Il delicato rapporto tra l’Ucraina e la Santa Sede vive le sue ore più difficili.
Kiev non ha ‘digerito’ le parole pronunciate da Papa Francesco il 24 giugno, all’udienza generale, quando ha chiesto a “tutti” di fare la propria parte per la pace, e ha definito Darya Dugina “una povera ragazza innocente”.
Dopo la dura protesta di ieri, con il ministero degli Esteri che ha convocato il Nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas, oggi l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede corregge il tiro.
Il diplomatico inviato da Kiev, Andrii Yurash, pubblica sui social le foto della visita del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin di un anno fa, quando a Kiev ancora non c’era la guerra: “È stata la seconda visita del Segretario di Stato vaticano dall’inizio dell’invasione russa nel 2014 che ha mostrato per entrambe le parti quanto siano importanti – rileva l’ambasciatore – le relazioni tra Ucraina e Santa Sede”.
Il clima resta non facile e la visita del Papa in Ucraina, per la quale non c’era un data ma la volontà espressa esplicitamente dal Pontefice, sembra ora allontanarsi. Come pure è già slittato l’incontro con il Patriarca di Mosca Kirill che non andrà a metà settembre in Kazakistan, per quella che doveva essere la prima occasione di un faccia a faccia con Francesco dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio.
La diplomazia vaticana continua a lavorare dietro le quinte e sceglie, per il momento, di non commentare ufficialmente gli avvenimenti delle ultime ore. Dal Vaticano arriva però la voce del direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli, che sottolinea: “Durante questi mesi il Papa non è mai stato ‘equidistante’: ha condannato con parole nette l’aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto ‘equivicino’, cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, in primo luogo la popolazione innocente dell’Ucraina che muore sotto le bombe russe”.
Nei corridoi vaticani si percepisce il dispiacere e il disappunto soprattutto per le parole diffuse ieri sera dal ministero degli Esteri di Kiev che accusano Francesco di non avere “mai prestato particolare attenzione alle vittime specifiche della guerra, tra cui 376 bambini ucraini morti per mano degli occupanti russi”. Una frase che arriva dopo l’incontro in Aula Paolo VI con decine di bambini ucraini, accolti dalla Caritas, festosi per l’abbraccio del Papa. Il quale, ricordano fonti, ha in continuazione posto l’attenzione proprio sui piccoli ucraini che ha voluto anche accogliere nel suo ospedale, il Bambino Gesù, e visitare di persona a pochi giorni dallo scoppio della guerra. .
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