Una pax elettorale per portare il governo Draghi a prendere misure urgenti contro il caro-bollette. La proposta avanzata da Carlo Calenda nei giorni scorsi è stata rilanciata da Matteo Salvini, ma per ora prosegue in ordine sparso il pressing dei partiti che chiedono all’esecutivo un nuovo intervento a sostegno di imprese e famiglie. Il segretario leghista, dal suo tour in Calabria, offre “un armistizio” agli altri leader, anche “senza fermare la campagna elettorale”.
Basta una call su zoom, ha spiegato, per trovare “una soluzione comune”. Quella indicata dall’ex ministro dell’Interno è ispirata alle misure prese in Francia: fissare al 4% il tetto degli aumenti delle bollette di luce e gas. “Abbiamo quantificato in 30 miliardi di euro l’intervento urgente e necessario per bloccare adesso gli aumenti delle bollette di luce e gas senza incorrere in sanzioni europee”, ha detto dando “per scontato” che Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni siano d’accordo.
“Meno male. Almeno uno c’è arrivato – la prima reazione del leader di Azione Calenda -. Vediamoci domani e proviamo a trovare un accordo per evitare il disastro”. Un simile tavolo, però, ancora non è in vista, il clima resta decisamente avvelenato, ognuno rivendica il primato nell’aver lanciato l’allarme, una ricetta condivisa non c’è. E chi nei partiti segue il dossier da vicino sa che le risorse a disposizione al momento sono limitate. Giuseppe Conte, fanno notare fonti del M5s, chiede da tempo un confronto fra partiti sul caro-bollette: fra coloro che spingono per uno scostamento di bilancio, l’ex premier ha indicato come priorità “recuperare i 9 miliardi di extraprofitti persi per strada dal governo”, estendendo “questa tassazione anche ai settori farmaceutico e assicurativo”. Ev e Si chiedono di “ridistribuire immediatamente sui conti correnti di famiglie e imprese italiane i 50 miliardi di extraprofitti delle società energetiche”. Il Pd punta sull’aumento del credito di imposta per le imprese energivore, nonché il tetto alle bollette, con il disaccoppiamento del prezzo fra fonti fossili e fonti rinnovabili, con l’impegno di farlo anche a livello europeo.
“Le iniziative che prenderà il Governo Draghi – chiarisce il segretario Enrico Letta – siano le più determinate e tempestive sia a livello nazionale che a livello europeo. Troveranno il nostro sostegno”. “Spetta a Draghi, pur dimissionario, prendere l’iniziativa”, è anche la posizione di +Europa, mentre da Forza Italia, Antonio Tajani sollecita l’esecutivo a un intervento, aggiungendo però che “l’azione Ue è fondamentale: l’Europa blocchi il Ttf, il mercato virtuale del gas di Amsterdam e imponga un prezzo alla Russia con la decisione di fissare un tetto comunitario”. “L’hai sfiduciato Draghi. Abbi il buon gusto di tacere per favore”, lo critica Calenda, in uno dei sempre più frequenti scambi social al veleno di questa campagna elettorale. “Aspetto con fiducia l’intervento che dovrebbe arrivare fra martedì e mercoledì – nota la sua ex alleata Emma Bonino, di +Europa -. Rimane il problema di essere stati così pirla da aver dimezzato Draghi, l’asset migliore per negoziare il tetto al prezzo del gas”. Fra i partiti le visioni sono più allineate di fronte ai possibili effetti del caro-energia sulla scuola. Di didattica a distanza non vuol più sentire parlare nessuno, da Licia Ronzulli (Fi) a Nicola Fratoianni (Si). “Il M5s – ha chiarito Conte – non è affatto favorevole alle proposte che iniziano a circolare che prevedono riduzioni di orario e ritorno alla Dad nelle scuole per risparmiare energia”. “Scuole chiuse un giorno alla settimana e ragazzi di nuovo in dad per risparmiare energia? Dico assolutamente no”, la posizione di Salvini, che in una diretta notturna su TikTok ha anche rilanciato un suo vecchio pallino: eliminare l’accesso a numero chiuso alle facoltà di Medicina.
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