Non è solo l’ansia, la paura della malattia e della morte, c’è anche l’esplodere dei conflitti e dei disagi delle famiglie problematiche all’ombra della quotidianità domestica del Coronavirus. Lo racconta Fortunata Pizzoferro, vicepresidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto, che sta promuovendo una campagna di responsabilità degli enti pubblici e privati per i numeri verdi in questi giorni a favore di chi è colpito da ansie, timori, incertezze e solitudini dovuti all’isolamento forzato.
“I bisogni delle famiglie sono tanti, e non vanno dimenticati in questo periodo in cui incombe l’emergenza da Coronavirus – rivela – Sto seguendo il caso di uno studente padovano di 16 anni che vive in casa con i genitori e un fratello più vecchio, tossicodipendente. E’ un giovane che seguivo prima dell ‘emergenza ma oggi la situazione è peggiorata: all’ansia dovuta al contagio si aggiunge il timore di possibili atti di violenza del fratello più grande sta vivendo vere e proprie crisi di astinenza” . Il 16enne si sente sopraffatto da questa condizione: “non può uscire e distrarsi con attività fisica o studio con gli amici, non può sottrarsi a una condizione famigliare estremamente tesa e complessa – afferma – perché nel caso il fratello più grande diventi violento con lui o con i famigliari sarebbe molto difficile chiamare i soccorsi. Lo psicologo in questo caso diventa l’unico appoggio esterno del paziente, ogni vicenda va conosciuta e indagata”. In questo caso il consiglio è quello “di mantenere i contatti con il mondo esterno via mail, tenere il focus sulle proprie esperienze positive e passioni”.
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