Ancora alta tensione tra governo e opposizione dopo il botta e risposta di ieri tra il premier Giuseppe Conte e il leader della Lega Matteo Salvini. Oggi il casus belli è il caso Gregoretti. “Da più di due mesi – attacca Salvini – il mio avvocato attende che Palazzo Chigi trasmetta gli atti in suo possesso sul caso Gregoretti: un ritardo così significativo, dal 25 maggio a oggi, potrebbe far pensare che voglia nascondere qualcosa. Magari perché nelle carte è confermato il ruolo attivo di tutto il governo. Ma forse il premier è solo impegnato ad approfondire il caso-Retelit dopo la sentenza del Tar che conferma di fatto il conflitto di interessi di Conte e che potrebbe far scattare un’indagine per abuso d’ufficio a suo carico. Guarda caso è il reato che il governo sta cercando di svuotare, mentre non si parla più di riforma del Csm”.
Ma a quanto è stato in grado di appurare l’ANSA Roberto Chieppa ha inviato lo scorso 3 luglio una lettera alla difesa di Matteo Salvini con gli atti richiesti sulla vicenda Gregoretti. E’ quanto l’ANSA è in grado di appurare, dopo che il leader della Lega ha lamentato la mancanza di risposte. La lettera, a quanto si apprende da fonti del Segretariato generale di Palazzo Chigi, è datata 3 luglio e firmata da Chieppa ed è indirizzata alla segreteria dell’avvocato Giulia Bongiorno. Il documento ha ad oggetto le “investigazioni difensive nell’interesse dell’assistito senatore Salvini”.
Intanto arriva lo stop di Vito Crimi al Pd sullo ius culturae. “Non commento neanche la proposta del Partito democratico: mi sembra inopportuna e intempestiva”. Così il capo politico del Movimento 5 stelle Vito Crimi risponde a chi gli chiede un’opinione sulla proposta del capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio di riprendere l’esame della legge per introdurre in Italia lo “ius culturae”.
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