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    Fontana, l'avvocato di Varese che ha sorpreso tutti

     E’ un avvocato penalista Attilio Fontana. E’ forse questa la nota biografica che più lo caratterizza, perché spiega anche il suo modo di affrontare i problemi, con capacità di mediazione, di tessere accordi, di accettare i rischi e di forzare quando necessario. Come con Letizia Moratti, al suo addio da vicepresidente e assessore al Welfare, salutata con un gelido “Guido Bertolaso conosce meglio la sanità”.    Nato a Varese nel 1952, dopo il diploma al liceo classico si è laureato in giurisprudenza alla Statale di Milano nel 1975 e cinque anni dopo ha aperto il suo studio. Amico di un altro avvocato, Roberto Maroni, si è avvicinato alla Lega Nord fin dagli esordi del movimento iniziando la sua carriera come sindaco del piccolo Comune di Induno Olona dal 1985 al 1999.    L’anno dopo è entrato in Consiglio regionale dove è stato nominato presidente per due mandati.    Ha lasciato il Pirellone nel 2006 per obbedire ad Umberto Bossi che gli aveva chiesto di candidarsi a sindaco di Varese.    Elezioni vinte con il 57,8% dei voti al primo turno. Fontana è stato poi riconfermato nel 2011 (questa volta al ballottaggio) e nel frattempo è diventato presidente di Anci Lombardia. E con l’associazione dei Comuni ha portato avanti battaglie bipartisan fianco a fianco con il ministro Graziano Delrio, allora sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci nazionale, come la marcia dei sindaci organizzata a Milano nel 2012 contro i tagli al bilancio.    Sposato, padre di tre figli, Maria Cristina, Giovanni e Marzia, amante della montagna, del golf e dei viaggi, tifosissimo di basket e calcio (le sue squadre sono la Pallacanestro Varese e il Milan), nei momenti di relax ha raccontato che si dedica alla lettura, specie di libri di storia o romanzi, o ai film. I suoi titoli preferiti sono ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’ di Elio Petri e ‘C’era una volta in America’.    Nel 2018, quando non aveva incarichi istituzionali, è stato chiamato all’ultimo da Matteo Salvini a candidarsi a presidente della Lombardia, dopo l’annuncio inaspettato di Roberto Maroni che non avrebbe corso per un secondo mandato. Eletto con il 49,75% dei voti contro il candidato del centrosinistra Giorgio Gori, fermo al 29%, e quello del M5s Dario Violi al 17,3% nel suo mandato ha lavorato per la conquista delle Olimpiadi invernali, che sono state aggiudicate a Milano-Cortina il 24 giugno 2019, nonostante nel frattempo si fosse sfilata Torino e il governo avesse deciso di non mettere le garanzie economiche.    Ma soprattutto nel suo mandato ha affrontato l’emergenza Covid.    In quella fase c’è chi ha pensato che una rielezione fosse fuori discussione, complici anche le inchieste aperte dalla magistratura. Ma Fontana ne è uscito indenne, il Covid non è più una emergenza sanitaria. E lui si gode la fiducia dei “cittadini lombardi che hanno capito – ha detto dopo la rielezione – la nostra capacità di affrontare momenti estremamente difficili e complicati”.     

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    Regionali Lombardia: Majorino piace ai giovani, Fontana ai più maturi

    In base alla seconda proiezione del Consorzio Opinio Italia per la Rai con copertura al 12% per le regionali in Lombardia, Attilio Fontana, presidente uscente e candidato del centrodestra raggiunge il 54,4% delle preferenze, seguito da Pierfrancesco Majorino (centrosinistra-M5s) che raggiunge il 33,3%. Più staccata Letizia Moratti (Terzo polo) al 10,7%. Ultima Mara Ghidorzi (Unione popolare) all’1,6%.
    Secondo una prima proiezione Opinio Rai in Lombardia l’analisi delle liste vedrebbe al primo posto Fratelli d’Italia con il 25,6%, seguita dal Pd con il 20,8 e dalla Lega con il 16%. A seguire Forza Italia con il 6,6%, la Lista civica Fontana Presidente al 6,3 e la Lista civica Moratti presidente al 6,2%. La copertura del campione è pari al 12%.Il governatore uscente della Regione Lombardia e ricandidato per il centrodestra, Attilio Fontana, è in via Bellerio nella sede della Lega dove i vertici del partito sono riuniti per attendere lo spoglio elettorale. Anche il leader della Lega Matteo Salvini è arrivato nella sede del partito a Milano in via Bellerio. Il vice premier attenderà qui lo spoglio delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio. In via Bellerio c’è anche, tra gli altri, il ministro agli Affari regionali e Autonomie Roberto Calderoli.
    Il candidato del centrosinistra e del M5S alla presidenza di Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, è atteso nelle prossime ore al suo comitato elettorale, allestito presso l’Ostello bello grande di via Lepetit, vicino alla stazione Centrale di Milano. Al momento il candidato sta seguendo lo spoglio da casa, insieme alla famiglia. Alla sede del comitato, intanto, sono arrivati anche la deputata e segretaria del Pd Milano Silvia Roggiani, gli assessori comunali al Welfare e ai Servizi civici Lamberto Bertolè e Gaia Romani, oltre al consigliere regionale uscente e ricandidato del Pd Pietro Bussolati.
    “Non commentiamo gli exit poll, ma parleremo davanti a dati reali e proiezioni. Vi è però un dato reale che è acquisito, ed è l’astensione angosciante che preoccupa e obbliga tutti e tutte a una profonda riflessione”, ha detto Edoardo Caprino, portavoce del candidato presidente Pierfrancesco Majorino, a nome del comitato elettorale commentando la bassa affluenza alle urne. “Alle scorse regionali del 2018 il centrosinistra perse di 20 punti percentuali e sempre di 20 punti – ha ricordato – è stato il distacco è stato tra centrodestra e centrosinistra in Lombardia alle ultime elezioni nazionali”.
    Majorino piace ai giovani, Fontana ai più maturi Dati del Consorzio Opinio RaiPer quanto riguarda le fasce d’età, Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra in Lombardia, è stato scelto tra i più giovani, nella fascia 18-34 anni è stato votato infatti dal 41,2% degli elettori, mentre Attilio Fontana ha carpito maggiormente il favore degli over 35enni ed anche degli ultra 55enni. E’ quanto emerge nell’ambito degli Exit Poll del Consorzio Opinio Rai.

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    Regionali Lazio, Rocca il più votato in tutte le fasce d'età

    Francesco Rocca al 52,2% (coalizione al 53,8%); Alessio d’Amato al 34% (coalizione al 33,7%), Donatella Bianchi al 12% (coalizione all’11,1%) . Sono i dati della terza proiezione del Consorzio Opinio Italia per la Rai con copertura al 18%.L’esame delle liste dei partiti nel Lazio, secondo le proiezioni Opnio Rai con un campione al 18%, evidenzia Fratelli d’Italia al 31,2%, seguito dal Pd al 20,9 e dal Movimento 5 stelle al 9,9%. Seguono poi Forza Italia all’8,7, la Lega all’8,6 e Azione-Italia Viva al 4,9%.In attesa del risultato definitivo al comitato del candidato del centrodestra Francesco Rocca, FdI è già in campo. Ancora si attendono alcuni esponenti della coalizione del centrodestra. “Se il risultato fosse confermato al di sopra del 50% sarebbe clamoroso”, ha commentato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, su Rainews 24 i primi exit poll. “Fa male – aggiunge – che l’affluenza alle urne sia stata molto molto bassa. Lavoreremo per ricostruire una relazione tra cittadini e istituzioni. I risultati, se venissero confermati, confermano che abbiamo scelto la persona giusta”.
    “Mi pare che la tendenza al momento sia che il centrodestra sta consolidando il trend dei mesi passati. Nel Lazio sarebbe importante che la regione passasse dalla sinistra al centrodestra. Una tendenza importante che si consolida”, ha affermato Maurizio Gasparri (Fi) su RaiNews 24. “Contro l’astensionismo sarebbe utile concentrare le date elettorali”, aggiunge.
    A urne chiuse nella sede del M5S di via di campo Marzio, la candidata Donatella Bianchi è attesa per il tardo pomeriggio. Dall’entourage del movimento non filtrano commenti e si ricorda che “il M5s non commenta mai gli exit poll”. Si apprende comunque che in serata potrebbe presentarsi per delle dichiarazioni sul voto anche il leader del Movimento, Giuseppe Conte.
    Silenzio e attesa al comitato elettorale di Alessio D’Amato, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio. Nella sede di Portonaccio per il momento sembrano esserci perlopiù giornalisti e troupe tv. I primi exit poll restituiscono il quadro di una vittoria netta del rivale di centrodestra Francesco Rocca, che per ora nessuno ha commentato.
    Rocca il più votato in tutte le fasce d’età Ricerca del Consorzio Opinio RaiIl candidato del centrodestra nel Lazio, Francesco Rocca, sarebbe stato votato nella regione da tutte le fasce d’età: è quanto rivela una ricerca del Consorzio Opinio Rai secondo la quale Rocca si sarebbe imposto con il 46% tra i giovani elettori tra i 18 e i 34 anni, con il 56,5% tra i 35-54 anni e con il 52,6% tra i votanti con più di 55 anni. Al secondo posto in tutte le fasce di età il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato, rispettivamente con il 36,1%, 29,4 e 33%.

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    Regionali: crolla affluenza al 40%. A Roma astensionismo record

    I dati definitivi dell’affluenza nei 1.882 comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio confermano il forte calo della partecipazione: ha votato il 40% (rispetto al 70,63% alle precedenti omologhe, quando si votò in un solo giorno). Lo rende noto il sito del Viminale. In Lombardia (1.504 comuni su 1504) l’affluenza è del 41,67% (nel 2018 era al 73,11). Nel Lazio (378 comuni su 378) è del 37,2% (66,55%).Crolla l’affluenza a Roma nelle elezioni regionali del Lazio attestandosi al 33,11%, contro il 63,11% delle precedenti regionali del 2018. Un dato record di astensionismo, anche più delle ultime elezioni comunali di Roma dell’ottobre 2021 quando al primo turno andò a votare il 48,54% e al secondo turno il 40,68% degli aventi diritto.Crolla l’affluenza in Lombardia dove alla chiusura dei seggi ha votato solo il 41,6% degli elettori ed è il dato più basso in 53 anni. L’affluenza più bassa fino ad ora si era registrata nel 2010 quando votò il 64,6% dei lombardi. In quelle elezioni i principali candidati erano Roberto Formigoni, che fu confermato per il centrodestra per la quarta volta presidente della Regione e Filippo Penati per il centrosinistra. Anche allora la consultazione si svolse su due giornate, il 28 e il 29 marzo. Alle regionali del 2018 si votò in una sola giornata, il 4 marzo, in contemporanea con le elezioni politiche, e l’affluenza fu del 73,1%.

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    Pnrr: arriva una struttura di coordinamento a Palazzo Chigi

       Una nuova governance del Pnrr che prevede una “struttura di missione” presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, misure per semplificare l’affidamento dei contratti pubblici e gli interventi di edilizia scolastica: sono alcune delle novità contenute nella nuova bozza del decreto Pnrr, attualmente composta da 59 articoli. Nuove anche l’istituzione dell’Autorità di gestione nazionale del piano strategico della politica agricola comune (Pac), l’agenzia italiana per la gioventù, e le disposizioni per l’housing universitario.  La struttura di missione che sorgerà alla presidenza del Consiglio dei ministri avrà un incarico fino al 31 dicembre 2026. Sarà gestita da un coordinatore e articolata in quattro direzioni generali e si occuperà di dare supporto all’autorità politica e di svolgere “le interlocuzioni con la Commissione europea”. Il nuovo decreto che cambia la governance interviene anche sulle unità di missione del Pnrr all’interno dei singoli ministeri, con l’obiettivo di “migliorare e rendere più efficiente il coordinamento” delle attività di gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo: le funzioni delle unità di missione potranno essere trasferite “ad altra struttura di livello dirigenziale generale individuata tra quelle già esistenti”.    Vengono poi confermate le misure per accelerare i tempi delle opere. Tra queste, le misure urgenti per far funzionare meglio la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS e la commissione tecnica Pnrr-Pniec (il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima). Inoltre, viene semplificato l’affidamento dei contratti pubblici Pnrr e Pnc, che potrà avvenire anche soltanto sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Per quanto riguarda l’ambiente, rispetto alle bozze circolate nelle scorse settimane restano anche le misure per favorire le fonti di energia rinnovabili, alleggerendo il processo di autorizzazione della costruzione di nuovi impianti. Nuova è invece la spinta all’idrogeno, con misure di “semplificazione per lo sviluppo dell’idrogeno verde e rinnovabile”, e le “disposizioni per la disciplina delle terre e delle rocce da scavo”. In pratica, per assicurare la rapida realizzazione di opere energetiche legate al Pnrr, il ministero dell’Ambiente emana un decreto per semplificare la gestione delle terre e delle rocce da scavo che, ad esempio, ne disciplina il deposito temporaneo. Tra gli altri interventi sull’ambiente e la sicurezza energetica c’è anche la “rinaturazione dell’area del Po”. Viene poi istituita l’Agenzia italiana per la gioventù, “ente pubblico non economico dotato di personalità giuridica e di autonomia regolamentare, organizzativa, gestionale, patrimoniale, finanziaria e contabile”.
    Nella bozza del dl anche misure per snellire la Giustizia.Misure per la digitalizzazione del processo e degli atti processuali e in materia di archivio giurisprudenziale nazionale e altre disposizioni sulla giustizia tributaria per ridurre il numero di casi pendenti davanti alla Corte di Cassazione, come richiede l’obiettivo “Giustizia tributaria” del Pnrr: sono alcune delle misure che riguardano la giustizia contenute nella nuova bozza del decreto Pnrr.
       

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    Santanchè, destra-centro convince sempre di più

    (ANSA) – ROMA, 13 FEB – “Un voto che rafforza il governo: la
    nostra alleanza con Fdi trainante, il destra centro, convince
    sempre di più. La vicepresidenza della Lombardia è nei fatti.   
    Poi parleremo per fare la giunta, vogliamo che sia competitiviva
    e faremo la nostra parte”. Lo afferma la ministra del Turismo,
    Daniela Santanchè, a Rai News 24. (ANSA).   

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    Bonaccini, ora aprire nuovo capitolo, Pd sia centrale

    (ANSA) – ROMA, 13 FEB – “La sconfitta di oggi è in continuità
    con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd
    ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra
    vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà”. Lo dichiara
    il candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini.   
    “Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il
    Pd torna centrale e attrattivo. Credo che il voto degli iscritti
    di questi giorni sia già un segnale della voglia di cambiamento
    e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio verrà
    un’ulteriore spinta in questa direzione”. (ANSA).   

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    Lollobrigida, intero governo non condivide parole Berlusconi

    (ANSA) – ROMA, 13 FEB – “Le parole” di Silvio Berlusconi
    sull’Ucraina “non le condivido, come mi pare di capire non le
    condivida l’intero governo. Dal punto di vista dell’azione
    concreta, siamo in linea con quanto Berlusconi e il suo partito
    hanno sottoscritto nel programma. Se eventualmente uno cambia
    idea, lo pone nei tavoli o negli atti parlamentari. Se questo
    non avviene, vuol dire che andiamo nella direzione giusta e
    continuiamo a confermarlo”. Lo ha dichiarato il ministro
    dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al comitato elettorale
    di Francesco Rocca. “Il governo rappresenta la posizione univoca
    che era scritta sul programma – ha osservato -. Serve un
    chiarimento? Il chiarimento dipende dai fatti, quando ci dovesse
    essere un problema parlamentare ci si chiarisce, ma se non c’è
    questo problema non abbiamo nulla da chiarire”. (ANSA).