Sono le ultime ore necessarie al premier incaricato Mario Draghi per definire la squadra di governo. Resterebbero ancora da definire alcune caselle, in particolare quella del ministero della Transizione ecologica, per completare la lista dei ministri. Grande prudenza trapela da fonti vicine al premier incaricato e al Colle, che sottolineano come al momento non ci siano previsioni sui tempi.
E’ pressochè al buio ogni ipotesi sui nomi (come quella che vorrebbe al nuovo ministero della Transizione ecologica il fisico Roberto Cingolani, attuale responsabile dell’Innovazione tecnologica di Leonardo, dal 2005 al 2019 direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova).
Non si esclude un ‘superministro’ politico come il premier uscente Conte o lo spacchettamento delle deleghe, dallo sviluppo economico all’ambiente, tra diversi viceministri. Si discute già anche delle ambite deleghe all’Economia, ministero per il quale viene ancora considerato ‘in pole’ Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia: si fanno i nomi di Ernesto Maria Ruffini per la riforma del fisco e poi di figure politiche esperte, come il leghista Massimo Garavaglia, nelle caselle di viceministri e sottosegretari. Negli ambienti politici c’è grande agitazione tra chi aspira a entrare al governo, anche da ‘semplice’ sottosegretario. Ma su possibili rose di candidati non c’è alcuna conferma e viene smentita, in ambienti vicini al premier incaricato, l’attendibilità di gran parte delle ipotesi circolate negli ultimi giorni. Sarà Draghi a chiamare i ministri, a ridosso della chiusura della lista. La presenza di donne si annuncia consistente. E c’è chi ipotizza che alla fine ai tecnici nel governo vadano deleghe di peso, ma che numericamente i politici possano essere di più. Continua a circolare l’ipotesi che i ministri di partito siano dodici: tre al M5s, due ciascuno a Pd, Fi e Lega, uno a Leu, Iv e Misto. Quanto ai nomi, si citano Giancarlo Giorgetti e Riccardo Molinari o Giulia Bongiorno per la Lega, Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli per il M5s (‘fuori quota’, eventualmente, il premier Giuseppe Conte), per il Pd sarebbero in lizza Andrea Orlando, Dario Franceschini e Lorenzo Guerini (difficile l’ingresso del segretario Nicola Zingaretti, anche perché potrebbe chiedere poi di entrare Matteo Salvini). In Fi si citano Antonio Tajani e Anna Maria Bernini, per Leu Roberto Speranza, per Iv Teresa Bellanova. Resisteranno questi nomi alla prova di Draghi? Difficile dire. Così come non confermati sono i nomi dei possibili tecnici al governo. Circola con insistenza l’ipotesi di Carlo Cottarelli alla Pa, Marta Cartabia alla Giustizia, Luciana Lamorgese all’Interno, Rocco Bellantone alla Salute, Elisabetta Belloni agli Esteri.
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