Un concorso straordinario per la scuola, dal 22 ottobre al 9 novembre. Lo annuncia ai sindacati il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. E riaccende uno scontro che aveva già infiammato la maggioranza, prima dell’estate. Insorgono i sindacati. E il Pd, con Camilla Sgambato, chiede al ministro di “riflettere” e rinviare la prova alle vacanze natalizie, per non gravare ulteriormente su istituti già sottoposti allo stress test del Covid. Azzolina non fa marcia indietro: nelle prossime ore il concorso sarà ufficializzato con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Fine della storia? Si vedrà. Di sicuro in queste ore il tentativo di Conte è sminare il campo della maggioranza e anche i Dem, che sulla scuola hanno annunciato i loro Stati generali, spiegano che l’invito alla riflessione sul concorso non è un attacco alla ministra. “Governare da alleati, non da avversari”, è il mantra di Nicola Zingaretti. Che sul Mes sembra voler concedere ai Cinque stelle il tempo necessario per non spaccarsi. Una decisione sarà presa, spiega una fonte di governo Dem, dopo un vertice con il segretario, “quando ci saranno le condizioni”: c’è tempo fino a dicembre.
Il premier Conte non commenta lo scontro ma a Palazzo Chigi sarebbe stata poco gradita la fiammata polemica, proprio in un momento in cui il tentativo in atto è quello di saldare la maggioranza. Di certo il Pd pone la scuola tra i temi centrali del Recovery fund. Zingaretti torna ad invitare gli alleati all’unità e a chiudere la stagione delle “lentezze” e delle “sofferenze”, a cercare una via comune nell’attività di governo, pur nella diversità di fondo. Sul Recovery il leader Pd prova ad accelerare, convocando un vertice con i ministri Enzo Amendola e Roberto Gualtieri, con ministri, capigruppo, Stefano Bonaccini e Antonio Decaro che guidano Regioni e Anci. E’ questa la sfida del governo, secondo i Dem: saper concretizzare progetti ambiziosi facendo dialogare i diversi soggetti. Resta la convinzione che i fondi del Mes si debbano chiedere e saranno chiesti. Ma sul punto Gualtieri spiega ai colleghi, a quanto viene riferito, che non c’è fretta: il prestito è conveniente, ma il governo è alle prese con la procedura complessa del Recovery e con la manovra, non c’è l’urgenza di stringere.
Conte chiede tempo per decidere sul Mes e sul Recovery afferma che il governo “non è in ritardo”, non c’è da preoccuparsi. I Dem sono disposti a concederlo. Ma il piano per spendere i fondi già c’è: lo presenta al Senato il ministro Roberto Speranza, dopo averlo già illustrato alla Camera. Secondo alcune stime varrebbe 60 miliardi: i 36 miliardi del Mes servirebbero. Un vertice con i capi delegazione è convocato nelle prossime ore per parlare della Nota di aggiornamento al Def, che dovrebbe essere in Cdm mercoledì: potrebbe essere una nuova occasione di confronto.
L’INTERVENTO DI CONTE A CONFAGRICOLTURA
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