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I 29 punti del programma di governo

Blocco dell’aumento dell’Iva, Web Tax, taglio dei parlamentari, taglio del cuneo fiscale (o meglio un primo passo), carcere ai grandi evasori (introdotto nel decreto fiscale): sono i punti del programma del governo Conte 2, dei complessivi 29, che sono stati già realizzati, in 4 mesi e mezzo di vita dell’esecutivo. Su altri si sta lavorando, come sull’Assegno unico per i figli a carico che sarà in Aula alla Camera il 17 febbraio. Numerosi sono anche i punti che tutte le forze di maggioranza condividono e che potrebbero essere attuate in tempi ravvicinati. Tuttavia l’ottimismo verso l’esito della verifica va frenato per le divisioni su alcuni punti dirimenti, come la giustizia o le concessioni autostradali o la sicurezza, con Italia Viva che spesso fa la parte del “signor No”.

Alcuni dei 29 punti del programma, resi noti da Giuseppe Conte il 4 settembre, sono enunciazioni di linea politica. Altri indicano invece uno o più provvedimenti specifici. Oltre ai punti già attuati, su altri sono stati già emanati provvedimenti, magari in corso di esame in Parlamento: per esempio la riforma elettorale, oppure la banca pubblica per gli investimenti al Sud (nel dl sulla Popolare di Bari). Pur con alcuni attriti M5s, Pd, Leu e Iv li stanno portando avanti. Su altre misure oggetto del programma si procede più lentamente ma proficuamente, come la legge contro il consumo del suolo, in commissione Ambiente del Senato. E su temi su cui c’èra massima distanza tra Pd e M5s, addirittura, si lavora in silenzio a un testo comune: è il caso dell’acqua pubblica, su cui Federica Daga (M5s) e Chiara Braga (Pd) stanno costruendo una intesa. Ma il problema sta nel fatto che i temi divisivi vanno affrontati subito e non possono essere rinviati.

Sulla giustizia il punto 15 del programma di governo parla di una riforma dei processi penale e civile per accelerare i tempi; ma l’entrata in vigore l’1 gennaio della legge Bonafede sulla prescrizione, rende dirimente questo tema. M5s chiede che la prescrizione rimanga così come è e che si discuta la riforma della giustizia in tempi normali; Iv minaccia di votare il ddl Costa (in Aula il 24 febbraio) che abroga la legge Bonafede o per lo meno chiede di rinviare di un anno l’entrata in vigore della stessa (emendamento al Milleproroghe di Lucia Annibali); il Pd cerca una mediazione. Altro tema divisivo sono le concessioni autostradali: il punto 22 del programma parla di loro “revisione”.

M5s vuole revocarla all’Aspi, Iv difende il mantenimento della concessione pur facendo pagare i danni ad Atlantia; il Pd media, proponendo non una revoca ma una revisione, per esempio prevedendo non un unica concessione o termini contrattuali diversi con paletti su tariffe e investimenti. Su un Punto è il Pd, o almeno una parte (l’ala cattolica di Delrio e quella di sinistra di Orfini) a scontrarsi con M5s: la modifica ai decreti sicurezza. Il punto 18 afferma che la materia va “rivisitata alla luce delle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”. Cosa che non dispiace all’ala movimentista di M5s ma meno a quella che fa capo a Di Maio.  


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