“Ho convocato l’Assemblea del 13 marzo come inizio di confronto, e sono convinto che dobbiamo continuare a discutere” sulla proposta del Pd per l’Italia. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola zingaretti nella replica alla Direzione Dem, nella quale ha chiuso alla richiesta di un congresso: “Il congresso, anzi le primarie – ha ricordato – le abbiamo tenute nel 2019 e le prossime ci saranno nel 2023”.
Donne Dem, serve guida con due segretari di genere – “Attuare il principio della parità di genere nel partito, nella delegazione di governo, e nelle posizioni apicali. Nel rispetto dell’autonomia dei gruppi parlamentari, il principio va applicato ovunque, a cominciare dalla nomina di una vicesegretaria donna, più in generale introdurre una riflessione sull’ipotesi di mutuare l’esperienza della guida duale”, come in Germania dove c’è un segretario uomo ed una donna. Lo chiede al Pd un ordine del giorno presentato in Direzione da Cecilia D’Elia, presidente della Conferenza delle donne Dem.
Orfini, primarie 2023? Zingaretti eviti scorrettezze – “Zingaretti vinse il congresso promettendo che mai ci sarebbero stati accordi col M5s. Poi abbiamo tutti scelto di fare una alleanza emergenziale” che “qualcuno ha trasformato in strategica”. “Ma quella scelta è fuori dal mandato che iscritti ed elettori ci hanno consegnato. E può essere assunta solo attraverso un congresso”.Lo afferma Matteo Orfini sottolineando che “questo dice il buon senso, e questo dice lo statuto. Chiedere di fare un congresso ora è da marziani ma lo è anche dire che faremo le primarie nel 2023. Ed è anche una incredibile scorrettezza che sono certo Zingaretti vorrà immediatamente correggere”, conclude Orfini.
La direzione del Pd è terminata. Dalle ore 19.30 alle ore 21 sarà messo ai voti un ordine del giorno.
Orlando, io non di ostacolo a altri assetti interni – “Sulla questione del vice segretario voglio essere molto semplice. Non la vivo come un fatto personale. Io penso che gli assetti siano funzionali o meno a un passaggio. Il segretario ha ritenuto che in questo passaggio fosse funzionale. Per me viene prima la funzionalità degli assetti rispetto al destino personale, credo di averlo dimostrato con le scelte nel governo precedente. Non ho esitato a fare alcune scelte e oggi non posso essere davvero io l’ostacolo di qualsiasi assetto che possa essere utile ad affrontare al meglio questo passaggio”. Lo ha detto il vicesegretario del Pd Andrea Orlando intervenendo alla Direzione del Pd, a proposito della richiesta di alcuni dirigenti di sue dimissioni dopo la nomina a ministro del lavoro. “Però si deve dimostrare – ha aggiunto – che questo sia davvero funzionale ad affrontare questo passaggio e non ad altro. Un passaggio molto diverso, lo pensiamo tutti da quello del 2019 (quando nacque il governo Conte ndr). O meglio, se ne deve convincere il segretario e si devono evitare discussioni in astratto. Collochiamo tutto nei passaggi concreti che ci troviamo ad affrontare”, ha concluso.
Giuditta Pini, esponente dell’area vicino a Matteo Orfini, intervenendo alla Direzione del Pd ha chiesto le dimissioni da vicesegretario di Andrea Orlando, ora divenuto ministro del Lavoro. Pini ha motivato la richiesta ricordando come l’allora vicesegretaria Paolo De Micheli si dimise nel settembre 2019 quando fu nominata ministro del govero Conte II, e altrettanto dovrebbe fare oggi Orlando. Molto critica Pini anche sulla scelta di tre uomini come ministri del Pd: “c’è una discrepanza tra cosa si afferma e cosa si fa nel partito”.
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