L’aumento di stipendio del presidente Inps Pasquale Tridico? “Non ero informato di questa vicenda: ovviamente ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione. Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò”. Lo dice il premier Giuseppe Conte al festival dell’Economia di Trento.
Dopo gli attacchi per i ritardi sul pagamento della cig, per il caos delle partite iva e le critiche per la gestione dei cosiddetti “furbetti del bonus”, Pasquale Tridico torna nell’occhio del ciclone della polemica politica. Questa volta per un aumento di stipendio che il presidente dell’Inps avrebbe ottenuto – anche con effetto retroattivo sotto forma di bonus una tantum – grazie ad un decreto interministeriale, firmato lo scorso 7 agosto dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo e dal collega dell’Economia, Roberto Gualtieri. Un aumento che, come riportato da La Repubblica di oggi, vedrebbe più che raddoppiati – dagli attuali 62mila a 150mila euro annui – gli emolumenti del presidente dell’Inps.
La notizia, con la precisazione dell’Inps che nega alcun compenso retroattivo al presidente, trova immediatamente terreno fertile tra le opposizioni già duramente schierate contro i vertici dell’Istituto e che apre un vero e proprio fuoco di fila contro Tridico con un unico comune denominatore: dimissioni subito. Tra i primi ad intervenire la Lega, con il suo leader: “Non ho parole. Tridico paghi la cassa integrazione poi chieda scusa e si dimetta”, attacca dai suoi profili social Matteo Salvini cui fa immediatamente eco il responsabile lavoro del partito Claudio Durigon che si chiede dove siano “gli uffici di monitoraggio dell’Inps, quelli che ad agosto avevano denunciato, in una lista di proscrizione pubblica, i furbetti del bonus da 600 euro”. Ma non è solo la Lega ad attaccare Tridico. Anche Fdi e Forza Italia si allineano e compatti si schierano contro quella che è, dice la presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini, “la nuova frontiera del grillismo al potere: il reddito di arroganza”.
La maggioranza tace e l’unico a prendere la parola, interrogato dai giornalisti durante una tappa del suo tour in Campania, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che però si limita a dire: “Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore”. Ma, questo, non basta. E si allunga la lista delle critiche. Duri i due capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. “È inaccettabile che, mentre migliaia di italiani attendono ancora la cig, Tridico si aumenti lo stipendio, pretendendo anche gli arretrati, col benestare dei Cinque Stelle e del ministro Catalfo. Ma con quale coraggio…”, scrive il presidente dei senatori leghisti. “Il bonus da 100 mila euro a Tridico lascia basiti”, gli fa eco il collega della Camera: “mentre migliaia di italiani aspettano, Pd-5S premiano l’incapacità”. Anche Forza Italia non molla la presa. “I lavoratori ancora aspettano la cassa integrazione e il presidente dell’Inps ha invece ben pensato di aumentarsi lo stipendio”, denuncia infatti la vicepresidente azzurra in Senato, Licia Ronzulli. “Dopo la gestione catastrofica dell’ente, a partire dai mancati controlli delle domande per il reddito di cittadinanza, questo nuovo scandalo impone un cambio immediato al vertice dell’Inps”, aggiunge spiegando che “non è accettabile che chi, per risparmiare il costo di un caffè al giorno, ha voluto il taglio dei parlamentari consenta ai propri amici in posti apicali di raddoppiarsi lo stipendio”.
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