C’è chi era molto piccolo, e del padre o della madre ha pochi ricordi sfocati, chi era a scuola e ha capito subito che la sua vita sarebbe cambiata per sempre, e poi c’è la ‘Generazione 11 settembre’, gli oltre cento nati dopo gli attentati del 2001 nei quali hanno perso il padre. In tutto sono quasi 3.000 i bambini orfani degli attacchi che hanno cambiato la storia dell’America: ora sono giovani adulti e in occasione del ventesimo anniversario raccontano com’è stato crescere con costanti incubi notturni, il dolore di non aver mai conosciuto un genitore, e il peso di essere costantemente visti come le vittime di un disastro storico. Ma parlano anche dell’orgoglio per la loro determinazione.
Ashley Bisman, 36enne di Port Washington, New York, per esempio l’11 settembre 2001 stava seguendo una lezione di storia al liceo e ha visto in tv l’edificio dove lavorava il padre in fiamme: il suo corpo non è mai stato trovato, solo la sua carta di credito. “C’è una tristezza che non se andrà mai”, racconta al Wall Street Journal, precisando però che la vita è fatta anche di speranza, amore e risate: “Non si tratta della tragedia che ti è capitata, ma di come ti rialzi e la superi”. Mentre la 19enne Leah Quigley di Wellesley, Massachusetts, è nata un mese dopo la morte del padre: Patrick Quigley IV era un passeggero del volo United Airlines 175, il secondo aereo a colpire il World Trade Center. Quando aveva 7 anni ha trovato conforto nel frequentare un campo estivo per gli orfani degli attentati: “E’ stato di grande aiuto sapere che non c’ero solo io”. Per lei, essere etichettata come figlia dell’11 settembre è stato difficile, “qualcosa che nessuno sa davvero come affrontare”.
Celia Rose Gooding invece è un’attrice 21enne, e afferma che recitare l’ha aiutata a superare il dolore per la morte del padre, trader finanziario alla Cantor Fitzgerald. Sua madre anni fa le ha regalato la fede nuziale del genitore, e la porta sempre con lei, “per mantenere la sua energia”. Poi ci sono i due fratelli Julia e Michael Gardner, 22 e 24 anni, di New York City: hanno scoperto che coltivare gli hobby del padre – come ascoltare i suoi vinili di Beatles e Led Zeppelin – li aiuta a sentirsi più vicini a lui. Nicholas Gorki, 19enne di Rye Brook, New York, non era ancora nato durante l’attacco alle Torri Gemelle e sua madre, incinta di circa sette settimane, a causa delle nausee ha fatto tardi al lavoro. Era analista presso la Morgan Stanley Dean Witter e stava per entrare nella Torre Sud quando ha visto il primo aereo colpire la Torre Nord. Sorte opposta è purtroppo toccata al padre, Sebastian Gorki, un dirigente di Deutsche Bank che lavorava a Midtown Manhattan: si era offerto volontario per un incontro di lavoro all’ultimo minuto nelle Torri, ed è morto nel crollo.
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