La discussione sul disegno di legge Pillon parte al Senato ed è già segnata dalla battaglia e dai tempi lunghi. Ad animare lo scontro è il Pd che chiede il ritiro del provvedimento che riforma l’affido condiviso e la mediazione familiare, nel testo proposto dal leghista Simone Pillon e firmato da cinque senatori del Movimento 5 stelle. “Stop subito, altro che discussione”, è il mantra dei Democratici nel giorno in cui il ddl è all’ordine del giorno della commissione Giustizia nonostante l’annuncio, una settimana fa, del sottosegretario pentastellato Vincenzo Spadafora di voler archiviare quel testo. Invece nel pomeriggio, a inizio commissione arriva il colpo di scena della maggioranza: tre leghisti e due senatori M5s chiedono di passare dalla sede redigente a quella referente, il che significa avviare la discussione prima in commissione poi in Aula. I 5 Stelle quindi non chiedono il ritiro del ddl ma annunciano che arriverà un nuovo testo che sarà condiviso con l’alleato di governo.
“Il Pillon non sarà il testo base e verrà dato mandato per una riscrittura e per un testo unificato”, spiega il vicepresidente della commissione Giustizia Mattia Crucioli, dei 5S perché, aggiunge, “quel testo ha delle criticità”. Nel frattempo i tempi si allungano visto che il Pd lancia una “maratona” di protesta, iscrivendo a parlare tutti i suoi 52 senatori. In serata si accoda Liberi e uguali, che interverrà con i suoi quattro rappresentanti. Risultato: l’esame sull’affido rischia di allungarsi notevolmente, “si parla di mesi” ha aggiunto Crucioli. La previsione è reale: la discussione andrà avanti fino a giovedì ma la prossima settimana le commissioni si fermeranno per consentire i lavori in Aula. Successivamente c’è lo stop per Pasqua, perciò se ne discuterà di nuovo a maggio.
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