Il governo è a caccia di fondi per contrastare il caro energia. Ma le prime interlocuzioni tecniche a Palazzo Chigi – tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri all’Economia e alla Transizione Ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani – rimandano ad un quadro d’intervento complicato, in cui sarà necessaria un’attenta ricognizione delle risorse a disposizione. Anche per questo, il provvedimento tanto invocato dai partiti, salvo colpi di scena, potrebbe non essere immediato: in ambienti dell’esecutivo, per ora, si parla genericamente del mese di settembre. Se è molto difficile che il premier Mario Draghi apra ad uno uno scostamento di bilancio a nemmeno un mese dal voto, ci sono alcune misure che vengono date quasi per certe. Come il prolungamento degli sconti sui carburanti – in vigore fino al 20 del prossimo mese – che si ‘autofinanziano’ con l’extragettito.
Nel corso delle interlocuzioni tecniche sul caro energia che si sono svolte in giornata a Palazzo Chigi, con i ministri dell’Economia, Daniele Franco e della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è stata avviata un’analisi sia sull’impatto delle misure già prese a tutela di famiglie e imprese, sia sul gettito degli extraprofitti delle società energetiche e sulle sanzioni in caso di inadempienza. Si sarebbe parlato anche della proroga degli sconti sui carburanti.
“Viviamo un’emergenza energetica e per le famiglie e le imprese servono risposte forti. Noi proponiamo un contratto luce sociale per darla gratis fino al 50 per cento per le famiglie con redditi medio bassi, mentre per la parte eccedente prezzi calmierati e raddoppio degli sconti alle imprese”, dice Giuseppe Provenzano. “Bisogna fare pagare gli extra profitti, perché è qualcosa di vergognoso e immorale che aziende che hanno guadagnato grazie all’aumento dei costi dell’energia, anche a causa di molte speculazioni, in questo momento non non li stanno pagando”, spiega il vicesegretario nazionale del Pd. “Sono convito che le risorse vadano prese anche dagli extra profitti, proprio per fare quello che noi abbiamo proposto: se vogliamo scorporare il prezzo del gas, che è aumentato, dal costo dell’energia e far pagare il costo della produzione – le fonti rinnovabili vengono prodotte a un sesto, un decimo rispetto al prezzo del gas – ebbene, noi abbiamo l’esigenza di recuperare delle risorse che servono a compensare gli aumenti del gas per le famiglie e per le imprese prendendoli proprio dagli extra profitti delle aziende energetiche”.
“Lo vogliamo fare fissando un tetto nazionale al costo dell’energia, un tetto europeo al prezzo del gas e scorporando il prezzo del gas cresciuto a dismisura. È singolare che chi ha fatto cadere Draghi, oggi si rivolge a lui in ginocchio”. “Tutti gli extragettiti che provengono dalla speculazione e dagli aumenti dell’energia devono essere necessariamente reinvestiti in famiglie ed imprese”, dice Luigi Di Maio proponendo contro l’emergenza bollette “un decreto di emergenza non appena arrivati al governo da approvare subito. Un taglia bollette che consenta alle piccole imprese fino alla fine dell’anno di vedersi pagato dall’Stato l’80% delle bollette e che varrebbe circa 13,5 miliardi di euro”. “Vale la pena farlo. Se chiudiamo le imprese il danno è ancora maggiore”, dice a La Stampa Online.
“L’Europa deve far ascoltare la propria voce sia con Gazprom, sia con il Ttf, la Borsa virtuale dove si decide il prezzo ad Amsterdam va chiusa come si fa quando c’è un eccesso di rialzo o ribasso nelle altre Borse”, afferma Antonio Tajani (Fi).
L’ALLARME DI FEDERALBERGHI
“Le aziende, che con grande fatica stavano tentando di rimettersi in marcia dopo due anni devastanti, sono di nuovo in debito di ossigeno e non riescono a pagare le bollette. Sinora gli alberghi hanno resistito, ma guardiamo con preoccupazione a quel che potrà accadere nei prossimi mesi, con il prezzo dell’energia che continua a crescere e le condizioni generali del mercato a dir poco incerte, tra inflazione galoppante e avvisaglie di recessione”. È questo il grido d’allarme lanciato da Bernabò Bocca, presidente degli albergatori italiani, alla lettura dei risultati di un’indagine condotta dal centro studi di Federalberghi, che ha esaminato nel dettaglio le bollette emesse da 15 gestori, relative a un campione di oltre 2.000 camere d’albergo, di tutte le regioni italiane.
La bolletta energetica degli alberghi italiani ha raggiunto il livello record di 3,8 miliardi di euro, con un costo medio di circa 120.000 euro per ciascuna struttura (94.000 per l’energia elettrica e 26.000 per il gas), che aumenta con progressione geometrica. In media, il conto del mese di luglio 2022 è risultato più che triplicato rispetto a luglio 2021. Significa che oltre il 18% del volume d’affari del settore viene assorbito dal pagamento delle forniture di energia elettrica e di gas.
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml