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    Due operai morti per intossicazione da monossido nel Comasco

    (ANSA) – COMO, 21 SET – Due operai sono stati trovati morti
    questa mattina in un container da cantiere a Moltrasio, sul lago
    di Como, nel quale hanno trascorso la notte accendendo un
    braciere artigianale. Con tutta probabilità sono stati uccisi
    dalle esalazioni di monossido di carbonio.   
    I due corpi (una vittima ha 62 anni, l’altra non si sa
    ancora) sono stati scoperti questa mattina dai colleghi, che non
    li hanno visti tornare al lavoro. La tragedia è avvenuta in un
    cantiere in via Ranzato, dove è stato allestito un container
    prefabbricato ad uso ufficio. (ANSA).   

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    Caso Richetti, l'attrice: 'Tante bugie, non sono una stalker'

    “Sto approntando querele nei confronti di tutti quelli che hanno scritto il mio nome a sproposito, nessuno escluso, e chiederò risarcimenti milionari. Non sono la persona di cui parla Fanpage. Non ho mai denunciato Richetti, si sono dette tante falsità”.
    Così Lodovica Mairé Rogati, l’attrice 42enne che secondo quanto riportato da alcuni giornali avrebbe accusato di molestie il senatore di Azione, Matteo Richetti. In merito alle denunce fatte dallo stesso Richetti nei confronti di Rogati, quest’ultima spiega: “Non c’è stato stalking da parte mia nei suoi confronti. Inoltre ho la fedina penale pulita: ho ricevuto una sentenza di condanna in primo grado per calunnia senza neanche dover risarcire la controparte e sono stata assolta in un’altra vicenda in secondo grado perché il fatto non sussisteva. Mi dispiace che sia stata strumentalizzata la mia vicenda e che non si parli del vero problema degli abusi. Non è un modo accogliente nei confronti delle vittime. La mia associazione è no profit, non prendo denaro e non ho fatto pressioni ad alcuno su nulla per ricevere aiuto”, spiega l’attrice, che è presidente dell’associazione contro la violenza sulle donne ‘Io non ci sto’.
    “Metto la mano sul fuoco su Richetti, lo sto facendo da un anno”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a L’Aria che tira, su La 7. “È da un anno che conosco la vicenda di stalkig a Richetti, con messaggi inviati alla figlia e alla compagna di Richetti. Richetti è una persona perbene distrutto da una denuncia anonimia, un dossier che avevano tutti i giornali italiani, che hanno verificato e distrutto”. “Alle donne dico: denunciate, se subite una molestia dovete denunciare, ma Richetti non è stato denunciato da nessuno”.
     “Un’operazione politica, ordita per danneggiare me come candidato, e soprattutto la lista Azione-Italia Viva-Calenda a pochi giorni dal voto”. Così Matteo Richetti, presidente di Azione, commenta il servizio di Fanpage su sue presunte molestie ai danni di una donna negli uffici del Senato. In un lungo comunicato stampa scrive che la giornalista, autrice dell’inchiesta, “ha contattato Azione per la prima volta lo scorso aprile” dopo aver ricevuto alcuni dossier, ma “sorprendentemente, la vicenda è stata tirata fuori solo una settimana prima delle elezioni”.    “Gli articoli di Fanpage – prosegue – hanno omesso qualsiasi riferimento ai procedimenti penali per stalking e diffamazione avviati da altre persone negli anni passati nei confronti della mia accusatrice, uno dei quali sfociato in una condanna a 4 anni”. Richetti accusa la testata “di nascondere all’opinione pubblica elementi di valutazione essenziali per fornire una versione unilaterale e faziosa della storia”. Il senatore evidenzia poi “l’assenza di qualsiasi verifica” su messaggi “falsamente attribuiti” alla sua persona.    In conclusione, annuncia di aver già dato mandato ai suoi legali “di agire in sede civile, penale e disciplinare nei confronti di fanpage e di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda”.    

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    Silvana Sciarra è la nuova presidente della Consulta

    Torna una donna alla guida della Consulta a tre anni di distanza dall’esperienza di Marta Cartabia. La nuova presidente è la giuslavorista Silvana Sciarra, 74 anni, originaria di Trani . Nel 2014 fu il Parlamento a eleggerla giudice costituzionale. Succede a Giuliano Amato, di cui è stata vicepresidente. Il suo mandato scadrà a novembre del 2023.Un solo voto di scarto ha determinato l’elezione a presidente della Consulta di Sciarra. Sciarra ha preso 8 voti contro i 7 andati a Daria De Pretis. La partita si è dunque giocata tra le due donne vicepresidenti, visto che nessun voto è andato al terzo candidato Nicolò Zanon.”Ho fiducia nelle istituzioni. Non posso non averla, non posso pensare che se ci fosse una forte maggioranza non ci sarà attenzione al pluralismo. Me lo auguro fortemente. Il mio è un messaggio di fiducia e rispetto nelle istituzioni”. Lo ha detto Sciarra rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa dopo la sua elezioneCome primo atto da presidente della Consulta Sciarra ha confermato come vicepresidenti De Pretis e Zanon.

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    Via libera definitivo dell'Aula del Senato al decreto legge aiuti bis

    Via libera definitivo dell’Aula del Senato al decreto legge aiuti bis. Il testo è stato approvato con 178 voti a favore, nessun contrario e 13 astenuti. Destina 17 miliardi di euro a misure per contrastare i rincari nei settori dell’energia, del gas naturale e dei carburanti, rafforzando il bonus sociale elettrico e gas per il quarto trimestre 2022, sospendendo, tra l’altro, le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas.Il provvedimento è stato definitivamente approvato in un paio d’ore in Aula. Esso destina 17 miliardi di euro a misure per contrastare i rincari nei settori dell’energia, del gas naturale e dei carburanti, rafforzando il bonus sociale elettrico e gas per il quarto trimestre 2022, sospendendo, tra l’altro, le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas. Sono azzerati gli oneri generali di sistema del settore elettrico anche per il quarto trimestre 2022, si riduce l’IVA per le somministrazioni di gas metano per combustione per usi civili e industriali nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022 e sono altresì prorogati i crediti d’imposta in favore delle imprese anche per il terzo trimestre 2022 e la riduzione dell’accisa sui carburanti sino al 20 settembre 2022.Le vetrate scorrevoli, amovibili e totalmente trasparenti, in grado di ridurre la dispersione termica e favorire il risparmio energetico, rientreranno d’ora in poi nell’edilizia libera, realizzabili quindi senza alcun titolo abilitativo, certificazione o autorizzazione. E’ quanto prevede il decreto aiuti bis che ha ottenuto il via libera definitivo al Senato. In base ad un emendamento approvato in prima lettura a Palazzo Madama sono infatti inseriti tra le attività di edilizia libera previste dal Testi unico sull’edilizia “gli interventi di realizzazione e installazione di vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti, cosiddette VEPA, dirette ad assolvere funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, di parziale impermeabilizzazione delle acque meteoriche, dei balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o di logge rientranti all’interno dell’edificio, purché tali elementi non configurino spazi stabilmente chiusi con conseguente reazione di volumi e di superfici, come definiti dal Regolamento Edilizio Tipo, che possano generare nuova volumetria o comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile anche da superficie accessoria a superficie utile”. Tali strutture, viene precisato, devono favorire “una naturale micro-areazione che consente la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici ed avere caratteristiche tecnicocostruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche”.Nessun accordo per la delega fiscale e quindi strada sbarrata anche al ddl sull’equo compenso e su ergastolo ostativo. Lo si apprende a termine della capigruppo di palazzo Madama. I tre provvedimenti sono stati sempre legati da una serie di veti incrociati da parte dei gruppi e già prima della pausa estiva era chiaro che sarebbe arrivata l’approvazione per tutti e tre o niente. Oggi dovrebbe essere l’ultima seduta per l’Aula del Senato che però potrà essere convocata a domicilio in caso di necessità.

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    Silvana Sciarra, la giuslavorista allieva di Giugni

    E’ la seconda donna al vertice della Corte costituzionale , ma sulla strada dell’emancipazione femminile Silvana Sciarra ha un record tutto suo: il 6 novembre del 2014 è stata la prima donna ad essere stata eletta dal Parlamento giudice costituzionale.    Professoressa ordinaria di Diritto del lavoro e di Diritto Sociale Europeo presso l’Università di Firenze e l’Istituto Universitario Europeo, classe 1948, Sciarra è nata Trani e a Bari è avvenuta la sua formazione. Si è laureata nell’ateneo del capoluogo pugliese, discutendo una tesi con il professore Gino Giugni, “padre” dello Statuto dei lavoratori. Un solido punto di partenza per una carriera universitaria che si è dipanata tra l’Italia e l’estero. È stata Harkness Fellow presso l’Ucla e la Harvard Law School (1974-1976); Fulbright Fellow presso l’Ucla (1985), Visiting Professor in diverse Università, tra cui Warwick (Leverhulme Professor), Columbia Law School (BNL Professor), Cambridge (cattedra Arthur Goodhart in Legal Science 2006-2007), Stoccolma, Lund, University College Londra, e la Luiss a Roma. Ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie dell’Università di Siena. Dal 1994 al 2003 ha ricoperto la cattedra di Diritto del Lavoro e Diritto Sociale Europeo presso l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole.    Direttrice del Dipartimento di Diritto (1995-1996), ha anche coordinato il programma di Gender Studies (2002-2003). Ha collaborato con la Commissione Europea in numerosi progetti di ricerca e è stata designata dal Consiglio dell’Unione Europea membro del comitato che dovrà dare un parere sull’adeguatezza dei candidati all’esercizio delle funzioni di giudice e di avvocato generale della Corte di giustizia. Ha ricevuto il dottorato di Ricerca in Legge Honoris Causa presso l’Università di Stoccolma nel 2006 e di Hasselt nel 2012 ed è stata per diversi anni co-direttore della rivista Giornale di Diritto del Lavoro e di Relazioni Industriali.    Alla Consulta, dove dal gennaio di quest’anno ha ricoperto il ruolo di vicepresidente, ha firmato la sentenza che a luglio ha dichiarato indifferibile la riforma delle norme sui licenziamenti, e la pronuncia che ha ritenuto discriminatoria la limitazione del bonus bebè ad alcune categorie di migranti.   

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    Regina: il day after del Regno Unito, ancora omaggi nei locali pubblici

     Il Regno Unito è tornato oggi a un primo giorno di normalità, dopo le quasi due settimane del lungo addio alla regina Elisabetta – sovrana di una vita spirata 96enne l’8 settembre – culminate ieri nei solenni funerali di Stato di Londra e nella sepoltura a Windsor in un lunedì concesso dal governo come non lavorativo.    La riapertura generale è segnata ancora da manifestazioni di omaggio in alcuni locali pubblici e qua e là per strada. Ma l’ordinarietà ha ripreso per lo più a prevalere. Mentre fra gli osservatori di cose reali ci s’interroga sul futuro del regno di Carlo III, apparso ieri commosso, quanto a tratti turbato o assorto; e tanta gente comune riappare distaccata, o quanto meno costretta a guardare avanti da uno scenario di crisi, d’inflazione, di caro bollette che pesa sul futuro prossimo dell’isola come di altri paesi come effetto della guerra russo-ucraina e non solo.
    I giornali comunque sono compatti, per oggi ancora, a riservare inni d’apertura a tutta pagina di saluto a Sua Maestà.    Il Telegraph evoca “l’ondata d’amore” alla sua memoria, espresso da larghi strati della popolazione a margine dello “splendore e della solennità” delle cerimonie di commiato di ieri davanti ai potenti della Terra. Il Times fa eco, descrivendo l’organizzazione come “impeccabile”. E anche il progressista Guardian s’inchina “al congedo finale” dalla regina, congedo che per il liberale I segna “La fine dell’era elisabettiana” bis.    Persino l’edizione britannica del solitamente paludato Financial Times è dominata dalle esequie reali: con un richiamo all’elogio al “raro spirito di servizio” di Elisabetta II, ripreso pari pari dal sermone di una delle ultime liturgie.    Lirici, o addirittura mistici, infine, i toni dei tabloid della stampa popolare: “Dio benedica la Regina, Dio salvi il Re”, titola il Sun; “Che la nostra Regina riposi in Dio”, intona il Daily Express; “Ci rivedremo”, conclude il filo-laburista Mirror.    

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    Morto Nicola Cariglia, giornalista e politico

    (ANSA) – FIRENZE, 20 SET – E’ morto a Firenze, in seguito a
    un malore improvviso, Nicola Cariglia, giornalista e politico.   
    La notizia della scomparsa è stata data dalla Fondazione Filippo
    Turati, di cui era presidente. Nato a Pistoia l’1 marzo 1943,
    Cariglia era entrato nel 1970 in Rai dove per vari anni è stato
    vice direttore della direzione esteri. E’ stato poi direttore
    della sede di Pescara e della sede Rai per la Toscana. Tra i
    suoi incarichi politici quello di vicesindaco di Firenze negli
    anni ’80, nella giunta guidata da Massimo Bogianckino: era stato
    eletto nel Psdi, partito di cui il fratello Antonio, scomparso
    nel 2010, fu segretario dal 1988 al 1992. Cariglia è stato anche
    presidente della Società di gestione dell’Aeroporto di Firenze.   
    Dal 2002 era presidente e co-fondatore del Gruppo dei Centouno e
    direttore di PensaLibero.it. Dal 2009, succedendo al fratello
    Antonio, era diventato presidente della Fondazione Filippo
    Turati: “La sua scomparsa ci lascia di fronte a un vuoto
    incolmabile” si legge nella nota della Fondazione, il cui cda e
    dipendenti “partecipano con grande commozione al dolore della
    famiglia e rinnovano l’impegno a portare avanti con grande
    determinazione l’opera da lui avviata”. I funerali avranno
    luogo a Firenze il 23 settembre alle 11,30 alla Basilica di San
    Miniato a Monte.   
    Cordoglio per la scomparsa di Cariglia è stato espresso dal
    sindaco di Firenze Dario Nardella: “Se ne va un amico caro, un
    politico appassionato, un giornalista di lungo corso col quale
    negli ultimi anni ho collaborato più volte e che ho avuto modo
    di conoscere e di apprezzare”, il ricordo del primo cittadino.   
    (ANSA).   

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    Elezioni 2022,  giudice respinge il ricorso della lista Cappato

     Il Tribunale civile di Milano ha respinto il ricorso della lista di Marco Cappato sul caso delle firme digitali.    Come spiega la stessa lista, riportando stralci del provvedimento del giudice della prima civile Andrea Borrelli, la decisione del Tribunale si conclude motivando che “il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto”, ossia la “verifica dell’effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati”, una verifica che “non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente”. E deve ritenersi, dunque, secondo il giudice, “l’insussistenza del presupposto della richiesta di tutela cautelare, costituito all’apparenza del buon diritto (fumus boni juris)”.
    La decisione arriva a cinque giorni dalle elezioni – ha dichiarato Virginia Fiume, co-presidente di Eumans – ma dopo cinque anni da quando, nel 2017, il Parlamento aveva impegnato (entro 6 mesi!!) il Governo a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste. Un esperimento mai tentato da nessun Governo ma non per questo scaduto come impegno”. “Il Governo si era opposto al ricorso d’urgenza della Lista Referendum e Democrazia avanzando l’impossibilità di posticipare il voto in caso di accoglimento del ricorso perché a ridosso della tornata elettorale”, ha detto Marco Perduca, responsabile legale della lista, aggiungendo che “nessuna risposta era però mai arrivata dal 25 luglio quando abbiamo diffidato formalmente il Governo per ottenere un decreto interpretativo”. E ancora: “Il ricatto dello spostamento delle elezioni ha funzionato”.
    La battaglia di Cappato e Eumans, si legge ancora nella nota, “per la firma digitale per le elezioni non si ferma” e “lo scaricabarile tra istituzioni farà scattare nuovi ricorsi interni e internazionali”. “Nel silenzio assoluto da parte di Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. E’ in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali”. Così Marco Cappato, leader di Referendum e Democrazia, ha commentato la decisione del giudice civile di Milano Andrea Borrelli che ha respinto la richiesta di un provvedimento d’urgenza per la riammissione della lista in Lombardia per le elezioni di domenica e il riconoscimento delle firme digitali.