Bruxelles – Jimmy Lai, imprenditore dei media e attivista per la democrazia a Honk Kong, è stato dichiarato colpevole di reati contro la sicurezza nazionale e rischia ora una pena fino all’ergastolo. La sua vicenda giudiziaria – una delle più seguite dal ritorno della città sotto il controllo della Cina nel 1997 – è “emblematica dell’erosione della democrazia e delle libertà fondamentali a Hong Kong dall’imposizione della legge sulla sicurezza nazionale nel 2020”, ha commentato l’Unione europea, attraverso le parole della portavoce del Servizio UE di Azione esterna (SEAE).
Lai, 78 anni e fondatore del quotidiano indipendente Apple Daily, era stato accusato di cospirazione finalizzata alla pubblicazione di materiale sedizioso e di cospirazione per colludere con potenze straniere. I pubblici ministeri avevano accusato Lai di aver utilizzato Apple Daily e le sue connessioni politiche straniere per esercitare pressioni sui governi affinché imponessero sanzioni alla Cina e alle autorità cinesi di Hong Kong.
I capi di accusa erano stati individuati ai sensi della controversa legge sulla sicurezza nazionale introdotta nel 2020 – in seguito alle grandi proteste per la democrazia dell’anno precedente – e di una legge sulla sedizione risalente all’epoca coloniale britannica. Dopo un processo durato oltre due anni, i giudici lo hanno definito la mente di diversi complotti volti a destabilizzare il governo cinese. La pena verrà stabilita in un’udienza successiva.
Lai sta già scontando una pena detentiva di cinque anni e nove mesi per una condanna per frode legata a una violazione contrattuale. Nell’aprile del 2021 era stato condannato a 14 mesi di carcere per aver organizzato due proteste non autorizzate nel 2019. Il mese successivo, gli era stata inflitta una nuova condanna ad ulteriori 14 mesi per aver partecipato a un’altra manifestazione, tenuta sempre nel 2019.
Diverse associazioni per i diritti umani e organizzazioni giornalistiche hanno respinto il verdetto dei giudici come una “condanna fittizia” e un attacco alla libertà di stampa. In una nota, l’UE ha affermato che il procedimento “é motivato da ragioni politiche” e chiesto “il rilascio immediato e incondizionato” del magnate dei media. Secondo l’UE, i processi per motivi di sicurezza nazionale come quello intentato contro Jimmy Lai – il governo della regione speciale ha già condannato diversi dei 47 attivisti democratici accusati di aver organizzato elezioni primarie non ufficiali nel luglio 2020 – “minano ulteriormente la fiducia nel sistema giuridico di Hong Kong”. L’UE ha ribadito “il suo invito alla Cina e alla regione amministrativa speciale (RAS) di Hong Kong a onorare i loro impegni giuridici internazionali a salvaguardare i diritti e le libertà fondamentali sanciti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici”.
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