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    Anche assessore lombardo lascia FI, 'condivido scelta Gelmini'

    (ANSA) – BRESCIA, 25 LUG – L’assessore regionale lombardo
    alla Casa Alessandro Mattinzoli lascia Forza Italia e la guida a
    livello provinciale a Brescia del partito di Berlusconi. “Non
    riconosco più FI che ho conosciuto – commenta Mattinzoli – Stimo
    la Gelmini (ministra a sua volta uscita nei giorni scorsi dal
    partito, ndr) ma il tema non è seguire la Gelmini. È che in
    questo momento condivido pienamente con lei la scelta. Con una
    pandemia che torna ad essere aggressiva, con la crisi economica,
    energetica e idrica facciamo cadere un governo autorevole a
    guida Draghi per sostituirlo con chi? Draghi era la persona più
    autorevole per guidare l’Italia”.   
    “La forza della coalizione di centrodestra – prosegue
    Mattinzoli – non è mai stata il pensiero comune, ma al contrario
    è la differenza tra i partiti. Forza Italia si sta appiattendo
    al pensiero della Lega”. Sul suo ruolo da assessore regionale
    Mattinzoli spiega: “Stimo Fontana e faró quello che lui riterrà
    utile per il bene della Lombardia. Sono a sua disposizione”.   
    (ANSA).   

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    L'ultima di Musk, flirt con la moglie di Mr Google

    Finisce malissimo l’amicizia di lunga data fra Elon Musk e Sergei Brin, il co-fondatore di Google. Il patron di Tesla ha infatti avuto una relazione con la moglie di Brin, Nicole Shanahan, lo scorso autunno, un flirt breve ma che ha causato il divorzio della coppia e ovviamente la rottura dei rapporti fra i due giganti della Silicon Valley, nonostante le scuse in ginocchio di Musk.
    Per la complicata vita dell’uomo più ricco del mondo, sia lavorativa sia sentimentale, si tratta di un nuovo capitolo. Non è infatti solo lo scontro con Twitter ad accendere i riflettori sul patron di Tesla. Negli ultimi due mesi è stato accusato di molestie da una hostess della sua SpaceX, è trapelato che lo scorso anno ha avuto due bimbi da una manager di Neuralink, un’altra delle sue società, e uno dei suoi 10 figli lo ha pubblicamente ripudiato.
    Brin e la moglie, Nicole Shanahan, hanno chiesto il divorzio in gennaio per “differenze irriconciliabili”. Carte depositate in tribunale – riporta il Wall Street Journal – poche settimane dopo che Brin aveva scoperto il tradimento della moglie con Musk, uno dei suoi migliori amici. Un tradimento consumato a Miami durante la settimana espositiva dell’Art Basel, agli inizi di dicembre, quando la coppia era già separata ma viveva ancora insieme. Il patron di Tesla allora si era da poco lasciato con la fidanzata, la cantante Grimes. Agli inizi di quest’anno, durante una festa a cui si sono incontrati, Musk si è inginocchiato davanti a Brin, si è scusato e lo ha supplicato di perdonarlo, senza però convincerlo.
    Il co-fondatore di Google e il patron di Tesla erano legati da un’amicizia strettissima. Proprio Musk ha più volte raccontato le sue serate a casa dell’amico. Nel 2008, nel mezzo della crisi finanziaria, Brin gli staccò un assegno da 500.000 dollari per aiutarlo con Tesla. E Musk, successivamente, gli regalò uno dei primi suv elettrici. Poi il tradimento e la rottura dei rapporti, con Brin – l’ottavo uomo più ricco al mondo – che ha anche ordinato ai suoi advisor finanziari di vendere tutte le sue quote nelle società di Musk.
    Brin e Shanahan si sono incontrati sette anni fa a un ritiro di yoga a Wanderlust e si sono spostati quattro anni fa. Tutti e due erano già stati spostati, Brin con Anne Wojcicki, co-fondatrice di 23andMe dalla quale ha avuto due figli, e Shanahan con un manager. La coppia ha iniziato ad avere problemi nel 2021 complici i lockdown da Covid e le difficoltà con la loro bimba di tre anni. Il tradimento con Musk ha inflitto il colpo definitivo alla loro relazione e si è finiti alle carte bollate, con Shanahan che ha chiesto un miliardo di dollari e Brin che si oppone.   

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    “Venite in vacanza da noi”, Kiev ora chiama i turisti

    A 5 mesi dall’inizio della guerra, con aspri combattimenti in corso nel Donbass e bombardamenti sparsi in tutto il paese, Kiev tenta di rilanciare il turismo e dare un ulteriore messaggio di resistenza al mondo. Il portale ‘Visit Ukraine’ propone da qualche giorno sul suo sito vari pacchetti di viaggio nel paese, in alcuni sembrando ignorare l’orrore della guerra, come il “relax” di Leopoli o le gite nel canyon di Kamianets-Podilsky nella zona occidentale, in altri stuzzicando la voglia di avventura e di rischio, come il tour delle “città coraggiose” con un passaggio anche a Bucha e Irpin, le due cittadine vicino a Kiev tristemente divenute il simbolo delle atrocità russe.
    “Visitare l’Ucraina ora – spiega il portale turistico – non significa solo passeggiare per le strade delle belle città e scoprire com’è l’Ucraina. È seguire le orme dei difensori, vedere come le città si stanno riprendendo dagli orrori, guardare negli occhi le persone per le quali la vita non sarà più come prima. Scoprire l’Ucraina di oggi significa vedere come si vive in attesa della grande vittoria e sentire il battito del cuore di tutto il mondo libero. Siate testimoni della grande storia e partite per un viaggio in Ucraina con noi!”.
    Un invito che è un inno alla resistenza alla quale gli ucraini sono chiamati dal 24 febbraio e che, anche grazie all’abile retorica del presidente Voldymyr Zelensky, hanno imparato a promuovere su tutti i social media. D’altra parte la guerra in Ucraina sarà ricordata anche perché è la prima che è stata seguita in tutto il mondo in diretta o quasi sui canali social.
    “Questo è un Paese in cui l’eroico passato ha dato vita a imprese moderne e a persone incredibili. Qui l’aria profuma di libertà e di vita che ha superato le tenebre”, è l’invito di Kiev, che per attrarre turisti ricorda anche le visite in Ucraina negli ultimi mesi di alcune star di Hollywood, da Angelina Jolie in missione umanitaria a Sean Penn, che sta girando un documentario sulla guerra.   

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    Elezioni: Meloni, fango contro di me e FdI, sanno di perdere

     “Con la campagna elettorale è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro me e Fratelli d’Italia. Aspettatevi di tutto in queste settimane, perché sono consapevoli dell’imminente sconfitta e useranno ogni mezzo per tentare di fermarci. Se ci riusciranno o no, quello dipenderà da voi”.    Lo scrive su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.  “Il Centrodestra sarà unito, a differenza di una sinistra divisa e litigiosa. Chi governerà lo sceglieranno gli Italiani con i loro voti, chi ne prenderà di più indicherà il premier, come è giusto che sia”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini ad Affaritaliani.it. Con Silvio Berlusconi “non abbiamo parlato di incarichi, ma solo di programmi, con la sicurezza, il blocco degli sbarchi clandestini e la rottamazione di milioni di cartelle di Equitalia come priorità”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini ad Affaritaliani.it rispondendo a una domanda sull’ipotesi Berlusconi presidente del Senato. “Con tutto quello che ha fatto in Italia e nel mondo, può aspirare legittimamente a qualsiasi incarico, ma non ne abbiamo mai parlato”. E infine: “P.S. Draghi è stato abbandonato da 5Stelle e PD, non da altri”.

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    Letta: “la scelta per il Paese è o noi o Meloni”

    Confronto a distanza sulle prime pagine, in vista delle urne, tra i due leader del Partito democratico e del Movimento 5 stelle.
     ‘La scelta è chiara, o noi o Meloni, due Italie profondamente diverse’, spiega Enrico Letta a Repubblica, e citando le ultime parole di Berlinguer dice che quella del Pd sarà ‘una campagna casa per casa, strada per strada’. Per una lista aperta ed espansiva, le proposte contano più della coalizione, e nel solco del governo Draghi.
    Parlando con tutti, anche con i ministri ex Fi: ‘Lo dico anche a chi a casa mia storce il naso’. L’agenda Draghi punto di partenza, ma andando più avanti su lavoro, giustizia sociale, lotta alle disuguaglianze e diritti. Ma con i 5S il percorso è interrotto: il 20 luglio è stato punto di non ritorno. 
    ‘Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi’, afferma alla Stampa Giuseppe Conte, secondo cui sulla fine del governo Draghi c’è una diffusa ipocrisia e ‘si prova a scaricare la colpa sul M5s, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità’: ed è ‘un’ infamia’ dire che ha tradito.
    Quanto alla fine del campo largo, ‘non si può pensare – riflette – di definire con arroganza un perimetro di gioco e stabilire arbitrariamente chi vi è ammesso’. ‘La nostra agenda ci definisce come veri progressisti’, e tocca al Pd decidere che fare: ‘Ovvio che se cercano una svolta moderata che possa accogliere anche Calenda noi non ci possiamo stare’.
    Secondo il segretario democratico, la sfida elettorale sarà “chi vuole stare in Europa contro chi vuole i nazionalismi”, e quella che farà il Pd questa estate “sarà una campagna casa per casa, strada per strada”, con le feste dell’Unità che saranno una chiama per i volontari. “Ne metteremo insieme 100 mila”, spiega il segretario, “Ad agosto saremo in tutte le città semideserte, nelle periferie, per parlare con chi in vacanza non è potuto andare”.
    Per quanto riguarda le alleanze, Letta dichiara di non voler tracciare confini, e spiega di voler dialogare con Calenda, Renzi, Di Maio e Speranza. E anche con i ministri usciti da Forza Italia che “meritano apprezzamento”, aggiunge: “Lo dico anche a coloro che a casa mia storcono il naso”. Niente spazio invece per i Cinquestelle. In quel caso “il percorso comune si è interrotto il 20 luglio e non può riprendere, è stato un punto di non ritorno”, afferma il leader dem: “avevo avvertito Conte che che non votare la prima fiducia sarebbe stato lo sparo di Sarajevo”.
    Il presidente dei Cinquestelle ritiene da parte sua che sulla fine del governo Draghi  ci sia “una diffusa forma di ipocrisia” e “si prova a scaricare la colpa sul Movimento, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità”. “È un’infamia” – attacca Conte – dare del traditore al Movimento. “Il primo colpo di questa crisi – riflette – l’ha sparato chi ha inserito nel decreto sugli aiuti una norma sull’inceneritore di Roma sapendo perfettamente di mettere due dita negli occhi al Movimento”. E secondo il presidente dei pentastellati, “un governo di unità nazionale che non riesce a costruire un terreno di dialettica politica, ma si affida a un decisionismo autoreferenziale”, dice, “finisce inevitabilmente per andare in cortocircuito e saltare”.
    Quanto al campo largo, “L’ho sempre detto. Non si può pensare di definire con arroganza un perimetro di gioco e stabilire arbitrariamente chi vi è ammesso”. E ora “tocca al Pd decidere che cosa fare”, afferma Conte, che mette dei paletti: “Se i dem cercano una svolta moderata che possa accogliere anche l’agenda di Calenda, noi non ci possiamo stare”.
    Del presidente del Consiglio Mario Draghi Conte dice di avere “sempre rispettato il ruolo”, ma “il prestigio non basta”, perché “servono risposte concrete”. Da Draghi – tira le somme Conte – “non abbiamo visto risposte adeguate alle nostre richieste”. La “nostra agenda”, prosegue, “ci definisce come i veri progressisti”. La campagna elettorale è partita. Commentando le promesse di Silvio Berlusconi, dice che “è cominciato il gioco a chi la spara più grossa. Io non partecipo. Voglio stare vicino a chi ha perso la speranza”.  

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    Grillo torna a chiedere una legge sui due mandati

    Grillo: “Due mandati sono luce nelle tenebre, serve una legge” – “Possiamo essere morti tra 15 giorni, non lo so. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l’interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non l’abbiamo fatto per “l’esperienza”, per andare avanti, ma perché ci vuole una interpretazione della politica in un nuovo modo”. Così Beppe Grillo sul suo blog dove aggiunge: “Noi siamo questi e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L’Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca”.

    Grillo: ‘Il limite dei due mandati e’ luce nelle tenebre’

    “L’Italia si merita una legge elettorale, proporzionale con lo sbarramento, si merita una legge sulla sfiducia costruttiva, si merita tante cose e noi non siamo riusciti a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi”, prosegue Grillo nel messaggio mandato al Movimento.
    “Ho guardato il Parlamento mentre Draghi parlava e non era Draghi che mi sconcertava ma la visione di quel parlamento lì. Una visione vecchia, di gente che è lì da 30 o 40 anni e in cui cominciavamo ad essere dentro anche noi, noi che siamo pure il gruppo più giovane. Questo Parlamento qui non se lo merita nessuno, figuriamoci Draghi. Non se lo merita neanche l’ultimo degli italiani”, sostiene Grillo.

    Agenzia ANSA

    “Io vi ringrazio perché in tanti mi state scrivendo di ributtarmi nella mischia. Come sempre cerco di essere molto sincero, il che per qualcuno è la mia debolezza anche se io penso che sia la mia forza. Vedrò cosa succede in questi giorni”. (ANSA)

    Il cofondatore del M5s attacca Luigi Di Maio: “Ci vuole una nuova interpretazione della politica e vi dico la verità: tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento, queste sparizioni sono provocate da questa legge (dei due mandati, ndr) che è innaturale, che è contro l’animo umano. C’è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una “cartelletta”. Gigino “a cartelletta” ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. Ed ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero”.
    “L’Italia si merita tante cose e noi non siamo riuscite a farle: mi sento colpevole anche io”, è il mea culpa di Grillo. “Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi. Siamo degli appestati. E quando tutti, compresi i bulli della stampa, sono contro di noi significa una sola cosa: vuol dire che abbiamo ragione. Non fatevene un problema. Noi siamo antibiotico e se perdiamo questo perdiamo il baricentro in cui collocarci”.

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    Salvini: “Con la Lega al governo decreto sicurezza e flat tax”

    Decreto sicurezza, con zero clandestini in giro per il nostro Paese, e Flat tax sarebbero le prime due proposte in Consiglio dei ministri della Lega al governo. L’ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, alla festa del partito a Domodossola (Verbania), in vista delle elezioni politiche in calendario il 25 settembre, sottolineando la novità del voto in una unica giornata, domenica, con l’assenza del lunedì. “Ci scommetto un caffè col dolcificante, perché sono anche a dieta – ha aggiunto – che vince la Lega e sarà il primo partito”.  
    “Stare al governo per un anno e mezzo con Lamorgese e Speranza è stata una fatica inenarrabile. Abbiamo fatto nascere un governo di unità nazionale in piena pandemia, perché quando ci sono decine di migliaia di persone che muoiono il Paese viene prima dei partiti, e per 17 mesi abbiamo votato decine di volte col governo, sia quando eravamo convinti, sia quando lo eravamo meno”, afferma il leader della Lega.

    Agenzia ANSA

    Intervistata dalla Stampa, la leader di Fdi dice che chi prende più voti andrà a Palazzo Chigi, lei è pronta e lo è anche il suo partito. “Lavoriamo da tempo ad un programma comune, concentriamoci sulle cose da fare’ dice la presidente di Fdi (ANSA)