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    Elezioni: Sindaco d'Italia nel programma di Azione-Iv

    Nella battaglia sul presidenzialismo, tra paladini dell’attuale assetto istituzionale e chi invece invoca un cambiamento, si inserisce anche Matteo Renzi che rilancia con l’idea del “Sindaco d’Italia”. “Se sono d’accordo sul presidenzialismo? Preferirei – dice il leader di Italia Viva – l’elezione diretta del premier, perche’ secondo me e’ giusto che i cittadini scelgano. Sogno un meccanismo semplice come quello del sindaco d’Italia”. Una proposta che, a quanto anticipa l’ex premier, dovrebbe trovarsi anche nel programma di coalizione siglato assieme a Carlo Calenda. I meriti di una riforma di questo tipo? “Tutti coloro che ascoltano sanno che quando si vota per il sindaco e’ facile – spiega Renzi -, poi magari si perde. Questo meccanismo e’ democrazia, funziona”. Non sfugge che una proposta cosi’ congeniata potrebbe sembrare, se non una mano tesa, quanto meno un ammiccamento nei confronti dei desiderata della coalizione di centrodestra, che da giorni sta combattendo la sua personale guerra elettorale sul tema della struttura istituzionale e della governabilita’ del Paese.
    Il presidenzialismo, indicato nel programma di Meloni, Salvini e Berlusconi e’ diverso, riguarderebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e non del primo Primo ministro, ma di certo quella di Renzi equivale a un’apertura sul tema delle riforme costituzionali. Il leader di Italia Viva per il momento resta possibilista e non si sbilancia sulla funzione del Capo dello Stato: “Se fai come in America e’ giusto che lo eleggano i cittadini. Se il capo dello Stato ha la funzione di arbitro istituzionale – aggiunge pero’ Renzi – di quello che nomina qualcuno alla Corte costituzionale, che presiede il CSM e’ piu’ giusto che sia una sorta di arbitro, non di capo del Governo”. D’altronde, su possibili cambiamenti dell’assetto dello Stato, Renzi non ha mai avuto posizioni pregiudiziali – basti ricordare il tentativo fallito dopo il referendum del 2016 – e anche nei confronti dello stesso presidenzialismo appena ieri aveva scritto nella sua E-news: “In molti gridano alla deriva antidemocratica perche’ la destra ha proposto il presidenzialismo. Follia. Il presidenzialismo e’ radicato in tante moderne democrazie occidentali. Io preferisco l’elezione diretta del Premier, non del Capo dello Stato, ma questo non significa che la proposta della destra sia un attentato alla liberta’ “. Quello con il leader di Italia Viva, sul tema delle riforme, potrebbe rivelarsi, un domani, un dialogo da non declinare con tanta leggerezza da parte del centrodestra. Al di la’ dei contenuti, tutti da definire in materia di presidenzialismo, l’alleanza Fdi, Lega e Forza Italia potrebbe guardare con favore a un’ulteriore appoggio in Parlamento all’indomani delle elezioni del prossimo 25 settembre.
    Se oggi, secondo le previsioni dei sondaggi, la coalizione si sta avviando verso una vittoria che le permetterebbe di governare con meno patemi, diverso e’ il discorso legato alla possibilita’ di portare a termine una ristrutturazione della Costituzione senza passare dalla consultazione referendaria. Secondo la Carta, se la legge venisse approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti, allora la riforma entrerebbe in vigore senza la necessita’ di un ulteriore passaggio, quello appunto del referendum. Nel caso di un vittoria importante del centrodestra e di un risultato importante del Terzo polo alle prossime elezioni, la soglia dei due terzi dei parlamentari potrebbe anche essere raggiunta e chissa’ se, fatte le dovute considerazioni e limate le rispettive asperita’ , non si riesca a trovare una convergenza che termini con una rivoluzione istituzionale.

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    Elezioni: Da salario minimo a Suberbonus il programma M5s

    “Con il programma con cui ci presentiamo alle elezioni del prossimo 25 settembre intendiamo proseguire su questa strada e portare a termine il lavoro che abbiamo iniziato. A finte alleanze, matrimoni di comodo e balletti abbiamo preferito la serieta’ . Per questo ci troverete schierati da un’altra parte: la parte giusta”. Cosi’ in un post il M5s che pubblica il programma elettorale su fb.
    “La parte delle lavoratrici e dei lavoratori sottopagati e precari, per cui vogliamo introdurre un salario minimo legale di 9 euro lordi l’ora e agevolare la sottoscrizione di contratti a tempo indeterminato – recita il post -. La parte dei giovani sfruttati, che vogliamo aiutare a costruire un percorso di vita indipendente attraverso l’eliminazione di stage e tirocini gratuiti e la stabilizzazione degli sgravi per l’acquisto della prima casa. La parte delle donne, a cui vogliamo garantire un’effettiva parita’ salariale. La parte della transizione ecologica e dell’ambiente, che vogliamo proteggere attraverso un nuovo Superbonus energia imprese, la stabilizzazione del Superbonus e degli altri bonus edilizi e quella del meccanismo della cessione dei crediti d’imposta, per garantire liquidita’ a cittadini e imprese. La parte delle imprese, che vogliamo sostenere con il taglio del cuneo fiscale, l’eliminazione dell’IRAP e il potenziamento del Fondo di salvaguardia. La parte della salute, che vogliamo tutelare riformando il titolo V della Costituzione per riportarla alla gestione diretta dello Stato e aumentando le retribuzioni del personale sanitario. La parte dei diritti, che vogliamo allargare attraverso il matrimonio egualitario, la legge contro l’omotransfobia e lo Ius scholae. La parte della scuola, dell’universita’ e della ricerca, per cui vogliamo aumentare i fondi e adeguare gli stipendi degli insegnanti ai livelli europei”, si legge.

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    Elezioni: Diritti e lavoro nel programma del Pd

    Un programma che guarda alle politiche del lavoro e alla transizione ecologica, con un occhio particolare ai diritti, dal matrimonio egualitario alla legalizzazione della produzione di cannabis per uso personale. La direzione del Pd approva all’unanimita’ il ‘manifesto’ del partito per la corsa verso il 25 settembre.
     Per Letta l’alternativa alle destre e’ l’agenda dem, basata su: europeismo, protezione dell’ambiente e diritti sociali e civili. Nel programma, dunque, compaiono: l’approvazione del ddl Zan e del matrimonio egualitario; la garanzia dell’applicazione della legge 194 sull’aborto; l’introduzione dello Ius Scholae e della legge sul fine vita; la legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per consumo personale nell’ambito delle politiche di contrasto alle mafie. Perche’ “se vincono queste destre sara’ l’Italia e i diritti degli italiani ad andare indietro”, avverte.
    Tre sono i pilastri: sviluppo sostenibile e transizione ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza. Tra le proposte: il tpl gratuito per giovani e anziani; uno stipendio in piu’ all’anno grazie ad una “riduzione shock delle tasse sul lavoro”; la realizzazione di 500.000 alloggi popolari; il contrasto al precariato e al lavoro povero. “La scelta del 25 settembre sara’ sull’Europa, sui diritti e sulle nuove generazioni. Integrazione europea per noi, chiusura nazionalista di stampo orbaniano per Salvini e Meloni”, dichiara il segretario di Piu’ Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova.

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    Elezioni: la 'lenzuolata' della Lega, 200 cartelle di programma

    Oltre 200 cartelle fitte fitte e 41 temi trattati – rispetto ai 15 punti del documento sottoscritto dagli alleati – a meta’ strada tra la “lenzuolata” di riforme di bersaniana memoria e l’inarrivabile record delle 281 cartelle dell’Unione del 2006. E’ il programma di governo della Lega.
    Nell’introduzione i pilastri del partito di Matteo Salvini: il primo e’ la “questione federalista”, per “ridare centralita’ al tema dell’autonomia differenziata”, poi quella “liberale”. “E’ dal 1995 che l’Italia attende il completamento di un’autentica, grande riforma liberale, che rilanci l’iniziativa imprenditoriale e quindi l’economia nel suo complesso; e’ giunta l’ora di attuarla”. Terza questione, quella “sovranista”. “Occorre ri-bilanciare il rapporto fra poteri sovranazionali e poteri nazionali, e l’Italia deve ricominciare a perseguire, con visione e determinazione, i propri legittimi “interessi nazionali”. Infine, la “questione repubblicana”: “la caduta del senso civico e del valore della “res publica” e’ sotto gli occhi di tutti, e’ necessario ricostruire e rivalorizzare entrambi, partendo innanzitutto dalla scuola e dall’educazione”. Il programma leghista entra minuziosamente nei dettagli marcando la propria azione politica, comune ma distinta da quella del centrodestra nel suo complesso.
    Salta oggi agli occhi il capitolo dedicato al “presidenzialismo” che il partito di Salvini vuole “alla francese”. C’e’ poi un deciso aumento del ricorso all’uso dei contanti il cui tetto viene portato a 10 mila euro. Non saranno poi sciolti interi Consigli comunali per infiltrazioni mafiose: decadra’ infatti, secondo il programma leghista, solo il consigliere colluso.

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    Forum ANSA con Carlo Calenda

    Forum ANSA con Carlo Calenda. Il leader di Azione mercoledì 14 settembre alle 10 risponderà alle domande del direttore Luigi Contu e dei colleghi della redazione politico-parlamentare.

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    Forum ANSA con Antonio Tajani

    Forum ANSA con il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Lunedì 12 alle 10 l’esponente azzurro risponderà alle domande del direttore Luigi Contu e dei colleghi della redazione politico-parlamentare.

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    Elezioni, parte l'ecotour di Letta. Salvini-Meloni, sfida sul bilancio

     Al via l’ecotour del segretario del Pd Letta. Tanti appuntamenti per convincere gli indecisi, oggi a tappeto in Lombardia ed Emilia Romagna. Da qui, “cominciano le ultime due settimane. Quelle decisive” annuncia Letta. Tempo che il partito impiegherà per convincere chi è ancora incerto sul da farsi in vista dell’appuntamento alle urne: “Gli stessi sondaggi dicono che ci sono il 42% degli elettori che non hanno ancora deciso e che decideranno nelle prossime ore, nei prossimi giorni. Noi puntiamo su quelli”.

    Elezioni, Di Maio: ‘Impegno civico sara’ la sorpresa di questa campagna elettorale’

    Nel centrodestra è sfida sullo scostamento a un convegno di Confcommercio. ‘Servono 30 miliardi ed è una stima al ribasso’, sostiene il segretario della Lega, Salvini. ‘Senza fermare le speculazioni non bastano 30 miliardi, ne servirebbero 300’, replica la leader di FdI Meloni. Divisi sullo scostamento di bilancio, ma uniti nel criticare l’Unione europea e i tentennamenti di queste ore nell’affrontare l’emergenza energetica. Parlano già delle cose da fare una volta al governo, straconvinti che a due settimane dal voto, ormai abbiano la vittoria a portata di mano.A tener banco nelle loro analisi è ancora il caro bollette e le ricette, al livello europeo e nazionale, per tamponare la crisi che potrebbe colpire duramente le imprese italiane.  
    Elezioni, Tajani: ‘Scostamento e’ extrema ratio, ho qualche riserva su scelte della BCE’

    Prova a motivare il suo elettorato. E soprattutto a dare una prospettiva indicando l’obiettivo politico che ha in mente: impedire il governo della destra. Carlo Calenda indica nel 12% al Terzo polo la precondizione per rendere possibile lo scenario. E per riaprire la strada ad un esecutivo di unità nazionale magari con Mario Draghi sempre alla guida. Un obiettivo a cui da sempre mirano sia il leader di Azione che Matteo Renzi. “Se il Terzo Polo avrà – come io penso -più del 10-12%, quello che succede è che semplicemente non si forma il governo di destra”, mette in chiaro Calenda ai microfoni del Tg1: “Il nostro piano a quel punto è di portare avanti il governo Draghi. Sarà lui a deciderlo, ma se la situazione è bloccata sarebbe quasi naturale andare avanti con lui”. 

    Agenzia ANSA

    Polemiche sulla puntata con due mamme. Altolà ProVita-Fdi, scudo Pd. Meloni: ‘Nessuna fobia, giudichino famiglie’ (ANSA)

    “Non sentite già aria di nuove larghe intese? Che c’è una campagna molto strana con la candidata avvantaggiata nei sondaggi che dosa le uscite…Mi ha colpito molto lo spin doctor della Meloni, Crosetto, che su Avvenire accenna al fatto che si potrà fare un altro governo dei migliori. Sono già pronti a tirar fuori un altro esponente della comunità finanziaria, c’è sempre il migliore dei migliori. Lo diciamo chiaramente: no ad accozzaglie e larghe intese – lo abbiamo fatto una volta perchè il paese era in braghe di tela, per senso di responsabilità – noi non ci saremo”. Così Giuseppe Conte presentando il programma. Poi, a due settimane dal voto, insieme a Verdi e SI, apre un fronte che si preannuncia bollente: “La prossima settimana – preannuncia – il governo nel silenzio generale porterà in commissione dei decreti per 10 miliardi di maggiori investimenti militari. Troveranno il M5s a bloccare questa strada”.

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    Emozione e rose, Londra saluta la sua regina – Il reportage

    In fila, con i fiori in una mano e l’ombrello nell’altra. In silenzio, trattenendo le lacrime: così Londra rende il suo omaggio ad Elisabetta II, la sua regina.    Perché nel lungo serpentone umano che dalla mattina si srotola e cresce incessantemente fino a Buckingham Palace c’è tutta quell’umanità e quello spirito che fanno della capitale britannica la città che è e che è diventata anche sotto lo sguardo vigile e amorevole della sua sovrana.    Così sembra guardare il brulicare di umanità a Victoria Station un’Elisabetta che questa mattina è comparsa, in gigantografia, su un pannello luminoso nella lobby dello snodo ferroviario al centro della città. La sua immagine è spuntata ovunque, nella gran parte delle fermate dei bus – dove i turisti corrono a fare selfie -, perfino nelle vetrine dei negozi, come sulla King’s Road a Chelsea, dove campeggia un profilo in bianco e nero della giovane sovrana, una foto completa di tiara e poche righe per dedicarle un pensiero.    Gesti piccoli, ma significativi, che ognuno oggi ha voluto dedicare all’amata regina. Per lei Izzy e Deborah, ventenni dell’Essex, hanno cambiato i loro programmi: da tempo le due amiche avevano deciso che si sarebbero viste oggi a Londra per una delle loro chiacchierate. Ma invece di passare la giornata in un caffè a raccontarsi sogni e patemi, hanno comprato un mazzo di rose gialle e si sono messe in fila per salutare Elisabetta: “Come mai siamo qui? Vogliamo salutarla – spiegano parlando con l’ANSA -. E’ la fine di un’era. Noi non conosciamo altro. I nostri genitori non conoscono altro. È un’icona pop, è un’icona britannica. E’ una persona alla quale ci si sente vicine. Un’ispirazione”. Michelle viene dal Sudafrica ma vive a Londra da molto tempo e ha il passaporto britannico, precisa. La morte di Elisabetta II è un fatto “triste”, dice, “era importante vedere una donna al potere”. Nina e Lauren vengono dal Venezuela e dagli Usa, vogliono salutare la regina per sentirsi parte di un evento che ha toccato tutti, spiegano. Sarà perché Elisabetta II è davvero appartenuta un po’ a tutti, che si sentono parlare tante lingue diverse fra la gente in coda per renderle omaggio, e sono molte le persone con valige e bagagli: sono turisti, si apprestano a lasciare Londra dopo una visita forse di pochi giorni ma non prima aver salutato Sua Maestà. Si sono fermati in silenzio ad ascoltare i colpi di cannone a mezzogiorno, sparati ad Hyde Park, alla Torre di Londra, e che hanno riecheggiato fino al Palazzo, ai parchi che lo circondano che per tutta la giornata hanno visto un via vai di persone continuo: Green Park come corridoio per raggiungere la residenza reale dalla trafficatissima Piccadilly, ma anche il solitamente più discreto St. James Park con i suoi stagni e vialetti. Ha attraversato il parco anche una donna in sedia a rotelle determinata ad arrivare fino in fondo nonostante la folla e poi costretta a rinunciare quando gli ostacoli sono diventati troppi. Però i suoi fiori rossi per la regina li ha affidati ad una ragazza: “Io non ci arrivo, puoi portarli tu per me?”.    Ci sono anche un padre e una figlia: il signor Singh, turbante sikh, occhi nerissimi, barba curata. Racconta: “Io sono nato nel Regno Unito, i miei genitori sono venuti dall’India.    Quando arrivarono, Elisabetta era da poco regina. In casa seguivamo i suoi discorsi, lo ricordo distintamente, bisognava fare assoluto silenzio quando la regina parlava. Mia madre la ascoltava con devozione”. Un rispetto che attraversa più generazioni: “Certo, naturalmente, con mia figlia siamo qui per essere testimoni della Storia. E sì, i sentimenti sono contrastanti”, ammette. Il saluto per la sovrana scomparsa e allo stesso tempo il tributo per il nuovo re Carlo III. Perché intanto la bandiera a mezz’asta ha lasciato il posto allo stendardo reale britannico sul pennone della bandiera di Buckingham Palace, il segnale che il re è a palazzo. A precedere il suo arrivo elicotteri che hanno a lungo volteggiato sulla zona. Poi il primo bagno di folla da re: è stato accolto con applausi, è stato acclamato, e naturalmente un muro di telefonini alzati, che fanno dire a qualcuno fra la gente: “Metteteli via, godetevi il momento, state guardando la Storia negli occhi”.