Stamani la cabina di regia tra Draghi e i capi delegazione della maggioranza di governo sulle misure contro i rincari delle bollette e sui ristori per le attività colpite dalle restrizioni anti Covid. A seguire previsto il Cdm.
Affrontare i dossier più urgenti, dai ristori per le attività in crisi a causa delle restrizioni anti-Covid al nuovo scudo contro il caro-bollette. Valutare gli effetti delle ultime misure per contenere il virus, a partire dalla situazione della scuola. Mentre i partiti cercano – e per ora non trovano – una intesa sul nuovo presidente della Repubblica, Mario Draghi non ferma l’attività del governo, chiama il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Palazzo Chigi per discutere delle misure per calmierare i rincari dell’energia, vede il ministro Bianchi, prepara la cabina di regia che precederà, stamattina, il Consiglio dei ministri per il varo del nuovo pacchetto che vale complessivamente attorno ai 6 miliardi.
I nuovi interventi per arginare gli aumenti di luce e gas sono i più complessi da preparare: i tecnici lavorano tutto il giorno per mettere a punto le norme ma non si trova ancora, salvo novità dell’ultima ora, una soluzione a prova di costituzionalità per chiedere un contributo alle società energetiche che hanno incassato extra-profitti in questo periodo, come più volte auspicato dallo stesso Draghi. Ci saranno, però, il rinnovo del meccanismo delle aste per l’emissione di CO2 – da destinare a ridurre i rincari anziché il debito pubblico – e anche il taglio attraverso la cartolarizzazione di parte degli oneri di sistema. Si tratterebbe di circa 4 miliardi (1,5 dalle aste Ets e 2,5 dalle cartolarizzazioni) che si aggiungono ai 3,8 già stanziati per far fronte ai super-rincari di luce e gas nel primo trimestre.
Se le misure della manovra guardavano soprattutto alle famiglie, questa volta l’intervento dovrebbe dare una mano anche alle imprese – e agli enti locali – che a loro volta sono alle prese con bollette extra-large. Gli industriali si dicono soddisfatti, dopo l’incontro con Draghi a Palazzo Chigi che avevano chiesto nei giorni scorsi. Il premier ascolta le richieste di Bonomi e spiega le linee di intervento, garantendo attenzione all’industria che è ripartita di slancio dopo lo stop della pandemia e ora rischia di fermarsi proprio a causa del caro-energia. Un tema su cui tutti i partiti sono in pressing da settimane: Matteo Salvini ormai non passa giorno senza elencare nel dettaglio le difficoltà di un settore specifico (oggi era la volta delle imprese di Abruzzo e Molise, con bollette “quadruplicate” e “migliaia di posti a rischio”). Ma anche Enrico Letta ha chiesto “un intervento più strutturale e meno una tantum per evitare che le imprese chiudano”. La maggioranza avrebbe voluto di più, mettendo mano al deficit con un nuovo scostamento di bilancio, ma l’elezione del Capo dello Stato tra 4 giorni ha imposto di muoversi intanto con quello che si è recuperato tra nuove misure e le pieghe del bilancio. Le risorse anti-Covid, poco più di un miliardo che andrà a discoteche, impianti sportivi, mondo dello spettacolo e della cultura, oltre al turismo, sono recuperati da fondi già a disposizione dei ministeri che verranno reindirizzati verso le attività in crisi (tra le misure, 200 milioni andranno a quelle più impattate dal Covid, mentre 160 milioni andranno al tessile). Poi si vedrà, una volta capito chi sarà il nuovo inquilino del Colle e il destino del governo. Nel frattempo Draghi – che dovrebbe mantenere la linea del silenzio e non fare conferenza stampa dopo il Cdm – procede con un’agenda fitta di incontri tra cui spicca, poco prima dell’ora di pranzo, quello con il presidente di Stellantis, John Elkann. Un incontro tenuto riservatissimo e del quale non emergono dettagli. Ma che arriva dopo le parole dell’ad Tavares sui costi delle fabbriche italiane e l’assenza di adeguati incentivi alla transizione verso l’auto elettrica.
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