Un Manifesto contro il nuovo razzismo, “per dire che in questo momento così difficile è importante incontrarsi”, è stato presentato oggi a Perugia dal missionario Alex Zanotelli, tra gli ospiti della prima giornata della 13/a edizione del Festival internazionale di giornalismo.
Zanotelli – è stato anche ricordato durante un incontro che ha riempito la Sala dei Notari – ha “trascorso una vita a fianco degli ultimi e per gli ultimi”, dalle baraccopoli di Nairobi al rione Sanità di Napoli, passando per Sudan, Kenya e l’esperienza di Riace. La sua testimonianza è stata raccolta dalla giornalista e scrittrice Valentina Furlanetto – che ha moderato l’intervento – in ‘Prima che gridino le pietre’.
“Non è possibile – ha detto Zanotelli – che l’Italia conosca così poco del continente ‘madre’ Africa dal quale arrivano le persone che da qui scappano. Così vicino e che deciderà del nostro futuro. Dovremmo avere capacità di conoscerci a vicenda”.
Per Zanotelli anche la stampa italiana ha le sue responsabilità. “Da noi – ha detto – c’è bisogno che ci sia un colpo di stato o una strage per parlare dell’Africa che deprediamo. Altro che aiutiamoli a casa loro, noi ci aiutiamo a casa loro”. “Io non la prendo con i giornalisti, perché appartengono a realtà più grandi di loro e devono obbedire a quelle realtà” ha sostenuto ancora il missionario. “Tra i 32 uomini più ricchi al mondo – ha aggiunto -, quattro sono i giganti del web. L’informazione è in mano ai grandi poteri economico-finanziari. I giornalisti hanno potere limitato. Però ritengo che se ogni giornalista avesse un minimo di coscienza troverebbe il modo per parlare. Io non chiedo eroismo, ma una lettura critica che molto spesso non c’è. Oggi il popolo beve tutto e un’informazione critica da parte dei giornalisti potrebbe farci uscire da questa ondata di razzismo. Questo dovrebbe essere il ruolo del giornalismo oggi: aiutare gli altri a leggere la realtà con altri occhi”.
Zanotelli ha inoltre invitato i giornalisti a parlare di esperienze positive come di quella di Mimmo Lucano e di Riace.
“Forbes – ha detto – lo aveva inserito tra i 100 intellettuali più influenti al mondo. Ha fatto risorgere un paese abbandonato.
Nella Locride c’è il cuore della ‘ndrangheta, e la procura di Locri non aveva altro da fare che tenere sotto controllo Mimmo? Come si può arrivare a una cosa del genere? Alla fine, tutto quello che hanno trovato sono 300 euro sul suo conto corrente”.
Zanotelli si è infine soffermato sul decreto sicurezza e sulla “guerra” di Salvini alle Ong. “Il decreto creerà enorme insicurezza, che forse è voluta – ha affermato -, e dai 100 ai 150 mila migranti clandestini, preda di camorra, caporalato, edilizia a basso costo, illegalità. Non ci sono ora navi salvavita, tutte bloccate: ieri altre persone morte e non c’è nessun testimone”.
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