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    Elezioni, incontro decisivo Renzi-Calenda per il terzo polo

    Gli ultimi “sono stati giorni tumultuosi” e “ho imparato che in politica, a differenza delle aziende, finché non hai chiuso non hai chiuso. Vediamo. Ciò che è importante è che si crei un’alternativa a questa situazione. Oggi in giornata decideremo, ma sono ottimista, questo sì”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Rtl 102.5 parlando dell’accordo elettorale e di coalizione con Italia Viva di Renzi.E ieri c’è stato un duro botta e risposta tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Il segretario Pd accusa la leader di FdI “di incipriarsi” per “cambiare immagine” e lei ribatte: “Non serve la cipria, noi coerenti”. Si cominciano a delineare intanto le candidature: Berlusconi vuole ripresentarsi al Senato; Pd e +Europa puntano su Cottarelli, mentre Si e Verdi su Ilaria Cucchi.IL GIORNO DELLA VERITA’ Sarà oggi il giorno della verità per la nascita del terzo polo. Dopo l’ottimismo di ieri, oggi è il giorno della prudenza. Carlo Calenda in mattinata considera l’intesa “sulle cose di fondo” ormai raggiunta. Ma in serata ostenta cautela: “Ormai – ironizza – sono molto prudente, m’è saltato un matrimonio poco tempo fa…A parte le battute spero nell’accordo”. Anche Matteo Renzi prende tempo e, gelando ogni entusiasmo, usa la classica formula “se son rose fioriranno”. Intervistato da Massimo Giannini su La Stampa.it, il segretario di Italia Viva frena dicendosi “ottimista ma anche prudente”. E punzecchia implicitamente il suo potenziale futuro partner, osservando che la sua cautela è doverosa “visto il teatrino degli ultimi giorni”, da cui, aggiunge: “mi sono tenuto alla larga”. Nessun dettaglio sui nodi aperti, se al centro della trattativa di questi giorni ci siano i collegi, il simbolo o la leadership: “Se si fa l’accordo – spiega Renzi – bisogna capire qual è la prospettiva per la prossima legislatura, se c’è un progetto serio: le candidature e le liste sono le cose più facili su cui accordarci. La domanda vera è: ‘vogliamo fare un polo del buon senso nella prossima legislatura? Io sono ottimista e prudente. Penso che dobbiamo vederci e decidiamo se si o no”. Giannini lo incalza sulla futura leadership di questo terzo polo. “Io – replica Renzi – sono pronto a fare un passo indietro sulla leadership ma prima viene l’accordo e poi i nomi, che, come dicevano i latini, sono conseguenza delle cose. Io che non sono una mammoletta, dico che prima viene il progetto politico poi viene la generosità personale”. Accordo a parte, la sintonia tra lui e Calenda è evidente. Anche Renzi, come il leader di Azione, auspica che Draghi torni a Palazzo Chigi. “Ci aspettano tempi difficili: avremo tanta inflazione. Quando hai l’8-9% – sottolinea Renzi – tanti vanno sotto la soglia di povertà. A quel punto tra settembre e dicembre si deve ridiscutere il patto di stabilità europeo: A Bruxelles ci sono quelli tosti, gli olandesi, i tedeschi. Ma se non cambiamo quel patto non andiamo da nessuna parte. Io chiedo agli italiani, chi preferite che vada a trattare? Draghi o Meloni?”. Ambedue i leader sono convinti che il loro bacino elettorale sia molto più vasto delle percentuali registrate dagli ultimi rilevamenti. Al riguardo, Calenda ha criticato violentemente Youtrend. “Il 4% ce lo dà il sondaggista del Pd e Più Europa… l’ho visto in azione alle amministrative… In questo momento – attacca l’europarlamentare – sondaggisti seri non stanno rilevando perché la gente è al mare”. Durissimo anche il batti e ribatti con Emma Bonino che ha definito il suo strappo “un voltafaccia repentino, immotivato e anche truffaldino”. “Io – la replica di Calenda – sono una persona educata. Ho avuto per te solo parole di stima. Cerca però di non perdere il controllo di te stessa”. Anche Renzi usa toni acidi contro Enrico Letta, accusandolo di aver sbagliato tutto, di aver fatto “una frittata” nella scelta delle alleanze, di inseguire Di Maio, di aiutare la destra proponendo l’aumento delle tasse. Lo definisce addirittura “il miglior amico di Giorgia Meloni” e prende le distanze dal Pd anche sulle possibili conseguenze dell’arrivo della leader di Fdi a Palazzo Chigi: “Se vince la destra – sostiene – è in pericolo il portafoglio e i conti pubblici, non la democrazia o la Costituzione”. E sul capitolo delle riforme, prima osserva che esiste la necessità di un’elezione diretta “ma del premier e non del capo dello Stato”. Poi rivolge un appello a tutte le forze politiche perché vi sia “l’impegno comune a fare la riforma costituzionale tutti insieme”. “La riforma serve a tutti: l’idea che si debba fare tutti insieme – conclude – supera il problema del 66%”.

    Agenzia ANSA

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    Elezioni, Cottarelli: 'Mi candido con Pd e +Europa'. Annuncio di Berlusconi: 'Correrò al Senato'. Azione-Iv, verso l'accordo

    Si attende l’incontro decisivo fra Matteo Renzi e Carlo Calenda per la nascita del terzo polo. Il leader di Iv: “Sono pronto a fare un passo indietro sulla leadership ma prima l’accordo e poi i nomi, che sono conseguenza delle cose”. Si comincia a delineare il quadro delle candidature. Silvio Berlusconi vuole ripresentarsi al Senato, il Pd e +Europa puntano su Carlo Cottarelli, SI e Verdi sull’attivista sindacale Aboubakar Soumahoro e Ilaria Cucchi. Duro botta e risposta tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Il segretario del Pd accusa la leader di FdI “di incipriarsi” per “cambiare immagine” e lei ribatte: “Non serve la cipria, noi coerenti”, “per coprire le vostre contraddizioni a voi non basterebbe lo stucco”.
    “Ho accettato l’offerta di Pd e Più Europa di canidarmi”, ha detto Carlo Cottarelli in conferenza stampa con Più Europa e Pd a Roma. “Ringrazio Cottarelli, gli abbiamo proposto di candidarsi e di essere il punto di sintesi del lavoro fra Pd e Più Europa, è il miglior interprete dell’intesa che abbiamo fatto la settimana scorsa, che vede entrare Cottarelli e vede uscire chi ha deciso di uscire. Lavorare con lui è un privilegio”, ha aggiunto il segretario del Pd, Enrico Letta.

    Cottarelli: ‘Accetto l’offerta di Pd e +Europa di candidarmi’

    “Cottarelli sarà una delle principali punte di diamante della campagna elettorale. Cottarelli sarà candidato nel nord, sia nell’uninominale sia nel proporzionale, abbiamo intenzione che la sua candidatura sia visibile, forte e importante”.
    “Meloni – ha detto ancora Letta –  sta cercando di cambiare immagine, di incipriarsi, ma mi sembra una posizione molto delicata, se i punti di riferimento sono Orban. Quella intervista è un modo per rifarsi l’immagine ma c’è differenza con il discorso in Spagna per la candidata di Vox, era un’altra storia. Suggerirei che non si faccia un discorso per il pubblico spagnolo e uno in Italia, ognuno di noi ha una faccia sola”. In un post su Facebook arriva la replica di Giorgia Meloni: “La posizione di Fratelli d’Italia in politica estera è coerente ed estremamente chiara – ha detto la leader di FdI -. E ha come stella polare la difesa dell’interesse nazionale italiano. E non accettiamo lezioni da chi si erge a paladino dell’atlantismo, ma poi stringe patti con la sinistra radicale nostalgica dell’Urss. Noi non abbiamo bisogno della cipria, mentre voi non riuscireste a coprire le vostre contraddizioni neanche con lo stucco”. “Il segretario del Pd, Enrico Letta attacca il posizionamento in politica estera di Fratelli d’Italia – scrive ancora Meloni su Facebook – e dice che ‘Giorgia Meloni sta cercando di incipriarsi’. Caro Letta, al netto della misoginia che questa frase tradisce e dell’idea secondo la quale una donna dovrebbe essere attenta solo a trucchi e borsette, il vostro problema è che non ho bisogno di ‘incipriarmi’ per essere credibile”.
    Dal centrodestra, arriva l’annuncio di Silvio Berlusconi: “Penso che mi candiderò al Senato, così faremo tutti contenti, dopo aver ricevuto pressioni da tanti, anche fuori da Forza Italia”, ha spiegato il presidente di Forza Italia a “Radio Anch’io” su Rai Radio 1. “Non mi interessa la lotta sulla leadership, i nomi mi appassionano poco. Mi interessano di più le cose da fare, la battaglia contro l’oppressione fiscale, contro l’oppressione giudiziaria”.

    Salvini: ‘Se Meloni prende un voto in piu’ sara’ premier’

    Intanto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sul sito de “La Stampa”, intervistato dal direttore Massimo Giannini, ha detto: “Se si fa l’accordo bisogna capire qual è la prospettiva: le candidature e le liste sono le cose più facili. La domanda è vogliamo fare un polo del buon senso? Sono ottimista e prudente. Penso che domani dobbiamo vederci e decidiamo se sì o no”. “Sono pronto a fare un passo indietro sulla leadership ma prima accordo e poi i nomi, che sono conseguenza delle cose”. “Il terzo polo c’è da tanto tempo, ma per rappresentarlo in modo serio abbiamo tempo. Non abbiamo ancora chiuso con Calenda. Visto il teatrino deludente degli ultimi giorni, da cui sono stato fuori…aspettiamo. Serve un accordo serio”.
    “Ormai sono molto prudente, m’è saltato un matrimonio poco tempo fa… A parte le battute spero di sì – ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, al Tg4 -: abbiamo programmi comuni, l’obiettivo comune di mantenere Draghi a Chigi, ormai sono scottato e sono molto prudente. Posso dire che saranno presenti i loghi dei due partiti e stiamo lavorando a una lista unica”. Il sondaggio che darebbe Iv-Azione al 4% “non mi preoccupa – ha detto in mattinata Calenda -. Il 4% ce lo dà il sondaggista del Pd e Più Europa… l’ho visto in azione alle amministrative… In questo momento i sondaggisti seri non stanno rilevando perchè la gente è al mare”, ha aggiunto Calenda contestando alcune rilevazioni demoscopiche di ieri peraltro sottolineando che “altri ci danno al 6%, al 15%, al 75%… Poi arriverà il 25 settembre e se gli italiani voteranno, voteranno. Sennò è un’altra storia”.
    E l’attivista sindacale ‘degli ultimi’ Aboubakar Soumahoro e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano che ha condotto la battaglia per la verità sulla sua morte, saranno candidati con Verdi-SI. Lo hanno annunciato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni e il coportavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

    Ilaria Cucchi: ‘Mia esperienza a disposizione per tornare a parlare di diritti’

    Agenzia ANSA

    Il leader del Movimento 5 stelle: ‘I vertici dem ne risponderanno al loro elettorato’

    M5s, Di Battista: ‘Costretto a lasciare, mi impedirono di fare capo’

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    Elezioni: Ev-Si candidano Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro

    L’attivista sindacale ‘degli ultimi’ Aboubakar Soumahoro e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano che ha condotto la battaglia per la verità sulla sua morte, saranno candidati con Verdi-SI. Lo hanno annunciato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni e il coportavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.”In una politica impazzita in cui l’ego imperversa, rovesciamo l’ordine delle cose per mettere al primo posto gli ultimi”, ha detto Bonelli annunciando la scelta di Soumahoro di accettare la candidatura. “Ci sono storie di questo paese che hanno colpito tutti – gli ha fatto eco Fratoianni parlando della vicenda di Ilaria Cucchi -. Queste candidature vogliono rappresentare la possibilità di costruire un paese migliore, sono il segno di una proposta che vuole restituire una speranza a questo paese, parlando di giustizia e lotta per i diritti”. Durante la conferenza stampa alla Camera la federazione ha divulgato le informazioni principali sui due candidati. Italo-ivoriano e laureato in sociologia Soumahoro è un attivista sociale e sindacale che da 20 anni difende le persone invisibili, come le lavoratrici e i lavoratori della filiera agroalimentare e tanti altri dell’era dell’economia digitale. Oltre alle sue lotte sul campo, Soumahoro è uno scrittore che cerca di coniugare azione e pensiero nell’ottica della giustizia sociale e ambientale in Italia. Ilaria Cucchi, attivista per i diritti umani e civili, ha condotto la battaglia per conoscere la verità e condannare i colpevoli della tragica morte del fratello Stefano, deceduto in custodia cautelare il 22 ottobre 2009 a Roma. Nel 2012 ha fondato l’associazione ‘Federico Aldovrandi – Le loro voci’ insieme a Patrizia Moretti, Lucia Uva e Domenica Ferrulli. Nel 2016 ha fondato l’associazione ‘Stefano Cucchi che fa parte della rete a supporto di Amnesty International.”Sono entusiasta e sono pronta a dare il mio apporto nella battaglia per i diritti che deve riguardare tutti. Ringrazio Nicola Fratoianni e tutte le persone che in questi lunghissimi 13 anni hanno camminato al mio fianco, a cominciare dall’avvocato Fabio Anselmo. Sento la responsabilità di chi ha creduto in me in questi anni, spero di non deluderli”. Lo afferma Ilaria Cucchi, commentando la sua candidatura alle prossime elezioni nelle fila di Verdi-SI.”Onorevole Giorgia Meloni, contrariamente a quanto Lei afferma, non esiste una ‘emergenza migratoria’ in Italia. Secondo il dizionario Treccani l’emergenza è ogni ‘circostanza imprevista, accidente, (…) che richiede un intervento immediato’. A questo riguardo e dal punto di vista sociologico, sarebbe errato considerare e definire i processi migratori (che esistono dagli albori dell’umanità) una emergenza. Inoltre, come dovrebbe sapere considerato che è deputata da 16 anni, i processi migratori non possono nemmeno essere considerati una emergenza dal punto di vista legislativo visto che la prima legge in materia fu varata dal parlamento italiano nel 1990, ovvero 32 anni fa, su impulso dell’allora Ministro del pentapartito Martelli”. E’ la replica di Aboubakar Soumahoro, l’attivista sindacale ”degli ultimi”, appena nominato tra i candidati di Verdi-SI, a un post sui social del leader di Fdi Giorgia Meloni che torna a parlare della necessità di un blocco navale. “I complessi processi migratori – prosegue Soumahoro – andrebbero affrontati con una visione olistica e non con idee propagandistiche che si fondano sul dannoso ‘paradigma emergenziale e sicuritario’ che serve anche ad istigare lo spirito della paura e dell’odio nei confronti delle persone ingenerosamente etichettate “diverse”. Occorre una visione chiara perché senza essa si smarrisce la meta. Le idee devono essere frutto di una chiara visione altrimenti diventano dannosamente labili e rischiosamente permeabili dagli avvenimenti prodotti dall’aleatorietà della vita”.

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    Elezioni, Conte: 'Andremo da soli. Pd ha schiaffeggiato gli elettori'

    Andrà da solo, conferma il divorzio con il Pd? “Andrà così perché hanno deciso così sin dall’inizio in modo del tutto irrazionale i vertici del Pd. Lo hanno fatto dando anche uno schiaffo agli elettori del Pd. Credo che i vertici del Pd che hanno deciso così ne risponderanno anche al loro elettorato. Nel momento in cui abbiamo cercato di sollecitare il Governo in carica loro vanno con Fratoianni che ha votato 55 volte contro la fiducia al Governo Draghi”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, Ospite di 24 Mattina Estate, su Radio 24.    “Bonelli ha ritirato il simbolo di Ev perché la Muroni ha appoggiato il governo Draghi, quindi anche i Verdi erano contro il governo Draghi. Hanno preferito appoggiare chi come Di Maio e Tabacci in un momento difficile hanno creato una forza politica nuova creando uno smottamento nella maggioranza”. “Con Di Battista su alcune questioni politiche non siamo d’accordo. Ad esempio ho sempre detto che non discuteremo la nostra posizione euro-atlantica. Ma l’importante in questi contesti è la postura politica, io non prendo ordini da Washington. Io sono l’unico leader politico che non va a Washington a prendere ordini. Io sono leale con tutti i nostri alleati ma difendo gli interessi degli italiani in modo vero, non faccio come la Meloni che va lì a Washington e si va a raccomandare per cercare di governare. Su alcune questioni di politica internazionale con Di Battista non ci ritroviamo. Oggi il M5s è un movimento strutturato, dove c’è una linea politica che bisogna condividere, se non la si condivide nascono delle difficoltà, lui ha delle opinioni diverse”, ha aggiunto il leader del Movimento 5 stelle.
    “Servono regole, chiare e da subito, per le parlamentarie” e “in qualità di membro del comitato di garanzia, la più votata, credo che vada data una risposta immediata”: così su fb Virginia Raggi (M5s). “Il Comitato di Garanzia deve poter esaminare la proposta di regolamento che ci deve essere sottoposta dal Presidente e che disciplina, appunto, le parlamentarie”, scrive. Il M5s “deve poter determinare in modalità trasparente e attraverso procedure partecipate” la “formazione delle liste”. A suo avviso una “composizione delle liste totalmente avulsa da un procedimento partecipato e trasparente” “contrasta ” con “questi principi”.   

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    Nove anni fa la decadenza, Berlusconi riparte dal Senato

    Era finita un’era – come la stampa estera raccontò l’uscita di Silvio Berlusconi dal Parlamento – ma un’altra potrebbe cominciare. Stesso protagonista, a quasi 86 anni, e stessa arena: quel Senato “patrigno” che il 27 novembre 2013 decise la decadenza del Cavaliere da parlamentare, con 9 voti di scarto. Effetto della legge Severino che impone lo stop a ogni carica elettiva dopo condanne particolarmente gravi. Quella decisiva, per l’ex premier, erano i 4 anni inflitti per frode fiscale nel processo sulla compravendita dei diritti Mediaset. “E’ un giorno di lutto per la democrazia” tuonò allora il Cavaliere. Nove anni dopo il lutto sembra superato. E ora il decano della politica italiana cede al pressing di “tanti, anche fuori da Forza Italia” – rivela – e annuncia che si ricandiderà proprio a Palazzo Madama.
    Mantiene insomma la promessa fatta al suo ‘popolo’ radunato davanti a Palazzo Grazioli quel pomeriggio: “Non ci ritireremo in qualche convento, noi stiamo qui, restiamo qui”, disse. Troppo pesante l’onta subita nell’aula del Senato. A pronunciare il verdetto, dopo il voto, l’allora presidente Pietro Grasso. Dalla sinistra ci fu un silenzio rispettoso, un timido applauso partì dai 5 Stelle. Ma lo scranno del non-più-senatore era già vuoto. La tensione esplose fuori dai Palazzi, tra chi brindava chiedendo la galera e chi accendeva lumini vestendosi di nero. Berlusconi non si rassegnò e si rivolse alla Corte europea dei diritti umani. Nel suo ricorso puntò il dito contro l’Italia, colpevole di aver violato in vari modi il suo diritto a un equo processo, a non essere processato per un reato che gli era stato contestato in altri 2 procedimenti e denunciando l’applicazione retroattiva della legge. Nel 2018 il caso fu archiviato. Per la Corte, non c’erano le condizioni per continuare il procedimento, scrisse, non essendoci più “alcuna circostanza speciale riguardante il rispetto dei diritti dell’uomo”. Poco prima Berlusconi aveva informato i giudici di Strasburgo di non voler andar avanti con il ricorso, chiedendone la cancellazione. Nel frattempo la sua incandidabilità era venuta meno e il leader azzurro lasciò perdere, convinto che non ci fosse “alcun risarcimento adeguato” per la decadenza. A parte una nuova elezione, in cui spera 9 anni dopo.   

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    Elezioni, Letta: 'Liste entro Ferragosto'

    Pd e +Europa presentano la candidatura di Carlo Cottarelli. Nel proporzionale sarà capolista con la lista del Pd (Democratici e progressisti), ma sarà presente anche in un collegio uninominale al nord. E’ quanto spiegato in conferenza stampa a Roma dai vertici Pd e di Più Europa. Il segretario Pd, Enrico Letta, ha poi detto che è in corso la discussione sulla possibilità di candidare i leader dei partiti nei seggi uninominali: “Ne stiamo discutendo in queste ore, lo faremo con tutti i contraenti della coalizione. Troveremo le soluzioni”. In pratica si tratterebbe di ripensare i termini dell’accordo che era stato chiuso anche con Carlo Calenda, che prevedeva appunto di non candidare i leader di partito negli uninominali.

    Elezioni: Letta, Meloni cerca incipriarsi e cambiare immagine

    “Entro Ferragosto intendiamo chiudere le liste per poi essere operativi sul territorio”. Lo ha detto il segretario del Pd, Erico Letta. “Io sono convinto e determinato che il risultato sarà un ottimo risultato, la candidatura di Cottarelli dimostra che siamo attrattivi, l’obiettivo è continuare la crescita, con compagni di viaggio con cui abbiamo piacere di lavorare” ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, parlando delle aspettative al voto. “Meloni sta cercando di cambiare immagine, di incipriarsi, ma mi sembra una posizione molto delicata, se i punti di riferimento sono Orban. Quella intervista è un modo per rifarsi l’immagine ma c’è differenza con il discorso in Spagna per la candidata di Vox, era un’altra storia. Suggerirei che non si faccia un discorso per il pubblico spagnolo e uno in Italia, ognuno di noi ha una faccia sola”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta. “Meloni ha una idea sulla flat tax? Non ho sentito la sua posizione. E’ d’accordo con Salvini e Berlusconi?”. Lo ha chiesto il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa con più Europa. “E soprattutto – ha aggiunto Benedetto Della Vedova, di Più Europa – condivide la cifra che indica Salvini o quella che indica Berlusconi?”.
    “Mai avevo visto un voltafaccia così repentino, immotivato e anche truffaldino”. Lo ha detto Emma Bonino, in conferenza stampa con il segretario del Pd, Enrico Letta, a Roma, parlando dello strappo di Carlo Calenda. Non tarda la risposta delleader di Azione. “Emma Bonino, io sono una persona educata. Ho avuto per te solo parole di stima. Cerca però di non perdere il controllo di te stessa. Grazie”. Lo scrive su twitter Carlo Calenda replicando alla leader radicale che aveva definito il suo strappo “un voltafaccia così repentino, immotivato e anche truffaldino”.

    .⁦@emmabonino⁩ io sono una persona educata. Ho avuto per te solo parole di stima. Cerca però di non perdere il controllo di te stessa. Grazie pic.twitter.com/pveAyd7Nun
    — Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 10, 2022

    La diretta

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    Figlio martire piazzale Loreto, no eredi fascismo a Chigi

    (ANSA) – MILANO, 10 AGO – “Il 25 settembre quando voteremo
    inorridisco pensando che 100 anni dopo la marcia su Roma gli
    eredi del fascismo possono prendersi Palazzo Chigi e mettere
    mano alla Costituzione”. Lo ha detto Sergio Fogagnolo, figlio di
    Umberto, uno dei partigiani assassinato dai nazifascisti in
    piazzale Loreto il 10 agosto del 1944, durante la cerimonia in
    ricordo dell’eccidio. Nell suo intervento, Fogagnolo ha anche
    definito il leader della Lega, Matteo Salvini, “ministro
    dell’Interno con vocazione totalitaria”. Prende le distanze il
    presidente di Anpi Milano, Roberto Cenati: “sono considerazioni
    che non c’entrano nulla con la commemorazione”. (ANSA).   

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    Al via fase esecutiva per cittadella giustizia Perugia

    (ANSA) – PERUGIA, 10 AGO – Prende il via la fase esecutiva
    per la realizzazione della cittadella della giustizia di
    Perugia. E’ stato infatti pubblicato il bando per la
    progettazione di fattibilità tecnico economica dell’ex carcere
    femminile, uno degli immobili coinvolti nel progetto, a seguito
    della firma della convenzione tra Agenzia del Demanio – si legge
    in un suo comunicato – e Ministero della Giustizia avvenuta il
    29 giugno scorso.   
    L’iniziativa coinvolge gli ex complessi carcerari di Perugia,
    carcere maschile, femminile e padiglione Paradiso, dismessi nel
    2006 e che saranno oggetto di riqualificazione e restauro per
    essere adibiti a funzioni giudiziarie.   
    L’agenzia del Demanio parla di progetto di rigenerazione
    urbana “molto importante per la città, per le dimensioni degli
    immobili e per la loro collocazione nel tessuto urbano”. L’idea
    concettuale è di un intervento in grado di portare qualità ad un
    contesto di pregio quale quello del centro storico della città e
    riportare a nuova vita “un luogo chiuso, di memoria, dove l’uomo
    ha sofferto e scontato pene, che si trasforma ed eleva a luogo
    di giustizia, uno spazio aperto e al servizio dei cittadini”. “È
    l’occasione – si legge ancora nella nota dell’Agenzia – per dare
    un significato ad un progetto che complessivamente assume
    connotati fortemente culturali; l’architettura è intesa come lo
    strumento dell’uomo per soddisfare nuove funzioni, pur
    mantenendo la memoria di un bene di valore storico”. (ANSA).