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    Schlein, ieri sconfitta netta, al Pd serve identità chiara

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Sapevamo che sarebbe stata dura però
    chiaramente è una sconfitta netta. Per risalire serve darci
    un’identità chiara, comprensibile e coerente. Forse è un po’ la
    chiarezza che è mancata in questi ultimi anni. È anche il motivo
    per cui ho deciso di tornare nel Partito Democratico e dare il
    mio contributo per dare un profilo chiaro a questo partito. La
    destra vince le elezioni e fa la destra. Noi dobbiamo costruire
    la sinistra perché è mancata in questi anni”. Lo ha dichiarato
    Elly Schlein, candidata alla Segreteria del Pd, commentando i
    risultati delle elezioni regionali durante la trasmissione
    ‘Forrest’ su Radio 1. (ANSA).   

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    Regionali, flop del Terzo polo, il mea culpa di Calenda

    “Avete tutti scritto che la Moratti era la candidata perfetta per la Lombardia. Il Lazio con un ottimo candidato e coalizione è andato peggio. Sono trent’anni che votiamo e siamo scontenti di chi votiamo. Sostengo da sempre che votiamo per ragioni sbagliate: appartenenza e moda. E basta guardare l’astensione per capirlo. È la ragione per cui abbiamo fondato Azione. Se stamattina volete sostenere che il voto a Fontana è basato sui risultati del buon governo, fatelo. Gli elettori decidono ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così”. Così Carlo Calenda, leader di Azione, rispondendo al post di un cronista su Twitter che definiva la scelta di Letizia Moratti come “un eccesso di tatticismo”.
    Fallisce l”impresa’ del Terzo polo, che non spicca nei risultati delle regionali in Lombardia e Lazio, né ruba voti a Pd e 5 Stelle. Flop, in particolare, di Letizia Moratti, che si ferma al 9% e infrange così il sogno di vincere da sola contro il suo ex presidente, Attilio Fontana, riconfermato invece largamente al Pirellone. Ma se Matteo Renzi tace – assente da ogni radar per tutto il giorno – Carlo Calenda è impietoso nel suo mea culpa. “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque”, è l’analisi onesta del leader di Azione. Che poi ammette: “Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche se uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo”.
    Per la lista, nata 5 mesi fa dalla ‘strana coppia’ Calenda-Renzi, che alle politiche aveva sfiorato l’8%, è il debutto alle amministrative. Sul Terzo Polo, come su tutti, si abbatte la scure dell’astensionismo record, ma la prova si rivela un flop. E indipendentemente dalle scelte di campo fatte: sia con Moratti solitaria al nord, sia dove c’è l’unica alleanza con il Pd, nel Lazio, a sostegno di Alessio D’Amato (che arriva al 35,6%, 15 punti in meno del vincente Francesco Rocca).
    Così nella regione finora amministrata da Zingaretti, adesso il Terzo polo pesa attorno al 4-5%, in Lombardia quasi il doppio. Uno schiaffo che brucia ancor di più, se si considera che fino a pochi mesi fa era soprattutto nelle grandi città che i renziani-calendiani avevano più appeal. Decisiva era stata la forza trainante dell’ex ministro, che tentò pure la corsa a sindaco di Roma. Ma anche a Firenze si era raggiunta la doppia cifra. Adesso, con i dati disponibili, Moratti vanta il 10,26 a Milano, l’8,34 a Bergamo e il 7,79 a Brescia. Ma oltre non va. E Calenda non lo nega: “Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”.
    Insomma non è riuscito il sorpasso tentato nei confronti dei Dem da un lato, e dei rivali storici del M5s dall’altro. A evidenziare il fallimento è proprio il segretario del Pd. “II tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”, sentenzia Enrico Letta. Convinto che il suo partito abbia comunque retto al “vento contro” e alla “sfida” dei due quasi alleati – Terzo polo e M5s – contro di loro lancia l’affondo: “Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente che l’opposizione va fatta al governo, e non al Pd”. “L’unica opa contro il Pd l’ha fatta Enrico Letta alle elezioni. Francamente sorprende che ne parli ancora”, chiosa amaro il senatore. di Italia Viva Ivan Scalfarotto.

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    Lazio: Rocca, sarò davvero il presidente di tutti

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Occorre infondere nuova fiducia e
    riportare le persone a una partecipazione democratica più
    attiva. La qualità della vita dei cittadini del Lazio sarà la
    mia priorità. Sarò davvero il Presidente di tutti. Sono sicuro
    che trasformeremo questa regione, riavvicinandola ai reali
    bisogni e alle esigenze delle persone e del territorio”. Lo
    scrive il neo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca,
    in un contributo pubblicato su “Leggo”. “Il calo della
    partecipazione è una tendenza che va avanti da troppi anni, non
    solo in Italia peraltro. Ecco perché il peso della
    responsabilità di questa vittoria per me è doppio”, afferma
    Rocca, ribadendo che la “preoccupazione principale rimane la
    sanità che intendo seguire molto da vicino”. Il neo presidente
    poi assicura: “Per la composizione della Giunta siamo già al
    lavoro con tutta la coalizione per scegliere una squadra
    all’altezza della sfida che ci attende. Una sfida entusiasmante,
    una responsabilità enorme. Ma prima di tutto, consentitemi, un
    grande orgoglio e un grande onore”. (ANSA).   

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    Berlusconi, Forza Italia è determinante nel centrodestra

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Ringrazio gli elettori della
    Lombardia e del Lazio che hanno confermato come il centro-destra
    di governo rappresenti la maggioranza degli italiani, e come,
    all’interno del centro-destra, Forza Italia sia determinante
    numericamente e politicamente”. Lo scrive sui social il leader
    di Forza Italia Silvio Berlusconi.   
    “La conferma dei risultati delle elezioni politiche – prosegue
    — dimostra che la nostra azione nella maggioranza e nel governo
    è compresa e apprezzata dagli italiani. Si deve tenere conto che
    Forza Italia non esprimeva nessuno dei due candidati presidenti,
    che hanno avuto un effetto trainante sulle liste dei loro
    partiti, tuttavia Forza Italia ha raccolto in entrambe le
    regioni un consenso pari o superiore a quello delle recenti
    elezioni politiche”. (ANSA).   

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    Mattarella, con cattura Messina Denaro supremazia legge su mafia

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – Il presidente della Repubblica Sergio
    Mattarella ha espresso “la riconoscenza della Repubblica” per la
    cattura di Matteo Messina Denaro “sottolineando come questo
    successo dell’azione della Magistratura e di tutte le Forze di
    Polizia, che vi si sono impegnate con tenacia e dedizione, abbia
    manifestato la supremazia della legge sul crimine e abbia
    rafforzato la fiducia dei cittadini in una società libera dalla
    presenza della mafia”. Lo afferma il capo dello Stato
    incontrando ieri pomeriggi al Quirinale i vertici delle forze di
    sicurezza. (segue) (ANSA).   

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    Austin, a un anno da inizio guerra siamo più uniti che mai

    “A un anno dall’inizio della guerra voluta da Vladimir Putin siamo più uniti che mai e siamo pronti a sostenere l’Ucraina nelle difficili settimane che abbiamo davanti”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa per la Difesa Lloyd Austin III aprendo la riunione del formato di Ramstein.    “Nonostante alcuni arretramenti l’Ucraina ha mostrato che prevarrà in questa guerra e che questi arretramenti non saranno altro che temporanei: il gruppo di Ramstein sosterrà Kiev per tutto il tempo necessario, daremo ciò che abbiamo promesso e faremo sì che gli equipaggiamenti siano integrati nel campo di battaglia”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa per la Difesa Lloyd Austin III. (ANSA).   

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    Consigliere veneto Fdi con mitra in mano, polemiche

    (ANSA) – VENEZIA, FEB 14 – Polemiche al Consiglio regionale
    del Veneto, dopo che un consigliere di Fratelli d’Italia, Joe
    Formaggio, si è fatto ritrarre con un fucile mitragliatore in
    mano, durante una visita a una fiera del settore a Verona, e il
    comunicato in cui si diceva ‘dalla parte della lobby delle armi’
    è stato diffuso anche attraverso la piattaforma dell’assemblea
    regionale.   
    La nota – riportano oggi i quotidiani locali – è stata
    duramente contestata dai consiglieri di opposizione, i quali
    hanno definito grave che l’esponente di Fdi si sia fatto
    ritrarre con un mitra in mano. Alle critiche si aggiungono la
    dichiarazione di Formaggio di aver visitato l’esposizione “in
    rappresentanza della Regione” e di averci portato anche il
    figlio, aggiungendo che è “meglio portarlo alla fiera delle armi
    che lasciarlo a casa a guardare la schifezza di Sanremo”.   
    Il presidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto
    Ciambetti, interpellato sulla vicenda ha dichiarato di non poter
    “fare una censura preventiva”, ma ha annunciato “una policy per
    siti e social istituzionali”. (ANSA).   

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    Regionali: la strategia di Conte non sfonda, tensione col Pd

    Giuseppe Conte prende atto del risultato “assolutamente non soddisfacente”, ma si difende dagli attacchi che arrivano dal Nazareno ai danni del suo Movimento. “Qualcuno suona già le campane a morto per il M5s – dichiara – ma io non esagererei la portata che rimane circoscritta sul piano territoriale a queste elezioni”. La dichiarazione è rivolta soprattutto ai democratici, “molto concentrati sulla nostra performance”. Da qui la difesa giocata con una freccia scoccata verso il segretario uscente. “Ascoltare il redivivo Letta che dalle dichiarazioni entusiastiche sembra stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd” non è accettabile per il presidente pentastellato. “Francamente avrei poco da festeggiare”, aggiunge con una punta di ironia. Dalla sede nazionale del M5s a Roma, in via di Campo Marzio, Conte fa riferimento proprio al Lazio, “dove c’è un candidato indicato da Letta e Calenda, che consegnano la Regione al centrodestra”. È da questa Regione, infatti, dove il M5s ha rotto l’alleanza con i Dem, che arrivano le critiche più dure.
    In primis dal candidato D’Amato: “i veri sconfitti nel Lazio sono il M5s”. Un’analisi anticipata dal segretario Dem: “l’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”. Fallito dunque, per Letta, il tentativo di sostituzione come forza principale dell’opposizione. Una lettura che Conte rispedisce al mittente, ridimensionando la portata dell’esito elettorale. Per il presidente M5s si tratta di un risultato “in linea con le serie storica sui territori del M5s, dove non avendo delle strutture territoriali non riusciamo sicuramente a brillare”.
    Assicura quindi l’impegno a “fare di più sui territori” e difende la sua scelta di aver anteposto il programma al cartello elettorale. E lo fa citando quella somma algebrica che, almeno in Lazio, “comunque ci avrebbe dato per perdenti”, afferma. La questione alleanze, aperta in campagna elettorale e deflagrata nelle prime ore dopo la chiusura delle urne, ha così un elemento in più per essere discussa. E da questa parte del ‘campo largo’ c’è una consapevolezza in più: “I numeri ci dicono che con un’accozzaglia elettorale non saremmo andati da nessuna parte”. La difesa del leader arriva subito dopo le parole della candidata Donatella Bianchi, arrivata nel tardo pomeriggio nella sede nazionale per certificare un risultato “lontano dalle ambizioni e dalle aspettative”. In una sala blindatissima hanno aspettato i risultati i capigruppo al Senato e alla Camera Barbara Floridia e Francesco Silvestri. Con loro il senatore Ettore Licheri, la deputata Vittoria Baldino e la vicepresidente M5s Paola Taverna. Ma è spettato al presidente, arrivato ben oltre le 18, a studiare la risposta sul piano nazionale a quelle che per Bianchi sono state delle “provocazioni” giunte dalle altre forze politiche.