Papa, che è il vescovo della città, ne esce ancora più rafforzato. E anche sulla liturgia, differentemente da quanto dice Broglio, il Papa non rinuncia a nulla. Grazie alla sedia a rotelle e alla fisioterapia non ha più i dolori che in passato lo avevano portato a rinunciare qualche volta a celebrare messa. Da tempo ha inaugurato una formula collaudata per la quale lui presiede e fa l’omelia, lasciando ad un cardinale la parte della liturgia che si svolge in piedi. Inoltre si prepara ad affrontare, a fine gennaio, un viaggio faticoso in Africa e, anche se mancano ancora annunci ufficiali, nel 2023 dovrebbe andare anche in Ungheria e Portogallo, e sarebbe atteso anche in Mongolia.Insomma non dà l’idea di una persona che sta per lasciare il campo.
    Tra le mosse di Bergoglio che sparigliano le carte c’è stato anche il suo incontro con l’ex arcivescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen. Ultranovantenne, con una vita di lotta contro il regime cinese per la quale in passato ha vissuto anche il carcere, il porporato ormai ultranovantenne, è tra i più aspri critici di Francesco. C’è la questione dell’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi ma non solo. Zen fa parte anche della schiera dei cardinali più conservatori. Arrivato con un permesso speciale da Hong Kong per i funerali di Benedetto XVI ieri è stato ricevuto a Santa Marta da Papa Francesco. E’ stato lo stesso Zen, che in passato aveva denunciato di non aver avuto udienza dal Pontefice, a parlare oggi di un incontro “cordiale e amichevole”.
    Chi invece davvero potrebbe essere in procinto di fare le valige è il segretario di Ratzinger, mons. Georg Gaenswein. Per lui si parla di un possibile ruolo in qualche Nunziatura in America Latina o Asia; o di una docenza in un ateneo cattolico all’estero. Più difficile un ritorno nella sua Germania dove l’episcopato forse non lo accoglierebbe a braccia aperte. Ma al di là di tutto, Bergoglio dovrà tenere conto di questa ala conservatrice della Chiesa come suggerisce l’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Gerhard Mueller. Definisce, con la Stampa, una “imprudenza” da parte di Francesco avere limitato al messa in latino. Critiche anche sul Sinodo, il processo di consultazione planetaria voluto da Francesco su tutti i temi, dal ruolo dei laici al sacerdozio femminile, dalle coppie gay al sistema delle parrocchie. E’ lo stesso Mueller a commentare con la stampa americana: “Siamo un partito o una ong che può cambiare idea sulla base di una consultazione popolare?”.

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    Provinciali: a Vibo candidato sostenuto da Pd-M5S-Terzo polo

    (ANSA) – VIBO VALENTIA, 07 GEN – E’ Giuseppe Condello,
    sindaco di San Nicola da Crissa e coordinatore provinciale di
    Italia Viva, il candidato civico sostenuto dal centrosinistra
    alla presidenza della Provincia di Vibo Valentia.   
    A sostegno della candidatura civica di Condello, infatti, c’è un
    campo largo composto oltre che dal Terzo Polo (Italia Viva e
    Azione), anche Pd, Psi e M5s. In tal senso si sono pronunciati
    in una nota congiunta Giovanni Di Bartolo, in rappresentanza dei
    dem, Gianmaria Lebrino, del Partito Socialista Italiano e
    Domenico Santoro del Movimento 5 Stelle.   
    “Le forze democratiche, progressiste, riformiste e socialiste –
    è scritto nel testo sottoscritto dai tre esponenti – nell’ambito
    dell’elezione del presidente della Provincia di Vibo Valentia,
    convergendo sulla necessità di costruire una nuova fase di
    programmazione e condivisione nell’attività di governo
    dell’Ente, che sia fortemente innovativa e orientata ad un
    impegno politico progressista e riformista, hanno deciso di
    sostenere la candidatura civica del sindaco Giuseppe Condello.   
    Disponibilità al confronto, visione strategica e massima
    concretezza – riporta ancora il testo – saranno i presupposti
    per allargare il consenso e proseguire il percorso comune
    intrapreso. Questa vuole rappresentare una proposta rivolta agli
    amministratori e al territorio, nonché un laboratorio per
    costruire un’alternativa di buon governo alla cattiva gestione
    perpetrata ad ogni livello dalla destra”. (ANSA).   

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    Mattarella, Tricolore simbolo di unità e indivisibilità del Paese

    “Era il 7 gennaio 1797 quando i rappresentanti di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia innalzarono il primo Tricolore. Sotto questi colori, con questi sentimenti, i nostri avi, nei decenni successivi, si batterono per realizzare l’unità d’Italia. Il Tricolore accompagnò la guerra di liberazione e, scelto dai Costituenti come vessillo della Repubblica, costituisce il simbolo della unità e indivisibilità del Paese e di quel patrimonio di valori e principi comuni solennemente sanciti dalla nostra Carta costituzionale”. E’ il messaggio del capo dello Stato, Sergio Mattarella per la Giornata nazionale della bandiera.
    In occasione del 226/o anniversario della Giornata nazionale della bandiera, il presidente Mattarella ha aggiunto che i valori e principi comuni espressi nel Tricolore “rappresentano la risorsa ideale e morale a cui attingere per affrontare le difficoltà che ogni nazione si trova ad attraversare. Espressione della passione civile del popolo italiano, il Tricolore esprime la volontà di uno Stato democratico, aperto alla collaborazione internazionale e vicino ai cittadini, che persegue, in primo luogo a favore dei giovani, le migliori condizioni per la costruzione del futuro, in un clima di pace, giustizia, coesione sociale. Viva il Tricolore, viva la Repubblica”.
    “In un famoso quadro del 1920 Cafiero Filippelli dipinge una donna intenta a rammendare un Tricolore. Un’immagine straordinaria, metafora del nostro impegno quotidiano. Ricucire ciò che è strappato, riannodare i fili del nostro stare insieme, riscoprirsi comunità: è questa la strada che intendiamo seguire per liberare le energie migliori della nazione e rendere l’Italia ancor più protagonista in Europa e nel mondo”. E’ il messaggio della premier Giorgia Meloni in occasione della Giornata nazionale della bandiera.
    “Oggi l’Italia celebra la Giornata nazionale della bandiera. La nazione festeggia il Tricolore, nato nel 1797 a Reggio Emilia, che in questi 226 anni ha accompagnato e ispirato il cammino del popolo italiano. Consacrata nella Costituzione, la bandiera è il simbolo dell’unità nazionale, racchiude i valori di libertà, solidarietà e uguaglianza sui quali si fonda la nostra patria e incarna quello straordinario patrimonio storico, culturale e identitario che universalmente viene riconosciuto all’Italia”. “Nel mondo il Tricolore rappresenta lo spirito di sacrificio e la capacità di donarsi al prossimo dei nostri militari impegnati nelle missioni di pace, è la bandiera che i nostri diplomatici tengono alta nella difesa dell’interesse nazionale, sono i colori che i nostri connazionali all’estero hanno nel cuore e che mettono in ogni cosa che fanno”.

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    Pd, Vaccari: 'Voto on line aggiuntivo e non sostitutivo dei gazebo'

    “Avviando la fase costituente ci siamo posti l’esigenza di allargare la discussione e la partecipazione nella costruzione del nuovo Pd. Non voglio entrare sull’opportunità della scelta politica se farle o meno anche on line, ma semplicemente invitare tutti ad astenersi dall’insinuare dubbi sulla capacità di poterle organizzare in tutta sicurezza e trasparenza. Le primarie fisiche ai gazebo o nei circoli rappresentano un pilastro ma lo statuto consegna nelle mani della Direzione la possibilità di affiancare altre modalità telematiche di coinvolgimento degli elettori”. Così Stefano Vaccari responsabile organizzazione del Pd.
    “A noi più che il quando interessa il come agevolare la più ampia partecipazione possibile”, dice la candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein alla Stampa lanciando l’idea di primarie dem anche online. “Le primarie sono una caratteristica identitaria del Pd – spiega Schlein – che è nato all’insegna della partecipazione, dell’apertura verso l’esterno. In questo momento il rischio maggiore è la disaffezione e io credo che per combatterla sia necessario ampliare gli strumenti di partecipazione”.
    “Un partito che non ha radicamento sul territorio, che non ha circoli dove i militanti si ritrovano e discutono e non fa le feste dell’Unità ma che vota on line c’è già, ma non è il nostro – afferma Pina Picierno, europarlamentare del Pd -. Noi vogliamo partecipazione e coinvolgimento dei nostri iscritti e dei nostri elettori: ma che sia reale, non virtuale. La proposta di voto online lanciata da Elly Schlein è per questo sbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabile a poche settimane dal voto: significherebbe non garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rosseau del Movimento Cinque Stelle. Un’operazione che avverrebbe in spregio alla militanza nelle migliaia di circoli sparsi su tutto il territorio nazionale. Ridiscutere le modalità di partecipazione attiva e passiva ogni settimana risulta dannoso per la credibilità del percorso congressuale e più in generale del partito che ha individuato nel rispetto e della stabilità delle regole uno dei suoi tratti distintivi. Stefano sta girando l’Italia in lungo e in largo con decine e decine di iniziative per incontrare, rimobilitare e attivare più cittadini possibili. Un lavoro faticoso e difficile ma necessario. Secondo noi il Partito Democratico soltanto così potrà rilanciarsi. Non con una campagna elettorale congressuale fatta dal salotto di casa davanti a una telecamera accesa sui social”. 

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    Gaenswein: 'Ratzinger mi chiese di distruggere carte private'

     Le carte private di Benedetto XVI verranno, o forse sono state già, distrutte. Il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, afferma che questa era la volontà di Ratzinger che affidò a lui. Lo stesso Papa emerito avrebbe lasciato una disposizione nero su bianco in tal senso: “I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Questo vale senza eccezioni e senza scappatoie”. Secondo quanto affermato dallo stesso Gaenswein nel libro “Nient’altro che la verità” (Piemme), “ho ricevuto da lui precise istruzioni, con indicazioni di consegna che mi sento in coscienza obbligato a rispettare, relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza”.    Gaenswein rivela anche che, oltre al testamento spirituale che è stato anche pubblicato dal Vaticano, Ratzinger ha lasciato anche “annotazioni relative ad alcuni lasciti e doni personali, per il cui adempimento ho il compito di esecutore testamentario, sono state aggiornate via via nel corso degli anni, fino alla più recente aggiunta del 2021”. Si potrebbe trattare di un testamento materiale con lasciti relativi alle sue collezioni di libri e musica; Ganswein non lo precisa ma è verosimile che una parte di questi pochi beni terreni detenuti dal Pontefice emerito potrebbero essere destinati alla sua amata Baviera.    Il libro di Gaenswein, scritto a quattro mani con il giornalista Saverio Gaeta e che uscirà la prossima settimana (e del quale sono uscite in questi giorni diverse anticipazioni), scoperchia come un ‘vaso di pandora’ tanti degli episodi degli ultimi decenni vaticani tuttora avvolti nel mistero. Parla anche del caso di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel nulla nel 1983 e che proprio tra qualche giorno compirebbe 55 anni. “Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste”, dice il segretario di Ratzinger. Ma la legale della famiglia Orlandi oggi fa sapere: “Lo andai a trovare alla Prefettura della Casa Pontificia quando ancora esercitava in modo sostanziale il munus di Prefetto e fu lui stesso a dirmi, tra le altre cose, che esisteva, eccome, un dossier riservato su Emanuela e che avrei dovuto insistere per farmelo consegnare dalla Segreteria di Stato. Quando gli chiesi di conoscerne il contenuto, o almeno qualche elemento di esso, ribadì che avrei dovuto indirizzare le mie richieste alla Segreteria di Stato.    Spero le pagine del libro siano chiarificatrici”. 

    Agenzia ANSA

    “Restai scioccato e senza parole”: così mons. Georg Gaenswein racconta il momento in cui nel 2020 è stato ‘congedato’ da Papa Francesco da capo della Prefettura della Casa Pontificia. Monsignor Baetzing: ‘Il futuro di Gaenswein dipende innanzitutto da lui’ (ANSA)