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Sfida primarie a Roma e Bologna, incognita numeri

Oggi buon voto ai cittadini di Bologna e Roma che scelgono la partecipazione e le primarie. E un grande grazie ai tanti volontari che stanno rendendo possibile questa bella giornata di #democrazia”, è il messaggio su twitter del segretario del Pd Enrico Letta.

Il punto – Primo week end in zona bianca, caldo da mare e pure il match europeo Italia-Galles: sono le tante “insidie” che minacciano la partecipazione, dalle 8 alle 21, alle primarie di Roma e Bologna, con le quali il centrosinistra ha deciso di scegliere i propri candidati a sindaco per le elezioni amministrative di ottobre. Letta, pur consapevole delle difficoltà, spinge sulla mobilitazione: “Grazie ai tantissimi volontari – ha detto ieri – che stanno lavorando per rendere possibile che a Bologna e Roma migliaia di cittadini partecipino alle primarie. Ai critici di questa nostra preferenza per la partecipazione dico che noi siamo fatti così. E, su questo, non cambieremo”.

La sfida tra candidati e la posta in gioco, nella capitale e nella città delle due Torri, sono diverse ma ugualmente cruciali per il Pd e per le alleanze nel centrosinistra.

Se a Roma l’esito viene considerato un po’ scontato, con l’ex ministro Roberto Gualtieri dato per favorito e al quale ieri è arrivato il sostegno dei ministri Orlando e Guerini e del presidente del Pe David Sassoli, molto più agguerrita è stata la campagna elettorale dei due candidati bolognesi: l’assessore Pd Matteo Lepore e la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, vicina a Iv e a Matteo Renzi ma che si è presentata come indipendente attirando anche pezzi della minoranza dem locale.

 Nella capitale sono in campo in 7: Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio, Roberto Gualtieri, Tobia Zevi. Ma anche dopo le primarie, per la sfida del Campidoglio il campo del centrosinistra resterà affollato visto che contro il ticket del centrodestra Michetti-Matone corrono anche Carlo Calenda e Virginia Raggi, la sindaca M5s rimasta in sella per tentare il bis nonostante le pressioni a lasciare in nome dell’alleanza nazionale Pd-M5s.

A Bologna il centrodestra è ancora senza candidato e l’esito delle primarie sarà determinante: se vincesse Lepore, M5s ha già annunciato che lo appoggerà sin dal primo turno mentre schiererà un proprio candidato se la spuntasse Conti che sembra piacere ai moderati del centrodestra.

“Per la vecchia guardia del Pd Bologna è la Bastiglia e Conti sa fare la rivoluzione…”, confida il presidente di Iv Ettore Rosato, fiducioso comunque in un buon risultato della giovane sindaca della cintura bolognese. A far capire il livello della sfida, a colpi di stoccate e veleni, la discesa in campo del padre nobile Romano Prodi sostenitore di Lepore e finito nel mirino di Conti per una battuta sul fatto che alle primarie “scorra il sangue”.

Ma oltre al risultato, per il Pd di Enrico Letta, che tenta di rilanciare i gazebo dopo anni di progressivo declino e dubbi anche dei dirigenti, sarà fondamentale il dato della partecipazione possibile sia nella modalità on line, tramite pre-registrazione, sia con la presenza ai gazebo (190 a Roma, 43 a Bologna). A Torino domenica scorsa hanno votato in 11mila, un dato molto basso che Letta ha però assolto come “normale” in tempi di Covid.

I dati dei pre-registrati, quasi 3mila, non fanno ben sperare nella capitale mentre nel capoluogo emiliano in 5mila, compresi immigrati regolari e sedicenni, hanno già chiesto di votare on line. Per questo, piano piano, i dirigenti hanno abbassato l’asticella dei votanti: i vertici romani dei dem sono pronti a dirsi “soddisfatti” se saranno 40 mila, ben sotto alla già modesta cifra dei 43mila che andarono ai gazebo nel 2016 quando militanti e cittadini scelsero Roberto Giachetti per sfidare Virginia Raggi. Più fiduciosi sulle cifre i bolognesi che puntano su 18-20 mila simpatizzanti al voto. Cifre ben lontane dai fasti delle code ai gazebo, ma nel centrosinistra comunque considerate un passo importante per l’unità contro il centrodestra. 

   


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