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    Elezioni, domani il termine per presentare le liste. Gli ultimi ritocchi tra polemiche e addii

    Domani scade il termine per presentare le liste elettorali nelle Corti D’Appello. Questa è dunque la giornata degli ultimi ritocchi e anche delle immancabili polemiche con tanto di addii e rinunce.

    – – Il caso Castelli – “Scopro dai giornali, e da qualche simpatico tweet, che sarei candidata all’uninomimale di Novara. No grazie, “casa mia” è Collegno, se la coalizione ha fatto altre scelte ne prendo atto e in pieno spirito di squadra darò il mio contributo nei plurinominali di Impegno Civico, sperando però che questa campagna elettorale sia caratterizzata da proposte per i cittadini e no da attacchi, insulti e odio. Con Impegno Civico abbiamo una proposta chiara, la sfida è andare oltre il 3%, daremo il massimo per raggiungere l’obiettivo”, dichiara il viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, Deputata di Impegno Civico. Le sua candidatura aveva portato Saverio Mazza, ex responsabile organizzazione Pd Torino e attualmente membro della direzione metropolitana Dem, ad autosospendersi dal partito
    – Ex presidente Legambiente candidata con il Pd – “Accetto la proposta di Enrico Letta. Sarò candidata in un collegio uninominale nella Capitale. Una sfida impegnativa che porterò avanti con tutta la mia energia. Questa è la mia città. Roma è casa mia”, dichiara Rossella Muroni, ecologista e ex presidente di Legambiente.
    – Unione Popolare presenta le proprie liste – Unione popolare ha presentato stamani in Corte di appello a Napoli le proprie liste per le elezioni del 25 settembre. “La stessa procedura – afferma Luigi de Magistris, portavoce di Unione popolare – sta avvenendo in tutta Italia. E’ un risultato straordinario ottenuto contro il Sistema che voleva cancellarci. Adesso andiamoci a riprendere la democrazia”. De Magistris è capolista nel Lazio e in Calabria per la Camera.
    – Italia sovrana prima lista presentata in Umbria – E’ stata quella di Italia sovrana e popolare la prima lista presentata in Umbria. Le operazioni di deposito sono cominciate regolarmente stamani alle 8 nell’aula Goretti della Corte d’appello di Perugia. E’ stata poi la volta di Italexit a depositare simbolo e candidati. Quindi Alternativa e Unione popolare. Tra i rappresentanti dei partiti maggiori i primi a recarsi alla Corte d’appello per gli adempimenti sono stati i rappresentanti del M5S. Con la senatrice Emma Pavanelli, portavoce nazionale e capolista alla Camera nel plurinominale, e Thomas De Luca, coordinatore umbro e capogruppo in Regione.
    – A Genova le prime liste sono Vita, Italia sovrana e De Magistris – Tre liste sono state presentate stamattina alla Corte d’Appello di Genova: Vita, dell’ex grillina Sara Cunial; Italia sovrana e popolare; Unione Popolare di Luigi De Magistris. Nel centrodestra sembrava tutto già pronto e ieri pomeriggio la Lega Liguria aveva annunciato una conferenza stampa per presentare le liste dei candidati stamani alle ore 12. Incontro che è invece stato rinviato in attesa di “aggiornamenti”.
    – Il ministro D’Incà non si ricandida – “Benché si sia aperta una discussione con il Pd, nata dopo la caduta del Governo Draghi e il mio addio al M5S, non sarò candidato alle prossime elezioni politiche del 25 settembre”, scrive su Fb il ministro per i rapporti con il Parlamento Ferderico D’Incà.
    – Italexit prima a presentare liste nelle Marche – Italexit è stata la prima a presentare le proprie liste alla Corte d’Appello di Ancona. A seguire sono state quelle di Italia Sovrana e Popolare, Alternativa per l’Italia, Vita e Unione Popolare.
    – Calenda, Albertini ha chiesto candidatura con sms – Carlo Calenda risponde all’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini che, in un’intervista, lo accusa di aver voluto “conservare i seggi blindati per gli uomini di Azione”, mentre racconta di aver ricevuto da Matteo Renzi un’offerta “per candidarmi a Milano”. “Non vedo Albertini dall’epoca di Scelta Civica, direi quasi 10 anni – risponde Calenda sui social – una settimana fa ha chiesto una doppia candidatura a Milano con un messaggio. Non essendo mai stato iscritto ad Azione, mi è sembrata una proposta quantomeno stravagante”.
    – Ex 5S Granato in Calabria con Ingroia – La parlamentare uscente Bianca Laura Granato, ex M5S, è candidata in Calabria, nel collegio uninominale Catanzaro, con la lista Italia sovrana e popolare ispirata da Antonio Ingroia. L’ex pm è capolista al plurinominale per la Camera. Le lista per Camera e Senato sono state presentate alla Corte d’appello di Catanzaro.
    – I fratelli Gianni e Marcello Pittella lasciano il Pd e passano ad Azione – “La lunga strada nel Pd per me finisce qui” scrive in un lungo post su Fb il sindaco di Lauria ed ex vicepresidente del Parlamento Ue, Gianni Pittella, annunciando il suo passaggio nel partito di Azione di Calenda. La scelta di Pittella arriva a poche ore da quella del fratello, il consigliere regionale ed ex governatore della Basilicata, Marcello, che a seguito della sua mancata candidatura con il Pd, ha annunciato ieri anche lui il suo passaggio al partito di Calenda, dove sarà capolista al proporzionale per il Senato in Basilicata.
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    Elezioni: Sgarbi sfida Casini nel collegio di Bologna

    Sarà il critico d’arte ferrarese Vittorio Sgarbi a sfidare Pierferdinando Casini nel collegio uninominale del Senato di Bologna. Lo si apprende da fonti del centrodestra, che domani presenterà ufficialmente le liste alla Corte d’Appello. La candidatura di Casini è sostenuta dal Pd e dagli altri partiti della coalizione, mentre quella di Sgarbi sarà collegata con le liste di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e della lista centrista che compongono la coalizione. Il centrosinistra considera il collegio senatoriale bolognese fra quelli di sicura elezione.

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    Mentana offre di ospitare il confronto tra i 4 Poli su La7. Mastella: 'Parità di accesso in tv o sciopero della fame'

    Il confronto elettorale in tv continua a dividere le forze politiche. Dopo il pressing di ieri di Matteo Renzi e Carlo Calenda ad avere gli stessi spazi degli altri partiti, il direttore del Tg de La7 Enrico Mentana si fa avanti e propone un confronto tra i quattro poli negli studi de La7. “Noi siamo pronti a ospitare in prima serata venerdì 23 settembre i leader dei quattro poli per un confronto finale. Se vorranno, sarà diretto” scrive su facebook .

    Intanto, protesta anche Clemente Mastella che minaccia lo sciopero della fame: “Continua la petulante insistenza di alcuni segretari di partito di monopolizzare i dibattiti televisivi. Abbiamo prodotto ricorso agli organi competenti per evitare un ennesimo scempio democratico, uno tra i tanti di questa singolare campagna elettorale. Gli spazi dovrebbero essere dati in più a chi non ha ministri che pur dimissionari continuano a frequentare le tv impazzando dovunque”. “Le ragioni della democrazia impongono parità di accesso. Inizierò uno sciopero della fame se le regole dovessero essere disattese”, dichiara in una nota il segretario nazionale di Noi Di Centro.    
    “Credo che gli italiani abbiano il diritto di valutare tutte le idee dei partiti, e quindi auspico un dibattito con le principali forze politiche e i loro leader. In un confronto con la presenza di Letta, magari potrei sperare di avere qualche risposta sui vergognosi candidati del Pd che insultano Israele e sulle imbarazzanti risse nel Pd di Roma (c’entrano le polizze assicurative da far stipulare al Campidoglio?). Potremmo anche parlare, finalmente, dei programmi: Flat Tax, Quota41, pace fiscale, energia e nucleare, sicurezza e immigrazione, caro bollette e potere d’acquisto. Io ci sono. E gli altri?” dice invece il leader della Lega Matteo Salvini.
    “Apprendo da un’intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico”, scrive su Facebook Giuseppe Conte. E “questo accordo – aggiunge – è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento”.

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    Mattarella ad Alghero, a messa in un'altra chiesa di periferia

    Proseguono le blindate vacanze ad Alghero per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sta trascorrendo un periodo di assoluto relax nella foresteria dell’Aeronautica militare dove alloggia, all’interno del Parco di Porto Conte. Per la sua terza uscita di cui si ha notizia, sempre per recarsi a seguire la messa, il Capo dello Stato ha scelto la parrocchia della Natività della B.V. Maria in Santa Maria la Palma, una delle borgate della città catalana, lontano dalle strade cittadine del centro, in questo periodo prese d’assalto dai turisti.    Anche stavolta una chiesa di periferia, retta dai Padri Somaschi. Pur avendo scelto Alghero per il secondo anno consecutivo, infatti, Mattarella ha tenuto questa estate un bassissimo profilo, facendosi notare solo per la partecipazione a tre celebrazioni eucaristiche, due domenicali e una per l’Assunzione di Maria il 15 agosto in parrocchie isolate. Nel 2021, invece, il Presidente si era concesso anche un bagno di folla in città andando a incontrare il sindaco, aveva interrotto momentaneamente le sue vacanze per un sopralluogo in elicottero sulle zone dell’Oristanese colpite dal maxi incendio di fine luglio e per una saluto alla nave scuola Palinuro che insieme alla Vespucci erano in rada nelle acque dell’area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana. E proprio in questi giorni la Palinuro si trovava in Sardegna, alla Maddalena, ma non è stato previsto nessun bis con il Capo dello Stato che potrebbe già oggi ripartire per Roma. Stando alle ultime indiscrezioni, però, la sua vacanza potrebbe proseguire sino a giovedì 25.       

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    Oltre il 13% degli abitanti di Singapore sarà miliardario entro il 2030

    Secondo un’analisi della banca Hsbc Holding Plc, entro il 2030 Singapore diventerà la città dell’Asia-Pacifico con la percentuale più alta di miliardari. Oltre il 13% dei suoi cittadini saranno infatti miliardari nei prossimi anni.    Seguiranno poi l’Australia, Hong Kong e Taiwan.    

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    Trump vuole nominare uno specialista per l'esame delle carte sequestrate

        Donald Trump intende chiedere alla Corte preposta al caso la nomina di uno specialista (di solito un avvocato o un giudice in pensione) per determinare se il materiale sequestrato dall’Fbi nella sua residenza di Mar-a-Lago possa essere usato nell’inchiesta sulla sottrazione e detenzione di documenti classificati. Lo scrive il Guardian. A suo avviso gli agenti federali hanno confiscato materiale coperto dal privilegio presidenziale (una sorta’ di immunita’, ndr) e il dipartimento di giustizia non deve decidere cosa possa usare o meno nelle sue indagini. L’istanza sarebbe la prima azione legale dell’ex presidente dopo il raid dell’Fbi.   

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    Tensione in Forza Italia sulle liste. In Basilicata scoppia il caso Casellati.

     Tensione in Forza Italia sulle liste. In Basilicata scoppia il caso Casellati. Azzurri locali contro la candidatura della presidente del Senato nel collegio uninominale della Regione e a favore di quella del sottosegretario potentino all’Editoria Giuseppe Moles. ‘Un senatore che lavora incessantemente per il territorio e che ha portato il partito dal 4% al 12,5%. Il popolo lucano merita rispetto e va rappresentato da gente lucana del territorio. Io sto con Giuseppe Moles’, dice all’ANSA il consigliere regionale di Fi Gerardo Bellettieri.
    “Un senatore che lavora incessantemente per il territorio e che ha portato il partito dal4% al 12,5%. Il popolo lucano merita rispetto e va rappresentato da gente lucana del territorio. Io sto con Giuseppe Moles”. Lo ha detto all’ANSA il consigliere regionale della Basilicata di Forza Italia, Gerardo Bellettieri sulle voci di una candidatura della presidente del Senato, Elisabetta Casellati nel collegio uninominale per il Senato della Basilicata, al posto del senatore lucano Giuseppe Moles. “Massimo rispetto per la seconda carica dello Stato – ha aggiunto – ma Moles merita riconoscimento per il lavoro svolto da anni sul territorio”.
    Nel centrosinistra, intanto, per la Basilicata Il segretario del Pd Enrico Letta ha chiesto a Enzo Amendola, sottosegretario dem agli Affari europei, di correre come capolista in Basilicata alla Camera per la lista Italia democratica e progressista. 
    Sempre in Basilicata, rinuncia alla candidatura La Regina dopo le polemiche sui post contro lo Stato di Israele, al suo posto il Pd candida il sottosegretario Amendola. E il centrodestra segnala anche il caso di Irene Scarpa, giovane candidata Dem, per ‘deliranti attacchi’ al diritto di Israele a difendersi. 

    Agenzia ANSA

    “Quando si ha 20 anni si esprimono e si pensano molte cose. Poi si cresce, si studia, si cambia idea. Rinuncio alla mia candidatura perché il Pd viene prima di tutto e perchè questa campagna elettorale è troppo importante per essere inquinata in questo modo”. Così il segretario Regionale del Pd lucano (ANSA)

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    Renzi e Calenda in pressing, il confronto tv in Rai sia a 4

    E’ polemica sul confronto televisivo, in vista delle elezioni, previsto nel programma Rai Porta a porta, a cui dovrebbero partecipare solo Meloni e Letta. Il terzo polo va all’attacco, con Renzi e Calenda che chiedono un confronto a 4, con anche Conte e lo stesso Calenda.
    Nel pomeriggio arriva la precisazione della trasmissione condotta da Bruno Vespa: oltre al confronto tra Letta e Meloni, il programma ha invitato a partecipare i leader politici Berlusconi, Calenda, Conte e Di Maio, ciascuno intervistato per mezz’ora. La nota sollecita la reazione di +Europa per l’assenza di Emma Bonino, e di Sinistra Italiana e Verdi, che vedono esclusi i leader Fratoianni e Bonelli.
    A sollevare il polverone è il leader di Azione Carlo Calenda. “Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e Corriere che sono pronti a confrontarsi solo tra di loro. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad Agcom. Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico. E al di là degli aspetti legali dovrebbero essere per primi giornali/televisioni a non chinare la testa davanti a queste pretese. Chiediamo pertanto formalmente al Corriere e alla Raiofficialnews di organizzare un confronto a quattro e di non sottostare a richieste inaccettabili da parte di Meloni e Letta che ledono la democrazia”, scrive Calenda su Twitter.
    Nel primo pomeriggio Calenda rincara la dose: “Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. Intervenga subito l’Agcom il CDA Rai e Fuortes. E a EnricoLetta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna”, scrive su Twitter.

    Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. Intervenga subito @AGCOMunica, CDA Rai e Fuortes. E a @EnricoLetta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna. pic.twitter.com/6iJ5varoIp
    — Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 20, 2022

     
    “Credo che il confronto vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani hanno dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile. Faccio un appello al presidente e al dg Rai: non ci siano scherzi su questo, il confronto va fatto a quattro”, dice il leader di Italia viva Matteo Renzi.
    “Oggi il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, denuncia pubblicamente che i leader delle coalizioni di sinistra e destra, Enrico Letta e Giorgia Meloni, starebbero esercitando pressioni sulla Rai, in particolare su un conduttore affermato e autorevole come Bruno Vespa, per mettere in onda un confronto elettorale riservato esclusivamente a loro due”, scrive il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, in una lettera inviata al presidente della commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, pubblicata sulla sua pagina Facebook.”Se fosse confermato – si legge -, sarebbe una gravissima ingerenza sull’autonomia del servizio pubblico e costituirebbe una violazione pesante della Par Condicio, perché le coalizioni in campo che hanno rappresentanza parlamentare sono 4 e non 2: oltre a destra e sinistra ci sono il Terzo Polo guidato da Calenda, che vede l’alleanza di Italia Viva di Matteo Renzi e Azione, e il Movimento 5 stelle guidato da Conte”.
    Nel campo di Azione scende in campo Mariastella Gelmini.”Un’Italia dimezzata è quella che sognano Meloni e Letta, con un confronto su misura. Ma il Paese chiede risposte, non telequiz. I protagonisti della politica italiana sono quattro e la democrazia va rispettata, garantendo un confronto leale, guidato dalle proposte e non dalla paura, nell’interesse degli italiani. Ciò che serve all’Italia sono risposte concrete alla crisi. No ai teatrini”, dice la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie.
    “La Rai e gli editori rispettino gli elettori: le elezioni non sono un referendum, i duelli a due Letta e Meloni sono un inganno. Tutte le posizioni devono essere rappresentate”. Lo scrive su Twitter Mara Carfagna, ministra per il Sud ed esponente di Azione aggiungendo gli hashtag ‘non è un referendum’ e ‘diritto di confronto’.
    LA REPLICA. A Porta a porta 22 settembre non solo Letta-MeloniAlla prima serata di Porta a porta di giovedì 22 settembre che ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire. Porta a Porta è pronta a ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni”. Lo spiega una nota della trasmissione tv Porta a porta.
    LE REAZIONI. +Europa: Porta a Porta, refuso assenza di Emma Bonino”Porta a Porta, servizio pubblico Rai, ha deciso di proporre nella serata del 22 settembre l’evento clou della campagna elettorale televisiva, con il confronto Letta-Meloni e interviste di mezz’ora a Salvini, Conte, Berlusconi, Di Maio e Calenda. C’è un evidente refuso: l’assenza di Emma Bonino e di +Europa. Così come è evidente che nella carrellata dei leader nello spot che pubblicizza la programmazione elettorale di Porta a Porta, si ripeta il ‘refuso’ dell’assenza di Emma Bonino. Certi che la redazione provvederà, auguriamo buon lavoro”. Così in una nota diffusa da +Europa.
    Si-Ev: da Porta a Porta una palese della violazione par condicio”Una nota della trasmissione Porta a Porta ha annunciato che a pochi giorni dal voto, il 22 settembre, ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa e che sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Non si capisce perchè, avendo invitando leader di coalizione, si siano aggiunti alcuni altri leader di lista, senza che ci siano tutti e si scelgano solo Salvini, Berlusconi e Di Maio. È evidente una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema, che i vertici della Rai dovrebbero spiegare alle autorità di garanzia e alla magistratura.” Cosí i co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in una nota.