I rischi sulla stima di una contrazione del Pil dell’8% nel 2020 sono al ribasso, tuttavia “le nostre valutazioni non sono altrettanto pessimistiche di quelle ad esempio oggi del Fmi, peraltro per tutti i Paesi europei”. Lo dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto Rilancio. “Siamo consapevoli dei rischi ribasso, aggiorneremo a breve la nostra previsione ufficiale”, osserva mentre viene più volte contestato da alcuni deputati mentre parla della stima di crescita.
Nel prossimo decreto, aggiunge Gualtieri, il governo intende “intervenire per diluire maggiormente” la proroga – da settembre a dicembre – già varata sugli adempimenti fiscali delle imprese di alcune filiere” particolarmente colpite dalla pandemia . L’obiettivo è “alleggerire sostanzialmente il carico fiscale sulle imprese che hanno subìto maggiormente l’impatto del coronavirus. Nel momento in cui va oltre il 2020 – spiega il ministro – l’intervento ha un impatto di bilancio e quindi dovrà essere autorizzato, è necessario per ridurre la pressione fiscale quest’anno sulle imprese colpite”.
“I numeri ci dicono che il tasso concessione dei prestiti garantiti, in particolare quelli al 100%, cresce in misure molto consistente. Ciò non toglie che permangano differenze e criticità fra istituto e istituto, e determina l’esigenza di rafforzare le dotazioni a sostegno del Fondo centrale garanzia, sarà un altro elemento del possibile intervento del prossimo decreto”, sottolinea il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Il Fmi rivede al ribasso le stime della produzione per l’Italia nel 2020. Il pil quest’anno è previsto contrarsi del 12,8%, ovvero 3,7 punti percentuali in più rispetto al -9,1% delle previsioni di aprile. Per il 2021 il pil è stato rivisto al rialzo al +6,3%, 1,5 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto in aprile.
Balzo del debito pubblico e del deficit italiani nel 2020 a causa del coronavirus. Dopo il 134,8% del 2019 il debito è atteso salire al 166,1% del pil quest’anno e per poi calare al 161,9% nel 2021. Lo prevede il Fmi che ha rivisto, peggiorandole, le stime per l’indebitamento italiano. Il deficit è atteso al 12,7% del pil quest’anno (8,3% la stima di aprile) e al 7,0% nel 2021 (3,5% la previsione di aprile). Debito sopra al 100% anche per Francia (125,7% nel 2020 e 123,8% nel 2021) e Spagna (123,8% e 124,1%).
Brusca frenata per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna nel 2020. Secondo l’aggiornamento delle stime del Fmi, la locomotiva tedesca si contrarrà quest’anno del 7,8% per poi crescere del 5,4% il prossimo. Il Fondo prevede per la Francia un pil in calo del 12,5% nel 2020 e una crescita del 7,3% nel 2021, mentre per la Spagna si stima -12,8% quest’anno e una crescita del 6,3% nel 2021. Calo a due cifre anche per il pil britannico, che calerà del 10,2% nel 2020 per salire del 6,3% nel 2021.
L’economia dell’area euro si contrarrà quest’anno del 10,2%, ovvero 2,7 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile. Per il 2021 è invece atteso un rimbalzo: il pil è atteso crescere del 6,0%, +1,3 punti percentuali in più rispetto ad aprile. Lo prevede il Fondo stimando anche per gli Stati Uniti una contrazione nel 2020 maggiore delle attese, con un pil in calo dell’8% (-2,1 punti rispetto ad aprile) e una ripresa del 4,5% nel 2021 (-0,2 punti).
La crisi innescata dal coronavirus è un colpo “catastrofico” sul mercato del lavoro mondiale. Lo afferma il Fmi, sottolineando che “alcuni paesi (soprattutto l’Europa) sono riusciti a contenere le ricadute con efficaci piani di breve termine”. Il Fondo quindi cita i dati dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro: il calo delle ore lavorate nel primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 equivale alla perdita di 130 milioni di posti di lavoro. Il calo del secondo trimestre equivale a 300 milioni di posti.
L’economia mondiale si contrae quest’anno più delle attese registrando un calo del 4,9%, ovvero 1,9 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile. Lo prevede il Fmi, secondo il quale nel 2021 ci sarà un rimbalzo del pil del +5,4% (-0,4 punti su aprile). Parlando di una crisi “come nessuna altra” e di incertezza sulle stime, il capo economista del Fmi Gita Gopinath osserva come le stime “implicano una perdita complessiva per l’economia mondiale di oltre 12.000 miliardi di dollari” fra il 2020 e il 2021.
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