Bruxelles – Perseverare è diabolico: a distanza di quattro anni, la Corte Costituzionale di Bangkok scioglie un’altra volta il principale partito politico d’opposizione, il Move Forward Party, nato dalle ceneri del Future Forward, che subì la stessa sorte nel 2020. È una minaccia per la monarchia e per la sicurezza nazionale, hanno deciso i giudici. “Una battuta d’arresto per il pluralismo politico in Thailandia”, è il commento che arriva da Bruxelles.
In un comunicato, la portavoce del Servizio europeo di Azione esterna (Eeas), Nabila Massrali, ha ricordato al primo ministro Srettha Thavisin e al sovrano Rama X che “nessun sistema democratico può funzionare senza una pluralità di partiti e candidati”. Massrali ha quindi sottolineato l’importanza che le autorità “garantiscano che tutti i membri del Parlamento legittimamente eletti possano continuare a svolgere il loro mandato parlamentare, indipendentemente dal partito in cui sono stati eletti”.
Il Move Forward Party è stato il primo partito alle elezioni generali del maggio 2023 con oltre 14 milioni di voti su 39 milioni di cittadini thailandesi recatisi alle urne. Tuttavia, non fa parte della coalizione di governo guidata dal Puea Thai, il secondo partito alle elezioni dello scorso anno, che ha voltato le spalle al Move Forward Party stringendo un’intesa con i conservatori e gli eredi della giunta militare che prese il potere nel 2014.
Oltre a sciogliere la formazione politica, la Corte Costituzionale ha bandito il suo leader, Pita Limjaroenrat, e altri dieci pezzi grossi del MFP per ben dieci anni dalla vita politica, stabilendo che la campagna del partito per modificare la legge sulla lesa maestà costituiva una minaccia per la monarchia e per la sicurezza nazionale. Il Move Forward Party può contare comunque su 142 parlamentari, il 30 per cento dei seggi dell’Assemblea nazionale, che avranno ora due mesi di tempo per confluire in una nuova formazione politica. Così come era già successo nel 2020.
Per ora, lo stesso leader riformista ha invitato alla calma i suoi sostenitori, perché un’ondata di proteste potrebbe divenire il pretesto perfetto per un nuovo golpe militare. L’Ue osserva gli sviluppi nel Paese partner e – conclude Massrali – “è pronta ad ampliare il suo impegno con la Thailandia nell’ambito dell’Accordo di partenariato e cooperazione firmato il 14 dicembre 2022, anche su questioni di pluralismo democratico, libertà fondamentali e diritti umani”.