More stories

  • in

    Il naufragio di Cutro, l'informativa del ministro e il dibattito

    Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha svolto la sua informativa sulla tragedia del naufragio di Cutro nel quale sono morti 72 migranti prima alla Camera e poi al Senato.
    Il dibattito al Senato – “Esprimo tutto il mio disappunto per le polemiche che hanno investito il governo da parte di un’opposizione incoscente e vile. Si sono schierati più sul lato dei delinquenti che su quello dei poliziotti”. Lo afferma Michaela Biancofiore, (Udc-Noi Moderati) intervenendo al Senato dopo l’informativa del ministro Piantedosi sul naufragio di Cutro. “L’Europa finora è stata incapace di trovare soluzioni: sino a ora sono stati 5mila i morti in Mediteranneo: l’anno peggiore è stato il 2016, con i governi Renzi e Gentiloni, il più basso con il Conte Uno, con i decreti Salvini. L’incidente è stato causato dai maledetti scafisti. Solo un’opposizione disperata e cattiva può pensare che Meloni abbia voluto questi morti: l’opposizione alla fine ha attaccato le forze dell’ordine, ha fatto sciacallaggio. Fatevene una ragione – conclude rivolto al centrosinistra – il governo Meloni va a gonfie vele”.
    “In questi anni si è affermato il principio che l’identità nazionale si afferma attraverso i respingimenti, alzando i muri. Non condivido l’analisi: l’identità italiana da Virgilio, che vede la fondazione della città attraverso un popolo di naufraghi, è di chi salva le vite non di chi fa respingimenti”. Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi, intevenendo in Aula al Senato dopo l’informativa del ministro Piantedosi sul naufragio a Cutro. “Nessuno si permetta di dire che l’altro fa sciacallaggio”, ha detto Renzi dopo che Michaela Biancofiore aveva accusato di questo le opposizioni. “Dopo la strage dell’aprile 2015 Giorgia Meloni chiese che io fossi indagato per strage di Stato. Qui nessuno ha chiesto che il Governo fosse indagato. E non dite che non si può chiedere le dimissioni, io non le ho chieste, ma Salvini lo ha fatto 137 volte per il ministro Alfano”. “In vari punti – ha quindi detto Renzi – non mi ha convinto”. Applausi da parte dei parlamentari delle opposizioni al termine del suo intervento.

    Naufragio, Fratoianni (SI): ‘Naufraga la politica dei porti chiusi e degli accordi con la Libia’

    “Vedo una scellerata corsa a sinistra per strumentalizzare e guadagnare consensi: grave che per bieco tornaconto politico si faccia passare l’idea che l’Italia lasci morire la gente in mare, grave che si faccia passare Meloni come mandante politica della strage, grave legare queste morti al decreto sulle Ong, nessuno di loro avrebbe potuto salvarle” così la capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli. “A chi dice che il decreto Ong impedisce i soccorsi, vorrei ricordare che riprende le posizioni del ministro Minniti ai tempi del governo Gentiloni, assunte su indicazioni di Renzi, segretario del Pd: avete proprio una bella faccia tosta. La stessa faccia tosta quando sventolavano i decreti Salvini e ogi dicono che portano la morte nel nostro Paese” ha spiegato il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, intervenendo al Senato dopo l’informativa del ministro Piantedosi sul naufragio di Cutro che sottolinea ancora: “Troviamo ammirevole l’entusiasmo, anche da parte della maggioranza, sull’Ue: là noi vediamo solo indifferenza. Noi vorremmo andare oltre. Perchè non coinvolgere la Nato in un controllo per stabilizzare i paesi del nord dell’Africa?”.”Non sono state salvate vite umane e il racconto propagandistico e securitario di questo governo si è infranto al largo di Crotone. Ciò che è accaduto a Cutro, lo scaricabarile successivo, l’errore nella catena di comando sono tutti fatti su cui si farà luce, ma c’è un elemento incontrovertibile che ha aperto una ferita profonda nel Paese: quelle famiglie in fuga dall’Afghanistan dei talebani, dal Pakistan degli insanabili conflitti, della Siria bombardata e terremotata, quei profughi provenienti da territori di guerra e disperazione, potevano essere salvati. E in un Paese civile, di fronte alla enormità di ciò che è accaduto, le responsabilità si accertano. Ministro, quei profughi affogati e abbandonati al largo di Crotone non sono carico residuale, come nel linguaggio burocratico a cui ci ha abituato. Anzi, a quei profughi che scappano dalla guerra la Costituzione italiana offre una protezione totale all’articolo 10, nella prima parte dove sono sanciti i diritti fondamentali, come ricordato del presidente Mattarella”. Lo ha detto la capogruppo del Pd in Senato, Simona Malpezzi, intervenendo in Aula dopo l’informativa del ministro Piantedosi sul naufragio a Cutro.
    Il dibattito alla Camera – “Alla fine quelle vite si potevano salvare, lo ha detto il comandante della Guardia Costiera di Crotone. Il governo deve essere indagato per strage colposa come disse anche Meloni il 14 aprile del 2015, dopo il naufragio a largo di Lampedusa. Ma allora il naufragio avvenne a 200 miglia dalla costa, questo a 200 metri”. Lo ha detto Peppe Provenzano (Pd), intervenendo dopo l’informativa del ministro Matteo Piantedosi alla Camera sul naufragio di Cutro. 

    Naufragio, Provenzano(Pd): ‘Chiediamo dimissioni Piantedosi, sue frasi marchio di infamia per istituzioni’

    “La segretaria Schlein come primo atto è venuta in commissione alla Camera ed ha usato i morti per chiedere le dimissioni dI Piantedosi, Salvini in quanto capo della guardia costiera e Giorgetti perchè a capo della guardia di finanza. E’ il solito film che in questo Paese vediamo da 30 anni: sono giorni che si parla di esposti in procura, giorni che qualcuno di fatto sta chiedendo l’intervento delle manette perchè non si sono vinte le elezioni”. Così Riccardo Molinari,capogruppo della Lega, in un passaggio del suo intervento alla Camera nel corso del dibattito sull’informativa di Piantedosi. “Avremmo voluto oggi un dibattito con toni differenti davanti a vittime innocenti, invece va in scena una strumentalizzazione per il solo gusto di chiedere le dimissioni. Signor ministro: lei ha la fiducia del nostro gruppo parlamentare, ha chiarito i termini della tragedia. Non è stata la prima ma vogliamo lavorare insieme perché sia l’ultima”. Lo ha detto il capogruppo di Fi alla Camera, Alessandro Cattaneo, intervenendo in Aula dopo l’informativa del ministro Piantedosi sul naufragio di Cutro.

    Naufragio, Baldino (M5s) ‘Salvini continua a scappare come un coniglio’

    “Dove è Matteo Salvini, perché continua a scappare dal parlamento come un coniglio e non si assume le sue responsabilità? Se ritiene di rispondere solo a se stesso si guardi allo specchio e si dimetta”. Lo ha detto la deputata M5s, Vittoria Baldino, alla Camera nel corso dell’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sulla tragica vicenda del naufragio di una imbarcazione carica di migranti al largo delle coste di Steccato di Cutro. Poi ha sottolineato che “l’autorità nazionale responsabile della convenzione Sar è il ministro Salvini che ha voluto la delega ai porti per continuare a padroneggiare sull’immigrazione”. “Anche oggi un’occasione sprecata per rispondere a domande precise: chi ha deciso che intervenisse la guardia di finanza invece che la guardia costiera?”. Lo ha detto la segretaria del Pd,

  • in

    Elly Schlein e Giorgia Meloni, unite dalla citazione di un libro femminista Usa

     “Ancora una volta non ci hanno visto arrivare”: sono state le prime parole di Elly Schlein, la notte della sua vittoria delle primarie del Pd. “Spesso non ti vedono arrivare”, ha detto oggi la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, dove è stata aggiunta la sua foto.    Ambedue hanno citato una frase femminista che è anche il titolo del libro della storica americana Lisa Levenstein: “They didn’t see us coming – La storia nascosta del femminismo negli anni 90”.    Levenstein è direttrice del programma di studi sulle donne, il genere e la sessualità e professore associato di storia all’UNC Greensboro (Carolina del Nord).    Nel volume traccia le origini del percorso con cui si sta costruendo una forte coalizione al livello internazionale, incentrata sulla crescente influenza di donne omosessuali, di colore e attiviste del sud del mondo. Il suo lavoro ha gettato le basi per il forte attivismo femminista visto negli ultimi movimenti, comprese le campagne Women’s March e #MeToo del 2017.    “They Didn’t See Us Coming”, il titolo originale del libro, mostra come le donne ai margini della società abbiano costruito un movimento all’alba dell’era digitale. 

    Agenzia ANSA

    Parla la scrittrice citata da Meloni e Schlein (ANSA)

  • in

    Levenstein, donne leader non per forza femministe

    “E’ interessante vedere quello che sta succedendo in Italia e come è stato evocato il titolo del mio libro”, dice Lisa Levenstein all’ANSA che le ha chiesto un commento sul fatto che oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parafrasato il titolo del suo libro “They Didn’t See Us Coming”, dopo che già Elly Schein lo aveva citato nella notte della sua vittoria alle primarie del Pd. Per la premier l’occasione è stata la presentazione del nuovo allestimento della “Sala delle donne” alla Camera, dove è stata aggiunta la sua foto. Per la prima volta nella storia della politica italiana ci sono due donne a guidare i due maggiori partiti di governo e opposizione, ma la femminista statunitense è molto cauta.    “La mia comprensione della storia del femminismo e della politica negli Stati Uniti e oltre, si pensi a Margaret Thatcher, per un altro esempio europeo, suggerisce che avere una donna in un ruolo di primo piano non significa necessariamente che ci sarà un cambiamento politico ed economico positivo per la maggioranza delle donne. C’è una lunga storia di donne conservatrici, che hanno guadagnato il potere grazie anche agli sforzi delle femministe per aprire il sistema politico ed economico alle donne ma che rifiutano la maggior parte delle posizioni femministe e istituiscono politiche di destra che sono dannose per le donne. Il solo fatto di avere una donna al potere non è necessariamente una vittoria per le donne. Se le donne conservatrici sostengono politiche che danneggeranno attivamente altre donne e i loro figli (cosa che fa la maggior parte dei politici di destra), allora non è una vittoria per il femminismo averle in carica”.    La situazione è più complessa. “Certo, è positivo per la società vedere che le donne possono essere altrettanto capaci degli uomini nei principali partiti politici, ma i vantaggi di quel messaggio sono superati dagli aspetti negativi quando quelle politiche attuano pratiche antifemministe che provocano danni reali alle donne e alle famiglie”.    Levenstein è direttrice del programma di studi sulle donne, il genere e la sessualità e professore associato di storia all’UNC Greensboro (Carolina del Nord). Nel volume traccia le origini del percorso con cui si sta costruendo una forte coalizione al livello internazionale, incentrata sulla crescente influenza di donne omosessuali, di colore e attiviste del sud del mondo. Il suo lavoro ha gettato le basi per il forte attivismo femminista visto negli ultimi movimenti, comprese le campagne Women’s March e #MeToo del 2017. “They Didn’t See Us Coming”, il titolo originale del libro, mostra come le donne ai margini della società abbiano costruito un movimento all’alba dell’era digitale. 

    Agenzia ANSA

    “Non ci hanno visto arrivare”, della storica di Lisa Levenstein (ANSA)

       

  • in

    8 marzo, Meloni : 'E' vicina l'ora di una donna presidente della Repubblica'

     “Qualsiasi cosa ho fatto nella mia vita, i più hanno scommesso sul mio fallimento. C’entra il fatto che sono una donna? Per me probabilmente sì. Lo racconto per dire che c’è una buona notizia. Alle donne di questa nazione voglio dire che il fatto di essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, dove è stata aggiunta la sua foto.
    “La sfida è quando avremo il primo Ad di una società partecipata statale donna, è uno degli obiettivi che mi do. Lo dico alla vigilia di una scelta importante per il governo. Il vero tetto di cristallo non si rompe arrivandoci ma dimostrando che si può fare molto bene, non dico meglio, dico molto bene”. 

    Agenzia ANSA

    Boldrini: “Una questione di cortesia istituzionale, di normale garbo istituzionale” (ANSA)

    “Ricordo gli sguardi quasi divertiti di molti colleghi la prima volta in cui sedetti sullo scranno più alto” della Camera come vicepresidente, “quell’aria che dice ‘adesso ci divertiamo’. Pensavo che a questo fosse dovuto la sorpresa della prima volta in cui presiedendo risposi a tono a un collega. Quell’idea che forse non ce l’avrei fatta era figlia della mia inesperienza nel ruolo o forse no. Per quei ruoli non esiste un corso di formazione: chiunque si ritrova a ricoprire ruoli di questo tipo lo fa con l’esperienza che si ricopre sul campo” ha detto Meloni . “Ho incontrato gli stessi sguardi quando sono diventata il primo presidente donna di un’organizzazione giovanile a destra – ha raccontato -, quando sono diventata il ministro più giovane della storia d’Italia, quando ho fondato un partito e persino quando qualche mese fa, con 30 anni di esperienza alle spalle sono diventata presidente del Consiglio”.
    “Non ci saranno più ruoli preclusi alle donne. Oggi rimuoviamo uno specchio e lo sostituiamo con una foto. Ma c’è un altro specchio che possiamo rimuovere, quel momento non è lontano come può sembrare”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, dove è stata aggiunta la sua fotografia, al posto dello specchio collocato in attesa della prima donna presidente del Consiglio. L’altro specchio rimasto, è quello dove ognuna si può rispecchiare immaginando di diventare la prima presidente della Repubblica.

    Agenzia ANSA

    “Non ci hanno visto arrivare”, della storica di Lisa Levenstein (ANSA)

    “L’8 marzo non deve essere una giornata di rivendicazioni di ciò che gli altri devono concedere alle donne, ma deve essere una giornata di orgoglio e consapevolezza di quello che noi possiamo fare, piaccia o no agli altri. Ed è esattamente il messaggio con cui mi sento di spronare tante donne che magari pensano di non poter andare oltre un determinato obiettivo. Invece devono ricordare, e faremo il possibile affinché abbiano gli strumenti, che con la volontà e la consapevolezza possono raggiungere qualunque tipo di obiettivo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, dove è stata aggiunta la sua foto. “Il mio impegno – ha spiegato la presidente del Consiglio – è per le donne italiane ogni giorno costrette ad affrontare difficoltà molto grandi per vedere affermato il proprio talento, vedere riconosciuti i loro sacrifici, così come è un mio impegno quotidiano trovare soluzioni perché le donne di questa nazione possano affermarsi pienamente, senza per questo fare rinunce di ogni genere, perché non è giusto”.
    La Sala delle Donne inaugurata nel 2016, nel corso della XVII legislatura, ospita i ritratti delle 21 deputate elette all’Assemblea costituente, delle prime 11 sindache elette tra la primavera e l’autunno del 1946 e delle donne che per prime hanno ricoperto le più alte cariche delle Istituzioni della Repubblica italiana. Nella sala si trovano poi i busti in terracotta di Annamaria Mozzoni, instancabile paladina dei diritti delle donne e pioniera della battaglia per il riconoscimento del suffragio femminile per il quale aveva presentato due mozioni in Parlamento nel 1877 e poi nel 1906, e di Salvatore Morelli, patriota mazziniano e deputato nelle legislature X e XIII del Regno d’Italia. Presentò anche la prima proposta di legge per l’abolizione della schiavitù domestica.

  • in

    Migranti, Schlein: 'Meloni torni in aula, basta guerra alle ong'

    “Sarebbe utile capire anche da Salvini cosa pensa di questa vicenda. La guardia costiera fa capo al suo ministero. Non faremo passi indietro su questo. Le vittime della strage, i familiari e il tutto il Paese meritano una risposta. Speriamo che presto Meloni torni in questa Aula, sappiamo che c’è un question time presto, non mancheranno occasioni per tornare a chiedere di fare luce”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, commentando l’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
    “Anche oggi un’occasione sprecata per rispondere a domande precise: chi ha deciso che intervenisse la guardia di finanza invece che la guardia costiera?”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, commentando l’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Oggi Piantedosi non ha risposto alla domanda: chi ha deciso che non intervenisse la guardia costiera?”.
     “Dopo il silenzio e l’assenza, Meloni svolge a Cutro un consiglio dei ministri. Voglio sperare che il governo non abbia in testa di portare a Cutro la riforma del reddito di cittadinanza, ignorando che è una delle province con le maggiori criticità in tema di qualità della vita. Sarebbe una ulteriore sberla alle fasce più povere. Non sarebbe tollerabile”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, parlando con i giornalisti in Transatlantico. 
    “Sarebbe opportuno abolire quel decreto che rende più difficili i salvataggi in mare. Scopriamo oggi, dalle parole del ministro, che una maggiore presenza delle ong sarebbe auspicabile. È il caso di smettere di fare la guerra alle ong e di chiedere una Mare nostrum europea, perché dove non intervengono la guardia costiera o le ong a cui quel decreto fa la guerra le persone continuano a morire”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, commentando l’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.   

  • in

    Meloni ringrazia Boldrini per la sua foto alla Camera: 'Non era scontato'

     “Grazie al presidente Fontana per aver voluto questa cerimonia. E grazie alla presidente Boldrini, non sapevo che questa iniziativa fosse sua, non era scontato e la ringrazio davvero”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, dove è stata aggiunta la sua fotografia.
    “Una questione di cortesia istituzionale, di normale garbo istituzionale”. Lo dice la deputata del Pd, Laura Boldrini, commentando le parole di ringraziamento che le ha rivolto la premier, Giorgia Meloni, in occasione della cerimonia nella Sala delle Donne alla Camera. L’istituzione della Sala, ricorda Boldrini, “risale al 2016, quando ho voluto rendere merito alle donne della Repubblica, restituendo loro la giusta visibilità, visto che nelle sale di Montecitorio c’erano solo busti e ritratti di uomini. Mi sembrava importante far capire a visitatori e visitatrici quale sia stato il contributo delle donne”. Nella Sala sono esposti i ritratti delle donne che per prime hanno ricoperto cariche istituzionali. Per i ruoli vacanti, ci sono degli specchi: “In questi anni ne abbiamo tolti diversi per sostituirli con i ritratti – conclude Boldrini – La presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Adesso c’è una presidente del consiglio, Giorgia Meloni. Resta ancora uno specchio per la prima presidente della Repubblica. Questi traguardi sono importanti se le donne che raggiungono i vertici si adoperano concretamente per migliorare le condizioni di vita delle donne che nel nostro Paese devono ancora affrontare pregiudizi e discriminazioni”.

    .   

  • in

    Schlein, Piantedosi ha sprecato occasione per dare risposta

    (ANSA) – ROMA, 07 MAR – “Anche oggi un’occasione sprecata per
    rispondere a domande precise: chi ha deciso che intervenisse la
    guardia di finanza invece che la guardia costiera?”. Lo ha detto
    la segretaria del Pd, Elly Schlein, commentando l’informativa
    del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Oggi Piantedosi
    non ha risposto alla domanda: chi ha deciso che non intervenisse
    la guardia costiera?”. (ANSA).   

  • in

    Autonomia: Galvagno, a Calderoli mostrerò ticket aereo 600 euro

    (ANSA) – PALERMO, 07 MAR – “Ho sentito il presidente del
    Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, mi ha detto
    che ha pagato 140 euro il volo per Roma, dove giovedì ci sarà
    l’incontro dei presidente dei Consigli con il ministro Calderoli
    sull’autonomia differenziata. Gli ho girato il biglietto che ho
    acquistato io: è costato 600 euro, e non è Pasqua e neppure
    Capodanno. Mostrerò il biglietto a Calderoli”. Così il
    presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno,
    conversando con l’ANSA a Palazzo dei Normanni.   
    Proprio questo pomeriggio all’Ars è in programma il dibattito
    parlamentare sul disegno di legge per l’autonomia differenziata,
    che nei giorni scorsi ha avuto il via libera dalla Conferenza
    delle Regioni. Il tema si lega con quello dell’insularità,
    principio inserito, alla fine della scorsa legislatura in
    Costituzione, ma bisogna ancora definire i contenuti. “In
    bilancio lo Stato, nell’ultima manovra, ha stanziato per
    l’insularità 100 milioni di euro – aggiunge Galvagno – Si tratta
    di una somma che non servirebbe neppure a calmierare,
    introducendo un cap, i prezzi dei voli aerei dalla Sicilia verso
    il resto del Paese”.   
    Sull’autonomia differenziata, Galvagno lancia un appello alle
    opposizioni all’Ars: “Dobbiamo cercare soluzioni in modo
    tempestivo, mi piacerebbe poter arrivare a Rona, all’incontro
    con Calderoli, con una proposta. Non servono sfogatoi o
    dibattiti incentrati su accuse sterili. Mi auguro che tutte le
    forze politiche esprimano il proprio punto di vista, facendo
    proposte sostenibili e valide, senza scrivere libri dei sogni
    solo per buttare fumo negli occhi dei siciliani”. “Dopo
    l’incontro con Calderoli – prosegue il presidente dell’Assemblea
    siciliana – probabilmente torneremo in aula a confrontarci”.   
    (ANSA).