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Covid: fonti, Ipcr non aveva mandato su obbligo test in Ue

(ANSA) – BRUXELLES, 05 GEN – Il meccanismo integrato
europeo di risposta alle crisi (Ipcr), convocato ieri a
Bruxelles dalla presidenza svedese del Consiglio dell’Unione
europea, “era stato previsto sin dall’inizio per discutere e
coordinare un approccio comune degli Stati membri e dare
raccomandazioni alla luce del picco di contagi del Covid in Cina
e in vista del grandissimo numero di viaggiatori cinesi attesi
nell’Ue con la ripresa dei viaggi dal Paese e questo ha fatto:
ha ‘fortemente raccomandato’ agli Stati di introdurre l’obbligo
di test” in arrivo e ha “fortemente raccomandato” altre misure.
   
“L’Ipcr non aveva mandato per introdurre un obbligo europeo di
effettuare test nell’Unione. Quella resta una scelta di livello
nazionale”. E’ quanto spiega un funzionario europeo,
interpellato circa le indiscrezioni sulla contrarietà di alcuni
Paesi ai tamponi in ingresso per i viaggiatori in arrivo dalla
Cina.
   
“L’Ipcr è stato voluto per coordinare un approccio comune Ue
sul picco di epidemia in Cina, considerando anche che non
abbiamo a disposizione dati credibili sui contagi, e dopo che
già alcuni Stati come Italia, Francia e Spagna hanno introdotto
test in arrivo”. “Tutti sono stati decisamente a favore di un
approccio comune – prosegue il funzionario -. Ci sono differenze
nazionali per intervenire e alcuni Paesi non hanno neppure voli
diretti dalla Cina”. L’organismo non ha fornito raccomandazioni
per i viaggiatori in arrivo nell’Unione con uno scalo in Paesi
terzi: “Risulta complesso e alcuni Stati membri hanno dei
problemi legali al riguardo. Verrà deciso anche questo a livello
nazionale”, spiega al riguardo il funzionario.
   
Più in generale al momento sulle regole Covid “non è in
agenda”, spiega anche, l’idea di reintrodurre “obblighi
generalizzati per i viaggiatori in arrivo in Ue dal resto del
mondo”. (ANSA).
   


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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