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    In Afghanistan oltre 150 persone morte di freddo

    Almeno 157 persone sono morte nel rigido inverno dell’Afghanistan, ha detto un’autorità talebana alla Cnn, con il bilancio delle vittime raddoppiato in meno di una settimana mentre milioni di residenti affrontano temperature eccezionalmente basse con gli aiuti umanitari ai minimi.
    l Paese sta soffrendo uno dei suoi inverni più freddi, con temperature che all’inizio di gennaio sono scese fino a meno 28 gradi, molto al di sotto della media nazionale compresa tra 0 e 5 gradi per questo periodo dell’anno.
    L’impatto è stato aggravato dalla quantità limitata di aiuti umanitari distribuiti nel Paese, a seguito del divieto imposto dai talebani alle lavoratrici delle Ong.
    L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha dichiarato domenica su Twitter che sta consegnando aiuti come coperte, riscaldamento e riparo a circa 565.700 persone. “Ma è necessario molto di più in uno dei periodi più freddi degli ultimi anni”, ha aggiunto.
    Circa 70.000 capi di bestiame sono morti congelati in tutto il paese, ha detto alla CNN Shafiullah Rahimi, portavoce del Ministero talebano per la gestione dei disastri.   

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    Zelensky compie 45 anni. La moglie “Spero tu torni a sorridere”

    Il presidente dell’Ucraina Voldymyr Zelensky compie oggi 45 anni. La moglie Olena gli fa gli auguri con un post su Telegram pubblicando una foto insieme al marito sorridente.
    “Spesso mi chiedono – scrive Zelenska – come sei cambiato quest’anno. E io rispondo sempre: ‘Non è cambiato. Lui è lo stesso. Lo stesso ragazzo che ho incontrato quando avevamo diciassette anni’. Ma in realtà qualcosa è cambiato: ora sorridi molto meno. Ti auguro altri motivi per sorridere. E sai cosa ci vuole. Lo sappiamo tutti”. “La testardaggine non ti manca, l’importante è che la salute sia sufficiente”, ha aggiunto.
    “Quindi sii sano, per favore! Voglio sorridere sempre con te. Dammi questa opportunità!”, ha concluso la moglie del Presidente.   

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    La legge sull'aborto non si tocca, sì della Camera all'odg M5s

       Maggioranza e opposizione votano quasi all’unanimità: il governo dovrà “astenersi dall’intraprendere iniziative di carattere anche normativo volte a eliminare o limitare il sistema di tutele garantito dalla legge 194”. Questo il contenuto dell’Ordine del giorno presentato a Montecitorio dal Movimento 5 stelle sulla proposta di legge per l’istituzione della Commissione bicamerale sul femminicidio. L’Aula della Camera non ha manifestato tentennamenti: l’Odg è stato approvato con 257 sì, nessun voto contrario e tre astenuti. Per iniziativa del Parlamento, dunque, il Governo Meloni, che ha dato il suo via libera dopo una riformulazione più asciutta del testo, risulta impegnato a non toccare la legge vigente in materia d’aborto, la numero 194 del 1978.     Tuttavia, non sono mancati battibecchi tra le due sponde dell’emiciclo. L’approvazione dell’Odg “a mia prima firma”, dichiara con soddisfazione la deputata M5s Stefania Ascari, “segna una svolta nel dibattito su questo tema di estrema delicatezza”. “Anche la maggioranza e l’Esecutivo – aggiunge – si sono resi conto che è un impegno doveroso verso tutte le donne e hanno cambiato parere”. Analisi che non trova corrispondenza tra i banchi del centrodestra. Chiara Colosimo accusa i pentastellati di aver tentato “uno sgambetto, miseramente fallito”. “Fratelli d’Italia – chiarisce la deputata – difende la legge 194 rimarcando che non va cambiata in nessun modo”. Il centrodestra, per Colosimo, “ha le idee chiarissime”.    Una convinzione in linea con quella della premier, ricordata la scorsa settimana dal capogruppo FdI al Senato Lucio Malan.”La posizione di FdI è chiara – aveva sottolineato – ed è stata più volte ribadita dal presidente Giorgia Meloni: siamo per il mantenimento della 194 così come è”. Il senatore era intervenuto per placare la polemica suscitata della presentazione del disegno di legge per riconoscere la capacità giuridica del nascituro, firmata da Roberto Menia. “Un’iniziativa personale, senza alcun seguito”, l’aveva definita il collega Malan.    Archiviato l’Odg sull’aborto, l’Aula ha votato all’unanimità la proposta di legge per l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Superata, quindi, l’impasse sulla rappresentanza dei piccoli gruppi: saranno 18 senatori e altrettanti deputanti a indagare sulla cause e sulle dimensioni di ogni forma di violenza di genere. Il testo, modificato in Commissione a Montecitorio, dovrà ora tornare in Senato per il via libera definitivo.    

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    Dl elezioni: ok del Senato per il voto anche lunedì

       Via libera definitivo dell’Aula del Senato al decreto legge con cui si dispone che le operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie del 2023 si svolgano – oltre che nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23 – anche nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. I voti a favore sono stati 146, un contrario e nessun astenuto. I presenti erano 148, i votanti 147.
    “L’ estensione delle giornate di voto per il 2023 deve segnare l’inizio di una seria discussione sui disegni di legge già incardinati in Commissione, come quelli sul voto dei fuori sede e sulla democrazia interna dei partiti, per assicurare solidità e legittimazione alla nostra democrazia.    Soltanto una democrazia partecipata può svolgere quella funzione emancipante che la Costituzione le assegna”. Lo ha dichiarato il senatore Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto.   
    “In un bellissimo libricino che la Presidenza del Consiglio dei ministri pubblicato nel maggio 2022, dal titolo “Per la partecipazione dei cittadini”, a pagina 22, si scrive che per cercare di incentivare la gente a partecipare al voto si propone di includere nell’election day anche la giornata del lunedì. Quindi c’erano queste buone intenzioni, però poi non abbiamo capito perché, quando sono state convocate le elezioni politiche, sia rimasta solo la domenica”. Così in Aula al Senato il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, interviene nel corso dell’esame del dl elezioni.    “La Presidenza del Consiglio – aggiungi – scriveva una cosa e poi, all’atto pratico, ne faceva un’altra; noi invece, con molta coerenza, teniamo fede a quel lavoro che era stato fatto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e rendiamo operativa una cosa che ormai penso che possano capire tutti: votando un giorno in più fino alle ore 15, ci sono buone possibilità che la gente vada più volentieri a votare e possa recuperare. Abbiamo dato sostanzialmente concretezza a una previsione di democrazia, senza calcoli elettorali”.    
     “Quello in discussione oggi è un decreto che ha validità annuale e che il governo ha licenziato in tempi rapidi. Ma è anche l’occasione per riflettere sull’opportunità di estendere in maniera stabile il tempo del voto. Votiamo convintamente questa misura, perché la percentuale degli astenuti è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni. E ci battiamo per allargare il più possibile la partecipazione degli italiani. La facoltà di poter votare anche il lunedì potrà dare il suo contributo ed è un buon segnale che sarà seguito da altri interventi per il ritorno a una vera sovranità dei cittadini. Questo governo sta lavorando, infatti, ad altri interventi. Cito, ad esempio, il ritorno all’elezione diretta dei presidenti delle province. Il centrodestra andrà avanti su questo con buona pace della sinistra che ha sostenuto la riforma Delrio, un provvedimento che ha privato gli italiani di esercitare il sacrosanto diritto-dovere di eleggere i suoi rappresentanti”. Lo dichiara in Aula il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo.
    “La vera libertà è la democrazia, è il voto. Votare non è mai tempo perso, per questo noi siamo a favore del decreto; un provvedimento che ha un valore politico, democratico e partecipativo”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri intervenendo in Aula nel corso delle dichiarazioni di voto sul dl Elezioni.    “Bene ha fatto il governo a ripristinare un arco temporale più ampio di apertura delle urne, che può essere motivo valido per agevolare una maggiore partecipazione. Ma la politica deve riflettere su se stessa, fare autocritica e coinvolgere maggiormente i cittadini. Nelle democrazie mature – ha proseguito – il voto degli elettori è andato calando, ma è anche vero che quando le elezioni hanno una importanza maggiore la partecipazione cresce. La politica deve saper fare proposte e dare soluzioni, non è la durata dell’apertura dei seggi che determina la qualità della democrazia. Ricordiamoci che la qualità e la partecipazione alla politica si ottengono coinvolgendo i cittadini”.    

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    Commissione d'inchiesta sul femminicidio: la proposta di legge torna al Senato

    Via libera unanime dell’Aula della Camera alla proposta di legge per la istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Il testo, approvato a Montecitorio con 258 voti a favore e nessun contrario, dovrà tornare al Senato: ha infatti subito modifiche in commissione a Montecitorio.
    La commissione, composta da diciotto senatori e da diciotto deputati, svolge indagini sulle reali dimensioni e cause del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza di genere; effettua il monitoraggio circa la concreta attuazione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nonché di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia e della legislazione nazionale ispirata agli stessi principi, con particolare al dl che ha introdotto il cosiddetto “codice rosso”. La commissione poi accerta le possibili incongruità e carenze della normativa vigente in materia rispetto allo scopo di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti, al fine di una sua eventuale revisione (con specifico riferimento alla normativa penale concernente le molestie sessuali perpetrate in luoghi di lavoro), come pure a proseguire l’analisi degli episodi di femminicidio, verificatisi a partire dal 2016, per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l’azione di prevenzione; accerta il livello di attenzione e la capacità di intervento delle autorità e delle amministrazioni pubbliche competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza; verifica, come raccomandato dall’OMS, la realizzazione di progetti educativi nelle scuole; propone soluzioni di carattere legislativo e amministrativo per realizzare adeguata prevenzione e contrasto ad ogni forma di violenza di genere nonché per tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti; valuta inoltre la necessità di redigere testi unici, al fine di implementare la coerenza e la completezza della regolamentazione in materia di violenza sulle donne; monitora il lavoro svolto dai centri antiviolenza operanti sul territorio, ivi compresi i centri di riabilitazione per uomini maltrattanti, e l’effettiva applicazione da parte delle Regioni del Piano antiviolenza e delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie.  

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    Di Segni: 'Il Giorno della Memoria assunzione di responsabilità di tutti'

    Un’assunzione di responsabilità per tutti. La presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, non usa mezzi termini e chiede impegno in vista del 27 gennaio, perché “la Giornata della Memoria non è un momento dedicato alla carezza compassionevole verso gli ebrei”, ma appunto un’assunzione di responsabilità per cittadini e istituzioni.
    Il richiamo è all’Italia intera, perché “la Shoah non è solo Germania, Auschwitz, nazisti. È anche Italia in ogni via e piazza. Italiani e soprattutto regime fascista”. Le comunità ebraiche si compattano così attorno a Liliana Segre: il rischio che le iniziative in ricordo della Shoah siano considerate “noiose” o che quanto accaduto venga dimenticato, pure sui libri di storia, va neutralizzato. E, per non cadere nella “banalizzazione” della celebrazione – suggerisce il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, ospite del Consiglio regionale delle Marche – “dobbiamo trovare ogni volta una misura corretta per celebrare”: dai giovani può arrivare un contributo. Noemi Di Segni oggi è invece a Trieste, in Prefettura, nella stessa piazza in cui 85 anni fa, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò le leggi razziali.
    Presente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Se è vero che la Shoah continua a rappresentare per il mondo interno l’incarnazione del male assoluto – scandisce – allora la Giornata della Memoria deve diventare un momento, universale, di rigenerazione della coscienza”. A Trieste, “città simbolo della memoria”, è stata inaugurata una mostra documentale sulla persecuzione degli Ebrei, voluta dal Viminale e realizzata con il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec). “I casi registrati” sono un segnale che l’antisemitismo in Italia “esiste”, avverte Piantedosi: nonostante sia un fenomeno “minoritario”, “anche un solo caso dovrà essere sempre tenuto lontano dalla nostra vita civile”. “L’antisemitismo esiste ancora – gli fa eco il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – e si nasconde dietro alcune posizioni violentemente antisioniste” che “devono trovare un netto contrasto, perché c’è una profonda differenza tra avere un confronto politico e sprofondare nell’antisemitismo”.
    La visita a Trieste di Piantedosi, cominciata con la consegna di medaglie d’onore ai famigliari dei deportati, si è conclusa alla Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia. “Ci deve essere un tessuto culturale e istituzionale – è il pensiero del ministro – sempre a presidio del fatto che questo non succeda mai più, che la discriminazione abbia sempre meno terreno fertile”, ciò si fa “con la memoria”. Dal fronte dell’opposizione la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, invita l’Italia a fare “un sincero esame di coscienza etico e storico”: “il male non è venuto solo da fuori”. “L’istruzione è lo strumento più potente per combattere ogni forma di negazione e distorsione dell’Olocausto”, osserva Valentina Grippo (Azione-Italia Viva). Il senatore Maurizio Gasparri (FI) auspica invece che dalla memoria “la conoscenza cresca”, “su tante tragedie”, “anche sulle foibe”. Sostegno a Liliana Segre arriva infine dall’associazionismo: “non permetteremo che queste pagine di storia vengano dimenticate”, assicura il presidente nazionale dell’Auser, Domenico Pantaleo.

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    Balneari: Governo, proroga delega, poi decisioni

    “Nell’incontro di oggi il governo ha illustrato alla maggioranza le ultime novità emerse dall’ordinanza della Corte di giustizia Europea del 16-1-2023 , che ha deciso di statuire senza trattazione orale sul rinvio pregiudiziale proposto dal TAR Lecce. Si è convenuto di istituire un tavolo interministeriale, nonché di aprire un immediato confronto con le categorie e le istituzioni interessate. Pertanto è necessaria una proroga per l’esercizio da parte del governo della delega”. E’ quanto si legge in una nota del governo dopo l’incontro di maggioranza sul tema delle concessioni per i balneari.
    Si tratterebbe quindi di prorogare, secondo quanto viene riferito di tre o quattro mesi, l’esercizio della delega sulle concessioni. Delega prevista dal ddl concorrenza (approvato dal precedente governo) e da esercitare attraverso decreti attuativi attualmente entro febbraio.
    Il governo avrebbe espresso la sua ferma critica all’ipotesi della proroga delle concessioni. Quindi, vista la delicatezza della situazione nei rapporti con l’Europa, l’esecutivo avrebbe prospettato come soluzione a Forza Italia e alla Lega di riformulare i loro emendamenti. Il partito azzurro avrebbe replicato dicendo che aspetta l’esito del lavoro del tavolo interministeriale e il confronto con i balneari e poi deciderà il da farsi: lo si apprende da ambienti della maggioranza, al termine della riunione di oggi.

    Agenzia ANSA

    La premier apre ad un’ulteriore proroga, richiesta con forza dai partiti che appoggiano la maggioranza, all’applicazione delle norme sulla concorrenza per gli stabilimenti balneari. Ma da Bruxelles, a stretto giro, arriva un richiamo al rispetto della direttiva Bolkenstein che suona come uno stop (ANSA)