“Avviando la fase costituente ci siamo posti l’esigenza di allargare la discussione e la partecipazione nella costruzione del nuovo Pd. Non voglio entrare sull’opportunità della scelta politica se farle o meno anche on line, ma semplicemente invitare tutti ad astenersi dall’insinuare dubbi sulla capacità di poterle organizzare in tutta sicurezza e trasparenza. Le primarie fisiche ai gazebo o nei circoli rappresentano un pilastro ma lo statuto consegna nelle mani della Direzione la possibilità di affiancare altre modalità telematiche di coinvolgimento degli elettori”. Così Stefano Vaccari responsabile organizzazione del Pd.
“A noi più che il quando interessa il come agevolare la più ampia partecipazione possibile”, dice la candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein alla Stampa lanciando l’idea di primarie dem anche online. “Le primarie sono una caratteristica identitaria del Pd – spiega Schlein – che è nato all’insegna della partecipazione, dell’apertura verso l’esterno. In questo momento il rischio maggiore è la disaffezione e io credo che per combatterla sia necessario ampliare gli strumenti di partecipazione”.
“Un partito che non ha radicamento sul territorio, che non ha circoli dove i militanti si ritrovano e discutono e non fa le feste dell’Unità ma che vota on line c’è già, ma non è il nostro – afferma Pina Picierno, europarlamentare del Pd -. Noi vogliamo partecipazione e coinvolgimento dei nostri iscritti e dei nostri elettori: ma che sia reale, non virtuale. La proposta di voto online lanciata da Elly Schlein è per questo sbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabile a poche settimane dal voto: significherebbe non garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rosseau del Movimento Cinque Stelle. Un’operazione che avverrebbe in spregio alla militanza nelle migliaia di circoli sparsi su tutto il territorio nazionale. Ridiscutere le modalità di partecipazione attiva e passiva ogni settimana risulta dannoso per la credibilità del percorso congressuale e più in generale del partito che ha individuato nel rispetto e della stabilità delle regole uno dei suoi tratti distintivi. Stefano sta girando l’Italia in lungo e in largo con decine e decine di iniziative per incontrare, rimobilitare e attivare più cittadini possibili. Un lavoro faticoso e difficile ma necessario. Secondo noi il Partito Democratico soltanto così potrà rilanciarsi. Non con una campagna elettorale congressuale fatta dal salotto di casa davanti a una telecamera accesa sui social”.
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