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    Tortura: alla Camera la proposta di legge di FdI per abrogare il reato. Protestano le opposizioni

    Nuovo scontro tra maggioranza e opposizione sulla giustizia. Oggetto della discussione è una proposta di legge per abrogare il reato di tortura introdotto nell’ordinamento italiano nel 2017 dopo un tormentato iter parlamentare. A presentarla sono alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, prima firmataria Imma Vietri.Contro la legge Ilaria Cucchi si appella al capo dello Stato Sergio Mattarella.
    Con il provvedimento, assegnato in Commissione Giustizia della Camera, si intendono di fatto abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che introducevano il reato e si lascia in piedi solo una sorta di aggravante all’articolo 61 del codice penale.
    “L’incertezza applicativa in cui è lasciato l’interprete” con le norme introdotte nel 2017, “potrebbe comportare la pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all’applicazione della legge, in particolare del personale delle Forze di polizia che per l’esercizio delle proprie funzioni – spiegano i firmatari nella relazione delle Pdl – è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica”. Se non si abrogassero gli articoli 613-bis e 613-ter, si legge ancora “potrebbero finire nelle maglie del reato in esame comportamenti chiaramente estranei al suo ambito d’applicazione classico, tra cui un rigoroso uso della forza da parte della polizia durante un arresto o in operazioni di ordine pubblico particolarmente delicate o la collocazione di un detenuto in una cella sovraffollata”.
    “Ad esempio, gli appartenenti alla polizia penitenziaria rischierebbero quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate”. “Il rischio di subire denunce e processi strumentali – osservano i deputati di FdI – potrebbe, inoltre, disincentivare e demotivare l’azione delle Forze dell’ordine, privando i soggetti preposti all’ applicazione della legge dello slancio necessario per portare avanti al meglio il loro lavoro, con conseguente arretramento dell’attività di prevenzione e repressione dei reati e uno scoraggiamento generalizzato dell’iniziativa delle Forze dell’ordine”. Secondo i firmatari che sono, oltre a Imma Vietri anche Amich, Cangiano, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Iaia, La Porta, Longi, Maiorano, Michelotti e Tremaglia, le pene previste per il reato sono anche “chiaramente sproporzionate rispetto ai reati che puniscono nel codice attualmente tali condotte (percosse, lesioni, minaccia eccetera) e non giustificate dall’andamento della situazione criminale in Italia”. “Alla luce di tali considerazioni, per tutelare adeguatamente l’onorabilità e l’immagine delle Forze di polizia, che ogni giorno si adoperano per garantire la sicurezza pubblica rischiando la loro stessa vita e per evitare le pericolose deviazioni che l’applicazione delle nuove ipotesi di reato potrebbe determinare, la presente proposta di legge – si sottolinea ancora nella relazione – prevede l’introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali” e “la contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura di cui rispettivamente agli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale”.

    Agenzia ANSA

    Chiesta di nuovo abolizione isolamento diurno e riesame 41bis. Nordio: ‘Carceri sovraffollate, ma ridurremo la criticità’ (ANSA)

    Forte la reazione della senatrice di Sinistra Italiana-Alleanza Verde Ilaria Cucchi, che si appella al capo dello Stato affinché non si cancelli dall’ ordinamento l’aggaravante del reato di tortura “come invece intende fare Fratelli d’Italia” con una pdl depositata alla Camera e asegnata in Commissione Giustizia. “E’ notizia di queste ore la sospensione di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura di tortura di Stato nei confronti di 3 detenuti e nelle stesse ore veniamo a conoscenza dell’assegnazione in Commissione Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole abrogare la tortura. Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente e voltarsi dall’altra parte è già questa una violazione dei diritti umani e lo so perchè l’ho provata sulla mia pelle. Più di un giudicie, prima dell’introduzione di questa legge si è trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva. Abbiamo lottato per la sua introduizione e ora rivolgo un appello a tutte le forze politiche soprattutto al presidente della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la tortura”, dichiara la senatrice che aggiunge: “Chi ha paura del reato di tortura legittima la tortura”.

    Agenzia ANSA

    Sono stati sospesi dal servizio 23 agenti della polizia penitenziaria di Biella, in esecuzione di un’ordinanza del gip, per il reato di tortura di stato, commesso all’interno del carcere nei confronti di tre detenuti. (ANSA)

    Malpezzi: Meloni vuole colpire diritti umani? “È agghiacciante la proposta di FdI di cancellare il reato di tortura. Meloni dica qualcosa: il suo governo e la sua forza politica vogliono attaccare una norma in difesa dei diritti umani?” Così su Twitter, la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi.
    Bazoli (Pd): grave che Fdi voglia abolire reato. “È gravissimo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia abbiano presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura. Non ci siamo dimenticati di quando l’attuale presidente del Consiglio dichiarò che con quel reato si “impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”. Il reato di tortura c’è in tutti gli ordinamenti democratici, è richiesto dalle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani, siamo uno degli ultimi paesi occidentali che l’hanno introdotto. L”idea di abrogarlo rivela un’idea preoccupante e pericolosa dell’uso del potere e della forza da parte della destra. La difesa dello stato di diritto, e la difesa delle nostre forze dell’ordine, non può tollerare che lo si metta in discussione”. Lo dichiara Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato.

    Agenzia ANSA

    Si riaccende il dibattito sulle detenute madri. Renzi: “Uscite da Bar”. Zan: “Fdi vuole rendere i bambini orfani” (ANSA)

    Bonelli-Dori: la destra continua a mostrare il suo vero volto. “Fratelli d’Italia vuole far sparire il reato di tortura, infatti ha presentato una proposta di legge, la numero 623, in cui chiede l’abolizione del reato di tortura previsto dall’articolo 613bis del Codice Penale, che appunto norma questo reato. Eliminare la parola ‘tortura’ dal nostro codice è un atto che oltre ad essere vergognoso, fa pensare drammaticamente ai tempi del fascismo e del nazismo con la totale assenza di tutela dei diritti umani. Si tratta di un’azione gravissima che va contro la Convenzione ONU del 1984 contro la tortura, ratificata dall’Italia con la legge n. 498/1988, che prevede l’obbligo per gli Stati di legiferare affinché qualsiasi atto di tortura sia espressamente e immediatamente contemplato come reato nel diritto penale interno. Questa destra sta dimostrando, ancora una volta, qual è il suo vero volto”. Lo affermano in una nota Angelo Bonelli co-portavoce nazionale di Europa Verde e il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Commissione Giustizia Devis Dori.”Il sospetto che prima o poi questa destra avrebbe messo mano al reato di tortura lo avevamo da tempo – aggiungono – lo scorso 11 gennaio ho interrogato il Ministro Nordio relativamente ai fatti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, in cui ho ricordato le parole che allora pronunciò l’attuale sottosegretario Delmastro Delle Vedove in cui chiedeva addirittura un encomio per le forze dell’ordine che hanno selvaggiamente picchiato i detenuti. O anche le parole del Viceministro Bignami, che nel dicembre scorso atttaverso il concetto di “reiterazione” ipotizzava di fatto di rendere il reato inapplicabile”. “Si tratta di una proposta inaccettabile e in violazione di convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese. Avevo già chiesto al Ministro Nordio di impedire affermazioni, delle fughe in avanti, di alcuni membri esponenti di questo Governo su questo tema e lo chiedo ancora con forza”, conclude Dori.
     Ascolta “Tortura nel carcere di Biella, 23 agenti sospesi dal servizio” su Spreaker

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    Cirielli: “Se la madre è condannata e in carcere si tolga la patria potestà”

    Si riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizioni sulle detenute madri, con la proposta di Cirielli per togliere la patria potestà alle madri condannate.
    “Se una madre viene condannata e finisce in carcere le si deve togliere la patria potestà, visto che se si va in carcere vuol dire che si è commesso un reato grave punibile con almeno 5 anni. Diverso invece il disorso per la madre che è in carcere per custodia cautelare. In quel caso va bene la detenzione attenuata che può essere trascorsa o negli Icam o nelle case famiglia”, ha detto il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (Fdi) commentando così la proposta di legge presentata ieri dalla Lega dopo lo scontro con il Pd sulle madri detenute in carcere.
    “Non conosco nel dettaglio la pdl della Lega – osserva Cirielli – occupandomi io ora di Esteri e non più di giustizia, ma quello della patria potestà tolta alle condannate era oggetto di un mio progetto di legge presentato nella scorsa legioslatura. Una posizione che comunque mi sento di confermare anche oggi”.
    Il primo a replicare al viceministro è Matteo Renzi. “Togliere la patria potestà alle madri condannate significa capire poco di diritto ma significa soprattutto non capire nulla di umanità. I membri del governo Meloni devono smetterla con queste uscite da bar e pensare a governare, se ci riescono”.
    “Fratelli d’Italia continua ad accanirsi contro i bambini. Oggi Cirielli vuole togliere la patria potestà alle madri detenute. Quindi una donna che sbaglia, oltre la pena, deve perdere i figli, rendendo di fatto un bambino orfano della madre. Siamo alla follia”, commenta su Twitter Alessandro Zan, deputato Pd e relatore della proposta di legge sulle detenute madri.
    “Vogliono togliere la patria potestá alle madri in carcere per legge, abolire il reato di tortura e chi più ne ha più ne metta: la classe dirigente di Fdi è disarmante, la presidente Meloni li fermi, è inaccettabile”, scrive su Twitter Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia Viva al Senato.

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    Fi: Barelli nuovo capogruppo Camera, Ronzulli resta al Senato

    “Al fine di arrivare pronti alle prossime elezioni europee, con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale, ho ritenuto di nominare al fianco di Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo quale Vice Coordinatore Nazionale di Forza Italia con la delega alla organizzazione territoriale del partito .In virtù di tale lavoro, che ci vedrà impegnati quotidianamente per sostenere le nostre battaglie in vista dell’importante appuntamento con le elezioni europee, indico quale nuovo Capogruppo alla Camera Paolo Barelli e confermo quale Capogruppo al Senato la Sen. Licia Ronzulli”. Lo scrive in una nota Silvio Berlusconi.
    Ronzulli, riconfermata al Senato, perde però il coordinamento della Lombardia. Al suo posto, si legge nella nota di Berlusconi, viene nominato il forzista Alessandro Sorte.
    “Per dare pieno supporto al lavoro” che attende Forza Italia in vista delle elezioni europee “con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale”, Silvio Berlusconi ha provveduto a nominare sette nuovi Coordinatori Regionali. Si tratta: – Per la Basilicata: Sen. Maria Elisabetta Casellati; – per l’Emilia Romagna: On. Rosaria Tassinari; – per la Lombardia: On. Alessandro Sorte; – per il Molise: Sen. Claudio Lotito; – per la Sicilia: Dott. Marcello Caruso; – per la Toscana: Dott. Marco Stella; – per il Veneto: On. Flavio Tosi.   

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    Fosse Ardeatine, Meloni: “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Anpi e opposizioni attaccano

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguito dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ha reso omaggio alle vittime nel giorno del 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. È così iniziata la cerimonia, alla presenza del Capo dello Stato. Sul palco, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.

    Nell’assoluto silenzio, con molta commozione dei familiari presenti, sono stati scanditi tutti i 335 nomi delle vittime della strage nazista delle Fosse Ardeatine durante la cerimonia al Mausoleo. Sullo schermo i volti in bianco e nero dei martiri. Il silenzio è poi esploso, alla termine della lettura del lungo elenco, in un applauso. Mattarella, con le altre istituzioni presenti, ha deposto una corona di alloro sulla lapide in omaggio ai martiri e, alla conclusione della cerimonia, ha visitato le grotte e il sacrario.
    Ma è polemica sulle parole del messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella – ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio nell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine -. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”. 
    “La presidente del Consiglio ha affermato –  nota il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo  – che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi ‘solo perché italiani’. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti”.
    “Siamo apartitici e non usiamo commentare le dichiarazione del presidente del Consiglio. Ma la storia dice che questo eccidio è stato compiuto dai tedeschi con la piena collaborazione dei fascisti che hanno stilato una lista di 50 nomi, dove c’era anche mio nonno Pilo Albertelli. Oltre questo, presero ebrei e antifascisti”. Lo dice all’ANSA il presidente dell’Associazione nazionale famiglie italiane martiri (Anfim), Francesco Albertelli. “La storia è questa: mio nonno assieme ad altre 50 persone alle Fosse Ardeatine è stato mandato dai fascisti”, ha sottolineato Albertelli.
    “No presidente Meloni: 335 persone non furono trucidate dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine solo perché erano italiani – ha scritto su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra -. Perché erano italiani ed antifascisti, ebrei, partigiani. Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere quella parola? ANTIFASCISTA”. 
    Su Twitter Chiara Braga, deputata Pd e segretaria di Presidenza della Camera, che scrive: “335 martiri in una cava poco lontano dalle case. Non perché italiani ma perché partigiani, politici, ebrei, dissidenti, insieme a tante donne e uomini liberi, uccisi per rappresaglia. La notte più buia della violenza nazifascista. Mai più”. 
    “Le 335 vite spente alle Fosse Ardeatine erano di italiani, certamente, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste alleate di altri italiani rinserrati a Salò, sede della Repubblica sociale guidata da Benito Mussolini. Quelle vite erano state prelevate da un braccio di Regina Coeli dove erano stati rinchiusi antifascisti, liberali, ebrei,dissidenti. È la storia. Rimuoverla o distorcerla equivale a negarla. La presidente Meloni ha perso un’altra occasione per pacificare e pacificarsi. Gli rimane il 25 aprile, ma, ancora di più, il 2 giugno, che del 25 aprile fu il frutto più maturo e rigoglioso. Provi qualche volta a sostituire la Nazione con la Repubblica: scoprirà tutta un’altra storia’, afferma la deputata di Azione Daniela Ruffino.
    Da Bruxelles, al vertice Ue, la premier risponde ad una domanda sulle polemiche: “Li ho definiti italiani, che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Sono stata onnicomprensiva…”. 
    Gualtieri: “C’è il dovere di coltivare la memoria””Una cerimonia toccante. Uno degli eccidi più drammatici e tragici della nostra storia in cui tutta la violenza del nazifascismo si è scatenata contro cittadini di cui abbiamo visto i nomi e i volti scorrere con le loro foto. È stato un momento davvero toccante”: così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a margine della cerimonia in ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine al 79esimo anniversario dell’eccidio. “Abbiamo il dovere di coltivare e praticare la memoria, di onorare i caduti della tragica pagina delle stragi del nazifascismo – ha sottolineato Gualtieri -. Oggi la presenza del Capo dello Stato ha dato un grandissimo rilievo. Noi come amministrazione siamo impegnati nella cura di questo luogo: una politica arriva della memoria”.
    La Russa: “Tra le pagine più brutali della storia””Oggi l’Italia rende omaggio a 335 vite spezzate dalla furia nazista. Ricordare e tramandare la memoria dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è un dovere di tutti perché quanto avvenne il 24 marzo 1944 rappresenta una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia”. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa.
    Tajani: “Tenere viva la memoria combattendo l’odio””79 anni fa, 335 italiani tra prigionieri politici, dissidenti, ebrei e militari vennero uccisi per rappresaglia dai nazisti. Teniamo viva la memoria di quel martirio continuando a combattere odio, violenza e discriminazioni”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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    Podolyak conferma, 'a Bakhmut prepariamo la controffensiva'

     Da Bakhmut “non ci ritiriamo”. Lo ha ribadito in un’intervista all’ANSA Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, spiegando che “ci sono battaglie abbastanza intense in tutte le direzioni, allo stesso tempo noi stiamo compiendo lì una missione importante, stiamo eliminando il resto delle forze russe, quelli che sono ancora in grado di combattere. Ma stiamo anche accumulando le nostre risorse e stiamo completando le nuove brigate per la controffensiva”. E conferma: “Sì, si stanno studiando possibili scenari previsti dalla stato maggiore, di cui non possiamo ovviamente dare dettagli, ma ci sono. E noi ci prepariamo in due sensi: da una parte ci difendiamo e dall’altro ci prepariamo per la controffensiva”. (ANSA).   

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    Cirielli,se la madre è condannata si tolga la patria potestà

    (ANSA) – ROMA, 24 MAR – “Se una madre viene condannata e
    finisce in carcere le si deve togliere la patria potestà, visto
    che se si va in carcere vuol dire che si è commesso un reato
    grave punibile con almeno 5 anni. Diverso invece il disorso per
    la madre che è in carcere per custodia cautelare. In quel caso
    va bene la detenzione attenuata che può essere trascorsa o negli
    Icam o nelle case famiglia”. Il viceministro degli Esteri
    Edmondo Cirielli, commenta così la proposta di legge presentata
    ieri dalla Lega dopo lo scontro con il Pd sulle madri detenute
    in carcere. “Non conosco nel dettaglio la pdl della Lega –
    osserva Cirielli – occupandomi io ora di Esteri e non più di
    giustizia, ma quello della patria potestà tolta alle condannate
    era oggetto di un mio progetto di legge presentato nella scorsa
    legioslatura. Una posizione che comunque mi sento di confermare
    anche oggi”. (ANSA).   

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    Bersani: “Rientrerò nel Pd ma in punta di piedi”

    (ANSA) – TRIESTE, 24 MAR – “Penso che entrerò” nel Pd “ma in punta di piedi”. Lo ha detto all’ANSA Pierluigi Bersani, a margine di un incontro elettorale a Cervignano (Udine).    “Bisogna proseguire la fase di apertura che si è avviata – ha precisato – e mostrarsi più generosi nel costruire un’alternativa a questa destra”.   

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    Cucchi, mi appello a Capo Stato,giù le mani da reato tortura

    (ANSA) – ROMA, 24 MAR – La senatrice di Sinistra
    Italiana-Alleanza Verde Ilaria Cucchi si appella al capo dello
    Stato affinché non si cancelli dall’ ordinamento l’aggaravante
    del reato di tortura “come invece intende fare Fratelli
    d’Italia” con una pdl depositata alla Camera e assegnata in
    Commissione Giustizia. “E’ notizia di queste ore la sospensione
    di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura
    di tortura di Stato nei confronti di 3 detenuti e nelle stesse
    ore veniamo a conoscenza dell’ assegnazione in Commissione
    Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole
    abrogare la tortura. Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che
    la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente
    e voltarsi dall’altra parte è già questa una violazione dei
    diritti umani e lo so perchè l’ho provata sulla mia pelle. Più
    di un giudicie, prima dell’introduzione di questa legge si è
    trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva.   
    Abbiamo lottato per la sua introduizione e ora rivolgo un
    appello a tutte le forze politiche soprattutto al presidente
    della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la
    tortura”, dichiara la senatrice che aggiunge: “Chi ha paura del
    reato di tortura legittima la tortura”. (ANSA).