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    Elezioni: da Santanché a Bonino, le sfide nei collegi. Chi ha vinto e chi ha perso

    Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra.
    Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda salvato solo grazie al paracadute del proporzionale. Il leader di Azione sarà uno dei big che si confronteranno in Senato dove siederanno anche il leader di Iv Matteo Renzi, quello della Lega Matteo Salvini e il presidente uscente della Regione siciliana Nello Musumeci (FdI).
    Enrico Letta e Nicola Zingaretti siederanno tra i deputati come anche i leader di Verdi e Sinistra Italiana Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
    Sbarca da Bruxelles a Montecitorio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Ce l’ha fatta stavolta il forzista Claudio Lotito, il presidente della Lazio, diventa senatore per il Centrodestra, vincendo nel collegio uninominale in Molise. Resta in Senato anche l’ex presidente Elisabetta Casellati (Forza Italia), che ha conquistato il suo seggio correndo in Basilicata. Nelle sfide a due, che hanno coinvolto nomi storici della politica l’hanno spuntata, Daniela Santanché, Perferdinando Casini e Isabella Rauti. A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, la figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore, ha fatto fuori Emanuele Fiano (Pd), figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
    Daniela Santanché (FdI) a Cremona, ha avuto la meglio (52,17% voti) su Carlo Cottarelli (27,3%) e rimane a palazzo Madama. Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare, ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, fortino della sinistra, superando il critico d’arte Vittorio Sgarbi del centrodestra che ora è fuori. Tra gli affezionati riconfermati alla Camera anche Bruno Tabacci, Benedetto Della Vedova (+Eu) che a Milano ha avuto la meglio su Giulio Tremonti:l’ex ministro berlusconiano, che stavolta ha corso per FdI, rimane fuori dal parlamento. Il leghista Alberto Bagnai passa invece dal Senato alla Camera. Diventa senatrice Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, eletta a Firenze dove ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Senatore per il Pd anche il virologo Andrea Crisanti. Montecitorio invece dà l’addio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e acquista la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che vince a Marsala e viene eletta alla Camera.
    Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l’ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci. Eletto in Campania, alla Camera, Gianfranco Rotondi, uno dei colonnelli di Silvio Berlusconi.
    Tra i deputati della nuova legislatura viene riconfermato Umberto Bossi, e sempre in area Lega l’ex magistrato Simonetta Matone, l’imprenditore Antonio Angelucci. Conquista una poltrona a Montecitorio l’avvocatessa no vax Renate Holzeisen che a Bolzano sfiora il 9% (8,94%). Dalla tv all’Aula della Camera, è il salto che farà Rita Dalla Chiesa che ha vinto in Puglia per FI.
    Come sono finite le sfide

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    La conferenza stampa di M5s Conte: 'Letta si assuma le sue responsabilità'

    In corso la conferenza stampa del Movimento 5 stelle con il presidente Giuseppe Conte. Il voto per il M5s è “un grande successo che ci attribuisce grande consenso per affrontare questa legislatura e condurre le nostre battaglie in modo intransigente” ha detto Conte.
    “Faccio gli auguri a Giorgia Meloni per il compito che le spetta. Noi saremo pronti a difendere i nostri valori e principi costituzionali, consapevoli della rimonta straordinaria della nostra forza politica con questa investitura popolare”. Lo dice il presidente M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa
    “Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito ed univoco. Quando c’è una sconfitta, come nel caso del Pd, è bene che un leader non cerchi capi espiatori a cui addossare la responsabilità”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa. “Ho già detto che non ci sarà dialogo con questo gruppo dirigente (del Pd) ma la questione non è personale. I punti sono politici. Non è solo questione di gruppo di dirigente ma di agenda. Bisogna vedere quale Pd verrà fuori” dopo il congresso. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa.
    “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza la nostra opposizione non sarà dura, ma sarà durissima. Non faremo sconti” ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte.
    “Invito il centrodestra, che ovviamente si candida a guidare il Paese, a comprendere che quando non si è maggioranza reale nel Paese è bene non avventurarsi in progetti di riforma costituzionale senza una reale condivisione con tutte le forze politiche. Altrimenti il rischio evidente è quello di una bocciatura sonora, come quella che prese Renzi”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte,
    “Non siamo il partito del Sud, ma la forza politica che ricevuto una grande investitura al Sud. Questo ci legittima a contribuire a superare a il divario nord-sud e a contribuire a un processo riformatore basato sulla crescita economica, non assistenziale, del sud”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa dove annuncia “la possibilità che sia io a rappresentare il collegio Lombardia alla Camera e rappresentare, quindi, l’Italia intera”.

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    Giorgia Meloni dal palco ringrazia il compagno Andrea Giambruno

     “Voglio ringraziare la mia famiglia, Andrea, mia figlia, mia sorella, mia madre. Tutti quelli per i quali io ci sono stata meno di quanto loro ci fossero per me”, ha detto nella notte Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, concludendo il suo intervento nella sede di partito.

    Elezioni, dopo la vittoria Meloni ringrazia il compagno, la figlia e lo staff

    Andrea Giambruno, giornalista Mediaset, 41 anni, conduttore di Studio aperto, è il compagno di Giorgia Meloni e padre della loro figlia Ginevra, 6 anni. In un’intervista al Corriere Giorgia Meloni definì Andrea Giambruno “un padre fantastico, presentissimo. Passa a Milano una settimana al mese, ma quando è qui lavora quasi sempre di sera e durante il giorno sta molto con Ginevra. Ci alterniamo, ci aiutiamo, ci completiamo”.

    Giorgia Meloni con la figlia. Dal profilo Facebook Giorgia Meloni

    Il 25 settembre Giorgia Meloni ha pubblicato una foto che la ritrae in un abbraccio con la figlia, post accompagnato da queste parole: “Grazie per la pazienza che hai avuto in questi anni amore mio. Grazie per come, nonostante i tuoi sei anni, hai capito, e sopportato le mie troppe assenze. Grazie per come mi corri incontro quando torno a casa, e per quando mi dici “mamma in bocca al lupo!”. E’ tutto per te. Ti amo” così un post del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sul suo profilo Facebook.

    Agenzia ANSA

    Lettera su Facebook alla vigilia del voto (ANSA)

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    Youtrend, in città con più disoccupati vince M5s

    “Il Movimento 5 Stelle vince nelle città con un tasso di disoccupazione tra il 10 e il 15 percento e anche Forza Italia segna successi al crescere del numero di disoccupati”. E’ quanto evidenzia Youtrend nell’analisi dei dati usciti dalle urne.    “Le città con più laureati premiano maggiormente Partito Democratico e Az/Iv, mentre calano le altre forze politiche. Nei comuni con un maggior numero di stranieri crescono i consensi per Fratelli d’Italia, calano quelli per il Movimento 5 Stelle”, si legge ancora in altre slide.    

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    Letta apre al congresso ma non si ricandida

    Giorgia Meloni, a casa, mette in ordine i pensieri sul futuro governo, lasciando ai suoi dirigenti l’onere e l’onore di incontrare la stampa nell’albergo quartier generale, dove stanotte ha annunciato la vittoria. Enrico Letta, suo principale competitor, nelle stesse ore avvia la stagione congressuale del Pd dove non si presenterà candidato, chiudendo così la segreteria iniziata nel marzo 2021 non senza accusare, più e più volte in conferenza stampa, il leader del M5s Giuseppe Conte “responsabile della caduta del governo Draghi che oggi porta la Meloni a Palazzo Chigi”. “Altri gestiranno” dice mestamente Letta, chiamando però il centrosinistra a non abbandonare l’idea del campo largo, a non andare “in ordine sparso” all’opposizione del nuovo governo di centrodestra. Finisce l’era Letta, che accompagnerà il Pd al congresso in cui si dovrà tagliare il nodo gordiano dell’alleanza con Conte, che riceve l’endorsement di Beppe Grillo. Intanto Luigi Di Maio esce di scena, ammettendo la sonora sconfitta che lo lascia fuori dal Parlamento. Nel centrodestra – mentre in Sicilia inizia lo spoglio per le Regionali che tanto diranno anche sugli equilibri del voto nazionale – ammette la delusione per il risultato ad una cifra anche Matteo Salvini. “Sono andato a letto incazzato ma mi sono svegliato carico a molla perchè abbiamo 5 anni di governo e ampi margini per recuperare”, assicura spiegando che la Lega ha pagato nelle urne il sostegno a Draghi. “Risultato deludente, ora analisi seria delle cause”, non gli fa sconti però il governatore del Veneto Luca Zaia, in asse in questi mesi con gli altri presidenti di regione leghisti, oggi riuniti in vertice per ragionare sul crollo del partito e sul fallimento del progetto di una Lega nazionale. Mentre Silvio Berlusconi torna in Senato (“ma non sarà presidente di Palazzo Madama”, assicurano i suoi) e giudica “determinante” il contributo di Forza Italia alla vittoria, si contano sulle dita di una mano le avversarie politiche che riconoscono a Giorgia Meloni di aver sfondato il tetto di cristallo: Serracchiani, Boschi, Morani. Si fa notare il silenzio anche social di Matteo Renzi – in Giappone per i funerali dell’ex premier Abe Shinzo – mentre Carlo Calenda, front man del Terzo Polo, ammette la sconfitta davanti alla stampa e promette una opposizione senza sconti al governo.

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    Elezioni, Salvini: 'Fondamentale fase di riorganizzazione della Lega'

    Matteo Salvini in via Bellerio a Milano commenta l’esito delle elezioni. Nel quartier generale della Lega, a Milano, presenti, tra gli altri, Riccardo Molinari, Alessandro Morelli e Laura Ravetto.
    “Sono cento tondi i parlamentari della Lega al lavoro da domani”, ha detto il segretario della Lega in conferenza stampa aggiungendo che il Carroccio è “il secondo partito del centrodestra e ce la giochiamo con il Pd come secondo” in assoluto.
    “Conto che per almeno cinque anni si tiri dritto senza cambiamenti con una maggioranza chiara di centrodestra. Ieri ho messaggiato con Giorgia Meloni a cui faccio ovviamente i complimenti, è stata brava: lavoreremo insieme a lungo”. Secondo Salvini è stata “premiata l’opposizione – ha concluso -. Fdi è stata brava a fare una forte opposizione”.
    Il dato politico è che “è stata premiata l’opposizione”. “Fratelli d’Italia è stata brava a fare una forte opposizione” e certo aver governato quasi due anni “non è stato semplice”, ma considerando come era la situazione “lo rifarei” ha concluso.
    “Il dato della Lega non mi soddisfa, non è quello per cui ho lavorato. ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti”. “Entro la fine dell’anno – ha aggiunto Salvini – faremo i congressi in tutte le 1400 sedi. Poi faremo l’anno prossimo i congressi provinciali e regionali”. 
    Sulla Lombardia “ho letto analisi simpatiche. Ma il centrodestra è sopra il 50% nella Regione”. Quindi, anche “in ottica Regionali, la squadra che vince non si cambia”.  
    “Una fase di riorganizzazione del movimento, puntando su sindaci e amministratori, è fondamentale”, ha detto Salvini che ha voluto ringraziare i 20mila militanti del partito che sono “il terreno su cui costruire” e “se qualcuno ha altri progetti… questa non è una caserma. Tutti sono utili e nessuno è fondamentale”.

    “Il voto degli elettori va rispettato, perché, come diceva Rousseau nel suo contratto sociale, ‘il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega’. E’ innegabile come il risultato ottenuto dalla Lega sia assolutamente deludente, e non ci possiamo omologare a questo trovando semplici giustificazioni”. Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando con l’ANSA l’esito del voto. “E’ un momento delicato per la Lega – aggiunge – ed è bene affrontarlo con serietà perché è fondamentale capire fino in fondo quali aspetti hanno portato l’elettore a scegliere diversamente”.

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    Meloni cita San Francesco, ma “la frase non è del santo”

     “Tu comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile. Alla fine, ti scoprirai a fare l’impossibile”. E’ una delle frasi citate da Giorgia Meloni questa notte nel discorso dopo i risultati che attestano la sua vittoria alle elezioni. Ma San Francesco non l’ha mai detta. E’ quanto si legge in un articolo dello storico francescano, fra Andrea Vaona, postato sul suo blog ad aprile 2022 e rilanciato oggi dall’ex direttore di Tv2000 Lucio Brunelli.    “Nei siti o nei social si propagano ‘viralmente’ anche frasi attribuite a san Francesco d’Assisi, ma che non risultano assolutamente né tra i suoi scritti né tra i detti che troviamo nelle sue biografie” scriveva lo storico francescano. “Ciò che duole è la difficoltà nel correggere gli errori pubblicati: quando segnalati, spesso la risposta è seccata, perché ‘la frase è bella!…'” e “un confratello, saggiamente, per sdrammatizzare dice: ‘spiritualità francescana da Baci Perugina’”, sottolineava nel suo post fra Andrea Vaona.    “Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile – non è di San Francesco d’Assisi”, si legge nel blog del frate docente universitario di Storia ecclesiastica.