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    Inps: 'Una pensione sotto i mille euro al mese per il 32% dei pensionati'

    Presso la Sala della Regima di Montecitorio si è tenuta la presentazione del XXI Rapporto annuale Inps. Ha illustrato il Rapporto il presidente dell’ente previdenziale, Pasquale Tridico. Sono intervenuti il ministro del Lavoro, Andrea Orlando e il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato. Ha partecipato anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
    AL 32% DEI PENSIONATI MENO DI MILLE EURO AL MESE
    Nel 2021 i pensionati con redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese erano il 32% del totale, pari a circa 5 milioni 120mila persone. Ѐ quanto emerge dal Rapporto Inps che precisa che il dato considera gli importi lordi maggiorati delle integrazioni al minimo associate alle prestazioni, delle varie forme di Indennità di accompagnamento, della quattordicesima mensilità e delle maggiorazioni sociali associati alle prestazioni.
    L’Inps evidenzia che la percentuale di pensionati con reddito inferiore a 12.000 euro è però pari a 40% se si considerano solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta personale sul reddito.
    Secondo il rapporto Inps, inoltre, con 30 anni di contributi versati e un salario di 9 euro lordi l’ora, un lavoratore potrebbe avere una pensione a 65 anni di circa 750 euro.
    Nel rapporto l’Inps ha anche ipotizzato il futuro previdenziale della generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980) sottolineando che i più giovani dovranno lavorare in media tre anni in più rispetto ai più anziani. “Se il soggetto percepisse 9 euro l’ora per tutta la vita attiva, si stima che l’importo di pensione – si legge – si aggiri sui 750 euro mensili (a prezzi correnti), un valore superiore al trattamento minimo, pari a 524 euro al mese per il 2022.
    LE DONNE PERCEPISCONO SOLO IL 44% DEI REDDITI PENSIONISTICI
    I pensionati a fine dicembre 2021 erano 16 milioni per un importo lordo complessivo di quasi 312 miliardi (+1,55% sul 2020). Lo si legge sempre nel Rapporto annuale dell’Inps nel quale si sottolinea che, sebbene le donne siano il 52% del totale (8,3 milioni a fronte di 7,7 milioni di uomini), percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici ovvero 137 miliardi di euro contro i 175 miliardi dei maschi. L’importo medio mensile dei redditi percepiti dagli uomini – si legge “è superiore a quello delle donne del 37%”. Se in media i pensionati percepiscono 1.620 euro al mese le donne hanno 1.374 euro, oltre 500 in meno degli uomini (1.884).
    L’INFLAZIONE POTREBBE PESARE SULLA SPESA PER LE PENSIONI 
    L’aumento dell’inflazione nel 2022 con una crescita dei prezzi che a fine anno potrebbe assestarsi sull’8% potrebbe pesare sulla spesa per pensioni dell’Inps nel 2023 per 24 miliardi. Lo hanno spiegato i tecnici dell’Istituto presentando Il Rapporto annuale. L’Inps ha aggiunto inoltre che sulla base dei dati al primo gennaio 2020 (quindi senza calcolare lo shock della pandemia e della guerra) il disavanzo patrimoniale dell’Istituto potrebbe arrivare a 92 miliardi nel 2029.
    “Non esiste un problema di sostenibilità – hanno spiegato – ma c’è un warning. Ci vuole crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio”.
    Le misure intraprese dal Governo per il sostegno dei redditi a fronte dell’aumento dell’inflazione “sembrano andare nella giusta direzione di non innescare una spirale inflazionistica, intervenendo a sostegno dei redditi, soprattutto quelli medio-bassi”. Lo ha affermato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. “In questo contesto, dice, si esplica nuovamente l’impegno dell’Istituto, in relazione ai bonus sociali e all’indennità di 200 euro erogata con il Decreto Aiuti, facendosi tramite verso ben 31 milioni di utenti tra lavoratori, pensionati, disoccupati. La maggioranza delle indennità è erogata d’ufficio dall’Istituto”. Il dato tiene conto anche di quelle anticipate dalle aziende e compensate con l’Inps.
    REDDITO DI CITTADINANZA, NEI PRIMI 36 MESI SPESI 23 MILIARDI
    Nei primi 36 mesi di applicazione del Reddito di cittadinanza (aprile 2019-aprile 2022) la misura ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone, per un’erogazione totale di quasi 23 miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico nella sua Relazione annuale. L’importo medio mensile risulta per il mese di marzo 2022 pari a 548 euro per nucleo familiare, molto differenziato tra RdC (577 euro) e PdC (248 euro).
    ORLANDO, ‘RINNOVARE OPZIONE DONNA E APE SOCIALE’
    “Sulle pensioni è partita una fase di confronto con le parti sociali. A fine anno, con la scadenza di misure come Opzione donna e l’Ape sociale, si renderà necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando intervenendo alla presentazione del Rapporto annuale Inps spiegando che il Governo dovrà “anche ampliare e dare criteri di strutturalità alla platea dei lavori gravosi, per l’accesso a meccanismi di anticipo rispetto all’attuale quadro normativo. Rimane aperto il cantiere per il superamento delle misure temporanee di flessibilità in uscita”.
    Secondo il ministro, poi, nel cantiere aperto della riforma delle pensioni e della flessibilità in uscita andrà affrontato anche il tema della riduzione dell’orario come possibile modalità di uscita dal mercato del lavoro. “Rimane aperto il cantiere – ha detto – per il superamento delle misure temporanee di flessibilità in uscita (le varie quote 100, 102, ecc.) e per la definizione di una misura generalizzata e strutturale di flessibilità “a regime. Quest’ultimo fronte interseca anche il tema della riduzione dell’orario di lavoro e della possibilità di un accompagnamento all’uscita dal mercato del lavoro che, senza anticipare l’età della quiescenza, possa operare invece sul versante della diminuzione delle ore come strumento di flessibilità e anche di ricambio generazionale”.
    ROSATO, ‘MANTENERE IN EQUILIBRIO LA SPESA PENSIONISTICA’ 
    “Governo e Parlamento hanno dimostrato che il tema della natalità è decisivo per il futuro del nostro Paese scegliendo di investire imponenti risorse per le politiche per le famiglie: 21 miliardi di euro. Mai erano state impiegate prima di adesso così tante risorse per contrastare la crisi demografica e il calo della natalità, un problema che incide sulla dinamica pensionistica e la sostenibilità del sistema previdenziale”. Lo dice il vicepresidente della Camera e presidente di Italia Viva Ettore Rosato partecipando alla Camera alla relazione annuale Inps.
    “Importante mantenere in equilibrio la spesa soprattutto in considerazione delle prestazioni che dovranno essere erogate alle prossime generazioni, per assicurare ai nostri figli e nipoti, che oggi contribuiscono al sistema, di ricevere un domani adeguate prestazioni previdenziali in considerazione dei contributi che stanno versando”, conclude.

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    I numeri del governo in Parlamento senza M5s

    Se M5s dovesse uscire dal governo, l’esecutivo Draghi avrebbe comunque i numeri, tanto alla Camera quanto al Senato, anche se ovviamente sul piano politico l’uscita di un partito cambierebbe profondamente il profilo dell’esecutivo Draghi.
    A Montecitorio se venissero meno i 105 voti dell’intero gruppo di M5s, la maggioranza Draghi disporrebbe comunque di 449 deputati (Fi 83, Ipf 51, Iv 31, Lega 131, Leu 9, Pd 97, Coraggio Italia 10, Azione 7, Cd 5, Maie 5, Minoranze linguistiche 4, NcI 1, Italia al Centro 11) sui complessivi 630. Le opposizioni contano 61 voti, mentre 15 deputati del gruppo misto non iscritti a nessuna componente talvolta appoggiano le iniziative dell’esecutivo e talvolta no.
    Analoga la situazione a Palazzo Madama dove il Governo, quand’anche i 62 senatori di M5s si tirassero indietro, potrebbe contare sul consenso di altri 203 voti (su 321), escludendo i 6 senatori a vita non sempre presenti (Fi 51, Ipf 10, Iv 10, Lega 61, Pd 39, Autonomie 6, Misto 21, dove confluiscono i parlamentari di Leu, Azione/+Europa, Italia al Centro, NcI, Noi di Centro).    

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    Scandalo Spd, droga dello stupro alla festa del partito. C'era anche Olaf Scholz

     Uno scandalo scuote la Spd del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Almeno nove donne che partecipavano alla tradizionale festa dell’estate riservata ai membri del partito sono state vittime della cosiddetta “droga dello stupro”. Durissima la condanna dai vertici dei socialdemocratici, che hanno parlato di “atto mostruoso” e hanno chiarito di aver denunciato subito l’accaduto alla polizia.    Il caso, di cui ha dato notizia il quotidiano berlinese Tagesspiegel, risale a mercoledì scorso. Alla festa, organizzata in cancelleria prima della pausa parlamentare, avevano preso parte circa un migliaio di persone, incluso Scholz, insieme con molti deputati e i loro collaboratori. Il giorno dopo, le forze dell’ordine hanno comunicato di aver ricevuto una denuncia da una giovane di 21 anni, che non ricordava nulla. La ragazza ha riferito soltanto di aver consumato cibo e bevande analcoliche, e di essersi sentita male, con nausea e vertigini. A quel punto è stata aperta un’indagine contro ignoti per gravi lesioni personali e nel frattempo sono arrivate segnalazioni di almeno altri 8 casi, ha riferito l’Spd.    Secondo i media tedeschi, le vittime hanno ingerito le cosiddette ‘gocce KO’, una droga liquida insapore facilmente mescolabile alle bevande che dà una serie di effetti nocivi, dalla perdita di memoria a breve termine allo svenimento.    Vengono utilizzate dagli aggressori soprattutto per commettere abusi sessuali, ma anche per furti.    Per i vertici dell’Spd è stato “uno shock”. “Mi fa arrabbiare che una cosa del genere possa accadere in un evento organizzato” dal partito, ha sottolineato il co-leader (insieme a Scholz) Lars Klingbeil, auspicando che i responsabili siano arrestati e perseguiti quanto prima. Un portavoce ha confermato che la festa era riservata ai membri del partito e si poteva partecipare solo su invito. Aggiungendo poco altro, salvo che “ci sono ancora poche certezze” e che “la polizia sta indagando”.    Secondo il Berliner Zeitung, l’anno scorso nella capitale tedesca sono stati registrati dalla polizia 22 casi di aggressione con droghe da stupro. Il loro numero effettivo, tuttavia, potrebbe essere essere più alto, perché molte vittime hanno pochissima memoria dell’aggressione subita o si vergognano di sporgere denuncia. Proprio per questo una funzionaria del gruppo parlamentare dell’Spd, Katja Mast, ha invitato chi ha partecipato al party a farsi avanti. Non escludendo che le vittime alla festa in cancelleria possano essere molte di più.       

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    Tensione nei 5s in vista della fiducia

    Continuano le fibrillazioni nel M5s e cresce la fronda contro quelli che vorrebbero staccare la spina. Il Pd tende una mano ai pentastellati. Basta con i politicismi, è il messaggio dei dem, che indicano una via concreta per uscire dall’impasse: lavorare sui temi, “dando risposte sui salari e sul welfare”. Prima giornata della convention di Italia al centro di Giovanni Toti, che guarda a un’area “potenziale di elettori che va dal 14 al 18%”. Il governatore ligure punge Berlusconi: “Oggi c’è chi dice ‘il centro è nostro’ ma io dico che il centro è di tutti o diventa un centrino”.

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    Gualtieri, sequenza di roghi impressionante, è tempo unità

    (ANSA) – ROMA, 09 LUG – “Gli incendi che hanno colpito la
    città in questi ultimi giorni sono una sequenza impressionante
    di episodi che sta mettendo a dura prova Roma e i romani. Stiamo
    monitorando costantemente la situazione e non sappiamo ancora se
    siano episodi di origine criminale o solo colposa. Non è il
    momento di speculazioni politiche e di divisioni. È il tempo
    dell’unità, della vicinanza alle romane e ai romani colpiti, e
    della determinazione a non farsi intimidire e ad andare avanti
    sulla strada della modernizzazione e del rilancio di Roma”. Lo
    scrive su fb il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. (ANSA).   

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    Conte torna a minacciare la crisi. Letta: 'Così si va al voto'

    Giuseppe Conte torna a minacciare la crisi di governo. Se l’esecutivo deciderà di rispondere subito e concretamente alle urgenze del Paese sollevate dal Movimento, “noi ci siamo, altrimenti no”, ribadisce durante un’intervista a Digithon, maratona sul digitale in corso a Bisceglie. Poi fa una battuta, forse non insignificante, sui tempi dello strappo: “Partite per le vacanze – dice ai giornalisti – vi aggiorneremo”. Gli ultimatum del M5s a Mario Draghi mettono in allarme i democratici, facendo scricchiolare l’asse giallorosso. Se cade l’esecutivo si va a votare, avverte Enrico Letta. Da parte sua, Giuseppe Conte sfida il Pd a confrontarsi nel merito del documento di nove punti consegnato al premier, facendo intendere che anche su quello si misura un’alleanza. Intanto, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, riunisce l’assemblea di “Insieme per il Futuro”. Una riunione da cui esce con un durissimo appello alla responsabilità della maggioranza, ed in particolare del Movimento: “Aprire una crisi di governo significa prestare il fianco alla propaganda di Putin, che a sua volta otterrebbe l’obiettivo di sgretolare il nostro governo”. Quindi, rievoca lo spettro di un’edizione 2022 del ‘Papeete’: “Attenzione a riproporlo, a luglio come a settembre, sarebbe una mossa cinica, egoista e irresponsabile. Un marchio che difficilmente verrebbe cancellato”. La scissione di Di Maio? “Se nel tempo si è maturato una visione politica diversa, se si sono rinnegati dei principi e dei valori professati da anni, allora è una scelta conseguente”, all’insegna della “chiarezza”, punge Conte. Il quale issa la bandiera del difensore dei più deboli: “Per sostenere davvero famiglie e imprese travolte dalla crisi servono segnali immediati. Nessuno si salverà da crisi e inflazione con un bonus una tantum da 200 euro”. Quindi: reddito di cittadinanza, superbonus, taglio del cuneo fiscale, salario minimo e nuovi provvedimenti contro il caro energia.I pentastellati attendono qualche segnale da Palazzo Chigi già la prossima settimana: anche in base a questo – si ragiona in ambienti del Movimento – si deciderà come votare al Senato sul dl aiuti accorpato con la fiducia. Draghi in questi giorni sta analizzando il documento consegnato da Conte. E sui dossier sociali, secondo quanto filtra da fonti parlamentari, il premier potrebbe offrire un’importante sponda al suo predecessore, stretto tra la responsabilità di un addio traumatico al governo e le spinte centrifughe, sempre più forti nel suo partito. Come se non bastasse, il Pd continua a lanciare segnali di insofferenza all’indirizzo dei pentastellati: “Ci si allea con chi condivide la responsabilità di occuparsi dei problemi delle persone. Non si aprono crisi al buio”, sentenzia il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Le urne anticipate sono una prospettiva che le forze politiche hanno ben presente. Se il Movimento, spinto dalla frangia più ortodossa, deciderà di chiamarsi fuori, il Colle e lo stesso Palazzo Chigi non sembrano individuare alternative: l’unica strada sarà quella della fine del governo e probabilmente dello scioglimento delle Camere. Eppure nei partiti c’è chi si interroga sulla possibilità di un Draghi bis perché – si osserva in ambienti parlamentari – il presidente del Consiglio avrebbe tutti i numeri per governare anche senza i 5 stelle. Su questa ipotesi, però, si deve registrare la netta chiusura fatta dallo stesso premier. “Preciso, per evitare fraintendimenti, che noi rimaniamo alla decisione presa insieme nella Direzione nazionale del Pd il 30 giugno – ribadisce anche Letta -: il governo Draghi è per noi l’ultimo della legislatura”. Molto diversa la posizione di Iv che, per voce di Ettore Rosato, evidenzia: anche in caso di addio del M5s, il premier “ha la forza di andare avanti, non solo numerica ma anche politica, data dalle cose che sta facendo”.

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    Il Tar accoglie il ricorso, decade il sindaco di Latina

    Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del voto del 3 e 4 ottobre 2021 annullando così la proclamazione degli eletti e l’esito in ventidue sezioni per la città di Latina. Decade quindi il sindaco Damiano Coletta, eletto con la coalizione di centrosinistra, e l’intero Consiglio comunale. “Prendiamo atto della sentenza del Tar serenamente e con la coscienza a posto. Tutto è stato fatto in piena trasparenza, stiamo valutando il da farsi, se muoverci legalmente in una fase ulteriore di ricorso oppure se scegliere di riandare al voto e cogliere il lato positivo di questa vicenda perché potrebbe anche non esserci più la cosiddetta ‘anatra zoppa”. Lo ha detto il sindaco di Latina Damiano Coletta, commentando la sentenza con la quale il Tar ha annullato l’esito del voto di 22 sezioni nel Comune.

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    Pm Perugia, non riscontrate propalazioni Amara

    (ANSA) – PERUGIA, 08 LUG – Il complesso delle indagini
    condotte dalla procura di Perugia sulla cosiddetta Loggia
    Ungheria “ha portato a ritenere integralmente o parzialmente non
    riscontrate numerose propalazioni dell’avvocato” Piero Amara.   
    Che per l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone “tecnicamente
    vanno inquadrate come chiamate in correità dirette o de relato,
    e quindi come non accertati fatti narrati o in alcuni ha portato
    a ritenere avvenuti i fatti, ma escluso che in essi Amara avesse
    potuto svolgere un ruolo, come da lui riferito”. Lo si legge in
    un comunicato della stessa Procura. (ANSA).