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    Molinari,elezione diretta premier con garanzie per il Parlamento

    (ANSA) – ROMA, 09 MAG – “Nel programma del centrodestra c’era
    l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e quindi
    quello è l’accordo che c’é. Se la premier Meloni vuol proporre
    altro, quindi si passa non all’elezione del presidente della
    Repubblica, come ha sempre detto lei, ma all’elezione diretta
    del Presidente del Consiglio, la Lega chiede garanzie per il
    ruolo del Parlamento”. Lo afferma Riccardo Molinari, capogruppo
    della Lega alla Camera, ad Agorà su Rai Tre, (ANSA).   

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    Meloni,impegno per non dimenticare mai le vittime del terrorismo

    (ANSA) – ROMA, 09 MAG – Oggi l’Italia celebra il Giorno della
    Memoria delle vittime del terrorismo interno e internazionale e
    delle stragi di tale matrice e si stringe ai famigliari e ai
    cari di ognuna di loro. L’impegno per non dimenticare quanto
    accaduto non deve mai esaurirsi, ed è preciso dovere delle
    Istituzioni proseguire anche sul cammino della verità per
    illuminare quelle pagine rimaste purtroppo ancora oscure e che
    attendono di essere conosciute pienamente”. Lo afferma la
    presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.   
    “Il 9 maggio di 45 anni fa, cinquantacinque giorni dopo il
    suo sequestro e la strage di via Fani, le Brigate Rosse uccisero
    Aldo Moro. Il terrorismo – dice ancora la premier – toccò il suo
    punto più alto di aggressione allo Stato, colpendo al cuore le
    Istituzioni democratiche e scrivendo una delle pagine più cupe
    della storia della nostra Repubblica. Il barbaro assassinio di
    Moro ferì profondamente la Nazione e ne lacerò il tessuto
    sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e
    coesione. Quell’unità e quella coesione senza le quali lo Stato
    non avrebbe avuto la forza necessaria per combattere e
    sconfiggere il terrorismo e l’eversione”. (ANSA).   

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    La Camera approva la mozione di maggioranza sul nucleare

    (ANSA) – ROMA, 09 MAG – Via libera dell’Aula della Camera
    alla mozione di maggioranza che impegna il governo, tra l’altro,
    “al fine di accelerare il processo di decarbonizzazione
    dell’Italia, a valutare l’opportunità di inserire nel mix
    energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e
    pulita per la produzione di energia”.   
    Il testo approvato a Montecitorio chiede al governo di
    “valutare in quali territori al di fuori dell’Italia la
    produzione di energia nucleare possa soddisfare il fabbisogno
    nazionale di energia decarbonizzata e a valutare l’opportunità
    di promuovere e favorire lo sviluppo di accordi e partnership
    internazionali tra le società nazionali e/o partecipate
    pubbliche e le società che gestiscono la produzione nucleare al
    fine di poter soddisfare il suddetto fabbisogno nazionale”.   
    (ANSA).   

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    Meloni, confronto con le opposizioni sulle riforme improrogabili

    (ANSA) – ROMA, 09 MAG – “Oggi una giornata di confronto con
    le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del
    Presidente. Il Governo dialogherà con i rappresentanti dei
    partiti sulle riforme istituzionali necessarie all’Italia.   
    Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel
    corso di quello che consideriamo un confronto importante per la
    nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il
    bene dei cittadini e della Nazione”. Lo scrive sui social la
    premier Giorgia Meloni. (ANSA).   

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    Riforme, Meloni: ‘Confronto su misure improrogabili’

    “Oggi una giornata di confronto con le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del Presidente. Il Governo dialogherà con i rappresentanti dei partiti sulle riforme istituzionali necessarie all’Italia. Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel corso di quello che consideriamo un confronto importante per la nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il bene dei cittadini e della Nazione”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni.

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    L’operaio armocromista dona a Schlein una giacca blu di Fincantieri

    Divertente siaprietto a Castellammare di Stabia dove la segretaria del Pd Elly Schlein, impegnata in un tour elettorale in Campania a sostegno dei candidati sindaci alle prossime amministrative, ha voluto incontrare i trenta operai di Fincantieri che si sono iscritti al partito dopo la sua elezione.
    Uno degli operai, prendendo la parola, le ha regalato la giacca blu da operaio: “Quale miglior colore del blu dei lavoratori”, ha detto l’operaio che si è offerto di essere il suo “armocromista”, tra le risate e gli applausi dei suoi colleghi. La Schlein ha quindi indossato la giacca, sorridendo, posando poi per una foto insieme a un gruppo di lavoratori.

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    Meloni: “Ho il mandato per fare le riforme, niente aventini”

    “Voglio fare una riforma ampiamente condivisa ma la faccio perchè ho avuto il mandato dagli italiani e tengo fede a quel mandato: voglio dire basta ai governi costruiti in laboratorio, dentro il Palazzo, ma legare chi governa al consenso popolare”. Dal palco di Ancona, Giorgia Meloni ribadisce la sua ferma determinazione ad andare sino in fondo nella partita delle riforme costituzionali avvertendo le opposizioni: “non accetto atteggiamenti aventiniani o dilatori” Parole forti alla vigilia del confronto tra governo e opposizioni, che sembra pòartire in salita.

    IL PODCAST

     Al di là delle tesi della premier, nella maggioranza emergono evidenti forti differenze tra falchi e colombre: una spaccatura non tanto sul modello da adottare, quanto sulla strategia da intraprendere per raggiungere il risultato finale. Oltre a Fratelli d’Italia, anche la Lega ritiene che, pur di ottenere il presidenzialismo, si possa andare avanti da soli, forzando i veti di chi non ci sta, mentre Forza Italia auspica che si trovi un’intesa bipartisan su un testo il più condiviso possibile. Riecheggando le parole di Meloni, Matteo Salvini osserva che “il massimo sarebbe che se metti mano alla Costituzione lo fai tutti insieme”. Però, poi, aggiunge: “Se qualcuno continuerà a dire no a qualsiasi proposta, alla fine saranno gli italiani a metterci il timbro e ad autorizzarlo”. Più cauto, invece, l’altro vicepremier, Antonio Tajani: “Per quanto riguarda le riforme – osserva il coordinatore nazionale azzurro – vogliamo ascoltare le proposte delle opposizioni: si devono scrivere insieme. Siamo pronti a lavorare in parlamento per garantire più stabilità in Italia perché questo significa essere più credibili”.
    Anche il Pd sembra freddo: la segreteria dem ammonisce l’esecutivo perchè questo appuntamento non sia un modo “per distrarre l’attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr”. “Ora – osserva Giuseppe Conte – vediamo cosa ci dirà il governo: se sarà un prendere o lasciare il proprio progetto, che peraltro ha già annunciato e che a me sembra molto avventuroso, allora sarà il governo che vorrà rompere il dialogo con il Movimento 5 Stelle”.
    Scintille anche sul fronte dell’autonomia: il Coordinamento per la democrazia costituzionale (Cdc), annuncia di aver raccolto le firme necessarie per presentare una legge costituzionale di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata voluta dal governo. Insomma, in un clima di generale scetticismo, da mezzogiorno sino alle otto di sera, nella biblioteca del presidente, una sala al primo piano di Montecitorio, si terrà un confronto che comunque sarà ai massimi livelli: per il governo ci sarà la premier, i vicepremier, il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, quello per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini. Stesso discorso sul fronte dell’opposizione: ci saranno tutti i leader, compreso il Presidente dei Cinque Stelle.
    Al di là delle sfumature dialettiche, la maggioranza si trova davanti a un bivio: c’è chi punta al blitz, all’approvazione di un testo a colpi di maggioranza, e chi invece vorrebbe raggiungere un accordo ampio, vedendo chiari i possibili rischi politici di un muro contro muro sulle modifiche costituzionali. Due impostazioni diverse che partono da due modi opposti di prevedere l’esito del referendum confermativo. I fautori della prova di forza sono convinti di poter vincere a mani basse una consultazione popolare a favore di un cambio di regole sulla forma di governo che il Paese attende da decenni. Di contro, i sostenitori della linea prudente, memori dell’esperienza vissuta da Matteo Renzi, sembrano più pessimisti, e temono che una sconfitta al referendum possa rappresentare uno scoglio contro cui potrebbe infrangersi il governo e la maggioranza che lo sostiene.
    Cambia il calendario del tavolo, prima i 5s – E’ stato aggiornato il calendario degli incontri della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con le delegazioni delle forze politiche di opposizione in merito al tema delle riforme costituzionali. I primi ad essere ricevuti saranno i 5 Stelle, dalle 12:30 alle 14:00. Dalle 14:00 alle 14:45 sarà la volta del gruppo per le Autonomie e Componente Minoranze Linguistiche; alle 15:15, per un’ora, il turno di Azione – Italia Viva – Renew Europe mentre per mezz’ora, dalle 16:15 alle 16:45 verrà ricevuta la Componente +Europa. Dalle 17:30 alle 18:30 toccherà quindi al gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Il giro di consultazioni con le opposizioni terminerà alle 18.30 (fino alle 19.45) con la delegazione del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista.

    Agenzia ANSA

    Conte: ‘Governo bulimico sulle nomine’. Le Regioni chiedono un incontro a Meloni sulle riforme. Martedì comincia il confronto governo-opposizione 

    Riforme, Tajani: ‘Sara’ un confronto costruttivo’

    La posizione del Pd: va bene il tavolo ma non l’elezione diretta del premier
    “Sediamoci al tavolo, possiamo ragionare su ipotesi che garantiscano maggiore governabilità e rappresentanza, ma diciamo no all’elezione diretta del presidente del consiglio e tantomeno del presidente della Repubblica”. In base a quanto si è appreso da alcuni partecipanti alle riunioni di oggi del Pd, è la posizione della segretaria Elly Schlein, in vista dell’incontro di domani con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, sulle di riforme. Il tema – è il ragionamento emerso negli incontri – non è come si garantiscano i pieni poteri alla donna sola al comando, ma come si possa migliorare l’assetto istituzionale. La proposta del Pd si rifarebbe al modello del cancellierato tedesco, con l’introduzione della sfiducia costruttiva e del potere di nomina e revoca dei ministri da parte del premier. Forte scetticismo è emerso di fronte a una eventuale proposta di bicamerale o di assemblea costituente, anche perché – è la riflessione – rischierebbe di trascinare il Paese in mesi e mesi di discussioni, mettendo in secondo piano le vere priorità, come lavoro e sanità. La linea del Pd, in ogni caso, sarà chiarita da Schlein nel corso dell’incontro con Meloni e sarà frutto della sintesi che farà la segretaria, anche alla luce di quanto emerso negli incontri di oggi con i componenti della segreteria e con i parlamentari dem che fanno parte delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. Ancora in corso la definizione della delegazione Pd che domani parteciperà all’incontro con Meloni. Dovrebbe essere composta dalla segretaria, dal capogruppo al Senato Francesco Boccia, dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga e dal responsabile Riforme del Pd, Alessandro Alfieri.

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    Droni sull’Ucraina, ‘è l’attacco più grave su Kiev’

       Alla vigilia del 9 maggio la Russia prova con più forza a ferire la capitale ucraina lanciandogli contro “l’attacco con droni più massiccio dall’inizio della guerra”, nell’ennesima notte di esplosioni che hanno tenuto svegli i cittadini per quattro lunghe ore di allarme aereo. Nonostante tutti e 35 gli Uav Shahed spediti contro Kiev siano stati abbattuti dalla contraerea, i detriti hanno provocato 5 feriti e danni a edifici residenziali, auto e giardini in città.    Ma non è solo la capitale ad aver sofferto l’ennesimo attacco su vasta scala nel Paese: la Russia ha lanciato fino a 8 missili da crociera X-22 nella regione di Odessa, alcuni dei quali non hanno raggiunto l’obiettivo devastando un magazzino di un’impresa alimentare e provocando un morto e tre feriti. La Croce Rossa ha poi denunciato che nell’attacco alla città del sud è stato colpito anche un loro magazzino, provocando un incendio “che ha completamente distrutto gli aiuti umanitari per la regione”. “Un’altra violazione del diritto internazionale”, ha commentato Kiev.    In totale, sono stati 60 i droni lanciati sull’Ucraina nella notte, oltre agli attacchi missilistici su città e regioni tra cui Kharkiv e Nikolaev. Nella giornata sono poi proseguiti i bombardamenti dell’artiglieria russa, che hanno ferito otto persone, tra cui un bambino di nove anni, in due villaggi a Kherson.    Da parte loro i russi hanno denunciato che le bombe sono tornate a sconfinare nella regione di Belgorod, dove il governatore Vyacheslav Gladkov ha riferito che “Shebekino è stata colpita da massicci bombardamenti delle forze armate ucraine”, che hanno provocato quattro feriti.    Sono giorni che si intensificano gli attacchi in tutta l’Ucraina, così come i bombardamenti sulla Crimea e sui territori russi. Tanto che la Farnesina è tornata a raccomandare agli italiani di lasciare il Paese. Perché la guerra non accenna a fermarsi, mentre si continua a combattere al fronte, compresa Bakhmut, dove secondo l’esercito ucraino Mosca ha perso almeno 100.000 soldati dall’inizio dello scontro. Il comandante dell’unità di terra ucraino Mykola Volokhov ha rivendicato un avanzamento di un chilometro sulla città, ma resta l’aspra battaglia per la simbolica conquista della città. Nel frattempo, si attende la controffensiva ucraina, cui la Russia si prepara con postazioni difensive e procedendo nelle “evacuazioni” dei territori al fronte nella regione di Zaporizhzhia. Ma oltre a evacuare, Mosca mobilita: secondo il sindaco in esilio di Mariupol, Vadim Boychenko, i russi hanno cominciato l’arruolamento nella città occupata all’inizio della guerra. “Il nemico prevede di arruolare uomini fino ad agosto”, ha affermato.