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    I 14 punti del patto repubblicano di Calenda, Bonino e Della Vedova

    “Un Patto Repubblicano che riassuma i modi in cui si deve governare questo Paese”, con proposte di merito e criteri di gestione della cosa pubblica. Ѐ il progetto presentato oggi da Azione e +Europa nella sede romana dell’Associazione Stampa Estera. Quattordici punti raccontati dagli esponenti di spicco dell’alleanza: Emma Bonino, Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova. Si parte dalla politica estera e dai suoi “cardini”, europeismo e atlantismo, da declinare con il sostegno alla difesa comune europea, alla Nato e con il superamento dell’unanimità al Consiglio Europeo. Secondo tema in agenda il bilancio: ridurre il debito e niente sussidi a pioggia; da rivedere il reddito di cittadinanza e il bonus 110%, da sostituire con azioni di efficientamento energetico mirato.
    Una razionalizzazione buona per destinare “ogni euro aggiuntivo di spesa pubblica a sanità e istruzione”, tema, quest’ultimo, al centro del punto 9 (contrasto alla dispersione scolastica – soprattutto al sud – e all’analfabetismo funzionale i punti dai quali partire). Capitolo infrastrutture, energia e ambiente: in cima alla lista delle cose da fare, a costo di “militarizzare i cantieri” ci sono i 2 rigassificatori, sui quali già si consumano le prime diatribe col Pd. Vanno sbloccati i progetti per le energie alternative, ma senza essere guidati “da furore ideologico”. E poi un piano per la rete idrica, migliorando il sistema dell’acqua pubblica. Punto 4, il fisco. Meno tasse sul lavoro e di più sulle transazioni digitali, per aiutare il lavoro povero e i giovani. La lotta ai salari bassi è al centro del quinto punto, il lavoro. Occorre “una legge sulla rappresentanza per cancellare i contratti pirata, stabilendo un salario minimo” ma è vietato un “irrigidimento dei contratti” e si pensa a una “commissione per la riconversione degli spazi urbani” coinvolti dai cambiamenti dello smart working. Si passa poi ai diritti civili, con in testa la parità di genere, il superamento delle discriminazioni legate all’orientamento sessuale. Sull’immigrazione si prevedono “quote di ingresso, l’istituzione di un’agenzia per l’integrazione di immigrati e rifugiati, canali regolari di ingresso”, il sì allo Ius Scholae e il superamento del Regolamento di Dublino.
    Il punto 7 riguarda la politica industriale e la concorrenza: si punta sulle liberalizzazioni, partendo dalla direttiva Bolkestein fino al settore dei taxi. L’intervento pubblico è da limitare tramite “strutture indipendenti, gestite con governance privatistica e per il minor tempo possibile”. Il sostegno alla Riforma Cartabia è al centro del tema giustizia, assieme a un sistema penitenziario che punti sulla finalità rieducativa della pena, mentre per la Sanità, al punto 10, si pensa a un nuovo piano di assunzione per medici e infermieri. Defiscalizzazione e miglioramento delle infrastrutture i metodi per rilanciare il Mezzogiorno (punto 11), anche tramite l’attuazione del Pnrr (punto 12), di cui vanno sostenute le spese di progettazione.
    Infine gli assetti istituzionali: la revisione del bicameralismo perfetto e delle competenze Stato-Regioni è al punto 13, mentre al 14 c’è l’impegno a candidare solo persone con rilevanti esperienze gestionali maturate nel settore pubblico o in quello privato.    

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    Elodie contro Meloni, il suo programma mi fa paura

    (ANSA) – ROMA, 25 LUG – Elodie attacca nuovamente Fratelli
    d’Italia su Twitter. La cantante romana ha condiviso sul suo
    profilo social il programma del partito di Giorgia Meloni del
    2018 con il commento: “A me sinceramente fa paura”. Una presa di
    posizione netta, ma non nuova per l’artista che ha ricevuto
    molti like e commenti di condivisione del messaggio. Elodie
    ha più volte criticato in passato le posizioni politiche di
    Fratelli d’Italia, in particolare quelle contro gli immigrati e
    la difesa della famiglia naturale. La cantante è infatti attiva
    nella difesa della parità dei diritti per il mondo Lgbt+ e si è
    schierata in favore dello ius soli. (ANSA).   

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    Giorgia Meloni: “Senza accordo sul premier l'alleanza nel centrodestra è inutile”

    “Se non dovessimo riuscire a metterci d’accordo” sul nodo della premiership nel centrodestra “non avrebbe senso andare al governo insieme”. Lo dice Giorgia Meloni di Fdi in una intervista che andrà in onda questa sera nel corso dell’edizione delle ore 20.00 del Tg5, il cui testo è stato anticipato. “Confido che si vorranno confermare, anche per ragioni di tempo, regole che nel centrodestra hanno sempre funzionato, che noi abbiamo sempre rispettato e che non si capisce per quale ragione dovrebbero cambiare oggi”, conclude.
    “Non ho bisogno dei regali di Enrico Letta, né dei loro riconoscimenti. Letta fotografa la realtà quando dice che bisognerà scegliere tra Fratelli d’Italia e il Pd: sono i due principali partiti che si confronteranno in queste elezioni in un sistema che potrebbe tornare bipolare. Considero questa una buona notizia perché nel bipolarismo si confrontano identità: centrodestra contro centrosinistra, progressisti contro conservatori. Questo è lo scontro e gli italiani sceglieranno da che parte stare”. Così Meloni, convinta che la campagna elettorale sarà violentissima. “Non ci facciamo intimidire. E penso anche che la sinistra abbia bisogno di inventare una macchina del fango contro di noi perché non può dire niente di concreto e di vero. Noi non abbiamo bisogno di inventare una macchina del fango contro di loro perché possiamo banalmente raccontare i disastri che hanno prodotto in Italia negli ultimi 10 anni al governo”, conclude.
    MATTEO SALVINI: “CHI HA UN VOTO IN PIÙ INDICHERÀ IL PREMIER DEL CENTRODESTRA”
    “Lasciamo a sinistra litigi e divisioni: per quanto ci riguarda, siamo pronti a ragionare con gli alleati sul programma di governo partendo da tasse, lavoro, immigrazione e ambiente. Chi avrà un voto in più, avrà l’onore e l’onere di indicare il premier”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

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    La deputata azzurra Giusy Versace annuncia il suo addio a Forza Italia

    “Era nostro dovere garantire stabilità al Paese e continuità a questo governo che ben stava lavorando, portando al termine naturale la legislatura, fra qualche mese, con altruismo e coerenza”. Così, tramite una nota la deputata ed ex atleta paraolimpica Giusy Versace annuncia il suo addio a Forza Italia, partito nel quale militava dal 2018. “Mai avrei immaginato di terminare questa legislatura con tale amarezza e delusione, sentimenti che oggi mi portano a lasciare il gruppo ed a dimettermi dagli incarichi che mi sono stati affidati ringraziando per la fiducia che mi è stata riposta”, conclude Versace.
    “Confesso – ha proseguito – di aver vissuto questi giorni con dispiacere e disagio personale. Quando il Presidente Mattarella, un anno e mezzo fa, ci chiamò tutti ad una condotta di responsabilità verso il Paese, votai convintamente la fiducia a Draghi, orgogliosa del fatto che proprio il presidente Berlusconi si fosse speso tanto perché fosse lui a guidarci. Da inguaribile ottimista ho creduto che quel senso di responsabilità, spesso evocato anche da Berlusconi, avrebbe prevalso. Abbiamo perso l’opportunità di differenziarci ancora una volta come forza responsabile”.
    “È stata, invece, fatta una scelta diversa che non comprendo – ha aggiunto Versace -, né condivido e che fatico a giustificare perché ha messo l’Italia in ulteriore difficoltà, innescando un’altra crisi che si poteva evitare. Al mio dispiacere si aggiunge l’amarezza di vedere isolati e non coinvolti, in questa fase delicata, i nostri ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna. Il loro lavoro, riconosciuto e apprezzato non solo da me, meritava più rispetto a prescindere dalle scelte personali maturate, certamente, con non poca sofferenza. Sono stati usati toni e termini che non mi rappresentano, lanciati immotivati e gratuiti attacchi personali, anche sull’aspetto fisico, che sono la negazione dei principi in cui credo e che ho creduto fossero il fondamento anche per FI.
    Ho sempre tentato di tirare fuori il buono dalle cose e dalle persone, accantonando simpatie o antipatie personali e puntando solo al risultato finale, come si fa quanto fai parte di una squadra. Con questo atteggiamento in Parlamento sono riuscita a ottenere dei risultati importanti, non solo per la mia determinazione, ma anche grazie alla collaborazione e al sostegno che il gruppo mi ha dato in questi anni. Di questo sono grata a Forza Italia ed al presidente Berlusconi, ma quello spirito di collaborazione che fino a qualche settimana fa mi inorgogliva, credendo fosse un modus operandi, oggi non esiste più. Quattro anni fa ho trovato in Forza Italia ideali e progettualità in cui mi rispecchiavo e che mi hanno spinta a prestare il mio volto alla politica, ma oggi, con tristezza, devo prendere atto dell’attuale incompatibilità tra le vicende di queste giorni ed i valori, su tutti il rispetto della dignità di ciascuna persona, in cui ho sempre creduto e che non intendo tradire. Mai avrei immaginato di terminare questa legislatura con tale amarezza e delusione, sentimenti che oggi mi portano a lasciare il gruppo ed a dimettermi dagli incarichi che mi sono stati affidati ringraziando per la fiducia che mi è stata riposta”.

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    Tajani, leadership? Prima vinciamo poi vediamo chi alza coppa

     “Prima vinciamo la partita e poi vedremo chi alzerà la coppa”. Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, risponde – ad Agorà estate su Rai 3 – ad una domanda sulla futura leadership del centrodestra.    “Noi – ha aggiunto – non abbiamo preclusioni nei confronti di alcuno, spero che altri non ne abbiano nei nostri”.
    “Berlusconi presidente del Senato? Ma per carità. Berlusconi può fare tutto. Tutti gli riconosco il ruolo che ha avuto. Starà a lui decidere. Ma non c’è alcun accordo alcun patto. Ma lui che ha fatto il presidente del Consiglio per 10 anni, l’imprenditore, sport… si mette a trattare per fare il presidente del Senato? Mi sembra riduttivo. Evidentemente certa stampa di sinistra lo vede come collante del centrodestra e il fatto che non siano riusciti ad eliminarlo dalla vita politica dà fastidio. Mi sembra davvero una bassezza” Così Antonio Tajani ad Agorà estate su Rai 3.
    Gli insulti denunciati ieri da Brunetta? “Io personalmente non li ho mai sentiti. Ma qui il problema non è l’insulto. Qui è una questione di coerenza politica e noi siamo sempre stati coerenti con il nostro fondatore e con i valori di Fi. Se non si è d’accordo non si passa nel campo avverso. Magari si lascia il partito e si rimettono tutte le cariche. Ma passare da un’altra parte non lo concepisco”. Lo ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani ad Agorà estate su Rai 3.

    Agenzia ANSA

    Il ministro risponde a Marta Fascina. “Mi dicono tappo o nano e ho sofferto e continuo a soffrire per questo” (ANSA)

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    Dl aiuti, verso altra proroga al taglio delle accise della benzina

    Nel nuovo decreto aiuti si valuta di inserire anche una nuova proroga del taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti. Lo si apprende da fonti qualificate. Lo sconto è stato recentemente prorogato fino al 21 agosto e potrebbe ora essere esteso di una quarantina di giorni fino a fine settembre. In un primo tempo sembrava che la proroga non sarebbe stata inserita in questo provvedimento, dal momento che può comunque essere fatta con un un decreto interministeriale a ridosso della scadenza.
    Il governo studia la possibilità di azzerare l’Iva su pane e pasta e ridurla dal 10 al 5% su carne e pesce. Lo ha confermato la vice ministra dell’Economia Laura Castelli. “E’ un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro – ha detto a Radio 24 a chi le chiedeva se nel decreto aiuti si stia ragionando a queste ipotesi – si stanno valutando i costi di entrambe le misure e soprattutto quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani, interverremo in questo senso nel decreto di luglio”. “Stiamo riassestando in queste ore il decreto (di luglio ndr), le risorse che vengono dall’assestamento sono di più, stiamo contando perché l’aumento dei tassi di interesse erode un po’ queste risorse, ma non è una misura in deficit come tutti i decreti che abbiamo fatto quest’anno”, ha spiegato Castelli, precisando che 12-13 miliardi sono una “cifra possibile, molto vicina alla realtà” e sottolineando che “se non fosse caduto il governo probabilmente avremmo fatto questo decreto di luglio e anche altri interventi prima della legge di bilancio”.
    LE RICHIESTE DEI CONSUMATORI -“Si all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta, ma la misura deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari, perché non basta intervenire solo su tali beni”. Lo afferma il Codacons, commentando in una nota le dichiarazioni della viceministra dell’economia Laura Castelli su un possibile intervento del governo sull’Iva di pane e pasta. “L’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo, e rende necessario un intervento che abbracci tutti i beni alimentari”, spiega l’associazione. “Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4%. Coinvolti dagli aumenti dei listini – continua l’associazione – anche frutta, verdura, latticini, olio, acqua, tutti beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno, e per questo si rende indispensabile un intervento volto ad abbattere l’Iva e riportare i prezzi al dettaglio alla normalità”. Nella lista degli aumenti annui dei prezzi degli alimentari di giugno 2022 del Codacons spiccano anche l’olio di semi con un aumento del 68,7%, il burro del 28,1%, la farina cresciuta del 20,6%, pomodori del 19,4% e ancora frutta fresca del 10,8% di cui solo le pesche sono aumentate del 18,4%. Vengono toccati tutti i prodotti anche lo zucchero che cresce del 9,5%, il pesce fresco del 10,3%, perfino le acque minerali che salgono del 8,2% come l’olio di oliva, e il caffè con un aumento del 6%.   

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    ==Ucraina: De Paolis, indagare subito sui crimini di guerra

    (ANSA) – ROMA, 25 LUG – Ritiene “importante indagare sui
    crimini di guerra mentre ancora si combatte” ma ora in Ucraina
    “bisogna definire chi può investigare e come acquisire le
    prove”. Lo sostiene in un’intervista a La Repubblica, Marco De
    Paolis, procuratore generale militare a La Spezia. “In questo
    momento sul campo possono esserci soltanto gli ucraini –
    evidenzia -. Ma quello che è accaduto richiede un impegno molto
    più ampio – dice -. Credo che sia necessario un organismo
    internazionale imparziale che invii personale qualificato per le
    indagini”. Dall’inizio del conflitto sono arrivate molte
    segnalazioni di brutalità sulle quali la Corte Penale
    Internazionale si è attivata, “ma bisogna vedere se ha la
    capacità effettiva per investigare – sostiene De Paolis -. Penso
    però che la Corte avrebbe maggiore credibilità se tra i
    firmatari ci fossero quelle potenze che non la riconoscono:
    Stati Uniti, Russia, Cina, India, Israele, Turchia, Egitto e la
    stessa Ucraina. Sarebbe molto meglio avere un organo che
    rispecchi l’intera composizione delle Nazioni Unite, anche se
    questo non è di facile attuazione”. Secondo il procuratore
    generale militare: “In questo momento è importante che organismi
    internazionali prendano posizione per fare pressione sugli
    aggressori – evidenzia-: devono sottolineare che, se anche
    l’Ucraina non sarà in grado di processare i criminali russi,
    esisterà un altro organismo capace di fare Giustizia”. (ANSA).   

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    Anche Baroni, lascia Forza Italia, “Non c'è spazio per i moderati”

    Anche la deputata Annalisa Baroni lascia Forza Italia. “La posizione politica assunta dal partito in piena crisi di governo – spiega la deputata – è stata sconcertante. Mai mi sarei aspettata che Fi scippasse a Conte e ai 5s la responsabilità di far cadere l’esecutivo, condannando il Paese all’instabilità e mettendo a rischio importanti provvedimenti a favore di famiglie e ceti produttivi. Non mi riconosco più in questa Fi, che ormai da tempo insegue Salvini e il suo populismo. Ha ragione Mariastella Gelmini quando dice che in Forza Italia non c’è più spazio per i moderati. Da oggi non faccio più parte di Forza Italia e lascio ogni carica all’interno del partito”.i.