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Da Maastricht a Nizza, i vertici che hanno fatto la storia dell'Unione

 “La più importante decisione economica dall’introduzione dell’euro”: in questa frase, twittata dal commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni all’alba di martedì, è racchiusa la portata di quanto avvenuto al vertice straordinario di Bruxelles. Da dove è giunto il via libera alla prima significativa operazione di condivisione del debito a livello Ue, una tappa storica nel cammino dell’Ue avviato con il trattato di Maastricht.

Ecco i più importanti summit che dal ’92 hanno segnato questo percorso.

– Maastricht ’92. L’omonimo Trattato viene approvato dai leader dei 15 Paesi partner nel vertice che si svolge in dicembre nella cittadina olandese. Rappresenta l’atto di nascita dell’Unione, fino ad allora Cee, e l’inizio del cammino che nel 2002 porterà l’euro nelle tasche dei cittadini di molti Paesi europei. Il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca ottengono la cosiddetta clausola dell’opting out, ovvero la possibilità di non adottare la moneta unica anche avendone i requisiti.

– Bruxelles ’98. Il 3 maggio il Consiglio Europeo decide che l’Italia e altri dieci Paesi rispettano i parametri fissati dal Trattato di Maastricht per adottare l’euro.

– Nizza 2000. Alla fine di una maratona durata quattro giorni e quattro notti, dal 7 all’11 dicembre, i capi di Stato e di governo dell’Unione riescono a trovare un’intesa sul Trattato che prenderà il nome della città francese. L’accordo stabilisce le riforme delle istituzioni europee e dei sistemi di voto in vista dell’ingresso nell’Unione di un nuovo cospicuo gruppo di Paesi candidati. Va in scena una battaglia che vede il gruppo dei ‘piccoli’ Paesi, capitanati da Belgio e Portogallo, confrontarsi con i grandi. Con Nizza viene introdotto il meccanismo delle cooperazioni rafforzate.

– Lisbona 2007. A dicembre si firma nella capitale lusitana il Trattato che chiude una tormentata stagione iniziata nel 2003 per varare una Costituzione europea. Iniziativa naufragata in seguito ai ‘no’ giunti dai referendum svoltisi in Francia e Olanda. A Lisbona si cerca di andare oltre questo fallimento varando riforme importanti tra cui l’ampliamento sostanziale dei poteri di co-decisione del Parlamento europeo e la nascita della presidenza permanente del Consiglio Europeo.


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