Via libera del cda Rai alla nomina di Roberto Sergio ad amministratore delegato, come proposto dall’assemblea degli azionisti. Tre i voti a favore: quello della presidente Marinella Soldi, che in caso di parità vale doppio, di Simona Agnes, in quota FI, e di Igor De Biasio, in quota Lega. Contraria Francesca Bria, in quota Pd, mentre Alessandro Di Majo, in quota M5S, e Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti, si sono astenuti. Sergio, che non era presente al momento del voto, oltre alla nomina di Paola Marchesini a direttore del suo staff, ha annunciato di voler indicare come direttore generale Giampaolo Rossi: l’ex consigliere di Fratelli d’Italia sarà una pedina centrale nella nuova Rai voluta dal governo Meloni e tra un anno, quando scadrà l’attuale mandato del consiglio, è destinato a prendere il timone dell’azienda. Contratto di servizio e piano industriale, oltre naturalmente alla messa a punto dei palinsesti, sono le priorità elencate dal nuovo Ad in cda. Sergio ha sottolineato anche che si metterà subito al lavoro sul piano di sostenibilità e sulla transizione digitale, spiegando che intende avviare un immediato dialogo con le rappresentanze sindacali (attese giovedì prossimo in audizione in Commissione di Vigilanza), anche per tentare di scongiurare lo sciopero indetto per il 26 maggio. Tra gli altri punti toccati nel suo intervento, l’attenzione verso il target giovane e i dipendenti e i collaboratori under 30. Insieme a questo, priorità alla valorizzazione delle risorse interne e ai programmi realizzati in house e una forte sensibilità rispetto alla parità di genere. Sergio ha, inoltre, reso noto che manterrà la direzione ad interim di Radio Rai.
“Mi sono astenuto per un senso di responsabilità nei confronti dell’azienda”, ha spiegato Di Majo, precisando che valuterà l’operato del nuovo vertice in base alle scelte compiute. Potrebbe essere, insomma, di volta in volta ago della bilancia, come Laganà, che spiega di essersi astenuto per la sua contrarietà alle modalità di nomina dei vertici previste dalla legge e che valuterà le scelte solo in base al merito. Il Pd stigmatizza la posizione di Soldi, che ha permesso alla nomina di Sergio di passare. “Non so quali siano le motivazioni di questo voto , quello che invece so è che il presidente Rai ha il compito e il dovere di esercitare un effettivo ruolo di garanzia”, avverte Francesco Verducci. Alcuni deputati dem hanno presentato una proposta di legge per la governance duale, con un cda di sorveglianza e uno di gestione, mentre il leader M5s Giuseppe Conte invoca gli stati generali per riformare la tv pubblica, estromettendo i partiti. Plaude al nuovo vertice la maggioranza, in particolare Fratelli d’Italia, secondo cui sarà ora garantito un maggior pluralismo. Dopo l’annuncio dell’uscita di Fabio Fazio in direzione Discovery, gli occhi sono puntati sulle mosse di palinsesto. Sugli arrivi di giornalisti esterni, come Nicola Porro o Massimo Giletti, sono arrivate più smentite che conferme. Intanto, però, l’Ad ha confermato in cda che l’anno prossimo resteranno in onda Report, in onda dal 23 ottobre, Cartabianca, dal 7 settembre, In mezz’ora, dal 17 settembre e Chi l’ha visto, dal 6 settembre. E’ quasi pronto, inoltre, il pacchetto di nomine che andrà in cda il 25 maggio e non il 18, come ipotizzato in un primo momento. Il direttore di Adnkronos Gian Marco Chiocchi, apprezzato dalla premier, dovrebbe prendere la guida del Tg1, al posto di Monica Maggioni che andrebbe alla direzione per l’Offerta editoriale. Al Tg2 in pole Antonio Preziosi, spinto da Forza Italia, con il trasferimento di Nicola Rao alla Direzione Relazioni Istituzionali, mentre al Tg3 dovrebbe essere confermato Mario Orfeo. La guida di Rai Parlamento dovrebbe andare a Giuseppe Carboni, essendo fallito, a quanto pare, il tentativo di M5s di spostarlo su una direzione di maggior peso come Rainews, che Paolo Petrecca non intende lasciare. La Lega dovrebbe spuntarla a Rai Sport dove resta in pole Angela Mariella: Forza Italia, che otterrebbe anche Isoradio per Ivano Liberati, starebbe provando, per ora invano, a chiedere il ruolo per Jacopo Volpi. Il Carroccio otterrebbe anche la direzione del Giornale Radio per Francesco Pionati, con il trasferimento di Andrea Vianello alla Tv di San Marino, e blinderebbe la Tgr, la cui guida dall’ottobre 2024 dovrebbe passare da Alessandro Casarin, che andrà in pensione, all’attuale condirettore Roberto Pacchetti. Per quanto riguarda i generi all’Intrattenimento Prime Time dovrebbe andare Marcello Ciannamea, gradito alla Lega, mentre al Day Time e all’Approfondimento due dirigenti vicini a Fratelli d’Italia: rispettivamente Angelo Mellone e Paolo Corsini.
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