IL RICORDO DI MATTARELLA – “Rivolgo un commosso pensiero ai minatori che l’8 agosto 1956 perirono a Marcinelle. Quella tragedia costò la vita, tra gli altri, a 136 connazionali. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’ affinché, nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero. L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea”. Questo il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 66°anniversario della tragedia di Marcinelle. “Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un’Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale. In questo spirito – prosegue Mattarella – rinnovo ai familiari delle vittime di quella tragedia e di tutti gli altri episodi che hanno tristemente coinvolto i nostri connazionali in altri contesti, i sentimenti di solidale partecipazione al loro dolore e, a tutti gli italiani che lavorano all’estero, le espressioni della riconoscenza della comunità nazionale”.
LA COMMEMORAZIONE A MARCINELLE CON LETTA – E’ in corso, infatti, al Bois du Cazier di Marcinelle, la commemorazione del 66esimo anniversario della tragedia che, l’8 agosto del 1956, costò la vita a 262 minatori, dei quali 136 italiani. La commemorazione si svolge negli spazi della miniera di carbone, oggi patrimonio dell’Unesco. A dare il via alle cerimonia, la lettura dei nomi delle vittime e i 262 rintocchi di campana che scandiscono i minuti durante i quali, 66 anni fa, si consumò la tragedia. Alla cerimonia partecipano, il segretario del Pd Enrico Letta e l’ambasciatore italiano in Belgio Francesco Genuardi, i familiari delle vittime di Marcinelle, una delegazione di lavoratori venuti dall’Italia e impegnati in altre miniere del Belgio, una delegazione degli Alpini e, per la prima volta dopo diversi anni, un gruppo di studenti del liceo romano Francesco Vivona.
LA LETTERA DI GIORGIA MELONI – Ma su Marcinelle interviene anche la leader di FdI Giorgia Meloni, con una lettera al ‘Corriere della Sera’ scrive che “utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi. Di fronte alla tragedia di Marcinelle e di tutti gli italiani che oggi ricordiamo, caduti sul lavoro lontano dalla patria, chiniamo il capo rispettosamente impegnandoci a preservarne la memoria da una certa, interessata, retorica di parte”. “Ieri Enrico Letta – aggiunge – ha annunciato da queste colonne la sua partecipazione alla commemorazione istituzionale che si svolge come ogni anno nella cittadina belga. Un gesto che apprezzo, sinceramente e che a Marcinelle ha portato anche me in anni passati, perché quella tragedia è un tassello della nostra vicenda nazionale e di una necessaria memoria storica condivisa”. Ma, sottolinea, “non credo sia difficile notare come il quadro” allora “fosse radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia. Qui e oggi, accanto all’immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento, da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari che i governi di sinistra (o ai quali la sinistra ha partecipato) non hanno mai saputo né voluto arginare”. “Una parte consistente di questi irregolari diventa manodopera per la criminalità organizzata, altri, certo, per caporali e pseudo-imprenditori senza scrupoli, che li utilizzano per rivedere al ribasso le condizioni sociali e salariali dei lavoratori italiani”, scrive Meloni. “Di fronte a questo dramma quotidiano, è doveroso ristabilire il principio elementare che in Italia si può accedere e permanere soltanto rispettando le nostre leggi”, aggiunge.
LA REPLICA DEL PD – Alla lettera di Meloni ribatte Letta: “Ho trovato la lettera di Giorgia Meloni grave e incomprensibile. Chi si candida a presidente del Consiglio deve sapere che bisogna unire e non dividere il Paese. Io sono fiero di essere a Marcinelle nel rispetto dei nostri connazionali morti qui, per onorare la loro memoria e per parlare di futuro, un futuro in cui l’immigrazione e l’emigrazione non possono avere l’esito che si ebbe 66 anni fa. La cosa grave è dividere morti di serie A e di serie B, questa è una cosa che non faremo mai. Per noi sono tutte persone, che meritano rispetto”. “Fare polemiche su Marcinelle da parte della Meloni è incomprensibile e sbagliato”. Marcinelle “riguarda tutti. Chi si candida a fare il presidente del Consiglio – ribadisce – dovrebbe imparare che la prima cosa da fare è unire e non dividere e io mi sento in questo momento non soltanto al mio posto, ma che ho fatto bene a esserci, a venire, a dire delle parole di unità rispetto alla nostra comunità nazionale e rispetto ad uno dei più grandi drammi del nostro tempo che non può essere strumentalizzato”. Al Bois du Cazier il segretario del Pd, al termine della cerimonia – che si è conclusa con la deposizione dei fiori donati da ogni parte dell’Europa – incontra una delegazione di minatori italiani. E sempre alla lettera della leader di FdI risponde il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano: “Una tragedia dell’emigrazione? Non parliamo di migranti! @giorgiameloni ha problemi con la storia, si sa. Ma da giorni minaccia blocchi navali, parla di emergenza immigrazione (la vera emergenza anche oggi è l’emigrazione). Parole vuote, una politica che offende la nostra memoria”.
IL COMMENTO DELLA PRESIDENTE DEL SENATO – “Le storie di questi lavoratori sono l’espressione della volontà di riscatto, del coraggio e della tenacia di intere famiglie che, nel secondo dopoguerra, lasciarono il loro paese d’origine per cercare un futuro migliore. Il loro sacrificio e la loro determinazione hanno dato un contributo fondamentale alla costruzione dell’Italia di oggi e al rafforzamento delle radici della stessa Unione Europea. Guardiamo dunque a quel passato doloroso – scrive la presidente del Senato Elisabetta Casellati – con la consapevolezza che i vincoli di solidarietà tra persone e popoli, e un rinnovato sentimento di condivisione e reciproca fiducia, ci consentiranno di affrontare le sfide così complesse del nostro presente”.
ZAIA RICORDA LE VITTIME DEL VENETO – “Quando parliamo di Marcinelle non possiamo dimenticare che i minatori in Belgio erano manodopera inviata in cambio di quintali di carbone per l’Italia: praticamente uomini barattati con materie prime, sulla base di precisi accordi. Quel giorno del 1956 il Veneto pagò quello scambio con cinque caduti. Li ricordiamo con affetto e riconoscenza perché sono il simbolo di un Veneto che, contrariamente a quello che qualcuno vuole far credere con scopi politici, ha conosciuto la povertà e il sacrificio e non è insensibile alle difficoltà altrui”. Nell’anniversario della tragedia mineraria, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda i corregionali che persero la vita: Giuseppe Corso da Montorio Veronese, Dino Dalla Vecchia da Sedico, Giuseppe Polese da Cimadolmo, Mario Piccin da Codognè, Guerrino Casanova da Montebelluna. “Erano lavoratori seri ed impegnati – aggiunge – che affrontarono l’impossibile per garantire dignità alle loro famiglie. Come altre migliaia di Veneti, si fecero conoscere e rispettare perché nei paesi dove giunsero non andarono a bighellonare o riempire le carceri. Lavorarono duramente, portando benessere e sviluppo nel paese che li ospitava e in quello dove avevano lasciato affetti e radici”. “Marcinelle è un simbolo che ci impone di tenere viva la memoria su questa tragedia – conclude Zaia – un monito a non dimenticare tutta la storia della nostra emigrazione e, sulla strada di quello che è già un nostro preciso impegno, a garantire sempre maggior sicurezza nei luoghi di lavoro affinché nessuno debba più rischiare la vita nell’assicurare una vita dignitosa alla sua famiglia”.
CALDEROLI, ‘PREVENIRE LE MORTI SUL LAVORO’ – “Come ogni anno ricordiamo con una preghiera i 136 minatori italiani morti in quel disastro e insieme a loro tutte le complessive 262 vittime di quella tragedia. Ma come ogni anno – dichiara il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli – mi ripeto e mi dispiace doverlo fare, in questa giornata di ricordo e riflessione, sul lavoro e i suoi martiri, vorrei dedicare un pensiero anche alle troppe vittime del lavoro in Italia, praticamente ogni anno abbiamo una Marcinelle trimestrale. Il miglior modo per ricordare i nostri ‘martiri’ del lavoro è fare di più per aumentare la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro e abbassare queste tragiche cifre sulle morti bianche e questa sarà una delle priorità della Lega nella prossima legislatura ormai alle porte”, assicura. “L’Europa è stata ricostruita nel Dopoguerra grazie anche il sacrificio di tanti lavoratori italiani emigrati all’estero. Questo sacrificio, questo lavoro dei nostri emigranti continua anche oggi, con molti giovani e famiglie costretti a lavorare all’estero. L’unica Italia che cresce è l’Italia all’estero. Anche oggi non sempre il lavoro italiano nel mondo, come quello degli immigrati in Italia, viene riconosciuto nei diritti fondamentali: precarietà, lavoro nero, sfruttamento avvengono anche in altri Paesi nei confronti dei nostri lavoratori. Questa Giornata ricorda i tanti lavoratori di ieri, ma non può dimenticare questi tanti lavoratori italiani di oggi che vivono all’estero”, sottolinea il presidente della fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego.
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