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    Ucraina, Salvini: 'Bruxelles rifletta sulle sanzioni'. Draghi: 'L'Italia continuerà a sostenere Kiev'

    L’attenzione con cui il Cremlino sta seguendo l’esito del voto e i rapporti tra il centrodestra e Mosca tornano a infiammare la campagna elettorale. Se da un lato il premier Mario Draghi ribadisce che l’Italia “continuerà a sostenere l’Ucraina”, e che “la Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati”, si registra l’ennesimo scontro frontale tra Matteo Salvini e il Pd, stavolta sul tema delle sanzioni europee contro il governo russo.
    “La Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati – ha detto Draghi intervenendo alla conferenza per la Crimea in Ucraina -. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina. Siamo con voi nella vostra lotta per resistere all’invasione russa, per ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina, per proteggere la vostra democrazia e la vostra indipendenza”. “L’Italia sostiene senza tentennamenti questa iniziativa e l’Ucraina. L’Italia ha sempre condannato l’occupazione della Crimea e siamo preoccupati per il peggioramento dei diritti umani nella penisola e per le ingiustizie verso la comunità tatara: la lotta per la Crimea è parte della lotta per liberare l’Ucraina”.

    Draghi: ‘Lotta per Crimea e’ parte della lotta per l’Ucraina’

    “L’avanzo commerciale della Russia – osserva il leader leghista arrivando al meeting di Cl – è di 70 miliardi di dollari: per la prima volta nella storia il sanzionato ci guadagna. Non vorrei che le sanzioni stiano alimentando la guerra. Spero che a Bruxelles stiano facendo una riflessione”. Molto dura la replica del segretario dem, che sempre dalla kermesse riminese riafferma la linea della fermezza contro Mosca: “Le sanzioni sono una scelta europea. La cosa peggiore che si possa fare è dare segnali di cedimento a Putin: su questo l’Italia deve essere molto netta, mantenere le sue alleanze, e non cambiare linea. Farlo – attacca Enrico Letta – vorrebbe dire darla vinta a Putin che sta ricattando l’Italia e la Ue. Al ricatto non si risponde con il cedimento”.
    Controreplica in serata da Via Bellerio che rilancia i cavalli di battaglia del partito su fisco e pensioni: “Letta non ha argomenti per parlare agli italiani, sceglie gente che minaccia di morte il prossimo, candida gente che odia Israele e rimpiange l’Unione Sovietica, parla solo di russi o fascisti. Noi rispondiamo con Flat Tax e Quota41”.
    “Sull’Ucraina la Lega farà quello che gli altri Paesi democratici ed occidentali fanno. Comunque vadano le elezioni la collocazione internazionale dell’Italia non si cambia”, aveva detto ancora Salvini.
    Ma non è solo il Pd a essere allarmato. Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, prende posizione a favore di Kiev usando toni molto preoccupati: “Dobbiamo sostenere gli ucraini altrimenti i prossimi saremo noi. Il sostegno all’Ucraina è il sostegno a tutti noi” ed è in “difesa dei nostri confini”.

    Agenzia ANSA

    Sfilata di politici che fingono di litigare e poi fanno accordi

    Dopo l’impennata del prezzo del gas, trainata dall’annuncio dello stop di tre giorni alle consegne dalla Russia, il tema energetico torna a dominare la campagna elettorale. Con i leader dei vari partiti che, sul palcoscenico offerto dal Meeting di Rimini, illustrano le rispettive proposte per far fronte all’emergenza. “Sono favorevole al price cap per il gas al livello europeo ma attenzione a farlo al livello italiano: a meno che non si decida di nazionalizzare le imprese”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

    Agenzia ANSA

    Letta, subito prezzi amministrati. Ue, europei al sicuro 

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    Elezioni, Conte: 'Meeting non ospita M5s, scomodi per il sistema'

    “Oggi al Meeting di Rimini non è stata ospitata la voce del Movimento 5 Stelle. C’era invece una sfilata di politici che fanno finta di litigare in pubblico e poi intorno ad un tavolo trovano sempre l’accordo. Poi ci siamo noi, diversi da loro. Siamo scomodi per un certo sistema che vuole escluderci e oscurarci. Come le persone che difendiamo: lavoratori, giovani e piccole imprese non garantiti e tutelati da nessuno. #dallapartegiusta”. Lo scrive su Facebook il presidente del M5s, Giuseppe Conte, pubblicando una foto della riunione dei leader politici prima dei loro interventi al Meeting.    

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    Elezioni: candidata di Azione e post filo Putin, scoppia il caso

    Anche in casa Terzo Polo scoppia un caso legato a vecchi post di candidati. Stavolta tocca a Stefania Modestino, candidata col tandem Azione-Iv al Senato nel collegio Campania 2. Modestino, in alcuni post, poi eliminati, parla di “pensiero unico” riferendosi alla posizione del giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, contrapposto ad Alessandro Orsini; in un altro condivide l’opinione della professoressa Donatella Di Cesare quando in una trasmissione afferma: “Dire che Putin è un pazzo, il male assoluto, è una semplificazione inaccettabile”. Sulla questione è già intervenuto il leader di Azione Carlo Calenda che tramite un tweet fa sapere: “La signora in questione è stata segnalata dal territorio, è un’insegnante e giornalista impegnata nel sociale a Caserta. Errore nostro non aver verificato i post su politica estera. Me ne assumo la responsabilità. Stiamo gestendo la cosa”. 

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    Da price cap a nucleare, le ricette dei partiti sul gas 

    Dopo l’impennata del prezzo del gas, trainata dall’annuncio dello stop di tre giorni alle consegne dalla Russia, il tema energetico torna a dominare la campagna elettorale. Con i leader dei vari partiti che, sul palcoscenico offerto dal Meeting di Rimini, illustrano le rispettive proposte per far fronte all’emergenza.
    Se Giorgia Meloni apre al price cap ma solo se europeo, Luigi Di Maio esorta ad essere celeri e vincere la battaglia in Ue senza aspettare il prossimo governo. Mentre Enrico Letta spinge l’idea dei prezzi amministrati per 12 mesi (una misura che l’Italia potrebbe prendere anche senza Bruxelles), Matteo Salvini e Antonio Tajani concordano sul tetto al prezzo dell’energia, ma rilanciano sul nucleare. Intanto da Bruxelles arriva un messaggio rassicurante: “gli europei saranno al sicuro questo inverno e negli inverni che verranno”, dice la portavoce della Commissione europea Dana Spinant. Ad aprire il dibattito, nel corso del confronto tra i capi politici alla kermesse di Rimini, è il ministro degli Esteri. Per il leader di Impegno civico la battaglia sul prezzo del gas va vinta subito, “tra settembre e ottobre”, senza aspettare che sia il prossimo esecutivo a tornare a trattare. Anche perché “oggi il prezzo è 300 euro a megawattora, prima della crisi era 40. Questo vuol dire che si sta speculando”. Il titolare della Farnesina rinnova, quindi, un appello all’unità: far fronte comune contro il caro bollette che si sta abbattendo su famiglie e imprese. Ma le ricette offerte dai suoi colleghi sono diverse (e spesso non si tratta di sfumature).
    Il segretario del Pd punta su una soluzione italiana ai rincari: “Prezzi amministrati dell’energia per 12 mesi. E’ necessario fare una legge – avverte Letta -, altrimenti il sistema salta”. Sul fronte contrapposto, ovvero via libera al price cap ma in ambito comunitario, si colloca la presidente di FdI: “Sono favorevolissima al price cap per il gas al livello europeo – apre Meloni -, ma attenzione ad imporlo a livello italiano. Perché le società” che gestiscono l’energia nel nostro Paese “non sono pubbliche, a meno che non si decida di nazionalizzarle e di questo se ne può parlare. Si tratta di società quotate in borsa quindi che facciamo mettiamo noi i soldi poi per far comprare a 100 l’elettricità agli altri paesi con cui siamo interconnessi?”. “Noi siamo in Ue e abbiamo il dovere di combattere lì per tutelare gli italiani”, le fa eco Tajani. Su una linea analoga il presidente di Italia viva, Ettore Rosato: “Tutti i partiti si esprimano con forza per andare in Europa a dire che è un elemento decisivo per la sopravvivenza delle nostre aziende e della struttura economica del Paese”. Al coro che invoca un intervento di carattere europeo, risponde Letta: “Dicendo che ‘Bruxelles non ce l’ha dato (il price cap, ndr) e non si può fare’ non si risolvono i problemi. Io dico che i prezzi amministrati in Italia” per un periodo “possiamo farli noi senza chiedere permesso a nessuno”. Per Maurizio Lupi (Noi Moderati) siamo di fronte “all’emergenza più grave dopo il Covid. Serve il tetto ma soprattutto bisogna intervenire rapidamente”. Di qui, la richiesta al premier Mario Draghi di un “provvedimento straordinario per far sopravvivere le pmi. Lo può fare con il consenso di tutti i partiti”. Il leader della Lega, Salvini, non esita a definire “fondamentale” porre un limite ai costi dell’energia, ma subito dopo rilancia sul nucleare: “Se l’Italia vuole essere indipendente dal punto di vista energetico non può essere l’unico grande paese a dire di no alle centrali pulite”.
    Lontani dai riflettori del Meeting, intervengono il ministro Stefano Patuanelli per il M5s e il leader di Azione Carlo Calenda. Il primo ricorda che mentre “oggi tutti chiedono un tetto nazionale al prezzo dell’energia”, “questa proposta del M5S, arrivata in Cdm, è stata stralciata”. Il secondo si pone un obiettivo concreto: “Dimezzare il costo dell’energia subito e portarlo a 100 euro Mwh per le imprese energivore e gasivore”.

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    Scuola: per un prof su 3 ok nuova vaccinazione e mascherine

    Dal 5 settembre in Alto Adige e via via in tutte le Regioni, si tornerà a scuola e in base alle recenti indicazioni pervenute dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero dell’Istruzione, la sola disposizione anti-Covid sostanzialmente obbligatoria: quella di tenere le finestre aperte. Gli altri obblighi – vaccinazioni, mascherine, distanziamenti, igienizzazione continua, ecc. – rimangono un’eventualità. Tuttavia, un insegnante su tre già oggi reputa inevitabile una nuova vaccinazione in autunno qualora il numero di nuovi casi Covid dovesse superare il livello di guardia.
    In tal caso, un docente su due reputa anche inevitabile il ritorno della mascherina da indossare per legge durante lo svolgimento delle lezioni. La doppia indicazione giunge da un sondaggio nazionale realizzato dalla Tecnica della Scuola sulle modalità del rientro in classe e la possibile evoluzione della pandemia da Covid-19.
    Esaminando le 1.759 risposte pervenute, risulta che quasi 7 docenti su 10 si dicono contrari all’eventualità che si possa tornare all’obbligo vaccinale (che per il 90% dei casi significa quarta dose di vaccino), anche qualora in autunno i contagi dovessero tornare a crescere.
    Percentuale che non si discosta molto da quella che include genitori e studenti, i quali si esprimono negativamente in misura ancora maggiore: tra le famiglie degli alunni e gli stessi allievi che hanno risposto al sondaggio, a dire no sono stati quasi 8 su 10.
    Quanto all’ipotesi che con la risalita dei contagi possa tornare in auge anche l’obbligo di indossare la mascherina, gli insegnanti si mostrano più possibilisti: un docente su due (il 49,9%) si esprime favorevolmente verso l’obbligo di mascherina, un dispositivo evidentemente percepito più utile che fastidioso, sempre qualora dovessimo subire una recrudescenza della pandemia. Genitori e studenti sono invece più scettici sulla reintroduzione coatta dei dispositivi di protezione: dicono ‘no’ al ritorno della mascherina il 66,5% degli intervistati, a fronte di un 31,4% che si esprimono in modo favorevole. (ANSA).   

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    Negli Stati Uniti diritto all'aborto a rischio per una donna su tre

    Una donna americana su tre rischia di perdere l’accesso all’aborto a breve. A due mesi dalla decisione della Corte Suprema sulla Roe versus Wade, la storica sentenza che legalizzò le interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti, molti stati a guida repubblicana hanno varato delle strette già in vigore o destinate a divenire legge nei prossimi mesi non appena i contenziosi legali in corso di risolveranno. Il risultato, riporta il Washington Post, è che il 36% delle donne fra i 15 e i 44 anni anni non sarà in grado di accedere all’aborto nello stato in cui vive. 

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    Elezioni, tutti i programmi tv in partenza

    La campagna elettorale balneare spinge le reti televisive a riprogrammare la partenza dei programmi di informazione per la prossima stagione. 
    Il via alle trasmissioni nella seconda metà di settembre, come da tradizione, mal si concilia con l’appuntamento delle urne, fissato per il 25 settembre.
    Ecco, dunque, che i direttori sono al lavoro per far ripartire le macchine a pieno regime già a fine agosto o inizio settembre.
    RAI
    Da “Mezz’ora in più” a “Porta a Porta”, passando per “Il cavallo e la torre”, “#cartabianca”, “Agorà” e “Agorà weekend” e “Restart”: da domenica 28 agosto ripartono sulle tre reti Rai le trasmissioni di approfondimento politico.
    Si comincia con “Mezz’ora in più”, che – dopo la serie di puntate speciali che hanno accompagnato i telespettatori fin dalla caduta del governo Draghi alla fine di luglio – torna nel suo studio, a partire da domenica 28 agosto, alle 14.30 su Rai 3, per raccontare l’ultimo mese di campagna elettorale.
    Da lunedì 29 agosto, alle 20.40 su Rai 3, in diretta dal nuovo studio di Viale Mazzini con vista sul cavallo simbolo della Rai, poi, arriva tutti i giorni “Il cavallo e la torre”: il fatto del giorno filtrato in 10 minuti dagli occhi e la sensibilità di Marco Damilano.
    Il giorno dopo – martedì 30 agosto alle 21.20 su Rai 3 – torna “#cartabianca”, il programma condotto da Bianca Berlinguer, pronto ad affrontare i temi caldi del confronto politico. Ancora martedì 30 e poi mercoledì 31 agosto in seconda serata su Rai 1 sono in calendario anche i primi appuntamenti della nuova edizione di “Porta a Porta”, con Bruno Vespa.
    A settembre la programmazione sarà dal lunedì al giovedì, con una prima serata speciale giovedì 22 settembre e due speciali in collaborazione con il Tg1 in seconda serata domenica 25 e lunedì 26 settembre per seguire l’esito delle votazioni. Nell’arco dell’intera programmazione saranno invitati tutti i leader politici che parteciperanno alle prossime elezioni.
    Quali sono i programmi economici dei partiti e delle coalizioni che il 25 settembre chiederanno il voto agli italiani? Quali le sfide, quali le soluzioni del nuovo Governo italiano? Ma soprattutto quali saranno le conseguenze per i cittadini nella vita di tutti i giorni? Questi alcuni dei temi di “ReStart”, il programma di economia e politica di Rai 2 in onda in seconda serata, condotto da Annalisa Bruchi a partire da venerdì 2 settembre per 4 puntate, ogni venerdì di campagna elettorale, e poi dal 3 ottobre ogni lunedì alle 23.30. La conduttrice sarà affiancata dal vicedirettore del Corriere della Sera Aldo Cazzullo e dal direttore dell’Agi Mario Sechi.
    Da lunedì 12 settembre, per seguire il rush finale della campagna elettorale, infine, “Agorà Estate” passerà il testimone ad “Agorà” nella versione invernale, condotto quest’anno da Monica Giandotti: a partire dalle 8.00 il palinsesto di Rai 3 si aprirà con lo storico programma giunto alla dodicesima edizione: notizie, ospiti, storie e collegamenti dal territorio, supportati dal Moviolone di Marco Carrara, che proseguiranno sino alle 10.30 anche con l’approfondimento di “Agorà Extra”.
    A partire da sabato 17 settembre, poi, per il secondo anno consecutivo l’informazione di Rai 3 sarà in onda sette giorni su sette con Agorà Weekend, condotto tutti i sabati e le domeniche sempre alle 8.00 da Giusi Sansone.
    MEDIASET L’informazione Mediaset, sempre accesa durante l’estate, rafforza Il suo impegno per raccontare la campagna elettorale dei partiti politici, dei leader e delle coalizioni, in vista dell’election day del 25 settembre. Su Retequattro, in prima serata: · “Zona Bianca”: in onda il lunedì ed il giovedì. Da domenica 28 agosto riprende la nuova stagione; · “Controcorrente – Prima Serata”: il mercoledì, a cui si aggiungono cinque speciali il 2, il 9, il 16, il 21 e il 23 agosto. Prosegue l’appuntamento quotidiano in access prime-time; · “Dritto e Rovescio”: torna da giovedì 25 agosto; · “Quarta Repubblica”: torna da lunedì 29 agosto; · “Fuori dal Coro”: torna da martedì 30 agosto. In day-time, prosegue tutti giorni, dalle ore 15.30, l’appuntamento con “Tg4 – Diario del giorno”. Su Canale 5, in day-time, continua, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.40, “Morning News”. Dal 12 settembre, in access prime-time, dal lunedì al venerdì, riparte “Stasera Italia”, mentre prosegue l’appuntamento nel weekend con “Controcorrente”. Su Canale 5, in day-time, da lunedì 5 settembre, tornano “Mattino Cinque News” e “Pomeriggio Cinque”.
    LA7
    La7 riparte a pieno regime in anticipo, da inizio settembre. Otto e mezzo al via il 5 settembre, DiMartedì il 6, Piazzapulita l’8, Propaganda il 9, In Onda (versione weekend) il 10 e 11 settembre, Non è l’arena l’11 settembre. La stessa settimana partono anche in day time L’aria che tira con Myrta Merlino e Tagadà con Tiziana Panella. In palinsesto ovviamente anche gli speciali, da programmare, del direttore del tg Enrico Mentana che ha già annunciato la sua maratona per il giorno del voto. Seguendo lo schema delle ultime elezioni, la rete diretta da Andrea Salerno proporrà lunedì 26 Propaganda che salterà l’appuntamento di venerdì 23 per chiudere la maratona elettorale.
    SKY SkyTg24
    A partire dal 29 Agosto mette in campo una programmazione speciale, anche con un nuovo studio immersivo e arricchito dalla realtà aumentata. Numerosi i format tv e digitali dedicati per seguire nel dettaglio la campagna elettorale. Numeri: curato e condotto da Alessandro Marenzi, – in onda alle 18.30 da lunedì al venerdì – è un programma quotidiano data driven che si propone di usare i numeri come bussola per servizi e approfondimenti.
    Casa Italia: curato e condotto da Fabio Vitale è l’appuntamento in onda dal lunedì al venerdì alle 20.30, che ospita ogni giorno i protagonisti della campagna elettorale, i commentatori, gli analisti, approfondisce i temi della giornata e del momento. L’intervista di Maria Latella: torna per le prossime elezioni il format curato e condotto da Maria Latella con quattro interviste, una a settimana fino al 25 Settembre. What’s Next & Cosa chiedono i giovani Si intensifica la Will: continuerà in versione elettorale la coproduzione What’s Next, nella quale Silvia Boccardi approfondirà alcuni aspetti del voto legati alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni. Alessandro Tommasi, invece, interverrà negli spazi di approfondimento di SkyTg24 portando all’attenzione del dibattito temi, idee, necessità, dubbi e istanze della community di Will che raccoglie milioni di italiani tra i 18 e i 34 anni. Reportage: al centro delle inchieste alcuni temi individuati dalla redazione di Sky TG24 che verranno sottoposti ai candidati ogni volta che ci sarà l’occasione di ospitarli con l’obiettivo di avere un’agenda anche fuori dalla strettissima attualità quotidiana.

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    Elezioni, Cappato: 'La nostra lista respinta ovunque, ricorreremo'

    “Le Corti d’Appello dove ieri sono state depositate le firme digitali a sostegno delle candidature della lista Referendum e Democrazia hanno deciso di escludere la nostra presenza alle elezioni del 25 settembre”. Lo dichiara Marco Cappato, leader della lista. “Il diniego di oggi non ci farà desistere, nelle prossime 48 ore – afferma Cappato – predisporremo i ricorsi urgenti affinché si adegui lo strumento digitale alle farraginose, quanto poco sicure o trasparenti, modalità di raccolta firme cartacee per la presentazione delle candidature per le elezioni politiche”.
    “Le motivazioni differiscono – spiega Cappato – ma, in tutte le circoscrizioni, non si è tenuto conto delle modificazioni legislative sopravvenute dall’adozione delle legge elettorale e dall’introduzione della firma digitale certificata per sottoscrivere documenti ufficiali”. Nel momento in cui si dovrebbe facilitare “la partecipazione popolare alla vita politica del Paese” chiarisce Cappato, “si sono interpretate restrittivamente norme datate senza tenere di conto del progressivo ampliamenti dell’uso della sottoscrizione digitale nonché il precedente del milione di firme online raccolte l’estate scorsa a sostegno dei referendum eutanasia e cannabis ritenute valide dalla Cassazione”.